Creato da flyfishingintuscany il 29/11/2009

Luca Castellani

FlyFishing Tuscany Umbria Lazio

 

 

!0 domande a ............ da DRY FLY ONLY

Post n°34 pubblicato il 30 Dicembre 2020 da flyfishingintuscany
 
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https://www.facebook.com/lucacastellaniflyfishingguide/

10 DOMANDE A ................ LUCA CASTELLANI:

 

Presentazione :

 

Luca Castellani è nato a Perugia, e pesca a mosca dai primi anni '80. Dal 2001 è diventato una guida professionista con l'obbiettivo di aiutare gli altri pescatori ad ottenere il meglio. Scrive ed ha scritto per diverse riviste di pesca a mosca come Fly Line, FFMagazine e Pescare , ed e anche non di rado collaboratore di altre riviste inglesi e americane.

Luca è stato uno dei promotori dei tratti No Kill del Nera e della TWT. Ha iniziato a frequentare questi fiumi nel 1974, e quindi nutre una profonda conoscenza di questi fiumi. Probabilmente nessuno conosce i momenti giusti e sa leggere queste acque come lui. È anche un fly tyier professionista. Le sue mosche innovative sono state create per i fiumi in cui porta i suoi clienti, ma funzionano anche in altri fiumi. Mini-chernobyl, extended-body dun solo per citarne alcune. La TWT Tevere, l'Alto e il Basso Fiume Nera, il canale di Santa Susanna e il Velino sono i fiumi dove guida i suoi clienti. Luca e la sua profonda conoscenza di questi fiumi possono fare davvero la differenza.  Ama anche la pesca in lago di origine Anglosassone, insidiando in inverno le trote dei Reservoire. Insegna pesca a mosca e organizza workshop (casting, costruzione e strategia di pesca) a vari livelli sia da solo che in collaborazione con altri esperti.

Per i risultati raggiunti nella pesca a mosca e nei programmi di salvaguardia ambientale degli ecosistemi fluviali, Luca e il suo amico fraterno e collega, Mauro Raspini sono stati proclamati Pescatori a Mosca dell'Anno nel 2007 dalle più importanti riviste di pesca a mosca in Italia al Sim Fly Festival di Castel di Sangro.

È socio e consigliere del Mosca Club Alto Tevere. Luca è uno dei giudici del World Tuscany Open, una delle gare di costruzioni artificiali più apprezzate al mondo, ideata e organizzata dal MCAT.

 

1.     D: Domanda di prassi: sei entrato da poco nel gruppo, fra i gruppi FB che trattano di pesca a mosca come valuti Dry Fly Only, come ti ci trovi, cosa si dovrebbe fare per renderlo migliore ?

 

Secondo me ti sei preso un bell'impegno, complicato e non facile da gestire. Complimenti. Tutti i pescatori vivono di momenti,  danno delle priorità alla cosa che preferiscono in quel lasso di tempo; che sia qualcosa che riguardi il lancio,  o la  costruzione,   la strategia, o scelta della tecnica di pesca. Spesso nelle discussioni social e non, nell'esprimere la propria opinione molti  non riescono ad essere  obbiettivi se il dibattito non coincide con il "momento" che stanno vivendo. Per capirci, se un pescatore sta attraversando nella costruzione il momento "hackles di gallo", obbietterà sull'uso improprio del canard, o è preso nel momento del piacere del lancio, discuterai con quelli che amano le bollate in acque lente e altre diatribe di questo tipo. Alla fine ognuno rimarrà nella  propria posizione e resterà solo l'arrabbiatura  provocata della discussione social. I lettori dei post divisi, che saranno schierati un po' per parte, chi avverso e chi condividerà il suo pensiero. Come accade in tutte le cose della vita, siamo portati a vedere tutti quegl'aspetti che sono vicini  al nostro modo di interpretare le cose, così da creare tante verità, e tutte abbastanza giuste.  Comunque ho visto che sei bravo a districarti su queste problematiche, anche se noiose, spesso, portano visibilità. Buono per il gruppo. La cosa che posso consigliare ai membri del Dry Fly Only è di diffidare di quelle persone che vogliono imporre il  proprio pensiero a prescindere, che ci vogliono insegnare a vivere, che sono i portatori della verità. Per il resto le opinioni sono tutte rispettabili, ognuno di noi viene da storie diverse, per fortuna. La diversità intelligente è una ricchezza. Comunque complimenti e grazie per l'idea di aver creato questo gruppo, vai avanti così.

 

2.     D: vorrei sapere da te, che con il lavoro che fai te ne servi abbastanza, che influenza hanno i social sul mondo della Pesca a Mosca, poi uscendo un attimo dal tuo ruolo di guida di pesca e tornando ad essere il "Lucone" con cui conversavo nel negozio di Bruno, come ti rapporti con le nuove tecniche di pesca (ninfa a filo, Czech nimph, ecc) derivate dalle competizioni che mettono un pò in disparte l'etica, a favore di una possibilità di catturare pesci senza perdere tempo con corsi di lancio ecc.

 

Se penso a quando abbiamo cominciato noi,  a quel tempo si aspettava  un mese per leggere  su Pescare qualcosa che riguardasse la pesca a mosca. Usciva con una cadenza mensile e sulla rivista c'era un solo articolo che riguardava la pesca a mosca.  In più c'era una pagina dedicata ad un dressing, e al limite,  i mesi più fortunati, potevi leggere pure qualche articolo che riguardava  uscite  di pesca a salmoni su fiumi europei e nord americani. E sognavi.  Le firme erano di Pragliola, De Rosa, Lumini, Alinei. Nell'86 iniziò Messori con FLY LINE. Siamo stati fortunati a vivere questo periodo. I social su Internet sarebbero arrivati due lustri più tardi. Oggi è completamente diverso, sono più gli autori che i lettori,  per chi comincia è veramente complicato capire cosa gli può servire o meno leggere. E chi seguire. Comprendere se chi scrive  è in grado d'insegnare o meno. Che sappia o no di pesca a mosca. Siamo figli del nostro tempo. Molti di quelli che scrivono articoli o post, incluso qualche editore, non vanno nemmeno a pescare. Forse è stato sempre così, questo mi viene da considerare. Penso al film del 1964 "lo sport preferito dall'uomo" con Rock Hudson. Da quella data non sembra cambiato niente, se non i tipi di media. Il messaggio è lo stesso. Però ho ragione di pensare che oggi sia ancora più complicato districarsi in questa " web confusion". I più penalizzati sono, come sempre, i neofiti, quelli che avrebbero più bisogno di certezze.  Le "nuove tecniche" di pesca?. Personalmente pesco con piacere  a ninfa a vista soltanto sul Santa Susanna, e come ben sai li le trote non amano le ninfe piombate, solo piccole ninfe, scarne, presentate come si deve. Le acque che abbiamo sono adatte agl'amanti del "dry fly only". Siamo super fortunati. Spesso non abbiamo bisogno di pescare diversamente.  Magari se abitassi in prossimità delle alpi dove la stagione della secca non è così lunga come da noi,  probabilmente  anche io avrei dato la priorità a studiare e pescare con queste tecniche di pesca. Non mi sento di criticare chi pesca a ninfa a filo,  o a ninfa ceca, o partecipa a delle gare di pesca; ci sono delle leggi che regolano e disciplinano queste attività, se non piace a me non vuol dire che per qualcuno possa essere gratificante praticare questi tipi di tecniche. La pesca è un piacere intimo, e nella pesca ognuno di noi può cercare e trovare quello che ritiene appagante e giusto per se.  E' la propria passione;  e si pratica come se fosse un conquista spirituale, profondamente interiore. Nessuno è in grado di misurare e comparare il proprio piacere con quello degl'altri nell'andare a pescare. Le tue sensazioni sono intimamente private. Sorridere di qualcuno che va a pescare con i bachi i barbi, per esempio, oppure i boccaloni a spinning,  credendo che vedere salire una trota sulla tua mosca secca  sia un'azione di pesca superiore, sarebbe solo un atto di  arrogante presunzione. Ti piace vedere salire un pesce sulla tua mosca? Goditelo e non pensare ad insensati paragoni. Nessuno è superiore ad altri. Vivi la tua passione e non perdere tempo a pontificare.

