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Recensito dai librai: La solitudine dei numeri pari di Paolo Giordano

Post n°124 pubblicato il 06 Giugno 2008 da atellibrai

I numeri primi sono divisibili soltanto per uno o per se stessi, sono numeri solitari e sospettosi, a cui forse sarebbe piaciuto essere dei numeri qualunque. Poi ci sono i primi gemelli, cioè coppie di numeri primi che sono quasi vicini perché tra loro c’è sempre un numero pari che li divide. Mattia e Alice sono proprio così.

Sono i protagonisti di un sorprendente romanzo, “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, un ventiseienne torinese dottorando in fisica delle particelle, già allievo della scuola Holden di Torino. Attraverso un’originale profondità di sguardo, Giordano riesce a raccontare le vicende dei due bambini resi diversi dalle circostanze della vita e li accompagna sino alla maturità, alternando momenti di tensione e dolore a momenti di forte emozione.

Siamo nel 1983, Alice ha sette anni e suo padre la costringe ad allenarsi sugli sci quasi dovesse diventare una campionessa. Impegno e disciplina il suo motto. Alice detesta sciare, la neve la mette a disagio. Un giorno si perde nella nebbia e si fa anche un gran male, talmente male che nella vita avrà sempre una gamba più corta dell’altra e zoppicherà. Maledetti sci, maledetta nebbia, maledetto papà!

Alice odia la sua vita, odia relazionarsi con gli altri e odia il suo corpo al punto che lascia si consumi lentamente, perché vuole sentire soltanto le ossa del bacino sporgere. Mattia invece è un bambino timido molto intelligente, ha voti  altissimi e una sorella gemella, Michela, della quale si vergogna perché ritardata. Un giorno la abbandona in un parco mentre va ad una festa di compleanno e Michela sparisce inghiottita dal buio o dal fiume. Per Mattia la vita non sarà più la stessa. Tagli profondi solcheranno le sue mani, le cicatrici sempre presenti a ricordargli ciò che aveva fatto con un senso di colpa che non lo abbandona mai e lo costringe a lasciare il mondo fuori, in perenne fuga dalla realtà.

Mattia e Alice si incontrano a scuola, si riconoscono subito e costruiscono un’amicizia difettosa, fatta di assenze e di silenzi, un luogo dove poter tornare a respirare.

L’autore li segue, li studia e li disegna con tratto asciutto ed essenziale. Anche quando si ritrovano dopo un lungo periodo i due si scoprono vicini, ma sempre incapaci di incontrarsi davvero. Nonostante lui la ami lei non riesce a concedergli nulla perché “ l’amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta”. Con grande capacità stilistica Giordano affronta temi scottanti e densi di intrecci emotivi, ma ciò che gli riesce meglio è, nella prima parte del libro, la descrizione dei protagonisti bambini. Il romanzo soffre di un epilogo un po’ troppo frettoloso, ma è sicuramente un esordio letterario destinato a lasciare il segno.

 

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Mondadori, Milano, 2008. Pag. 304, 18,00 euro.

 
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