Creato da aliantelibero il 15/08/2008
ovvero il fratello dello scemo del villaggio
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PICCOLA NOTA
I contenuti e le immagini non intendono offendere nè stigmatizzare persone con disagio psichico o loro familiari. Termini crudi e forti sono usati, e talvolta abusati, non per connotare le persone in condizione di disagio psichico, ma per sottolineare e stigmatizzare precisi luoghi comuni e stereotipi sociali di cui è spesso intriso il linguaggio e il pensiero corrente
Il blog non pretende di far divulgazione nè scientifica nè di altra natura, ma offre solo le riflessioni e gli sfoghi di una persona che nel mondo della malattia mentale, per professione e per affetti familiari, ci vive ogni giorno.
Il personaggio narrante è frutto di pura fantasia e tutte le vicende narrate, devono intendersi fortemente romanzate, senza alcun riferimento intenzionale a persone reali... in quanto ai fatti, quando sarà necessario i riferimenti saranno seri e circostanziati e sotto stretta responsabilità dell'autore.
Foto e video pubblicati su questo blog, laddove reperiti sulla rete, sono utilizzati in perfetta buonafede e con l'intento di divulgare un messaggio sociale di promozione dell'integrazione.
Chiunque possa vantare diritti di proprietà o di utilizzo del materiale citato, e si ritenga leso dall'uso del materiale in oggetto, può richiederne l'immediata rimozione utilizzando uno qualsiasi dei canali di contatto con l'autore
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Post N° 29
la pioggia lava i pensieri
piove da tre giorni senza sosta
mi piace la pioggia
cazzeggio su internet
ascolto ascanio celestini e la sua pecora nera
ascolto jack folla
leggo foucault
leggo il fiore rosso di garsin
leggo tolstoi
leggo alda merini
osservo i quadri di gino sandri
canticchio "quello che non c'è" degli afterhours
scarico musica di giorgio canali
guardo amerigo intento nella scrittura
guardo amerigo con la penna in bocca e decine di fogli sparpagliati di fronte a lui
guardo amerigo sfogliare un libro di neruda in cerca di ispirazione
invio un sms
attendo un sms
penso a piermanfredo santacroce
chissà se è ancora vivo
non ha mai più scritto
non ha mai più chiamato
non ha mai più chiesto di nulla
non ha mai più detto nulla
penso ad antonio buonofiglio
chissà se è mai stato vivo
non ha mai parlato con amerigo
non capisce di cosa possa io parlare con amerigo
uomo semplice
troppo
cattivo come tutti
buono come tutti
troppo semplice per esser buono o cattivo
penso a maddalena santacroce buonofiglio
donna dolce e dignitosa
moglie lacerata e rattoppata
madre meravigliosa
penso
leggo
ascolto
scrivo
guardo
mentre la pioggia lava i pensieri
e piove da tre giorni
domani
forse pioverà ancora
forse smetterà
domani molta gente comunque parlerà
parlerò anche io
domani
giornata
nazionale
della
salute
mentale
domani
oggi no
ieri neanche
dopodomani neppure
domani si
domani
e amerigo scrive
amerigo penna in bocca
ed io vorrei fumare
ma amerigo non vuole
non me lo lascia fare
quello che non c'è
e a cosa serve la poesia se poi viene il lupo e ti porta via
fuori piove
spero anche domani
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LA FAMIGLIA BUONOFIGLIO
Amerigo Santacroce… mio fratello.
Uno dei tanti nati verso la fine degli anni 60, quando i parti si facevano in casa e il nascituro doveva affidare la sua sorte nelle mani di qualche buona praticona...
Lui non ebbe culo: una banale complicazione, una levatrice leggermente impreparata, un principio di embolia che blocca l’afflusso d’ossigeno al cervello e… buona notte al secchio…
Ecco dunque a voi, signore e signori l’iperbolica genesi dell’attuale detentore del titolo di “scemo del villaggio” di questo ameno borgo del sud Italia.
Io.. io sono Adalberto.
Adalberto Buonofiglio per la precisione. Figlio di secondo letto di mia madre. Potete tranquillamente risparmiarvi l’ironia a buon mercato sul mio nome: la conosco da quando sono nato. Per l’esattezza 7 anni dopo. In ospedale questa volta, a scanso di equivoci…
PierManfredo Santacroce, padre d’Amerigo era un artista di quelli che la critica colta ama chiamare “eclettico”. La gente comune, più grossolanamente, “svitato”. Di origine geografica ignota, girovago fin dall’adolescenza, la leggenda narra che non abbia soggiornato in un luogo mai più a lungo di 3 anni consecutivi.
Il matrimonio e la convivenza con mamma non contraddissero questa regola. Si racconta infatti che all’alba del mille e dodicesimo giorno di stanzialità nel nostro paese raccolse i suoi vestiti ed i suoi silenzi lasciando come ricordo di se un letto vuoto, un amore interrotto ed un figlio che era il giusto frutto di cotanto genitore.
Di Antonio Buonofiglio, mio padre c’è poca storia da raccontare… Buon uomo senza arte e senza dote. Semplicemente l’unico partito per rimediare alla “bianca vedovanza” di mia madre
Su Maddalena Santacroce Buonofiglio, angelo del focolare di questa nostra laconica famiglia, concedetemidi conservare un devoto silenzio, ché gia troppe son le parole spese su di lei…
Inviato da: anonima
il 01/02/2014 alle 15:33
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