 

 

 

3.     D: Il tuo percorso di vita ti ha portato in giro per molti fiumi Italiani ed Europei, qual'é il fiume Italiano, e quale il fiume Europeo che ti sono rimasti nel cuore e perché ?

 

I chalck stream danesi dell'Jutland tra la foce ed il mare , sono tra i fiumi  più congeniali al mio modo di vedere la pesca. L'ho frequentati moltissimo durante tutta la stagione quegl'anni quando abitavo vicino ad Amburgo.  Ci ho pescato ancora di  più che nei fiumi alpini di oltralpe, anche se provo sempre piacere a  pescare in Unec o Gacka. L'Isonzo (Soca) il più bello, ma è stato sempre povero d'insetti. Mi piace pescare dove c'è in acqua una ricchezza bentonica. Qui a casa, oltre i nostri fiumi  adoro andare a pescare verso sud. Un fiume su tutti: il Tanagro.  La pesca in lago comunque è quella che mi attira di più, la più tecnica in assoluto.

 

4.     D: Il rapporto che hai ancora oggi con i fiumi dei tuoi inizi Nera, Corno, Santa Susanna per nominarne solo alcuni, è rimasto quello di una volta, oppure la causa della tua professione li vivi come un lavoro ?

 

Il Nera purtroppo ha dimezzato la portata rispetto ad anni fa, gli insetti si sono ridotti anche di più, in percentuale sono diminuiti tantissimo,  anche nel Santa Susanna l'attività di superficie si è ristretta sensibilmente, purtroppo. Ho ricevuto molte critiche negative  per aver aiutato con il supporto degl'amici di pesca di sempre, la TWT. I guardapesca  inglesi lo  hanno fatto con successo nei chalck stream del sud dell'Inghilterra, sono stati bravi, lo abbiamo fatto noi e siamo stati valutati come degli irresponsabili. Li abbiamo copiati: abbiamo immesso ninfe d'insetti "rubate" su altri fiumi nelle acque del Tevere. Utilizzando più tecniche differenti tra di loro. Comunque entrambe efficaci.  Ora in TWT sono presenti degl'insetti come la Danica (rubata al Nera), e altri tricotteri, che prima del nostro intervento (da carta ittica) non esistevano in quell'area. I risultati sono davanti gli occhi di tutti. Ora credo che il Tevere sia il fiume con più attività di superficie del centro Italia. Non dimentichiamoci comunque cosa fosse il Tevere sotto la diga di Montedoglio, e in quali condizioni fosse il fiume prima del nostro intervento. Non era di certo il Nera. Comunque ritengo che i veri problemi del fiume siano altri: come la carenza d'acqua e la portata con conseguente temperatura variabile dell'acqua del fiume. Ingestibile. Sull'asta del Tevere si deve combattere contro la coltivazione intensiva del tabacco, così come i cormorani che sono già diventati stanziali nell'area: ma abbiamo già perso queste battaglie.

 

5.     D:Tu organizzi anche degli stage per i nuovi moschisti, consiglieresti ad un nuovo potenziale pescatore a mosca, di investire in un buon corso di lancio con un istruttore abilitato, oppure fare un corso di pratica sul fiume ove vengono insegnate le basi per poter lanciare e come comportarsi sul fiume, rimandando l'eventuale perfezionamento al lancio in un secondo momento ?

 

Secondo me non c'è una regola che vale per tutti, anche perché gli approcci alla pesca a mosca dipendono da tanti fattori. Quanto tempo hai, quanto ti piace, non è la sola tecnica di pesca che pratichi, ed altro, quindi dipende da quello che vuoi cercare nella pesca con la mosca. Ho degl'amici che vanno a pescare tre, quattro volte all'anno, e quando hanno questa possibilità preferiscono spendere più momenti sul fiume che sul prato,  ovvio che se hai disponibilità di tempo, e sai che in futuro sarai spesso sul fiume a pescare a mosca un corso di lancio e di costruzione è consigliabile, ti farà risparmiare tempo e avrai risultati più velocemente. Proprio per questo differenzio organizzando dei work shop o dei corsi personalizzati. Dipende sempre dalla richiesta del corsista.

 

 

6.     D: Qualche tempo fa sei stato ospite del Fly Club a cui appartengo, in una bella serata in cui hai costruito le tue mosche e ricordato i bei tempi andati, secondo te, il club di pesca a mosca cosa deve trasmettere ai soci e che tipo di aiuto deve dare ai nuovi arrivati.

 

Si, fu una bella serata, il mio modo di costruire, essenziale, da pesca,  non è adatto ad intrattenere con attenzione un pubblico abituato alla visione della realizzazione di artificiali esteticamente appaganti all'occhio, dei veri capolavori al morsetto, e probabilmente la mia esibizione non ha soddisfatto i cultori dell'estetica. C'è molta gente al morsetto brava e tecnicamente capace che può fare spettacolo e intrattenimento. Mi piace costruire per pescare, l'unico motivo per cui mi costruisco gli artificiali. Ogni mosca ha una sua storia. Bisogna essere rispettosi dei dressing originali, e spesso non vedo questa correttezza, ogni materiale utilizzato ha un suo perché. Non dimentichiamocelo. L'ideatore lo ha utilizzato non perché fosse il materiale più comodo da assemblare in quel momento sull'amo (almeno si spera che sia questa la valutazione), ma scelto per un motivo che lui aveva in testa al momento della ideazione,  e successivamente sperimentato in pesca. Ho piacere ad avere nella scatola delle mosche degl'artificiali catturanti, qualche volta anche se non esteticamente "desiderabili", ma devono svolgere bene il loro compito. Vorrei sempre avere nelle scatole mosche con una marcia in più, che perdano meno colpi possibili, questa per me è la poesia al morsetto.

Per quanto riguarda la vita di un club? Penso che il risultato dipenda dalla qualità delle persone che formano l'associazione. Se nel gruppo la posizione più ambita è riempire l'incarico per la casella didattica, cioè quella dedicata all'istruttore, di solito ricoperto da quello più bravino, tecnicamente, del gruppo, e non quella del presidente, non credo che la vita associativa abbia lunga vita. Se la realtà del club si limita alle uscite di pesca, che siano in Italia o all'estero, a delle nascoste gare di pesca, non dichiarate, ho catturato più di lui, oppure alla pontificazione dei più esperti nei confronti dei neofiti, le serate saranno evitate dai più e le sedi,  le sere delle riunioni, rimarranno spesso vuote. E' difficile coinvolgere persone in progetti impegnativi, e la credibilità è una virtù importante che il gruppo deve assolutamente avere. L'autorevolezza si conquista con i fatti. Si vede troppe volte discutere  di foam si o no,  secca o ninfa, hackles o canard, coda dt o wf, stivali o waders e non dei veri problemi che riguardano gli ecosistemi dove andiamo a pescare. Creare qualcosa di serio è veramente difficile ed impegnativo, e la maggior parte dei pam non immaginano quanto lavoro ci sia dietro ogni iniziativa. Anche la più banale. Provare per credere. Siamo bravi solo a criticare. Faccio gli auguri a chi avrà voglia di formare un club di pesca, ne avrà bisogno. Ma abbiamo pure bisogno che questi esistano. Numerosi. Poi i membri di questi con il tempo cresceranno pure come persone adatte allo scopo.

