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Messaggio N° 433
Tag: Scienza
30-10-2002 - 09:40

PIOGGIA DI STELLE CADENTI, ULTIMO APPUNTAMENTO

Sarà l’ultima possibilità che avremo di osservare una vera pioggia di stelle cadenti per almeno 100 anni, quella che avremo nella notte del 19 Novembre.


In quella notte infatti per l’ultima volta la Terra si tufferà nelle scie di polveri lasciate dalla cometa 55P/Tempel-Tuttle, prima che l’influenza gravitazionale del gigante del Sistema Solare, Giove, devi queste scie in modo che la Terra per almeno un secolo non le incontri più sul suo cammino perpetuo attorno al Sole.


Stelle cadenti, comete, polveri… cosa c’entrano le une con le altre? Domanda lecita. Il fenomeno delle stelle cadenti ha poco a vedere con le vere stelle, come il nostro Sole. Quello che comunemente viene chiamato "stella cadente", o meglio meteora, è un semplice granello di sabbia che entrando ad altissima velocità nell’atmosfera diventa incandescente a causa dell’attrito, rendendosi quindi visibile come un punto luminoso in movimento.


Chiaramente, più è grosso il "granello di sabbia", più brillante risulterà la meteora che noi vediamo: le più luminose vengono chiamate dai tecnici "bolidi"; molte volte i bolidi si concludono con una esplosione luminosa (tipo fuoco d’artificio), lasciando nel cielo una debole scia luminescente lungo il loro percorso. Quando la Terra, muovendosi sulla sua orbita attorno al Sole, incontra una zona dove stazionano parecchi granelli di sabbia, si assiste all’incontro con quello che si chiama sciame meteorico: le stelle cadenti del 12 Agosto (le "lacrime di S.Lorenzo") ne sono il più famoso esempio.


Il terzo attore in gioco, le comete, entrano in scena per spiegarci il perché ci siano zone dello spazio dove le polveri siano più dense. Le comete sono corpi gelati che provengono dalle regioni esterne del Sistema Solare, che nel loro viaggio raccolgono una gran quantità di polvere e sabbia, e che rilasciano avvicinandosi al Sole, quando vengono scosse da eruzioni dovute al subitaneo risveglio dei gas che, riscaldati dal calore, passano dallo stato solido allo stato gassoso.


Perciò le comete lasciano sulla loro strada una scia di sporco e quando la Terra vi passa in mezzo, si ha uno sciamo meteorico; le meteore della notte del 18/19 Novembre sono il risultato dei passaggi del 1767, e del 1866. La rotta della Terra attraverso le scie è riportata in figura, dove le scie, essendo viste di taglio, appaiono come ellissi. Le scie hanno però una evoluzione propria, che è influenzata da molti Le code di polveri che la Terra attraverserà tra il 18 e il 19 Novembre Leonide ripresa nel 1999 da Fabrizio Sossan La cometa Hale Bopp fattori, primo fra tutti l’attrazione gravitazionale dei pianeti.


È proprio Giove, infatti che cambierà il percorso della cometa madre delle Leonidi (e delle sue scie) nelle prossime due visite dalle nostre parti, negandoci lo spettacolo di un’altra pioggia di stelle cadenti. Per noi europei l’ultima di queste piogge risale al 1999, mentre un buon spettacolo hanno avuto gli asiatici e gli australiani l’anno scorso.


Le piogge delle Leonidi accadono in media ogni 33 anni, tale infatti è il tempo che impiega la cometa 55P/Tempel-Tuttle a tornare nel Sistema Solare Interno, e portarci polveri "fresche". Storica è rimasta una vera e propria tempesta di stelle cadenti, nel novembre del 1866, evento che ha dato origine allo studio scientifico degli sciami meteorici e dello sviluppo di modelli matematici per prevederne le caratteristiche.


Quindi, per l’ultima volta in 100 anni, lo sciame meteorico delle Leonidi promette spettacolo, nonostante la presenza di una luna piena piuttosto fastidiosa che potrebbe, col suo chiarore nascondere le stelle cadenti più deboli. Le Leonidi sono tipicamente molto luminose, e normalmente si possono osservare molti bolidi: questo è dovuto al fatto che le polveri entrano nella nostra atmosfera con una velocità molto elevata (71 km/s, la Terra viaggia a 35 Km al secondo nello spazio).


