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QUEL DEMONIO DI LINK!  (terza puntata)

Attraverso le precedenti puntate di questo post, si è cercato di considerare gli effetti della cd. "demonizzazione del link".
Link e citazioni rientrano nel più vasto concetto di autoreferenzialità; quella caratteristica congenita della blogosfera, stigmatizzata dai detrattori dei blog e, per assurdo, a volte vissuta come limite anche da parte di coloro che in questa realtà operano.
Il problema dell'autoreferenzialità è un problema mal posto, potremmo quasi spingerci oltre definendolo un "non problema".
Se per autoreferenzialità si intende la tendenza dei blog a riflettere su se stessi, allora appare evidente quanto essa non solo sia una caratteristica strutturale della rete in generale, ma una conditio sine qua non affinchè la stessa blogosfera possa continuare a vivere e, soprattutto, crescere ed espandersi.
L'autoreferenzialità non ha nulla a che vedere con una sorta di ripiegamento autistico, come se fosse una nicchia elitaria di pensiero, che si autoalimenta del proprio prodotto. Tutt'altro: essa si fonda su una base compartecipativa, è un non luogo ove ognuno per crescere ha bisogno che l'altro cresca, uno spazio dilatato ove i reciproci link rappresentano scambi di idee, di conoscenze, di pensiero che si autogenera e si sviluppa potenzialmente all'infinito, fino a procurare quel grande "rumore di senso" che costituisce la linfa vitale della blogosfera.
Tutto questo non solo attraverso scambi tra blogstar o opinion leader della blogosfera, ma, anche e soprattutto, attraverso un fitto intreccio di legami che si sviluppano tra blog cd. "minori", i quali interpretano questo ambiente come occasione per stare insieme e per condividere qualcosa di semplice, ma di significativo.
Autoreferenzialità come scambio, allora. Ma anche come consapevolezza di sè, come autoriflessività, come possibilità che ha il mezzo di rispecchiare se stesso, per meglio definirsi nelle sue potenzialità espressive, ricordando, come scrive De Biase, che i "new media" non sono il singolo blog, ma l'insieme dei blog che parlano tra loro.
Se le cose stanno così, e non abbiamo ragione di dubitarne, allora, come sostiene Sofi, l'autoreferenzialità non solo non è un problema per la blogosfera, ma addirittura è la sua soluzione!
Concependo la blogosfera come un universo di stelle, è possibile immaginare una miriade di fasci di luce: sono appunto i link che collegano un blog all'altro!
Premesso che ogni comunità è di per se stessa autoreferenziale, se i blog aspirano ad essere collocati nei cd. new media, occorre chiedersi quali siano i nostri mezzi di distribuzione. Ebbene, link e citazioni, sono il mezzo di distribuzione di cui disponiamo, a condizione che non se ne faccia un uso meramente strumentale!


In questo contesto si colloca l'effetto deleterio suscitato da Classifiche come Blogbabel. Nata per quantificare la visibilità dei blog iscritti attraverso la considerazione d'insieme di diversi indicatori, la Classifica è degenerata nel tentativo, supponente ed arbitrario (poichè attuato a posteriori!) di realizzare una sorta di "pulizia etnica" tra i link, dimenticando che, quale sia la loro natura ed origine, essi sono comunque indice e strumento di visibilità.
Il recente sforzo da parte degli editor di Blogbabel, di ricondurre la classifica nell'ottica di una pura quantificazione della visibilità e delle reazioni tra blogger, mal si concilia con l'uso, in guisa di arbitri della situazione, dei cd. warning.
Questi ultimi, alla stregua di cartellini gialli, avvertono sul vizio di posizione di alcuni blog, per l'uso di pratiche quali i servizi di blogrolling o i crediti inseriti nei template. Il tutto, in contrasto col principio di civiltà, oltre che giuridico, "nulla poena sine lege".
Che senso ha avuto, in una logica di misurazione della visibilità inserire il warning alla Toga strappata e comunque perchè non inserirlo anche a  Camelotdestraideale, segnalatovi nello stesso treadh del vostro gruppo di discussione? Che senso ha l'eliminazione di criteri quali i motori di ricerca per blog? Che senso ha conservare i warning ora che l'indice technorati è stato eliminato? In nome di un presunto purismo la vostra classifica si è ridotta ad un apparato ripiegato su se stesso, ma che, per assurdo assume valore di fonte per quanti si approcciano alla blogosfera senza conoscerla!
Il web è libertà e se proprio volete inserire dei warning, essi siano i seguenti, da inserire in ogni pagina del vostro sito:

"Questa classifica è indice di visibilità, non di qualità"
"Tutti i criteri di misurazione sono suscettibili di essere falsati e strumentalizzati"
"L'attuale classifica misura esclusivamente le citazioni reciproche tra blog iscritti e non riflette le realtà più ampie insite nella blogosfera".

Considerazioni simili sono state espresse da: Webeconoscenza, Dario SalvelliCatepol, Marlenek's (d)BlogTrentamalboro, Lobotomia e Blogger,  Bombasicilia Orazio Tassone, Annus Fictus, La Persona Depressawhataboutme,  Cristianofino.net e tanti altri, tra i quali non trascurabili sono i commenti degli stessi fruitori di Blogbabel.


In chiusura di questi tre lunghi post, ci piace concludere con una citazione di Giuseppe Granieri :

"Per la sua stessa natura, il blog è un atto di generosità: essendo un nodo in un sistema di lettura, sposta l'attenzione (e il lettore) su altre fonti, invece di cercare di trattenerlo sulle sue pagine. Il meccanismo è semplice ma efficace: se un blogger legge un post interessante in un altro blog, lo cita linkando la fonte e indirizzando il visitatore verso nuovi lidi.
Questa scelta, che in un sistema competitivo sarebbe un suicidio, nel 'sistema weblog' è prassi. In questo modello ci guadagnano tutti: l'autore del primo post perchè riceve nuova attenzione, l'autore della citazione perchè ha fornito un input qualitativo al suo lettore e, infine, il lettore stesso, che vede incrementate le probabilità di incontrare contenuti interessanti" (G. Granieri, Blog generation, Laterza, Bari, 2005, pp. 38-39)

Infine, in omaggio al blog minimarketing che definisce i blog di Libero come "blog social-adolescenziali", vi lasciamo con una canzonetta per bambini, ma dal significato recondito, per chi sappia coglierlo...



Qui tutti abbiamo bisogno di tutti!


scritto da: redazione_blog e morton

 
 
 
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