 

7.     D: Tu sei una guida di pesca professionista, come ti rapporti con il cliente ? è sufficiente portarlo sul fiume e fargli prendere i pesci, oppure cerchi di interessarli anche ai fiumi, all' ambiente e ai prodotti tipici del luogo, offrendo un servizio a 360° ?

 

Se entri in una macelleria a chiedere delle salsicce il macellaio non ti può rispondere: <oggi abbiamo solo il tacchino>. Per me, semplificando grosso modo il paragone, vale lo stesso criterio. Sono la guida di pesca e le richieste me le suggeriscono i clienti. C'è  quello che vuole prendere tanti pesci,  chi auspica di portare a guadino il pesce della vita, chi richiede di pescare solo in bollata, chi vuole lanciare solo mosche costruite con materiali naturali, chi gradisce pescare solo a secca e prendere tanti pesci, qualcuno desidera migliorare la strategia ed il lancio, altri vogliono capire perché peschiamo su questo fiume e non quest'altro, e molte altre richieste più o meno differenti. L'uso dell'indicativo e non del condizionale nelle richieste non è un caso. La guida deve essere  capace  di soddisfare le pretese del cliente,  non può barare, se non è in grado di  esaudire le sue esigenze avrà una vita professionale molto breve. Devi essere abile a cavartela in tutte le situazioni in maniera dignitosa.  Devi "sapere" di pesca a 360 gradi,  non puoi far finta di averne conoscenza , saresti subito scoperto, non sei un pescatore in quel frangente; sei la guida di pesca mosca. Per capirci:  in acqua ci sono le caenis,  i pesci bollano su queste effimere, e lo stadio di spent ha una marcia in più. Il tuo cliente non eccelle nella strategia e nella tecnica di lancio. Non riesce a tenere in superficie e avvistare, nemmeno una sedge montata sull'amo del 12. Sarà complicato fargli vedere  una spentina sul 18 e scorgere poi la bollata se il pesce ci sale, ammesso che gliela presenti bene. Può accadere spesso. Questo non è un problema suo,  ma un problema che dovrai risolvere tu. Questo tipo di difficoltà  sono ricorrenti spesso, pane giornaliero per la guida di pesca. La tua conoscenza deve fare la differenza. Qui non si raggira nessuno, devi risolvere la situazione,  o lo sai  fare o......... è meglio che vai a pescare per il tuo piacere con la piccola caenis per i fatti tuoi,  e non fare la guida. Il cliente tanto non tornerà.

Sono fortunato perché il Tevere con i suoi affluenti, dove di solito lavoro, specialmente nel Nera e nel Corno,  l'ambiente intorno è appagante, si vive e si sente, in queste vallate, il glorioso passato, siamo in  un grande paese, unico, meraviglioso, e poi c'è sempre la cucina che aiuta tantissimo a vivere di gratificanti sensazioni dopo l'uscita di pesca. Il Tevere è il fiume della storia.

 

 

8.     D: Quali sono i personaggi della pesca a mosca a cui devi di più e perché ?

 

Anche se non sono un appassionato della TLT,  del lancio in genere,  devo dire che Roberto Pragliola è quello che ha avuto più influenza su di me. E' colui che mi ha insegnato a "pensare in acqua", come pormi le domande per risolvere le situazioni di pesca.  Mi ha condizionato e disorientato più di una volta dicendomi : "< l'esperienza è un limite non un'opportunità>". Quando gli raccontai che avrei voluto provare a fare la guida di pesca e cosa ne pensasse, lui non mi rispose direttamente in merito. Accese la sigaretta mi guardò e disse:< ho inaugurato il negozio di pesca a  Firenze nel ......bla bla bla,  in questo periodo non ho più visto i miei amici di pesca per almeno due mesi, erano  scomparsi. Il negozio era pieno di "cose nuove" per la pesca a mosca  mai viste prima a Firenze. A loro sarebbero servite>.  <Ho capito>, risposi. Grazie dell'incoraggiamento. Comunque sono ancora  qui. Il ricordo che ho di lui? L'ultimo corso della Accademia che ha tenuto sul Nera a Castel San Felice, era con Mauro Minelli, Sergio Mastriforti e Roberto Reali e altri stagisti. C'è un attimo di pausa nella didattica e ci incamminiamo da soli, io e lui, a piedi verso il ponte sul fiume. Gli dico: " Che bello vederti! E' passato un po' di tempo dall'ultima volta!". Mette in bocca la sigaretta, aspira. Butta fuori il fumo. Passano almeno altri quindici secondi. Poi esce con: "<ma che cazzo di bello c'è nel vederci>. Questo era Roberto. Nessuno con il suo carisma. E' stata l'ultima volta che lo vidi. Gli devo molto. Grazie Roberto

 

 

9.     D: Abbiamo iniziato questo percorso, tu prima di me, frequentando gli stessi negozi e gli stessi fiumi, costruivamo più o meno gli stessi artificiali, poi ad un certo punto tu hai cambiato totalmente il modo di costruire e sono nate le tue ormai famose mosche in foam come Mini Chernobil,  Extended Body, la Mosca del Cancello e molte altre, so che non sono nate per caso ma da degli studi e sperimentazioni, quali sono stati i concetti portanti per arrivare a queste mosche ? Poi volevo sapere quali sono per te le mosche senza le quali non usciresti di casa ?

 

Sai che sono un appassionato di pesca in acque ferme. Sul lago senza  le mosche giuste fai veramente fatica, anche se sei un campione di lancio ed hai vinto tutti i trofei di costruzione in giro per il mondo.  Ho preso atto che ci sono dei materiali che all'occhio del pesce sono più accattivanti e sul lago più che mai si vede questa superiorità. Ho studiato, sperimentato, ricercando materiali nuovi, spingendomi in varie direzioni. L'abbinamento dei colori è una parte importante che ha richiesto ancora più tempo per la messa a punto degl'artificiali. Ho avuto l'aiuto di diversi amici che hanno contribuito alla sperimentazione pescando con i miei prototipi. Tutti i pescatori avevano un differente grado d'abilità nella pesca a mosca; dai neofiti per finire con i più esperti. Poi ci sono dei risultati a cui non sono stato in grado di darmi delle risposte soddisfacenti. Ho imparato a prenderne atto, non sono un pesce, però i risultati me li tengo cari. Sono stato influenzato per questo da Dunne. L'articolo che mi ha cambiato la vita di pescatore a mosca lo lessi nel 1990. Due pagine  di un numero di Pescare MS, dove erano tradotte alcune considerazioni dal libro di J.W.Dunne: "Sunshine and the Dry Fly" del 1924, sulle speculazioni psicologiche e sul comportamento quotidiano della trota. Ma un passaggio in particolare mi colpì, e da allora i miei artificiali spesso sono la logica di questa considerazione. Ecco il passaggio da LJ.W.Dunne Sunshine and Dry Fly, Londra 1924, Adam & Charls Black Ltd cap XI pagg 94 98. Leggete e poi rifletteteci su.

Ward dopo aver riferito il fallimento di menti sottosviluppate nell'osservare differenze che sono evidenti  a quelle meglio sviluppate termina così: attraverso la vita , noi siamo capaci di notare il generale, i punti di somiglianza, prima dello speciale e le diversità. Omissis

Se noi cerchiamo intorno a qualcosa di particolare , noi noteremo i punti di rassomiglianza a quella cosa, prima di vedere i punti di differenza. Come Ward fa notare, tali caratteristiche  sono proprio alle radici della costruzione della mente: e più elementare è la mente e più potenti in realtà sono tali caratteristiche. Per la trota quindi, le rassomiglianze contano molto di più che per noi. E una trota che esamina oggetti che passano sopra di lei per quella cosa che sta cercando, quell' effetto di colore che indica "mosca", non si accorgerà solo dei punti di rassomiglianza prima e delle differenze dopo, come facciamo noi, ma sarà ancora più colpita di noi  dai punti di somiglianza che vede. La sua mente limitata si concentrerà su di essi a detrimento della sua attenzione verso le trappole estranee come ami, finale o gambe superflue. E' ovvio che se noi volessimo offrirle prima i punti di differenza , ritardando la presentazione dei punti di rassomiglianza , data l'inerzia della sua rigida mente , noi potremmo trovare difficoltà a farle cambiare il suo giudizio originale di non somiglianza. E viceversa,  se noi potessimo offrirle  parecchi elementi di rassomiglianza prima, ci vorrebbe  un bel po' di osservazione visiva per convincerla che l'oggetto non è quello che lei aveva deciso che fosse. Omissis .

