Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Aprile 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

 1   2   3   4   5   6   7 
 8   9   10   11   12   13   14 
 15   16   17   18   19   20   21 
 22   23   24   25   26   27   28 
 29   30           

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 490 20-12-2002 - 16:42

Un Natale Diverso


Ogni anno, con l'avvicinarsi delle feste natalizie, la maestra di Marianna, faceva svolgere un tema ai suoi alunni dal titolo: "Cosa vorresti che ti portasse Babbo Natale?".


Quest'anno c'erano stati dei cambiamenti; la maestra aveva distribuito al posto dei soliti fogli bianchi, fogli rosa per le femminucce e fogli azzurri per i maschietti, ed in più aveva dato a ciascun alunno due scatoline di polverina dorata ed argentata per abbellire lo svolgimento. Marianna prese in mano il bel foglio, ma sapeva che avrebbe avuto difficoltà. Pensava a cosa chiedere a Babbo Natale, ma la bella bambola che tanto aveva desiderato le era stata regalata dalla nonna per il suo compleanno; la cucinetta per preparare i dolcetti ai suoi pupazzi, l'aveva trovata nella sua cameretta dopo l'operazione all'appendice, sorpresa fatta dal suo papà; la casetta dove giocare indisturbata le era arrivata, regalo della mamma per il suo onomastico; insomma, pensava ma non riusciva a trovare un giocattolo che non avesse già.

Intanto la campanella della scuola annunciò la fine delle lezioni e, Marianna, incominciò a sistemare l'astuccio ed i libri nella cartella, s'infilò il cappottino ed il berretto di lana, e scese le scale con i suoi compagni per avviarsi verso casa.
Fuori faceva molto freddo, si respirava già l'atmosfera del Natale; le luci colorate e gli alberelli ornati di palle dalle varie forme creavano un paesaggio magico. Le vetrine erano illuminate ed addobbate nell’attesa dell'Avvento e, Marianna le ammirava con stupore, ma non riusciva a pensare nulla che non avesse già.


Camminando non si rese conto che era arrivata a casa; aprì la porta ed andò a salutare la mamma che era in cucina. La faccina imbronciata della bambina, fece domandare alla mamma cosa mai potesse avere, ma Marianna la tranquillizzò assicurandole che avrebbe dovuto svolgere un tema abbastanza difficile, e che era un po' preoccupata per questo. Si avviò verso la cameretta, e cominciò ad osservare i suoi giocattoli; ne aveva talmente tanti, che alcuni erano riposti persino nell'armadio.Li guardava e notava che, l'orsetto aveva il pelo consumato, i palloni erano bucati, le bambole mancavano di braccia o gambe, ed i loro vestitini erano tutti sporchi; il trenino non aveva più la molla, e la carrozzina aveva una ruota rotta. Fu in quell'occasione, che Marianna ebbe un'idea straordinaria. Prese carta e penna, e cominciò a svolgere il suo tema; la sua faccina non era più triste, ma aveva assunto un aspetto entusiasta.


Quando ebbe finito, decorò il foglio con la polverina disegnando una stella cometa con una lunga coda e tante stelline. La mattina seguente la maestra facendo l'appello chiese se qualcuno avesse terminato il tema da lei proposto, e Marianna alzò il braccio. "Bene Marianna". Sei stata la prima a finirlo; sono curiosa di sapere cosa hai scritto.Ti andrebbe se lo leggessi subito ?"chiese alla bambina.


La maestra cominciò a guardare quello che vi era scritto, i suoi occhi diventarono lucidi e,rivolgendosi alla classe, disse: "Bambini, silenzio per favore ed ascoltatemi". La vostra compagna ha scritto una letterina piena di sentimento ed altruismo. Ha pensato ad un bambino che quest'anno non potrà giocare; é per questo che vi chiedo in nome di Marianna, la vostra partecipazione a portare tutti i vostri giocattoli rotti, e l'impegno ad allestire un piccolo laboratorio di riparazione in classe, dove tutti saremo impegnati ad aggiustarli.Chi di voi porta gli attrezzi? E chi la colla? E chi la stoffa?" "Io porto il seghetto e la colla; mio padre é falegname." Disse Marco. "Ed io porto la stoffa; la mia mamma fa la sarta e le rimangono sempre dei ritagli dagli abiti che cuce" disse Enrica. "Io porto il cacciavite e le chiavette perché mio padre é meccanico" disse Paolo. "Io porterò i miei soldatini e le macchinine rotte"disse Giacomo. Anche io ho tante bambole vecchie con tanti vestitini consumati"disse Veronica.


Insomma tutti gli alunni furono talmente coinvolti da quest’iniziativa, che quest’entusiasmo si propagò in tutte le classi. Ben presto tutti gli scolari si presero un impegno; chi avrebbe portato i giocattoli rotti; chi l'attrezzatura per ripararli; la maestra preparò la lettera da scrivere a Babbo Natale, affinché passasse a ritirare i giocattoli riparati da portare a tutti i bambini poveri del mondo. Ma la storia non finisce qui. Mancavano dieci giorni a Natale e, tutta la scuola era in fermento. I bambini, nonostante l'inverno avanzasse e facesse molto freddo, la mattina si svegliavano con entusiasmo e non vedevano l'ora di andare a scuola per riprendere il lavoro lasciato il giorno prima. Chi s'improvvisava falegname per riparare la casetta delle bambole; chi incollava i pezzi rotti; le bambine cucivano i vestitini, rimettevano a nuovo i peluche e aggiustavano le acconciature delle bambole. C'erano anche i meccanici delle macchinine e dei trenini che, recuperando pezzi qua e la li rimettevano in sesto.


I giorni passavano e i giocattoli riparati riempivano tutto lo stanzone della palestra, ma di Babbo Natale nessuna notizia. Gli stessi bambini che avevano dedicato ore e ore e tanta meticolosità nell'aggiustare i giocattoli, erano sempre più rattristati e svogliati; la maestra intanto, per rallegrare gli animi della classe, faceva cantare agli scolari una canzoncina di Natale. Ormai era giunto l'ultimo giorno di scuola; Marianna aveva lo sguardo rivolto alla finestra, vedeva passare per la via persone cariche di pacchi e pacchettini colorati e macchine che trasportavano alberelli da addobbare; ma di Babbo Natale nemmeno l'ombra. Sembrava che questo Natale, passasse senza lasciare una minima traccia.


Ad un tratto l'atmosfera cambiò; dal cielo cominciarono a scendere i primi fiocchi di neve, candidi come batuffoli di cotone che, facendosi sempre più fitti, imbiancarono in breve tempo i tetti, gli alberi e le strade; i rumori si attenuarono e il paese assunse un aspetto magico.


Nel silenzio irreale che si era creato, Marianna incominciò a sentire, prima lievemente, poi sempre più distintamente un tintinnio di campanelle, che man mano si avvicinava. I suoi occhi cominciarono ad illuminarsi e, la sua meraviglia contagiò tutta la classe..... qualcosa stava succedendo.


Tutti i bambini si avvicinarono alla finestra e, all'orizzonte scorsero la sagoma di una slitta trainata da due renne, che scivolava nel cielo cupo. Subito si creò un gran frastuono; le voci e le risatine dei bambini riempirono le aule e i corridoi della scuola. Piano gli scolari, cominciarono ad uscire diretti verso il cortile antistante la scuola, dove in poco tempo si radunò tutta la scolaresca.


La testa all'insù, seguirono il volteggiare della slitta che, dolcemente planò sulla coltre di neve. Babbo Natale si fermò davanti a loro; scese dalla slitta e si avvicinò. "Salve a tutti voi, bambini! Sono molto contento di aver ricevuto la vostra letterina, e sono corso qui appena ho potuto. " Orsù, sbrighiamoci a caricare questi giocattoli, perché il tempo stringe, ed io devo andare in paesi lontani, dove non sono mai stato".E così, tutti i bambini si misero a formare una catena umana che, partendo dalla palestra, finiva nel cortile della scuola. Man mano che la slitta si riempiva, ne appariva come per incanto un'altra, e ben presto furono riempite dodici slitte.


Babbo Natale dirigendosi verso quella di testa, si fermò un attimo a guardare quei bambini, e disse: "Quest'anno non mi avete chiesto nulla, ma io voglio lasciarvi lo stesso qualcosa" e così dicendo mise la mano nel suo enorme sacco rosso, e dopo averla ritratta, con un ampio gesto sparse sulla testa di tutti i presenti una polvere di stelle luccicanti. "Questo é lo spirito del Natale che scende in tutti voi e che lascerà un segno indelebile nei vostri cuori. Voi avete capito qual'é il vero senso di esso. Non é ricevere un regalo che rende allegri; i vostri giocattoli faranno sorridere tanti bambini che non hanno mai sorriso, perché nel loro paese la fame, la guerra e le malattie li portano via prima che possano gioire della vita.


Io vado a portare, grazie a voi, un po’ di felicità lì." E così dicendo, salì sulla slitta scomparendo all'orizzonte, lì da dove era venuto. I bambini rimasero un po’ rattristati dalla sua partenza, ma ben presto la polverina incominciò a fare effetto; infatti, i loro cuori si colmarono della gioia di donare.


Marianna e tutti i suoi compagni, non rividero più Babbo Natale, né ricevettero più una sua visita, questo perché egli vive nel cuore di chi crede nello spirito del Natale.



Favola scritta ed ideata da Corbelli Franca.



Articolo pubblicato da: Franca Corbelli



© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963