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a città si desta inebriata da un profumo intenso di mimose.
Ne è invaso ogni angolo di strada, levita nell'aria ed ogni semaforo si colora, ogni banchetto d'improvvisati venditori trabocca di fronde fiorite.
Sono le mimose tournaire e le mimose gaulois, giallo preludio di una primavera che frettolosa si appresta.
Non c'è donna che non giri col suo fascio tra le mani, un rametto tra i capelli, un piccolo stelo che spunta vezzoso da una borsa stracolma: simboli deputati della considerazione di un uomo, un compagno, un collega.
"Auguri, Auguri", sono le parole che si sente pronunciare ad ogni dove ed è tutto un brulicare di abbracci e di baci festosi. "Grazie, grazie" replica la ragazza di turno, illuminandosi di un sorriso grato e compiaciuto.
Eppure io non ho in animo di festeggiare. Sia sovrano il ricordo di donne arse tra le fiamme; donne che lottavano per affrancarsi dalla miseria, dallo sfruttamento e dal bisogno.
Oggi più che mai sento gravarmi addosso tutte le colpe del mondo.
Sono colpevole, inspiegabilmente colpevole di tutti i mali che affliggono me ed ogni donna.
Dopo aver letto le reazioni alle parole di Toscani, reazioni degne di un trattato antropologico, ho cercato di capire quali fossero le colpe delle donne ed ho scoperto che è responsabilità delle donne di essere abusate, seviziate ed uccise per scopi sessuali. Lo dice Mons. Arduino Bertoldo ma con lui lo dice anche Gianni Alemanno ed una visione retrograda, ostile e spietata che in ambito psicologico, mediatico e finanche giudiziario, giunge a giustificare violenze e stupri con la nostra emancipazione, i nostri comportamenti disinvolti, il nostro abbigliamento succinto, persino il nostro modo di camminare; tutti elementi sufficienti a presumere disponibilità, tutti comportamenti capaci d'indurre in tentazione e legittimare dunque attenzioni non gradite, anche imposte con la violenza e la forza. Quindi siamo colpevoli.
E' colpa nostra se la Tv, la pubblicità, i media, mostrano un mondo di fantocci di carne, donnine sgambettanti ricostruite sul lettino di un chirurgo, vallette spogliate ad hoc per l'ingresso in un harem ma, comunque, tristi ed avvilenti declinazioni di una femminilità godereccia degna di un'infima bettola. Siamo noi che offriamo il volto ed il corpo per quelle rappresentazioni. Si, siamo proprio noi e dunque siamo colpevoli.
Nostra è la colpa per i figli mai nati, frutto di un amore ancora troppo acerbo per fare di noi delle madri. Siamo noi le assassine di migliaia di feti mai venuti alla luce, noi cui spetta di scongiurare maternità non volute, donne destinate a fare i conti con l'angoscia, il rimorso, il dolore ed il pianto, dopo istanti di sesso in cui hanno amato o anche solo goduto, ma lo hanno fatto in due...
Siamo noi le madri di generazioni di maschi sessisti, uomini bambocci paghi di una virilità esibita, ostentata e giammai introiettata come forma di reciproco dono.
Noi li abbiamo educati ad una visione distorta del sesso, noi ne abbiamo castrato i sentimenti perchè il frutto del nostro ventre fosse il VERO UOMO. Noi siamo state incapaci di trasmettere ai nostri figli il giusto indirizzo, l'idea del rispetto per la persona che c'è in ogni donna. Siamo colpevoli. Abbiamo distrutto la famiglia, vero nucleo e cardine della società, abbiamo generato catastofi e decadimento di valori.
Mi domando come ciò sia potuto accadere in una società da sempre guidata ed organizzata da soggetti maschili? Come mai dietro il comportamento deteriore di un uomo c'è sempre la responsabilità di una donna? Devo forse pensare che gli uomini siano in stato di soggezione, a noi subordinati economicamente, vittime del nostro lavaggio del cervello, in balia del proprio testosterone ed assolutamente incapaci di auto-determinarsi?
Noi donne siamo davvero colpevoli?
Noi siamo colpevoli quando siamo donne perbene, siamo colpevoli se siamo donne permale, siamo colpevoli di essere belle o ingrassare, siamo colpevoli se restiamo a casa o ci arroghiamo il diritto di lavorare.
Nostra è la colpa quando veniamo tradite, ingannate, abbandonate, c'è persino chi dice che un figlio cresciuto da una balia sarà destinato per forza ad essere marito infedele. E' colpa nostra. C'è chi addebita a noi addirittura le ragioni del turismo sessuale!
Si, è colpa nostra, siamo colpevoli, anche io sono colpevole.
Però forse non è così!
Forse la colpa maggiore che ho è di sentirmi colpevole e di lasciare che altre donne mi giudichino tale.
Si chiama neutralizzazione della responsabilità ed essa ci viene inculcata sin da bambine e ci induce a colpevolizzarci. E' la cd. inversione della colpa ed essa serve per nascondere le colpe altrui ed innesta in noi un meccanismo inconsapevole di auto-demolizione.
Dietro la violenza sessuale si annidano motivazioni che prescindono dal richiamo sessuale vero e proprio. Lo stupro è espressione di forza dominante, aggressione, volontà di umiliare ed annientare. Perchè additano il nostro abbigliamento per strada se statisticamente è provato che la maggioranza degli stupri avviene in famiglia e nelle relazioni di coppia?
In Italia 7 milioni di donne hanno subito un abuso eppure si continua a dire che le donne "serie" non sono oggetto di violenza carnale, che l'abusante è il mostro, l'extracomunitario, lo psicopatico o il drogato della strada buia ed a noi si addebitano le colpe di "comportamenti a rischio". Si sottace però la realtà di quello stuolo di padri, mariti, fratelli, ex mariti ed ex compagni che sono i maggiori attori degli episodi di stupro e che violentano per esercitare un potere o per ribadirlo a chi se ne sottrae.
Al vertice delle aziende di comunicazione, delle agenzie pubblicitarie, delle emittenti televisive e delle istituzioni vi sono uomini e sono loro, non le donne, che indirizzano i media, sono loro che decidono i palinsesti, sono loro che stabiliscono il taglio da dare alle campagne promozionali proponendo modelli lontani dalla realtà quotidiana e più vera di noi donne.
E abbiamo forse dimenticato che il sesso si fa in due e che la maggioranza degli uomini delega alle donne la prevenzione di gravidanze indesiderate, deresponsabilizzandosi in caso di "inconvenienti fortuiti"?
Dove sono i padri durante l'educazione dei figli? Davvero possiamo credere che in una società nella quale non lavorando in due una famiglia non sbarca il lunario, la responsabilità dei modelli deteriori trasmessi ai figli sia addebitabile alle donne e solo alle donne? O forse il problema non è l'immagine di donna che una madre trasmette a suo figlio, bensì l'esempio di uomo trasmesso ai figli dai padri per confermare decenni di concezioni patriarcali?
Smettete di colpevolizzarvi e non accettate che altri lo facciano!
Non ubriacatevi di sorrisi e mimose per l'8 Marzo: disertate i locali e riempite le piazze e ricordatevi che:
"Nessuno monterà su di noi, se prima noi non avremo piegato la schiena "
(Martin Luther King)