I bolidi solitamente lasciano dietro di se una scia luminosa che persiste anche qualche minuto, prima di essere spazzata dal vento. Le meteore, per motivi di posizione e velocità del nostro pianeta sembrano provenire da un punto ben preciso della volta celeste (il "radiante", in questo caso nella costellazione del Leone, che dà il nome allo sciame): quando il radiante è alto nel cielo riusciamo a vedere quindi più meteore.


I tre esperti mondiali in fatto di previsioni, prevedono una vera e propria pioggia di stelle cadenti nella notte tra il 18 e 19 Novembre, anzi due: alle 5, e attorno alle 11.30 del 19. Il picco delle 5, con una frequenza prevista dalle 3000 alle 6000 meteore/ora (1 o 2 al secondo!) sarà perfettamente posizionato per gli osservatori Italiani. Molte erano però le preoccupazioni degli appassionati per la presenza della Luna Piena, che avrebbe oscurato Posizione del Radiante (e suo moto dal 15 al 20 Novembre) Scia persistente ripresa nel 1999 da Fabrizio Sossan con la sua luce le meteore più deboli abbagliando gli occhi rivolti al cielo; fortunatamente all’ora indicata il nostro satellite naturale (la Luna, per l’appunto) sarà molto basso sull’orizzonte e non recherà fastidio alle osservazioni. Inoltre l’ora è particolarmente indicata, visto che il radiante sarà ben alto nel cielo, essendo in quel momento quella sopra le nostre teste la parte del globo che "guarda avanti", mentre la Terra percorre la sua orbita, e tutte le Leonidi che entreranno nell’atmosfera saranno ben visibili.


Il secondo picco, quello delle 11.30, sarà ovviamente invisibile per la luce solare (di giorno non si vedono le stelle), un peccato, perché alcune previsioni parlano di 10.000 meteore in un’ora. Per altri esperti, invece, l’Italia (e soprattutto il nordovest) sarà il luogo dove nella notte fra il 18 e il 19 Novembre cadrà il maggior numero di stelle cadenti. Il grafico in figura rappresenta appunto la frequenza delle meteore durante le ore della notte del 18/19 Novembre.


La cartina è centrata su Genova, ma va bene per qualsiasi parte d’Italia. Consigliamo a chi volesse osservare il fenomeno di avventurarsi in luoghi lontano dalla città ed elevati (per chi abita dalle parti di Genova si consigliano luoghi come il passo del Faiallo, il monte Fasce, i Piani di Praglia, il Monte Beigua) per evitare che le luci cittadine (ahimè) riescano a fare quello che non farà la Luna (e speriamo che anche le nubi non diano fastidio), abbagliando i nostri occhi e rischiarando il cielo, cancellando quindi le meteore.


Come si può facilmente notare dal grafico, sottolineiamo che il massimo di frequenza avrà luogo nelle ore più fredde, subito prima dell’alba. Per que sto si avvertono i valorosi osservatori di procurarsi indumenti molto pesanti (tute da sci, calzamaglie, guanti, sciarpe…), bevande calde, e di non fare l’intera nottata ma iniziare le osservazioni verso le due del mattino, per non stufarsi prima dell’arrivo del picco (non si prevedono grandi fenomeni prima dell’orario previsto).


Per chi volesse cimentarsi nelle foto, è sufficiente una macchina reflex, montata su un cavalletto in posa "B", con una pellicola da 400 ASA. Una volta puntata sul radiante, con pose da 5/10 minuti si dovrebbe riuscire a fotografare qualche meteora. Una posa di non più di 20/30 secondi dovrebbe invece bastare per immortalare eventuali scie persistenti lasciate dai bolidi, e in caso di alcuni di questi ultimi particolarmente luminosi, si consiglia di segnare ora e luogo in cui ci si trovava, e di contattare l’Unione Astrofili Italiani (http://meteore.uai.it).


Alfonso Mantero Astrofilo UAI (Unione Astrofili Italiani) Alfonso.Mantero@GMX.net +393296911748



Articolo pubblicato da: Alfonso Mantero


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