Spero che questo passaggio possa servire da ragionamento ed insegnamento a qualcuno. Per quanto riguarda le "mie" mosche sono soddisfatto degli apprezzamenti che ricevo in giro per il mondo. Hanno volteggiato, e  sono state posate sull'acqua di molti fiumi anche fuori dai nostri confini. Sono finite su cataloghi di vendita stranieri e qualche guida nella ex Yugoslavia, che tra l'altro conosco,  le vendono come proprie creazioni. Ci sta.  Non ho mosche preferite in assoluto, la scelta di queste dipende sempre dal fiume, dai livelli , dalla temperatura dell'acqua e dal momento del giorno o della stagione che vai a pescare. Non farei a meno del mio giubbetto, questo sì. Ma non sono il solo.  Una volta in TWT ero a pescare con van Klinken, dovevo rientrare, e prima di andarmene gli ho chiesto se avesse bisogno di qualche mosca, mi rispose: <lasciami il giubbetto>, così feci. Lo indossò subito. Lo vidi. Era felice. Se qualcuno fosse interessato ad approfondire l'argomento , ho un blog dove scrivo solo in italiano e ci sono anche i passaggi costruttivi oltre alla storia di questi artificiali.

 

 

 

 

10. D: Dal mondo delle guide di pesca si è estesa a macchia d'olio l'abitudine di fare foto con i pesci in posa, sfruttando prospettive ed angolazioni, tanto che ormai anche i più attempati (o diversamente giovani), si attardano nel rilasciare le prede per scegliere le inquadrature migliori. Cosa ne pensi di questa abitudine.

 

Su questa domanda ci si potrebbe scrivere un libro. Ci sono numerosi punti di vista e tutti sono opinabili. Il rispetto della cattura è molto importante. In questa frase c'è tutto ed il contrario di tutto. Sarebbe come dire: <guarda pesce ti sto facendo del male, ma lo faccio per il mio divertimento. Comunque al mio divertimento non posso sottrarmi, sai che c'è? Ti faccio male?. Ti impedisco di nutrirti? Si, ma tutto questo con la massima gentilezza>.  Magari qualcuno critica una foto per una posa maldestra, e magari il critico ha costruito un sacco di mosche con i colli di gallo della Metz. I galli non sono buoni da mangiare e vengono ammazzati solo per utilizzare i colli ( così lessi in un vecchio Field & Stream di molti anni fa, spero sia cambiato qualcosa) che adopereremo poi una volta conciati per costruire le nostre mosche. Ammazzo il gallo ma ti critico perché hai tirato su la pinna dorsale del temolo per la foto prima di rimetterlo in acqua. Povero temolo. Non sono razzista è che lui è nato gallo Metz e non un pesce pescato con la mosca.

E' solo  uno degl'esempi che si potrebbe fare. Per capirci, ho almeno dieci colli di gallo di questa marca, li adoro. Li utilizzo spessissimo. Stiamo sempre a puntare il dito verso gli altri. Si vedono tanti messaggi in merito. Spesso nei post di Facebook  questi tipi di commenti sono rivolti a qualcuno che ti sta antipatico. Tali faziose affermazioni ti fanno rendere conto del livello mentale dello "scrittore postatore", si capisce che sono frasi di disturbo. Almeno lo spero, perché se ci fosse la buona fede, questi si dovrebbero veramente  preoccupare, non certo per quello che scrivono riguardo la pesca, ma per ben altro. L'ipocrisia mi procura  una sensazione molto fastidiosa. Provoca in me un desiderio di reazione che per merito dell'età riesco a mitigare. Però che fatica!

Se desiderassimo veramente trattare bene i pesci non dovremmo andare a pescare.

Vado a pescare,  cerco di rispettare l'ambiente, e quando torno a casa cerco di non teorizzare nessuno. Almeno credo di provarci, e spero di riuscirci. Vivo di pesca, metto a disposizione la mia conoscenza a chi desidera avvalersene. Sono felice di questo.

 

Grazie  Siro  per aver pensato a me per le "dieci domande a ", e per l'opportunità  che mi hai dato di esprimere la mie opinioni in merito sul tuo gruppo. So di essere spesso scomodo e controcorrente, non brillo per simpatia,  per questo è apprezzata ancora di più la tua richiesta.

Buon lavoro e in bocca al lupo a noi e ai nostri fiumi, ne abbiamo bisogno. Un abbraccio.

 

Luca Castellani .

 

 

 
 
 

Tempo di Spent

 

Ottobre è un gran mese per posare le nostre mosche sull'acqua. La varietà d'insetti che schiudono in questo mese non è così numerosa come a giugno, anche se sono presenti in acqua alcune delle stesse famiglie d'insetti.   Può accadere spesso che in questoperiodo la schiusa sia numericamente  più abbondante della generazione tarda/primaverile,  anche se in questo momento è presente in acqua in una taglia decisamente inferiore. Per intenderci la taglia dell'insetto autunnale è inferiore alla stessa di quella presente in maggio-giugno della stessa specie. Teoricamente dovrebbe essere un periodo più favorevole e meno complicato per trovare la soluzione alle varie situazioni di pesca rispetto alla mitica tarda primavera. Spesso lo è.  L'eccezione c'è: la TWT. Si presenta in questa stagione un po' più complicata per la pesca. La causa?: <l'abbondanza delle schiuse di questo periodo>.  Con lo scambio termico nel bacino di Montedoglio, l'acqua che esce dalla turbina che da vita alla TWT ha cominciato a salire di temperatura e prendere un colore più opalino rispetto a quello che ha in estate. Questo stato delle cose aiuta l'azione di pesca (acqua non perfettamente trasparente) per l'azione dell'avvicinamento. I pesci di taglia cominciano a salire anche in superficie a delle minuscole effimere. Questo non significa che siano semplici da catturare, anzi.  Le schiuse abbondanti rendono i pesci selettivi. In questo momento sono grassottelli a causa delle scorpacciate d'insetti e pesci foraggio fatte durante la stagione buona. Sono perfettamente in forma e forti. A differenza della tarda primavera sarà ben più difficile distrarli, se non si riesce a risolvere con l'imitazione esatta, e farli salire con

 

delle sedge o terrestrial sapientemente fatti pattinare sulla superficie dell'acqua. Ora "sono" su quel insetto, e pretendono solo quello. Lo esigono presentato bene e quando ci salgono lo fanno lentamente,  da "buongustai", vengono su con estrema calma che anche il più piccolo difetto di presentazione potrebbe far si che quella sia l'ultima volta che  ti sono saliti in superficie a studiare l' imitazione che gli hai presentato. La taglia ed il numero delle effimere dicevamo rende l'azione di pesca difficile, e secondo me, la cosa più difficoltosa è rendere le catture una costante. Catturare anche durante il centro schiusa e non solo il mattino all'inizio/schiusa o nel tardo pomeriggio quando il sole è più basso all'orizzonte. Può accadere che qualche cattura  qua e la si faccia, ma spesso è  solo il merito di aver fatto una buona presentazione o aver azzeccato il timing di salita dei pesci in quella posizione. Quasi mai è un pesce di taglia interessante. Questo è uno dei periodi che mi piace di più pescare sulla Tail Water Tevere. Cerco sempre dei posti con acqua calma e profonda e pesci difficili, pesco dove so che ci sono delle trote di taglia. Di solito non esiste una verità assoluta nella pam, e non è difficile essere smentiti. Per fortuna della pesca a mosca; mi dico. Qualcuno catturerà un trotone con una Chernobyl al primo lancio e penserà diversamente da quello che sto scrivendo. Ma la costante delle mie catture mi induce a pensare di essere sulla strada giusta in questo "caso" difficile da decifrare. In questi frangenti non di rado risolvo le situazioni o con dei buzzer di Sawyer  su taglia 18, o con delle spent anche durante lo farfallamento sull'acqua delle dun (più frequente).  I pesci anche quando sono sulle subimmagini  sembra che non disdegnino questo stadio d'insetto, più frequentemente sulle acque lente. Almeno per quanto riguarda la mia esperienza  su questo fiume. Risolvere la situazione non significa far salire o prendere tre pesci mentre ne stanno bollando trenta o quaranta. Ne devi far salire il maggior numero possibile o meglio ancora  farli salire tutti o quasi tutti.Questo è quello che intendo per aver risolto il match the hatch. Altrimenti sono catture occasionali che ogni mosca o metodo di pesca ti può far fare risultato. Vedi chernobyl. Durante lo scorso World Tuscany Open, Mr John Randolph l'editore di Flyfisherman, la nota rivista americana, mi chiese di pescare insieme in una di queste condizioni. Al Caucci gli aveva raccontato di alcune catture difficili da me fatte il giorno prima in sua presenza. Così che a lui avrebbe fatto piacere di pescare insieme e magari trovarsi in una  circostanza simile a quella del giorno precedente. Secondo  Randolph la massima espressione della dry-fly è quella di catturare i grandi pesci mentre stanno bollando su  piccoli insetti.  Il Tevere  questo te lo permette. Gli raccontai di una fario di 84 cm da me catturata con una sedge a pattinare il maggio precedente; mi disse che:< avrebbe avuto più valore se l'avessi presa con una piccola effimera mentre stava bollando>. Rimasi un po' così, al momento. Senza risposta. Perplesso. Poi pensandoci bene mi sono trovato in sintonia; non gli posso dare tutti i torti. Catturarla sulla bollata o fare leva sull'istinto predatorio , come ho fatto io in quella circostanza, sono due facce della stessa medaglia, ma la seconda ha meno valore a prescindere dal risultato eccezionale ottenuto. Almeno per la qualità etica che si pretende dalla pesca a mosca. Si potrà comprendere la differenza con il tempo, fermo restando che rimane un piacere intimo il conseguimento di una cattura, e il metodo fa parte del bagaglio tecnico che ognuno di noi ha . La filosofia morale è una conquista. Comunque John Randolph si complimentò per quel pesce extralarge che avevo catturato. La giornata di pesca a tre con Al Caucci e John Randolph  non andò tanto male. Le spent che avevo distribuito ai miei ospiti non hanno fatto "cilecca" e delle belle trote, qualcuna  vicino ai cinquanta centimetri,  hanno contribuito e rendere la miagiornata ancor più speciale.  Grazie al Tevere che ci ha messo a disposizione questa opportunità. In mezzo a tutti "gl'artisti del morsetto" presenti in quel momento a Sansepolcro due miti della pesca a mosca mondiale stavano saccheggiando le mie scatole di mosche per provarle poi nei fiumi d'oltreoceano. Non potevo non essere che soddisfatto, molto compiaciuto da questa conclusione e dalla considerazione ottenuta come costruttore di mosche artificiali.  Alcune mie intuizioni non sono passate inosservate ai loro occhi esperti. In molte situazioni anche su fiumi differenti, specialmente in acqua calma, le spent mi hanno risolto la situazione di pesca. Mi piace raccontare di come cominciai a capire, forse capire è un verbo  improprio, diciamo sperimentare o saggiarne l'uso in pesca di questi piccoli ma indispensabili artificiali. A metà anni ottanta quasi solo la rivista Pescare aveva una rubrica di pesca a mosca. Eravamo affamati di nozioni ed articoli. Ogni occasione era buona per fare delle nuove esperienze costruttive. Ogni mese Raffaele De Rosa presentava una mosca con relativo metodo costruttivo. Noi le costruivamo su quelle indicazioni. Quella uscita mensile la consideravamo una manna dal cielo. Quel mese la rubrica parlava della caenis, stadio spinner. Una spent. Era forse il 1984-85.  Ne costruii alcune come era solito e le misi nella scatola delle piccole effimere. Tempo dopo, fine settembre, ero con Paolo Ronconi a pescare a Colli al Volturno, sull'omonimo fiume, nel tratto a monte del  ponte arancione, e a valle di dove riusciva l'acqua dalla presa dell'acquedotto. C'era una curva dove il fiume formava una grande buca con acqua profonda  ai margini della corrente principale. Là c'erano una decina di trote che bollavano, tra il bordo della corrente e l'acqua calma della pool profonda. Nei tre giorni precedenti (era solito in quel tempo fare una settimana intera di pesca a fine settembre-ottobre, prima della chiusura, sul Volturno) non eravamo riusciti ad ottenere neanche un rifiuto da questi pesci. Erano così selettivi che non  capivano cosa mangiassero. Niente di niente. Nonostante la nostra scrupolosa ricerca visiva sulla superficie dell'acqua, non  comprendevamo niente. Tutto quello che potevamo intuire e messo in pratica l'abbiamo provato Ogni tanto, durante la giornata, tra una corrente ed una pianetta, tornavamo più volte a ritentare  quelle trote. Il risultato era sempre lo stesso,  persistente: neanche un rifiuto. Li a poco un temporale che sta per arrivare non ci trova lontano dalla macchina. Appena in tempo, raggiunta  l'auto  viene giù dal cielo il finimondo. Tutto dura circa dieci minuti.  Finito il diluvio mentre raggiungiamo a piedi il fiume notiamo nelle pozze formatesi per la pioggia lungo la strada sterrata che porta al fiume alcune effimere in posizione spent.  Contemporaneamente ci si illumina il pensiero  e analizziamo che forse non avevamo capito niente,  e rimuginiamo la stessa cosa:< vuoi vedere che.........?>Raggiungiamo a piedi di nuovo il fiume sulla mitica "buca della sofferenza". Ansiosi di provare le caenis spent della mia scatola. Non ci curiamo del diametro del filo, le appendiamo allo 0,16 che era servito per pescare con i tricotteri fino ad un momento prima del temporale.  C'era difficoltà a far entrare il tip sull'occhiello dell'imitazione della spentina sul 18, troppo grosso il diametro del filo per quell'occhiellino. In acqua sembrava più evidente l'ultima parte del finale che la "moschina". Ai pesci non interessava questo problema, tutte le trote che per tre giorni avevano disdegnato le nostre imitazioni al quarto giorno erano "cadute" sull'imitazione di un insetto spent; anche se non del colore giusto. Avevamo pescato con imitazioni dicaenis sulla serratella ignita. Da allora non mancano mai nelle mie scatole questi artificiali, anzi ne ho una  esplicitamente "dedicata" a loro. Però per renderle efficaci non costruite le ali in cul de  canard, tengono il corpo troppo alto sulla superficie dell'acqua, almeno a parere mio. Come scriveva Piero Lumini: <vale comunque il senso di inventiva personale, in quanto in questo settore non esiste niente di assoluto e personalmente  ritengo che tutto sia opinabile>.

