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Post n°23 pubblicato il 10 Giugno 2008 da lunarossa.catta92
-Sono una povera creatura che non v'ha fatto niente. Quello che m'avete fatto voi, ve lo perdono di cuore; e pregherò Dio per voi. Pregherò per lei, tutta la mia vita.- A) Rapporto Innominato - Lucia l’incontro tra l’Innominato e Lucia non è basata su un tema galante: infatti l’Innominato non vede in Lucia una donna, ma una creatura che desta pietà. I loro sentimenti sono anche posti sullo stesso piano: entrambe le anime sono sconvolte da una devastante sofferenza, sebbene in verità sia causata da motivazioni alquanto differenti. Lucia con le sue parole esce vincitrice dal confronto verbale con l’Innominato; solo ora è comprensibile che la sua implorazione nei confronti dei bravi non sia stata inutile, anzi, muovendo a compassione il Nibbio, sia riuscita a destare interesse nell’Innominato. Le parole di Lucia toccano alcune delle tematiche già affrontate dall’autore, come la giustizia e la pietà. Inoltre non dubita nemmeno per un istante della presenza di un’anima nell’Innominato, non avendo preconcetti riguardo alla sua persona. Lucia dice all’Innominato parole cariche di forza che arrecheranno grazia ai turbamenti dell’anima del suo persecutore. E fa ciò senza mai rassegnarsi. "Oh, certo! ho qui qualche cosa che m'opprime, che mi rode! Ma Dio! Se c'è questo Dio, se è quello che dicono, cosa volete che faccia di me?" Queste parole furon dette con un accento disperato; ma Federigo, con un tono solenne, come di placida ispirazione, rispose: "cosa può far Dio di voi? cosa vuol farne? Un segno della sua potenza e della sua bontà: vuol cavar da voi una gloria che nessun altro gli potrebbe dare. Che il mondo gridi da tanto tempo contro di voi, che mille e mille voci detestino le vostre opere..." B)Innominato – C.Federigo Borromeo L’Innominato trova nell’incontro con il Cardinale la legittimazione intellettuale e la definitiva razionalizzazione della sua conversione. L’Innominato attraverso un pianto liberatore si libera definitivamente dal tormento che l’aveva portato alla conversione e trova la forza di tradurre in opera e in azioni la sua nuova anima illuminata dal bene. L’Innominato resterà anche da convertito un uomo d’azione, fare del bene nel concreto sarà la sua nuova missione. Il Cardinale non è impaurito dall’incontro con l’Innominato ma, al contrario, è felice di incontrarlo. "Non hanno sbagliato," rispose Federigo: "ho una buona nuova da darvi, e un consolante, un soavissimo incarico. Una vostra parrocchiana, che avrete pianta per smarrita, Lucia Mondella, è ritrovata, è qui vicino, in casa di questo mio caro amico; e voi anderete ora con lui, e con una donna che il signor curato di qui è andato a cercare, anderete, dico, a prendere quella vostra creatura, e l'accompagnerete qui." C) C. Federigo Borromeo - Don Abbondio Infatti, il Manzoni, fa vedere che Don Abbondio pone sulla stessa graduatoria di seccatori Don Rodrigo, l’Innominato e il Cardinale. D) Lucia e la famiglia del Sarto Il capitolo mostra anche un altro motivo che si lega al dramma di Lucia e dà ad esso maggiore intensità, infatti mentre Lucia rinuncia all’amore a causa del voto, il capitolo ci presenta il tema della serenità nella famiglia cristiana. Nel tema e nel tono generale che rende più elegiaca la rinuncia di Lucia alla presenza di realtà affettive tanto intense e serene si colgono anche altre sfumature; possiamo soffermarci sulla moglie del sarto che dapprima è posta in raffronto antitetico con la vecchia e come lei fa coraggio a Lucia ma con ragioni e esiti ben diversi e poi si affianca ad Agnese in qualità di personaggio buono e simpatico con qualche difettuccio che fa sorridere, nel suo caso la curiosità di sapere meglio la storia di Lucia, ma con modi diversi da quelli della monaca di Monza, la quale poneva alla poverina domande indiscrete e inopportune; al contrario la moglie del sarto accenna e sorvola col garbo e l’intelligenza di una brava persona. Il sarto poi alimenta ancor più la vena di questa comicità discreta: la alimenta in modo festoso poiché tocca un punto vivo per la mentalità manzoniana: infatti il sarto è un buon parlatore è generoso e non avido, ama ogni cosa a suo tempo, sente l’ aristocrazia del proprio modo di pensare e di vedere ed è proprio per questo che suscita l’ironia manzoniana. La figura del sarto è una nuova pagina della polemica manzoniana contro le diversità aristocratiche e contro la cultura che si presta a discriminazioni di superiorità da parte non degli intelligenti ma dei mediocri. Così il sarto che si sente l’unico colto del suo paese, quando si trova davanti al cardinale non trova le parole e riesce a proferire un solo (“si figuri”) che avrebbe potuto dire anche il più ignorante dei suoi compaesani. Lui si sente intelligente ma con il cardinale fa la figura dello stupido. Nel Mondo Manzoniano, dove Lucia è nata si comprende bene il personaggio. Infatti secondo Lucia quando l’amore contraddice le leggi della vita, bisogna aver la forza di sopprimerlo, perché non è più amore. L’eroe Manzoniano vuole la morte nel momento in cui viene offesa e ferita l’eticità della vita, e quando vengono violate le ragioni etiche del suon