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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da mondo.sereno

IL PD PENSAVA CHE LA MANIFESTAZIONE SAREBBE STATA UN SUCCESSO, INVECE… E’ STATA UN SUPERSUCCESSO!!!

GRANDISSIMO SUCCESSO PER LA MANIFESTAZIONE DELL’OPPOSIZIONE DI OGGI POMERIGGIO

La gente è accorsa in massa in Piazza

Grande successo per il Pd oggi pomeriggio. Il Pd, ma più in generale tutta l’opposizione – sono scesi in Piazza insieme al Partito di Veltroni anche Idv, Verdi, Girotondi e socialisti – pensavano che la manifestazione di oggi sarebbe stata un successo, ed è stata un supersuccesso. Un evento da ricordare, con la gente accorsa in massa e una valanga di sostenitori in tutta Italia. Si è vista un’opposizione unita, forte, completa e ferma. E Veltroni ha ampliato la sua popolarità. Chissà che le forze di sinistra non possano tornare unite, dopo l’importante passo compiuto oggi. L’opposizione unita è ripartita. Le divisioni interne sono divenute punti di forza. In Piazza, una piazza mai vista così, così gremita, le persone erano ben due milioni e cinquecentomila. Lo aspetta una piazza stracolma. Più di 2 milioni e mezzo dicono gli organizzatori. Di sicuro erano moltissimi. Veltroni è salito sul palco alle cinque in punto ed è sceso poco meno di un'ora dopo: «Grazie a tutti. E' uno spettacolo meraviglioso per la democrazia». Il giorno della manifestazione del Pd è arrivato. «Me l'aspettavo così» ha detto prima Walter Veltroni, al suo arrivo in piazzale dei Partigiani da dove è partito uno dei due cortei della manifestazione del Pd. «Siamo una grande speranza per il paese”. L’Italia – continua – “è una grande democrazia, che non dimentica chi ha dato la vita per l'Italia». Veltroni ha parlato per oltre un’ora alla folla. A loro Walter Veltroni si rivolge con un discorso di settanta minuti. Ha bacchetto il centrodestra, attaccando Silvio Berlusconi, dipingendo il profilo del Pd, che definisce "la più grande forza riformista del Paese". Serve un cambiamento, servono riforme. Ai cittadini servono cambiamenti. Veltroni legge un discorso di 23 cartelle, che si apre con la fiera rivendicazione delle radici antifasciste: "L'Italia, signor presidente del Consiglio, è un Paese antifascista ed è migliore di chi lo governa oggi'' apre Veltroni. Poi l'affondo contro il Cavaliere è frontale. Tocca le tasse che "nonostante le promesse elettorali non sono scese", la riforma della scuola "che non si può fare contro studenti e professori", l'immigrazione "perché l'italia non sarà mai un paese razzista", l'economia con l'idea del patto tra i produttori”. Ed ancora la pubblica amministrazione che "va riformata senza criminalizzarne i dipendenti". Veltroni dipinge come quasi antropologica la diversità con la destra. Veltroni dice cha la maggioranza "ha fatto un deserto di valori e l'ha chiamato sicurezza, che vuole un pensiero unico e lo chiama gradimento, che calpestano i diritti e lo chiamano decisione. La destra ha creato la cultura del vuoto. Non le interessa la scuola perché per loro la scuola è la televisione. Quel vuoto ci spaventa. Per voi è indifferente perché vi è congeniale. Lo avete alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e dell'egoismo per il fastidio per ogni regola morale, con l'idea che vale solo il successo facile". Il segretario del Pd, snocciola  "le tossine" del centrodestra, un tempo liberista e adesso pronto a invocare l'intervento statale. Lo definisce "inadeguato" a fronteggiare la crisi, "perché si occupa solo di rassicurare i potenti". Ed ancora una nuova stoccata al premier: "La democrazia non è un consiglio d'amministrazione". Poi tocca alla scuola. Veltroni attacca la riforma Gelmini contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori. E lancia una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti" . Tanti gli applausi a testimonianza di quanta linfa abbia portato la protesta alla manifestazione. E infine, sempre per rimanere in tema: "Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri". Arriva il momento delle proposte. Iniziando con la riduzione, a partire dalla prossima tredicesima, del peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, "destinando a questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5% del Pil". Un intervento "rilevante ma sostenibile", tanto più dopo le decisioni sui parametri europei, per una finanza pubblica "risanata dall'azione di un uomo che quando governava pensava al Paese, e non a se stesso: Romano