Creato da Caustica_mente il 26/11/2009

Vuoi giocare?

Ebbene, giochiamo. Ma a modo mio.

 

 

La Bohème 2/4

Post n°25 pubblicato il 27 Gennaio 2010 da Caustica_mente
 

Quadro II: Quartiere Latino

Il gruppo di amici si dà alla pazza gioia. Colline compra un portafoglio di Gucci taroccato dal marocchino all’angolo, Schaunard spende una follia comprando qualsiasi stronzata gli capiti sotto mano in un negozio “Tutto a 99 cent”,  Rodolfo e Mimì ebbri del loro amore lanciano la terribile moda di attaccar lucchetti al lampione di un ponte per suggellare la loro felicità (quindi rassegnati Moccia, non hai inventato proprio niente di nuovo). Solo Marcello non partecipa del gaudio collettivo. Smaltita la sbornia si è fatto triste e pensieroso: la bella Musetta (che non è il suo pastore belga, bensì la donna di cui è innamorato) lo ha lasciato per mettersi insieme ad un noto industriale che ha fatto fortuna grazie all’invenzione del telefono, tale Alcindoro Tronchetti Provera.
Rodolfo compra una cuffietta rosa a Mimì, lei lo guarda con aria interrogativa e dice: “Cazzo me ne faccio? Una bella guepiere in pizzo nero, no?!”
Arrivano al Caffè Momus e non paghi della lauta cena a base di kebab e patatine offerta da Schaunard, ordinano altro cibo in quantità, tanto offre il musicista quindi chi se frega. Mentre son lì che fagocitano anche il tavolo, ecco arrivare Musetta elegantemente vestita: maglietta leopardata, minigonna in lamé color argento, calze a rete gialle ed espadrillas rosse con la zeppa. Con lei il pappone Alcindoro. Musetta si accorge della presenza di Marcello e si siede apposta al tavolo vicino, accavallando le gambe in modo vistoso, di modo che il suo ex s’accorga che è senza mutandine (a chi credete si sia ispirata Sharon Stone per la celebre scena di Basic Instinct?).
Marcello cede al generoso invito e lei con uno stratagemma fa allontanare Alcindoro. I due scappano fuori dal locale, seguiti dal resto della compagnia e, da burloni quali sono, lasciano il conto da pagare al Tronchetti Provera. In tutta questa baraonda il più felice e Schaunard, che non ha dovuto sborsare un centesimo.

 
 
 

La Bohème 1/4

Post n°24 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da Caustica_mente
 

Lavorando ormai da anni a stretto contatto col mondo della musica lirica (non l’avreste mai detto eh!? Dite la verità, pensavate che caustica fosse una fancazzista che passava le sue giornate vagando disperatamente da un blog all’altro) mi sono convinta che i compositori e/o librettisti fossero dei misogini perché alla fine, la storia puoi girarla come vuoi ma è alle donne che tocca il destino più sfigato: muoino sempre loro. Qualce autore, cercando di mascherare la sua misoginia con una parvenza di politicamente corretto, in alcune opere fa morire anche il protagonista maschile, ma si può esser certi che a stretto giro lo seguirà anche lei, suicidandosi il più delle volte.
Insomma, mai – o quasi mai – che muoia solo lui e lei finisca per festeggiare con ostriche e champagne l’inizio di una vita fatta solo di gioie da mane a sera e allegre scopazzate di qua e di là. E poi tutte ‘ste tragedie, questi amori incompresi, questi tradimenti… Ebbbasta! Non se ne può più.
Mi permetto di metter mano a questi intoccabbili capolavori, per rivisitarne l'andazzo.