 

 

 
 
 

Somerset NJ Fly Fishing Show

Post n°32 pubblicato il 19 Novembre 2019 da flyfishingintuscany
 

 

Certamente devo molto al Nera ed alla Tail Water Tevere ma mi rendo conto che senza la prima e la seconda edizione del World Tuscany Open per me e per molti altri, specialmente i Tyiers , non si sarebbero aperte molte delle porte che stiamo varcando da una parte all'altra del mondo.  Con un po' di vanità e di merito, mi sento di poter  ribadire che siamo riusciti  a  dare un po' di risalto internazionale  alla pesca a mosca italiana. Si, proprio per il valore che questa manifestazione ha nell'ambito mondiale.  Non possiamo che dire, tutti:< grazie al WTO>. Anche molti non del nostro giro ne hanno usufruito direttamente o indirettamente anche se non ci è arrivato alcun: <grazie> ufficiale e non. Sta di fatto che di certo abbiamo operato molto bene a favore della pam italiana e questo è servito  da volano per dare risalto  ed importanza  anche ad altre manifestazioni italiane. Grazie di nuovo WTO.

 

Perché questo cappello? <: Beh quando Enrico Puglisi ha saputo che il mio budget annuale questo anno non avrebbe contemplato la spesa per partecipare alla più importante manifestazione della east coast  americana, si è offerto di darmi uno spazio nel suo stand.  Enrico è stato uno dei giudici della seconda edizione del WTO.  Così come ho detto non ho perso l'occasione e sono partito da solo per New York.  Non potevo deludere un amico che scherzando mi ha  detto che lo avrei ripagato facendo il "commesso"  per lui allo stand.  Alla fine poi avrei fatto davvero tutte e due le cose: ho promosso il mio lavoro e gestito  i miei contatti ed ho venduto la sua merce quando lo stand era  pieno di clienti, e ho  perfino incassato i dollari per le vendite da me fatte dei suoi prodotti. Glieli ho poi dati, ovviamente. Come sempre questa manifestazione si svolge l'ultimo fine settimana del mese di gennaio. Di consueto è una fieramolto visitata, la stretta vicinanza con New York ed altre città importanti della costa orientale,  piene di pescatori a mosca , le garantiscono un successo alquanto scontato. Questo anno più che mai. In questi momenti, anche li siamo in piena crisi economica, tutte le aziende frequentano manifestazioni in cerca di nuovi clienti e cercano d'incrementare o quantomeno non perdere terreno sul mercato. Si, questo Fly Fishing Show era particolarmente pieno di visitatori come non avevo mai visto nelle passate edizioni. Confermatomi pure esplicitamente da Chuck Furimsky: il padre padrone della manifestazione (nb: giudice al WTO 05 e 07) oltre che amico personale. Mi dice sempre che sono la sua guida preferita anche se lo faccio pescare con delle mosche di ......che non riesce a capire perché sono così catturanti. Gli funzionano anche oltreoceano. Non posso tradurre il termine di come me le ha apostrofate per decenza.  Molte le aziende di produzione presenti, compresa la Sage; negozi famosi e  lodge di pesca da ogni stato Usa, con pacchetti di vacanze per ogni tasca e necessità.  Le scuole di lancio e istruttori e guide professioniste si alternavano al lancio sulla vasca.  Tyiers esperti e di mestiere o testimonial.  Charles Jardine lo era per la House of  Hardy.  Avevano gli stand pure paesi o regioni straniere che hanno promosso le proprie acque; dalla Patagonia alla Irlanda,  dalla Norvegia alla Nuova Zelanda passando per i Caraibi o le Bahamas o le isole Haway. Numerose anche le  agenzie di viaggio, venditori di barche o belly  boat e case editrici con l'ultime uscite dei loro pupilli, e molto altro ancora. Qualcosa dimentico di certo, ma proprio una bella fiera. Etc etc etc.  (http://www.flyfishingshow.com/Somerset__NJ.html) Poi è sufficiente andare a visitare questa pagina web per vedere il numero incredibile degl'espositori. Purtroppo per me, aderendo troppo in ritardo cioè solo tre giorni prima dell'evento, non sono rientrato nel programma ufficiale, la brochure e i programmi appesi erano già stati stampati. Mi è stato concesso, a titolo amichevole, la possibilità di presentare come già le altre volte in passato il mio programma: la pesca a mosca  in Umbria, Toscana e Lazio al Destination Theater. Soddisfacente, grazie amici.  http://www.flyfishingshow.com/Programs___Seminars_Som.html . Se visitate la pagina dei seminari potete rendervi conto delle molteplici opportunità che hanno i pescatori americani di poter scegliere tra le differenti tecniche di pesca a mosca,  diversi tipi d'acque dove poter lanciare i propri artificiali, dare la preferenza allo specifico insegnante (professionista) che può portarti a pescare  e  farti catturare pesci da sogno Poi farti lanciare con la coda dell'uno o del dodici dipende solo dal tipo di acque che si frequentano. La canna e la coda la sceglie il tipo di pesca ed il pesce d'affrontare. Ho visto una canna corta  in bamboo  da canoa per gli striped bass  che non si piegava, lanciava una tredici. Poi c'è l'immenso numero di fishing lodges che ognuno di noi può scegliere secondo la propria esigenza. Che (sana) invidia!!!  Comunque il sabato della fiera nel primo pomeriggio mi è capitata la fortunata opportunità, per una serie di coincidenze tecniche, di  presentare il mio lavoro  alla Catch  Room  prima di A.K. Best  che presentava:  Dry Fly Techniques e dopo  Mike Lawson con  Spring Creeks and Tailwaters. Non male direi. Entrambi mi hanno entusiasmato, e Spring Creeks di Lawson è un libro che non può mancare nella libreria di un pescatore a mosca. Nel libro puoi trovare scritte delle soluzioni utili per aiutare a risolvere  alcune situazioni che risultano ostiche  anche nella  nostra Tail Water Tevere. Sanno entrambi molto di pesca e non solo di tecnica pratica. Comunque non tutto è rose e fiori anche li, come normalmente ad un occhio poco attento può sembrare anche se c'è un motivo logico che da noi manca: il professionismo. In Usa c'è tanta gente che vive di pesca a mosca  e ci sono molti interessi economici che ognuno di loro intende giustamente difendere. Questo è quello che mi ha raccontato un giovane autore,  nonostante che abbia già pubblicato il suo terzo libro. Non riesce ad inserirsi nel mercato come fanno gl'"anziani". Dopo che mi ha visto parlare con Best mi ha detto:<Mr. A.K. Best! Anche lui fa parte della lobby dei vecchi pescatori scrittori che insieme ad altri "anziani" hanno il monopolio del mercato>. Che dire, fortunatamente al momento non è un mio problema. Posso solo esprimermi  bene nei confronti dei "miei/nostri" amici americani. Ci vogliono bene anche loro e ce lo dimostrano in ogni occasione. A.K. Best non sapeva della mia venuta ed era sorpreso nell'incontrarmi al "destination theater". Dopo avermi abbracciato e chiesto di Raspini & C. ha preso il cellulare e ha chiamato la moglie e gli ha detto:< non puoi immaginare chi ho qui davanti a me?> Devo dire che ho apprezzato molto il gesto. Visti vecchi amici come Al Caucci, c'è una nuova edizione del libro con Nastase uscita ad ottobre 2008, o Jeff Wagner a Michele Sartini, l'orafo "di pesca" di Manhattan, romano de Roma o Jim Klug dell'agenzia Yellow Dog. www.yellowdogflyfishing.com Che bel mestiere fa Jim. Non so come fa ad essere stressato. Forse perché gli si slamano troppi tarpons o pesci vela. Mah!!! Questi sono dei veri misteri.

