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Attentato all'infanzia: arriva il bikini push-up per le bambine.

D

opo il servizio fotografico pubblicato da Vogue Paris con protagoniste baby modelle di soli sei anni truccate ed immortalate con atteggiamenti da panterone super sexy, sta facendo molto discutere ed indignare un nuovo prodotto commercializzato da Abercrombie & Fitch per l'estate 2011.
Si tratta di un bikini push-up con tanto di coppe imbottite, riservato alle bambine di soli 8 anni ed inserito nella collezione Kids della linea "Ashley push-up triangle".
24 dollari è il costo del reggiseno  imbottito, mentre per lo slip, qualche mamma impazzita dovrà sborsare solo 19 dollari per sottrarsi al tormento insistente della propria aspirante ninfetta.
Già si teme anzi che uno stuolo di vamp in miniatura e di mantidi in formato pocket , cominci a frignare  dinanzi alla tv per ottenere dai propri genitori questo nuovo oggetto di tendenza, con tanto di strepiti e piedini infantili pronti a scalciare insistentemente per terra.
I bambini si sa costituiscono la fetta più succulenta nel popolo dei consumatori, non è un fatto nuovo  che le aziende della moda tendano a condizionarli con pubblicità sempre più audaci, anzi proprio le cd. tweens o tweenager, ovvero le bambine tra i sei e i dodici anni, sono diventate, loro malgrado, le maggiori artefici del "nag factor", (il fattore assillo) ed al tempo stesso sono le principali vittime del marketing d' assalto nel quale, l'etica del limite, sembra non avere cittadinanza alcuna.
Quello che stupisce piuttosto è che la società moderna in materia di minori sembra sia diventata schizofrenica.
Da un lato infatti la tutela dei bambini è un imperativo unanimamente riconosciuto e si moltiplicano le iniziative legislative e di volontariato nelle quali l'attenzione verso fenomeni come la pedofilia è molto marcata. Dall'altro lato tuttavia i bambini sono sempre più oggetto di un fenomeno mediatico di erotizzazione che non è lontano dal potersi configurare come una vera e propria  violazione dell'infanzia.

 


L'abuso infantile non è infatti solo quello perpetrato da soggetti deviati con  maltrattamenti fisici o sessuali concreti, poichè se è vero che anche i bimbi sono dotati di una loro sessualità embrionale, è anche vero che inculcare loro dei modelli comportamentali propri degli adulti e stimolare una loro sessualizzazione precoce, equivale a fargli violenza, accelerare il loro processo di crescita, derubarli del proprio diritto ad essere bambini e comprimerne il naturale sviluppo che dovrebbe procedere secondo tappe graduali.
Le conseguenze di questo abuso mediatico e psichico si manifestano concretamente sui bambini e sono state oggetto di studi approfonditi, secondo i quali la sessualizzazione precoce del minore ne altera il processo cognitivo,  ne riduce l'autostima ad un mero fenomeno di omologazione ai dettami della moda e li espone maggiormente agli appetiti insaziabili dei pedofili.
Una bambina che assume atteggiamenti da lolita in un servizio fotografico o che occhieggia sensuale in uno spot pubblicitario, oltre che influenzare negativamente l'intera generazione  delle proprie coetanee, diffonderà inevitabilmente messaggi di disponibilità che andranno  ad appannaggio  proprio dei pedofili.
Ecco quindi che l'erotizzazione precoce del bambino dovrebbe essere evitata, non solo dalle aziende della moda e dall'intero sistema mediatico, ma soprattutto dalle signore mamme e signore nonne.
Mi domando però quanto queste ultime siano in grado di comprendere il fenomeno dell'erotizzazione ed i suoi rischi. Il problema non riguarda infatti solo i bambini bensì ad esserne vittime sono in generale le donne.
Cosa è l'erotizzazione?
Secondo l'American Psychological Association, il concetto di erotizzazione qualifica la tendenza a ricondurre il valore di una persona al suo sex appeal ed al suo comportamento sessuale.
Basta accendere la tv, recarsi una sera in discoteca, sfogliare un giornale o semplicemente navigare attraverso i blog per rendersi conto che la donna italiana ha ceduto al  processo di erotizzazione imposto dai media e continuamente si adegua al prototipo della femme fatale riducendo il proprio ruolo a quello di un mero oggetto sessuale.
Sapranno allora queste donne, queste mamme, queste signore anche attempate, portatrici di una femminilità distorta fatta solo di unghie laccate, di look esasperati, di sensualità esibite e di blog ammiccanti, resistere alla tentazione di comprare per la figlioletta o la nipotina il nuovo bikini imbottito?


Ho paura di no...

 

 
 
 
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