Si comincia con La Bohème*

Quadro I: In soffitta.
Parigi 1830, vigilia di Natale. Il pittore Marcello (passato alla storia per aver dipinto quel famoso ritratto dell’ubriacone al bar che Greggio tentava di vendere all’asta ogni domenica sera durante la trasmissione Drive In, attribuendolo erroneamente a Teomondo Scrofalo) e il poeta Rodolfo cercano di scaldarsi davanti ad un caminetto. Vivono in povertà e per alimentare il fuoco dispongono solo di qualche ciocco di legno. Ad un tratto Marcello esclama: “Ma guarda quanta carta c’è sul tavolo! Potremmo usarla per tener viva la fiamma!”, senza pensarci due volte si avventa sul plico e comincia a buttare i fogli nella bocca del camino. Solo che non si accorge che sta bruciando l’ultimo lavoro di Rodolfo, finito di ricopiare in bella copia la mattina stessa, pronto per esser consegnato all’editore subito dopo le feste. Il poeta s’avvede troppo tardi dell’incauto gesto dell’amico e fa appena in tempo a strappargli di mano gli ultimi tre fogli del suo scritto, ma ormai il lavoro che poteva portargli fama e ricchezza è andato perso e quindi dovrà rassegnarsi a vivere come un mentecatto per il resto dei suoi giorni.
Pensando a tutto ciò, fa per scagliarsi su Marcello con l’intento di strappargli tutti i peli dal corpo per ricuciglierli poi dalla parte interna della pelle, ma nel mentre sopraggiugono altri due amici: il filosofo Colline (a cui dobbiamo la celebre massima “Siamo tutti signori col culo degli altri”) ed il musicista Schaunard (compositore del jingle-tormentone “Brava brava Mariarosa ogni cosa sai far tu. Qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu”).
In particolare quest’ultimo è su di giri: la Bertolini ha appena dato l’ok per il suo jingle e ciò gli frutterà un fracco di guadagno, così per festeggiare ha pensato bene di ordinare al kebab sotto casa quintalate di carne e patatatine fritte, da offrire ai compagni di merende in modo da festeggiare degnamente il Natale. Per sovramercato ha portato anche tredici casse di spumante Cinzano, sei damigiane di Rosso di Montalcino, otto bottiglie di whiskey scozzese e una bottiglia di digestivo Antonetto, tanto per favorire il ruttino a fine pasto. Davanti a tanta abbondanza il malumore di Rodolfo svanisce, si prepara la tavola e comincia la festa. La baracca è interrotta dall’inaspettata visita di Benoît, padrone di casa incazzato come una faina perché è da tre mesi che Rodolfo non gli paga l’affitto e sua moglie non gliela smolla. I quattro amici si liberano di lui con uno stratagemma: da una delle casse di champagne sbucano fuori le ragazze coccodé, le letterine e le veline che circondano l’incredulo BenoÎt, il quale non capisce più una fava, rincretinito da tanto ben di dio e, dimentico della riscossione crediti, si getta a capofitto tra le abbondanti tette delle fanciulle (ne morità poi soffocato un quarto d’ora dopo).
Risolto il problema i bohèmiens decidono di recarsi al Caffè Momus, anche perché le scorte alcoliche si stanno esaurendo. Rodolfo si attarda un po’ in casa, con la scusa di soffrire di un lieve attacco di cagarella, e promette che li raggiungerà appena il suo pancino si sarà sgolfato. In realtà vuole nascondere i tre fogli del manoscritto scampati al falò improvvisato da Marcello. **
Rimasto solo, sente bussare alla porta. “Merda!” pensa “possibile che i venditori di robot da cucina lavorino anche la sera della vigilia?” e urla “Non compro niente!”, ma dall’altra parte dell’uscio risponde una voce femminile, che chiede di poter entrare.
È Mimì, giovane vicina di casa più in miseria di lui: le si è spento il lume e cerca una candela per poterla riaccendere. Rodolfo è incantato – e pure un po’ infoiato - dalla bellezza della ragazza e pensa tra sé e sé, facendola accomodare: “Adesso ci penso io a dartela, la candela!”.
Riaccendono il lume ma subito dopo Mimì accusa un mancamento: la colpa è del fetore proveniente dalle ascelle di Rodolfo, ma lei - un po’ per diplomazia e un po’ per calcolo (teme che dicendogli la verità lui si rifiuti di prestarle la candela un’altra volta, in caso ne avesse bisogno) - si giustifca spiegandogli che gli svenimenti sono i primi sintomi di una tisi conclamata. Per sottrarsi all’insopportabile olezzo, gioca la carta delle buone maniere, dicendo a Rodolfo che non vuole incomodarlo troppo, che sicuramente avrà da fare, ecc ecc, quando si accorge di aver  perso la chiave nella stanza e pensa: “Cazzo, me ne andasse bene una stasera!”. Inginocchiati sul pavimento, al buio - entrambi i lumi si sono spenti - i due iniziano a cercarla. O meglio, Mimì si mette di buona lena a cercar la chiave mentre Rodolfo – che l’ha già trovata ma la nasconde in tasca - approfittando dell’oscurità, cerca di prendere la fanciulla da dietro per inchiappettarla a tradimento. