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XXXVIII

Post n°188 pubblicato il 23 Settembre 2009 da camilloiuy

Che cosa stai facendo?
Nutro il mio falco.
Se io non riuscirò a trasformarmi in vento, moriremo, disse il ragazzo. Perché, allora, nutrire il falco?
Chi morirà sarai tu, disse l'Alchimista. Io so come trasformarmi in vento. Il secondo giorno il
giovane si recò sulla sommità di una roccia che si trovava vicino all'accampamento. Le sentinelle lo lasciarono passare: avevano già sentito parlare del mago che si trasformava in vento, e non volevano avvicinarglisi. Il deserto, inoltre, era un'enorme e insormontabile muraglia. Il ragazzo si trattenne tutto il pomeriggio del secondo giorno a guardare il deserto. Ascoltò il proprio cuore.
 E il deserto ascoltò la sua paura.
Parlavano entrambi la stessa lingua.
Il terzo giorno il generale si riunì con i più importanti comandanti.
Andiamo a vedere quel giovane che si trasforma in vento, disse il Generale all'Alchimista.
Andiamo pure, rispose questi.
Il ragazzo li condusse fino al luogo dove era statoil giorno precedente. Poi chiese a tutti di sedersi.
Ci vorrà un po' di tempo, disse.
Noi non abbiamo fretta, rispose il Generale. Siamo uomini del deserto.
Sì, è questo. E’ ciò che consente alla preda di trasformarsi in falco, e il falco in uomo, e l'uomo di nuovo in deserto. E’ questo che consente al piombo di trasformarsi in oro, e all'oro di nascondersi di nuovo sono la terra.
Non comprendo le tue parole, disse il deserto.
Allora cerca di capire come in qualche luogo, fra le tue sabbie, una donna mi stia aspettando. Ed è per questo che devo trasformarmi in vento.
Il deserto tacque per alcuni istanti.
Ti concedo le mie sabbie perché il vento possa soffiare. Ma io, da solo, non posso fare nulla. Chiedi aiuto al vento.
Una leggera brezza cominciò a spirare. Da lontano, i comandanti guardavano il ragazzo, che parlava un linguaggio a loro sconosciuto.
L'Alchimista sorrideva.
Il vento si avvicinò al giovane e gli sfiorò il viso. Aveva ascoltato la sua conversazione con il deserto, perché i venti sanno sempre tutto. Attraversano il mondo, masenza avere un luogo da cui nascere e un luogo in cui morire.
Aiutami, chiese il ragazzo al vento. In te, un giorno ho udito la voce della mia amata.
Chi ti ha insegnato a parlare il linguaggio del deserto e del vento?
Il mio cuore, rispose il ragazzo.
Il vento aveva tanti nomi. Lì lo chiamavano Scirocco, perché gli arabi credevano che venisse da terre ricoperte d'acqua, dove abitavano uomini neri. Nel lontano paese da cui proveniva il ragazzo, lo chiamavano Levante, perché credevano che trasportasse le sabbie del deserto e le urla di guerra dei mori. Forse in qualche luogo più distante dalle campagne in cui si trovavano le pecore, gli uomini pensavano che il vento nascesse in Andalusia. Ma il vento non proveniva da alcun luogo e non andava in alcun luogo, e perciò era più forte del deserto. Un giorno avrebbero potuto piantare gli alberi nel deserto, e addirittura allevarvi le pecore, ma non sarebbero mai riusciti a dominare il vento.
Tu non puoi essere il vento, disse il vento. Noi due siamo di natura diversa.
Non è vero, affermò il ragazzo. Mentre giravo il mondo insieme a te, ho conosciuto i segreti
dell'Alchimia. In me ci sono venti, deserti, oceani, stelle e tutto quanto è stato creato nell'universo.
Siamo stati creati dalla stessa Mano, e abbiamo la stessa Anima. Voglio essere come te, penetrare ovunque, attraversare i mari, sollevare la sabbia che ricopre il mio tesoro, avvicinare la voce della mia amata.
Ho ascoltato la tua conversazione con l'Alchimista l'altro giorno, disse il vento. Egli ha detto che ogni cosa ha la propria Leggenda Personale. Gli uomini non possono trasformarsi in vento. Insegnami a essere vento per alcuni istanti, soggiunse il ragazzo. Affinché possiamo parlare delle possibilità illimitate degli uomini e dei venti.
