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Post N° 50
Post n°50 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da mondo.sereno
Autunno nero per la pubblicità. Vanno in rosso i giornali, va in rosso la tv. E per le tv di Berlusconi, si sussurra, è profondo rosso. Conti alla mano: la Rai - se la crisi di spot perdura - secondo i calcoli della Sipra, la sua concessionaria, perderà almeno 40 milioni di euro. Mediaset, che ormai vende spot a prezzi stracciati e ha anche problemi d'ascolto, rischia di rimetterci almeno il doppio di questa cifra. E così quella frase buttata là da Berlusconi venerdì scorso alla cena con gli industriali («Mi domando come facciate a dare pubblicità alla Rai, che trasmette programmi da cui si diffondono panico e sfiducia»), e mai smentita, non sembra tanto l'appello del politico contro la tv pubblica che non sta "in riga", ma il disperato tentativo da imbonitore di rosicchiare qualche spot in più alla concorrenza. Che la Rai se la passi male, in quanto a spot, lo ha detto persino il suo direttore generale, Claudio Cappon: «La raccolta pubblicitaria per gli ultimi mesi dell'anno ha subito una contrazione improvvisa, a doppia cifra». La relazione dell'amministratore delegato Sipra, Maurizio Braccialarghe, parla chiaro: nell'ultimo trimestre la Rai ha subìto un vero e proprio tracollo pubblicitario rispetto al periodo luglio-settembre dello scorso anno, e le prospettive sono pessime. L'Upa (associazione dei pubblicitari) stima un calo reale del 2,5% degli investimenti pubblicitari in televisione. E potrebbe persino rivelarsi una stima ottimistica, perché ancora non c'è nessuna avvisaglia di investimenti per il periodo natalizio. Il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, in controtendenza, in un'intervista a l'Unità all'inizio di ottobre aveva dichiarato: «Fino a Natale possiamo andare bene, ma dopo? Fare previsioni è un azzardo, l'orizzonte è oscurato, non si possono fare troppi programmi a lungo termine». Chi fa i calcoli sulla pubblicità storce il naso: settembre è stato nero per tutti, la cifra in rosso supera il 10% degli introiti complessivi, e la crisi - anche se i dati non sono stati resi pubblici - per Mediaset dovrebbe essere ancora più grave. Se non altro perché ogni punto perso da Mediaset, secondo gli analisti, "vale" il doppio di quello Rai, che continua ad avere un marchio più forte sul mercato e ad essere più appetibile. Soprattutto in tempo di crisi. Calo generalizzato di pubblicità, prezzi di vendita degli spot che si abbassano, e a tutto ciò Mediaset deve aggiungere anche gli ascolti che non vanno come sperato (persino "Striscia la notizia" perde punti), per cui dovrà rifondere gli inserzionisti, che avevano pagato per risultati d'ascolto più brillanti, regalando altri spot e aumentando l'affollamento pubblicitario. E quindi rimettendoci la possibilità di altri introiti. Un biscione che si morde la coda. Ma quanto costa la crisi della pubblicità a Mediaset? 80 milioni, 100... Nessuno si sbilancia. Se non il padrone-ombra, che invita gli investitori a non dare più spot alla Rai... Mediaset gli sta procurando senz'altro un bel po' di grattacapi. Ben più di Mediolanum, dove c'erano le azioni "tossiche". Quando Berlusconi ha detto agli italiani di comprare azioni Eni e Enel «perché sono aziende che funzionano», non solo è stato accusato (sottovoce) di "insider trading", ma i più maligni hanno scritto sui blog che aveva sulla punta della lingua anche Mediaset. Resta il fatto che lo scorso 30 settembre Mediaset aveva una capitalizzazione in borsa di 5 miliardi e 186 milioni; venerdì 24 ottobre era crollata a 4 miliardi e 608 milioni. E in questo capitombolo la famiglia Berlusconi ci avrebbe rimesso di tasca propria 210 milioni: due volte la super-vincita del Superenalotto. (Tratto da l'Unità.it) |
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