vibrazioni...

... esiste davvero?...

Esiste davvero l'amicizia tra donne? E perché ogni volta che

si affronta questo argomento, ci si ritrova fatalmente a
paragonarla all'amicizia tra uomini?
Quante volte abbiamo sentito dire che l'amicizia tra uomini è
più solidale, più complice, che c'è meno competizione e più
lealtà, che tra donne l'invidia serpeggia sempre, mentre tra
uomini non esiste? Luoghi comuni o saggezza popolare?
Io posso parlare per esperienza, e appunto per esperienza
posso dire che le mie migliori amicizie sono uomini.
Donne come me, donne molto diverse da me, donne con cui
mi confronto e soprattutto mi scontro, con cui legare
amicizia non ne trovo, anche se non disdegno incontrarmi
con alcune conoscenze…

Quando G. appare, peraltro fuggevolmente, nella nostra vita,
siamo sedute al Pub a discutere, ovviamente, di uomini.
M. ha chiuso l'ennesima relazione priva di futuro già in
partenza e mostra il lato forte del suo carattere mentre
dentro, lo sappiamo tutte, grida maledizioni a tappeto.
E., dal canto suo, ha ben poco da aggiungere, se non altre
silenziose maledizioni, visto che lei è una vera esperta nel
campo delle relazioni senza speranza alle quali attaccarsi
per poi starci male. Siamo tutte convinte che ne goda più
che a fare sesso. F., invece, non ha tempo da perdere in
stupide considerazioni sulle relazioni stabili. L'ultima l'ha
avuta anni fa, dopo di che l'unica vera relazione, stabile e
duratura, l'ha avuta con se stessa, impegnandosi a fondo
nel prendersi sempre e comunque ciò che vuole.
Tornando a G., il suo approccio cortese ed elegante,
sommato ad un aspetto molto piacevole e ad un discreto
fascino, induce F. ad invitarlo al tavolo. G. si mostra carino
con tutte noi solo il tempo necessario a capire quale, tra le
quattro belle sconosciute, è la più comoda da raggiungere,
dopo di che si concentra su F. abbandonando ogni remora
e restringendo l'angolo di sguardo a non più di quindici gradi.
In parole povere inquadra la faccia e le tette di F. senza
fare nemmeno una carrellata o uno stacco. Se la sua serata
fosse diventata un film, sarebbe stato un eterno fermo
immagine di un unico personaggio.
Inutile aggiungere che alla fine i due s'avviano verso l'uscita
lasciandoci con le bocche aperte e il conto da pagare.

Una settimana dopo, nello stesso posto, F. ci fa il consueto
e dettagliato resoconto della storia. Poche chiacchiere,
molto sesso (a dire il vero disse: mooooolto sesso).
Poi, per toglierselo dalle scatole, ha cominciato a fargli
credere di volere una relazione seria e impegnata, cosa che
ha fatto svanire G. d'incanto.
M.: «vedi che ho ragione? Sono tutti uguali, tutti dei gran
bastardi». E.: «niente male come sistema per scaricare.
Se un giorno dovessi avere un problema del genere, almeno
so come fare». F.: «tu non avrai mai un problema del genere,
almeno fino a quando ti prenderai uomini già impegnati o
problematici. Finché sarà così,  faranno sempre prima loro».
In fondo F. aveva ragione. Non è forse vero che spesso,
per alcune di noi, gli uomini problematici, e tra i problemi
mettiamoci anche avere già una relazione stabile, sono
quelli che ci prendono di più?
Io: «perché voi avete il gusto della sfida, dei traguardi
irraggiungibili da raggiungere. La sindrome da crocerossina,
o il delirio d'onnipotenza. Prendere un uomo, plasmarlo e
cercare di renderlo come più vi aggrada… Sapete perché,
tra noi, io sono l'unica ad essere serena e tranquilla?».
E.: «avanti diccelo, miss saccenza».
Io: «ma certo che te lo dico!!! Perché io non cerco l'uomo
da plasmare, cerco quello da rendere amabile. E credimi,
è così facile che ci riesco sempre».
E. guardò le altre cercando un minimo di conforto, o una
risposta contrastante, ma non la trovò. Caddero tutte in
profonde riflessioni perché sì, magari ero stata un pochino
aggressiva, ma non è forse prendendo gli schiaffi dalle
“amiche”, che a volte si cresce?
L'amicizia tra donne, che bella invenzione….