Prodi". Secondo il Pd, la spesa pubblica va ridotta. Ma "spendendo meglio, non spendendo meno e basta, senza preoccuparsi di cosa ne sarà delle scuole, degli ospedali, della sicurezza dei cittadini". Il punto è che nell'azione del centrodestra "non c'è traccia della lotta all'evasione fiscale. Il governo sta riproponendo la vecchia ricetta: aliquote alte, pochi controlli, evada chi può. Complimenti, è la strada maestra per andare tutti a fondo". Infine, lancia un grido di speranza: "Un'altra Italia è possibile, noi vogliamo far arrivare agli italiani un messaggio di fiducia. Le cose possono cambiare. Le cose cambieranno. Non c'è rassegnazione, non c'è paura, non c'è buio dopo il quale non venga la luce". Finisce così, con la piazza che canta l'inno di Mameli. E Il Pd-day, il giorno del Partito democratico, segna un punto di partenza per l’opposizione, che deve essere ferma, completa, unita e compatta. Si è mostrato che ci sono diversi modi per sostenere dei concetti, ma la base di partenza, il pensiero è simile a tutte le forze dell’opposizione. Il messaggio di Veltroni è chiaro: «Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme».Il Circo Massimo è stracolmo, gli organizzatori calcolano due milioni e mezzo di persone, qualcosa in meno dell'ultima volta che quell'enorme prato su cui un tempo correvano le bighe è stato riempito dalla Cgil di Cofferati. La Cgil che scenderà in piazza il prossimo 30 ottobre. Mai nessun partito ha tentato l'impresa. Le bandiere del Pd sventolano sull'Inno di Mameli e la gente defluisce in fretta prima del buio. Quel buio che anche Veltroni evoca al termine del suo discorso per dire che non c'è n'è mai stato uno a cui poi non sia seguita una nuova luce. L'ultima parte di quello che dice è la più applaudita. Parla di loro, del popolo del Pd che lo abbraccia, a un solo metro di distanza, perché Veltroni non parla dal palco dove hanno suonato i musicisti e dove è schierato il gruppo dirigente del partito. Come gli altri oratori parla da un terrapieno immerso nella gente, con solo un esile cordone di servizio d'ordine e un microfono. Parla dell'Italia della responsabilità, della tenacia, della solidarietà, dell'innovazione. Dell'Italia non si rassegna. «Dell'Italia che resta migliore». Migliore «di chi la governa, che vuole un futuro per i propri bambini». Il Pd viene proposto come gruppo alternativo, un gruppo che guarda al futuro. Invita a «coltivare la democrazia, che significa riconoscere la funzione democratica dell'opposizione, tanto nelle aule del Parlamento come nelle piazze». E questo è un pensierto comune a tutta l’opposizione. Un passaggio molto applaudito e sbandierato del discorso del segretario è quello che contesta la cultura dell'apparire a quella dell'essere. I riformisti, come li chiama Veltroni, sulla scuola e l'università non hanno una posizione conservatrice, credono nell'autonomia e nel merito, in una perenne valutazione di qualità dell'insegnamento. Ma difendono il tempo pieno, credono che sia un settore strategico - «noi faremo come Sarkozy che vuole aumentare del 50 per cento proprio pensando alla competizione globale»- e difendono un modello educativo che «è tra i primi del mondo» e anche se può essere migliorato «non si può stravolgere a ogni cambio di governo». Veltroni ricorda che l'opposizione riformista non è volta a demolire, ma a costruire qualcosa di diverso. Le proposte sono il ritiro del decreto Gelmini e dei tagli alla scuola e all'università e l'avvio di un confronto vero «con un tempo prima di decidere». Perché «non si cambia la scuola senza gli insegnanti, gli studenti e i genitori». Chiede che in questo settore, ricerca inclusa, sia investito lo 0,5 percento del Pil. Si può fare, «è sostenibile» e qui Veltroni riconosce un particolare tributo a Romano Prodi e alla sua opera di risanamento delle finanze pubbliche che viene accolto con un applauso e uno sbandieramento dalla piazza. E poi detassazioni delle prossime tredicesime e rimettere il voto di preferenza alle Europee, saranno queste le prossime battaglie del Pd in Parlamento. Le divisioni sono solo un lontano ricordo, parola di D’Alema: «non siamo divisi, discutiamo, come è persino opportuno in un grande partito che ha il 33 percento dei voti». L’ex vicepremier continua dicendo che la manifestazione «rimette le cose a posto rispetto alla sensazione che ci fosse un'opposizione sola». E’ stata una manifestazione forte e serena.

 
 
 
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