 

Come in tutti gli show che si rispettano ci sono stati i programmi di dimostrazioni di lancio, e la vasca dove si provavano canne e code non è stato consentito di fare delle performance più lunge di tre minuti. Suonava la sveglia allo scadere dei 180 secondi e via,  toccava ad un altro. Tutti in fila come all'ufficio postale ad attendere il proprio turno. Naturalmente c'era la scuola FFF che preparava gl'alunni per la certificazione del sabato. Altri che non ricordo si sono alternati. Innumerevoli anche i costruttori di mosche artificiali, così come pure i Bamboo Rodmakers.  Nessun italiano  tra i costruttori di mosche e canne e pochissimi gli altri europei presenti: Pilgard e Baginsky su tutti. Sono stato l'ambasciatore Sim e FFM per questa edizione del Fly Fishing Show of Somerset NJ ma sarebbe  anche opportuno che il prossimo anno, magari , gl'istruttori delle nostre scuole ci rappresentino.  Sarebbe proprio bello. Magari in un unico stand  chiamato" Italia", con me dentro. Chiederei troppo?

 

 

 

 
 
 

Giugno: un mese speciale

 

Parlare del mese di giugno nella pesca a mosca è difficoltoso e complesso. Si ha la difficoltà a dare delle priorità. Si rischia di trascurare o perfino tralasciare degl'argomenti e degl'aspetti del nostro sport molto importanti per ognuno di noi. E' il mese del post frega del temolo, i black bass cominciano ad attaccare verso la superficie le nostre imitazioni; è il momento delle schiuse miste che ci fanno dannare e amare ancora di più se fosse possibile il nostro tipo di pesca. La mosca di maggio ci fa catturare qualche bel pesce in superficie e si fanno l'ultime uscite sui torrenti dell'Appennino prima della secca estiva. I cavedani nei fiumi di pianura, livelli permettendo, ci regalano le uscite più belle dell'anno insieme a quelle autunnali. Cheppie e pesci del piano mettono a dura prova la nostra fantasia piscatoria, oltre all'arrivo dei primi veri "coup de soir" a trote e temoli. La vacanza grande si fa a giugno. Si fa ora perché è il momento delle schiuse e dei primi coup de soir e delle ore interminabili buone per la pesca. Giugno un mese molto complicato che spesso ci mette in imbarazzo nel fare delle scelte. Giugno uguale alla difficoltà di scegliere il tipo di pesce da insidiare, il fiume dove pescare, il tipo di pesca da svolgere, dove andare in vacanza a pescare. Di giugno c' è ne è solo uno e ci piacerebbe e si vorrebbe avere la possibilità di pescare tutti i trenta giorni di questo mese. Poterci trovare nei posti buoni e nei momenti giusti che spesso sono i migliori dell'anno. Essere in grado toglierci tutte quelle soddisfazioni che la pesca a mosca ci può riservare pescando nei momenti migliori e al top delle condizioni in questo momento dell'anno. A giugno spesso ci si riesce. Teoricamente è il mese migliore per le schiuse e spesso lo è anche praticamente su molti fiumi e torrenti. Come se non bastasse tutto questo, con i miei amici disempre , questo anno ci siamo trovati a far fronte a nuove esperienze: la schiusa di mosche di maggio (Ephemera Glaupcos) sul nostro lago , dove ci vivono le trote iridee, ma di questo ne parleremo un'altra volta, e la cattura di barbi e siluri in Taro. Come ogni anno da maggio a giugno "maciniamo" parecchi chilometri partendo da Perugia alla ricerca del "salmone dei poveri", la cheppia. Cominciammo nel 1989 nel Taro, con la scusa di esercitarci e capire un po' l'utilizzo delle code affondanti, in prospettiva di futuri viaggi in Canada e Nord Europa. Ci è piaciuto il tipo di pesca ed ancora oggi non ci lasciamo sfuggire le risalite del nostro amico fac/simile/salmone/che mangia l'esca. Chi è stato in nord America sa quello che voglio dire. Sinceramente i primi anni erano più prolifici nella taglia delle catture, nonostante le capacità tecniche limitate. Una dieci piedi per coda nove, delle shooting tapers dal sette al nove, secondo i livelli, e una coda sei punta affondante per giugno/luglio insieme al cobra da 20 e 25 libbre erano ed sono ancora tutta l'attrezzatura che serve, a grandi linee, per questo tipo di pesca. E' ovvio che dietro abbiamo pure sempre una dieci piedi più leggera e una più pesante per i livelli molto alti e per il PO. Degli streamers tradizionali dell'amo del 4 all'8 nei colori bianco, giallo con cristall flash, arancio e rosso bastavano a catturare delle femmine fino al paio di chili e maschietti dal "mezzo peso" delle femmine. Poi dal 1992/93 in poi questi artificiali hanno cominciato a perdere i colpi ed ancora oggi non so darmene una spiegazione logica. Questo anno il Taro a differenza di altri anni è stato si generoso, ma non con tutti. Un anno difficile da leggere ed interpretare. I "posti buoni", quelli che hanno sempre dato certezze sono rimasti pochi; le piene hanno cambiato molto la morfologia del fiume e riempito molte delle pools che hanno fatto famoso questo fiume per la risalita del nostro "salmone". E' cambiata un po' la pesca e gl'orari canonici anche nelle giornate buone. Inoltre, alcuni dei posti migliori, sono diventati poco efficaci per la pesca a mosca. Le pools ora sono profonde e corte ed è difficile se non impossibile svolgere un'azione di pesca teoricamente efficace, al momento sono migliori per lo spinning, almeno fino alla prossima piena. Le correnti sono buone alla sera tardi, ma sono faticosissime da pescare con la coda ti topo galleggiante. Comunque ci siamo imbattuti in un paio di giornate molto buone, in alcuni posti dove abbiamo incontrato solo dei pescatori locali. Questi si guardano bene dal divulgare le loro postazioni. Come ogni anno in questo periodo ci sono sulle rive del Taro anche molti bigattinari, tutti "accaniti" e pronti ad "annoccare" i barbi spagnoli" che risalgono il fiume Taro dal Po per la riproduzione. Non sono difficili da catturare, almeno mi è sembrato, anche ai più "scarsi" tra i pescatori con il bigattino ho visto fare delle catture degne di nota. Tutti i pesci catturati sono stati messi dentro il cestino e portati a casa. Spero che poi li mangino, tanto siamo in troppi in Italia. L'INPS ringrazierà. Queste continue catture ci hanno spinto a provare ad insidiare il ciprinide con la coda di topo. In attesa di orari più propizi , il cielo terso senza nuvole che ci dava poche speranze di cattura della cheppia , abbiamo provato sulle pool profonde del Taro dove abbiamo visto fare molte catture con il bigattino. Sulla prima pool i pesci erano ad una profondità intorno ai quattro metri. Una profondità difficile da raggiungere con la coda di topo. Dopo diversi tentativi visto che non si "sentiva" il fondo con gl'artificiali abbiamo provato ad aggiungere un piombino del tre sul finale ad una distanza di circa trenta centimetri dall'artificiale. Cioè coda affondante del quarto grado del numero nove , finale di circa un metro e mezzo del 26 poi scesi al 20, mosca sull'otto e dieci tipo yo-zury sul bianco e sul giallo; Italo con i suoi "ninfoni" segreti. Dopo un po' di tentativi infruttuosi abbiamo aggiunto altri piombini sull'amo e le catture non si sono fatte attendere. La taglia delle catture non è stata di riguardo come quella dei bigattinari, ma come pesca alternativa in attesa della sera è stata molto divertente. I barbi sono pesci combattivi e catturarli con continuità è stata un'esperienza elettrizzante, da riprovare. Con le esche che sfioravano il fondo abbiamo fatto pure altri incontri: quello con i siluri. Per catturarli con questa frequenza devono essere veramente numerosi. All'inizio si ha la sensazione di avere un tronco affondato attaccato all'amo. Non scarti. Nessuno dei movimenti che sembrano tentativi di liberarsi dalla puntura dell'amo, niente di niente. Sembra di avere attaccato qualcosa privo di vita che però ti da e vuole coda, ed è attaccato al nostro finale. All'inizio non si è certi di avere un pesce agganciato all'amo, ma avere la mosca ferma sul fondale attaccata ad una pietra. Insomma un combattimento non eccitante. Insomma la taglia dei pesci è l'unico aspetto positivo di questa pesca, almeno per me. Il resto è tiro alla fune.  Alla fine comunque siamo stati tutti soddisfatti, Italo, Sergio, Luigi ed io abbiamo catturato i nostri barbi ed ognuno di noi ha avuto in canna i propri siluri. L'unico neo è stato che non sono stato capace di portare a riva e fotografare dopo una lotta di una quarantina di minuti un siluro extra large. Non si è sganciato dal fondo mai, non l' abbiamo neppure visto nonostante la trasparenza dell'acqua molto chiara in quei giorni . Stranamente si è slamato, non ha rotto la lenza, gli si è solamente sfilato l'amo dalla bocca, almeno credo. Le nostre acque si stanno trasformando e non è questo scritto una esaltazione o una bocciatura di quello che sta accadendo sui nostri fiumi, è solo la cronaca di giornate di pesca. Nell'89 quando ho pescato questo fiume per la prima volta non sarebbe accaduto quello che è accaduto nel 2008. Allora oltre alle cheppie si prendevano degli splendidi cavedani. Delle riflessioni siamo obbligati comunque a farle. C'è chi s'impegna per la bio-diversità; per il minimo deflusso vitale; contro le centraline che ora sono guardate e viste come opere antinquinanti, anche se su molti posti funzioneranno un mese o poco più all'anno a causa della scarsità dell'acqua. Cioè opere inutili, ma serviranno soltanto a far avere dei finanziamenti a politici e privati. Noi come pescatori abbiamo la palla al piede di gente come quelli che cattura e uccide i pesci del Po. Ho visto annoccare a cucchiaio una cheppia dopo l'altra da un certo tipo a spinning , è stato fortunato che non ho trovato un posto per guadare il fiume, poi se ne è andato. Poi magari questa gente i pesci del Po se li mangia pure e li fa mangiare ai propri figli. Non è problema economico, tra quelli che hanno annoccato i barbi c'era chi aveva delle auto da più di 40/50.000 €, è un problema di cultura e d'intelligenza. Probabilmente questa ipotetica forbice si è troppo aperta e la distanza tra i pescatori a mosca ed i pescatori tradizionali, certamente non porterà a niente di buono. Anche se il mondo pam è frammentato e un po' disastrato anche per colpe nostre, purtroppo è ancora l'unico che ha la forza di dire qualcosa di valido , e l'unico che prova ad arginare questa inevitabile catastrofe.  Aiutiamoci a ritardare questa fine.