esistere. E)Lucia – Donna Prassede Donna Prassede è un personaggio esemplarmente bigotto, che si intromette negli affari di tutti e lo dimostra con il comportamento di protezione che assume con le sue figlie. Si convince che Renzo sia un poco di buono per via degli ordini di cattura che lo riguardano, ed è quindi risoluta a far sì che Lucia lo dimentichi offendendo la persona di Renzo. Lucia dimora a casa di donna Prassede durante tutto l'inverno e la primavera del 1630, per poi spostarsi nel lazzaretto. Donna Prassede è sposata con Don Ferrante, uomo di cultura che Manzoni descrive come il perfetto erudito seicentesco, completamente assorbito dallo studio dei suoi libri. Da Don Ferrante ha avuto 5 figlie; due si sono sposate e tre sono entrate in convento. Manzoni la descrive come coppia “parassita”. |
Post n°22 pubblicato il 13 Maggio 2008 da lunarossa.catta92
La vita e le opere 1830/1857 Emily Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst (Massachussetts), in un piccolo centro di religione e cultura puritana, da Edward, celebre avvocato destinato a diventare deputato del Congresso, ed Emily Narcross, donna dalla personalità piuttosto debole. E' la seconda di tre figli. Austin è il fratello maggiore, Lavinia la sorella minore: a entrambi sarà sempre legata da un grande affetto. Dal 1840 al 1947 frequenta la Amherst Academy e successivamente si iscrive alle scuole superiori di South Hadley, da cui viene ritirata dal padre dopo un anno. Manifesta intanto un carattere fiero e indipendente. A casa continua i propri studi da autodidatta, orientata nelle letture anche da un assistente del padre, Benjamin Newton, con il quale resterà in seguito in corrispondenza. Scrivere lettere sarà un'attività fondamentale per la poetessa, un modo intimo per entrare in contatto coni l mondo: non a caso molte delle sue poesie verranno allegate ad esse. Nel 1850 scrive alcune "valentine" per gli amici. Nel 1852 conosce Susan Gilbert, con la quale stringe un forte legame, testimoniato da importanti lettere. Nel corso degli anni successivi compie qualche raro viaggio. Incontra il reverendo Charles Wadsworth, un uomo sposato, del quale (a quanto pare) si innamorerà vanamente. Nel 1857 conosce lo scrittore-filosofo trascendalista Ralph W. Emerson, ospite di Austin e Susan, sposi da pochi mesi. 1858/1873 La poetessa entra in amicizia con Samuel Bowles, direttore dello Springfiel Daily Republican giornale su cui appariranno (a partire dal 1861) alcune sue poesie. Conosce anche Kate Anton Scott. Sia con Bowles sia con quest'ultima stabilisce un profonod rapporto anche epistolare. La casa dei Dickinson è praticamente il centro della vita culturale del piccolo paese, dunque uno stimolo continuo all'intelligenza della poetessa, che in questo periodo incomincia a raccogliere segretamente i prpri versi in fascicoletti. Nel 1860 è l'anno del futore poetico (365 liriche) e sentimentale. Il suo amore (probabilmente per Bowles) rimane però senza sbocco. Nello stesso anno avvia una corrispondenza con il colonnello-scrittore Thomas W. Higginson, a cui si affida per un giudizio letterario: egli rimarrà impressionato dall'eccezionalità dello spirito,dell'intelligenza e del genio della poetessa, pur ritenendo "impubblicabili" le sue opere. D'altronde ella non intende nè ha mai inteso dare alle stampe i propri versi. Tra il 1864 e il 1865 Emily trascorre alcuni mesi a Cambridge, Massachusetts ospite delle cugine Norcross, per curare una malattia agli occhi. Va maturando la decisione di autorecludersi, e diminuisce i contatti umani e superficiali. Mantiene viva la corrispondenza con amici ed estimatori, divenendo sempre più esigente e cercando, a un tempo, intensità ed essenzialità. Intanto continua a scrivere poesie. La sua produzione, pur non raggiungendo la quantità del 1862, rimane cospicua. Nel 1870 riceve la prima visita, molto attesa, di Higginson, che tornerà a trovarla nel 1873. 1874/1886 Incomincia un periodo durissimo per Emily, ormai da anni "reclusa" in casa propria. Muore il padre (1874). La madre si ammala gravemente (1875). Muore Bowles (1878). Nello stesso anno ella si innamora di Otis Lord, un anziano giudice, vedovo, amico del padre, e a quanto pare, l'amore è ricambiato (ma sulla qualità del rapporto con lui non sappiamo quasi nulla). Intanto può anche godere dell'ammirazione della scrittrice Helen Hunt Jackson. Nel 1881 i coniugi Todd si trasferiscono ad Amherst: Mabel Todd diventerà l'amante di Austin, creando dissidi nella famiglia Dickinson. La catena delle tragedie riprende: muoiono la madre a Wadsworth (1882), l'amatissimo nipotino Gilbert (1883), il giudice Lord (1884). Emily è prostrata. Nel 1885 si ammala,e il 15 maggio 1886 muore nella casa di Amherst. La sorella Vinnie scopre i versi nascosti e incarica Mabel Todd di provvedere alla loro pubblicazione, che sarà sempre parziale fino all'edizione critica completa (1955) curata da Thomas H. Johnson, comprendente 1775 poesie. |
Post n°21 pubblicato il 23 Aprile 2008 da lunarossa.catta92
Ei fu. Siccome immobile, |
Post n°20 pubblicato il 21 Aprile 2008 da lunarossa.catta92
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Post n°19 pubblicato il 21 Aprile 2008 da lunarossa.catta92
You're awful bright |