Il vento era curioso, ma quella era una cosa che non conosceva. Gli sarebbe piaciuto parlarne, ma proprio non sapeva come trasformare gli uomini in vento. Eppure conosceva tante cose! Creava deserti, affondava navi, abbatteva foreste intere e vagava per città dove risuonavano musica e strani rumori. Pensava di essere illimitato, eppure lì c'era quel ragazzo a dirgli che esistevano tante altre cose che un vento poteva fare.
Lo chiamano Amore, disse il giovane, accorgendosi che il vento stava quasi per cedere alla suarichiesta. Quando si ama, allora si riesce a essere qualunque cosa tra quelle della Creazione. Quando si ama, non si ha alcun bisogno di capire che cosa accade, perché tutto comincia ad accadere dentro di noi, e gli uomini possono addirittura trasformarsi in vento. Purché i venti li aiutino, e chiaro.
Il vento, che era molto orgoglioso, fu alquanto irritato dalle parole di quel ragazzo. Cominciò a soffiare con maggiore forza, sollevando le sabbie del deserto. Ma infine dovette riconoscere che, pur avendo percorso il mondo intero, non sapeva come trasformare gli uomini in vento. E non conosceva l'Amore.
Mentre vagavo per il mondo, ho notato che molti parlavano dell'amore guardando il cielo, disse il vento, infuriato per il fatto di dovere accettare i propri limiti. Forse è meglio domandarlo al cielo.
Allora aiutami, disse il ragazzo. Riempi di polvere questo luogo, affinché io possa guardare il solesenza accecarmi.
Il vento, allora, soffiò con molta forza e il cielo si riempì di sabbia, lasciando solo un disco dorato al posto del sole.
Nell'accampamento diventava sempre più difficile scorgere qualcosa. Gli uomini del deserto
conoscevano bene quel vento. Si chiamava Simun, ed era peggio di una tempesta in mare, giacché loro non conoscevano il mare. I cavalli nitrivano e le armi cominciarono a ricoprirsi di sabbia.
Sulla roccia, uno dei comandanti si rivolse al generale e disse:
Forse è meglio smetterla.
Quasi non riuscivano più a scorgere il ragazzo. I visi erano coperti da veli azzurri e i loro occhi, adesso, manifestavano soltanto sgomento.
Smettiamola, insistette un altro comandante.
Voglio vedere la grandezza di Allah, rispose rispettosamente il generale. Voglio vedere come gli uomini si trasformano in vento.
Ma annotò mentalmente i nomi dei due uomini che avevano avuto paura. Appena il vento fosse cessato, li avrebbe destituiti dai loro incarichi, perché gli uomini del deserto non sentono la paura.
Il vento mi ha detto che tu conosci l'Amore, disse il ragazzo al Sole. Se conosci l'Amore, conosci anche l'Anima del Mondo, che è fatta di Amore.
Dal punto in cui mi trovo, disse il Sole posso vedere l'Anima del Mondo. E’ in comunione con la mia anima e noi, insieme, facciamo crescere le piante e procedere le pecore alla ricerca d'ombra.
Dal punto in cui mi trovo, e sono ben lontano dal mondo, ho imparato ad amare. So bene che, se mi avvicinassi un po' di più alla Terra, tutto quanto si trova su essa morirebbe. E l'Anima del Mondo, allora, cesserebbe di esistere. Perciò ci contempliamo e ci vogliamo bene: io le concedo vita e calore e lei mi dà una ragione per vivere.
Tu conosci l'Amore, disse il ragazzo.
E conosco l'Anima del Mondo, perché parliamo spesso in questo lungo viaggio senza fine perl'Universo Lei mi dice che il suo maggior problema è che, finora, soltanto i minerali e i vegetali hanno capito come tutto sia una cosa sola. E perciò non è necessario che il ferro sia uguale al rame, e che il rame sia uguale all'oro. Ognuno svolge la propria precisa funzione in questa cosa unica: e tutto creerebbe una Sinfonia di Pace se la Mano che ha scritto tutto ciò si fosse fermata al quinto giorno della creazione.
Ma ci fu un sesto giorno, aggiunse il Sole.

 
 
 
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