 

 

 
 
 

Glaucops & Iridee (pesca in lago)

 

Come ogni anno, con il solito gruppo d'amici "malati" di pam, durante il periodo di chiusura alla pesca ai salmonidi, andiamo a pescare in un lago che abbiamo in Glaucops sulla barcaaffitto già da anni non lontano dalla cittadina d' Umbertide in Umbria. Vicino a casa nostra. Il lago nato dallo sbarramento di un torrente è usato a scopo irriguo. E' più esteso di un ettaro e raggiunge la massima profondità intorno alla misura di una decina di metri. Il lago è abbastanza ricco di schiuse, specialmente di chironomidi. Le trote che si catturano sono abituate alla ricerca d'insetti e quindi la pesca con imitazioni è ben ricompensata da frequenti catture; il lago è gestito con la possibilità di pescare solo con la coda di topo e tassativamente catch ad release. Di certo chi frequenta con assiduità il bacino artificiale può riscontrare molti progressi nella pesca in still water con la mosca artificiale e usufruire e sfruttare le nuove conoscenze acquisite anche nelle acque mosse dei fiumi del piano o dei torrenti. E' vero che è piacevole pescarci quando c'è la neve lungo le rive o nelle giornate con la pioggerellina fina, i pesci sono in continua attività; ma credo che il massimo grado del divertimento lo raggiungiamo verso i primi giorni di maggio quando cominciano ogni sera puntuali le schiuse di Ephemera Glaucops, cioè la mosca di maggio. La stessa che possiamo trovare nella Tail Water Tevere. A differenza del fiume qui le schiuse cominciano in tarda serata anche se l'apice si ha come nel Tevere al crepuscolo, e la pesca continua fino a notte fonda come nella tail water. Purtroppo la mancanza di luoghi dove poter pescare i salmonidi in lago la stagione giusta (primavera ed autunno), limitano un po' lo sviluppo della pesca con la mosca nei laghi. Daltronde  la latitudine e l'altitudine dei nostri bacini sono quello chesono, non possiamo fare miracoli "artificiali". Ci dobbiamo accontentare. C'è il rammarico per gl'appassionati di still water di dover andare a pescare in acque mosse il resto della stagione di pesca. Comunque sia, vedendo il bicchiere mezzo pieno, siamo riusciti ad allungare la stagione di pesca. Chi si avvicina a questa tecnica venendo dalle acque veloci generalmente ha un impatto abbastanza negativo. Le frasi più ricorrenti che si sentono affermare sono: < a me le acque ferme non piacciono, poi non bollano mai i pesci! O poche volte.>, oppure :< se devo pescare a streamer per tutto il giorno non mi diverto>. Questo denota che molti non sanno nemmeno di cosa stanno parlando. Comunque a noi piace e ci rendiamo conto dei benefici che riscontriamo nell'azione di pesca nell'apprendere tramite questa tecnica di ricerca. Questo ci costringe ad avere e ricercare una maggior conoscenza della vita dell'ecosistema e del comportamento del pesce. Queste conoscenze siamo in grado di sfruttarle anche quando andiamo a pescare nelle più "semplici da leggere" acque mosse. Mentre nel fiume andiamo a pescare con una coda di topo, quasi sempre, e galleggiante; nel lago, come minimo, abbiamo bisogno di tre differenti fly lines: galleggiante, intermedia ed affondante.  Questo per affrontare la giornata di pesca. Già questobasterebbe per far notare la complessità della still water. Poi se si aggiunge che semplicemente con la coda galleggiante letecniche di pesca che si possono utilizzare vanno dalla pesca in superficie o appena sotto di questa fino a quattro o cinque metri in profondità, la dice lunga su l'impegno e conoscenza che richiede la pesca in lago. Comunque queste righe non vogliono essere una pubblicazione solenne in favore della still water, servono per dare un'idea a chi vorrà un giorno provare, e spendere un po' di tempo in riva ad un lago.  Tornando al nostro specchio d'acqua, la pesca con i piccoli chironomi invernali con i sottili finali, o la pesca con le mosche lures o la pesca con i bobbies sul fondo quando la neve ed il ghiaccio copre le rive del lago sono molto divertenti, ma quando le rainbows cominciano a salire sulle glaucops vicino alla superficie, questa pesca ha il massimo dell'espressione della difficoltà e del divertimento. Anche quando peschi dalla ciambella. Nel nostro gruppetto ci sono diversi pescatori che stanno diventando veramente bravi, un paio di loro hanno messo a punto alcune mosche molto efficaci di questa effimera e potrete trovare alcuni dressing per la pesca in lago nella pagina delle imitazioni del sito di FFM. Chi avesse voglia di provare a pescare in lago da noi può contattarci, magari la prossima stagione diventare soci dell'iniziativa. Chi vuole approfondire l'argomento mi contatti tranquillamente.

 

 

 
 
 
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