di Gabriella Bruschi
MILANO (Reuters) - Le banche italiane continuano a ridurre il finanziamento alle imprese: a giugno i prestiti hanno segnato una nuova variazione negativa toccando il valore minimo da 26 mesi, nonostante la gigantesca liquidit consegnata dalla Bce, che gli istituti di credito continuano a convogliare sui titoli di stato.
Tra le cause delle calo dei prestiti vengono indicate sia l'estrema debolezza dell'economia, sia la riluttanza degli istituti di credito a concedere fondi nel timore di incorrere in maggiori sofferenze, le quali comunque in giugno sono rimaste sostanzialmente sugli stessi livelli di maggio.
Di contro, la raccolta cresce, con un'accelerazione dei fondi depositati da parte dei privati, rafforzando una tendenza a cui le banche, viste le difficolt di raccolta sul mercato obbligazionario, attribuiscono grande importanza.
I dati relativi a giugno - resi noti oggi dalla Banca d'Italia - fotografano una situazione dell'attivit bancaria in cui spiccano prestiti alle imprese a -1,5%, accentuando il calo rispetto al -0,4% di maggio scorso e segnando la riduzione più consistente dall'aprile 2010 (-1,87%), periodo in cui i prestiti mostravano valori negativi dall'ottobre precedente.
Le imprese italiane continuano a mostrare una produzione in affanno: il dato di giugno è risultato in calo dell'1,4% rispetto al mese scorso, con un -1,8% su trimestre. Il Pil del secondo trimestre ha mostrato un -2,5% su anno, il minimo dal quarto trimestre 2009.
Per le famiglie la crescita dei prestiti si è erosa - secondo i dati Bankitalia - ed è ormai in prossimit dello zero: a giugno +0,2% dal +0,7% del valore di maggio che ha subito per altro una notevole revisione al ribasso dal precedente +1,4%.
Le sofferenze bancarie, sempre a due cifre, a giugno scorso hanno mostrato una certa stabilizzazione, con +15,8% dal +15,3% di maggio.
FONDI BCE VERSO TITOLI STATO
Nelle due operazioni con cui la Bce a dicembre 2011 e febbraio 2012 ha fornito circa 1.000 miliardi di fondi al sistema bancario europeo al modesto tasso dell'1%, le banche italiane hanno ricevuto complessivamente circa 140 miliardi netti.
Miliardi che, come mostrano i dati, continuano invece ad essere convogliata verso la strada dell'investimento in asset più remunerativi, tra cui i titoli di stato.
L'ammontare di titoli di Stato italiani detenuti dalle banche con sede in Italia era a fine giugno pari a 316,1 miliardi dai 302,5 miliardi di fine maggio. Il trend è in rialzo dal marzo dello scorso anno, quando il valore era pari a 183,2 miliardi, ed il valore di giugno rappresenta oltre il doppio rispetto a quello del gennaio 2010 (153 mld).
Quest'anno il primo balzo si è registrato a gennaio scorso (a 237,8 mld dai 209,6 mld di dicembre) riconducibile agli investimenti successivi alla prima operazione di finanziamento a tre anni della Bce di dicembre in cui le banche italiane hanno raccolto 60 miliardi netti. Nel marzo successivo l'ammontare di titoli è salito a 290,5 mld dai 267,4 mld di febbraio - all'indomani del p/t a 3 anni di febbraio in cu la banche italiane hanno raccolto 80 miliardi netti.
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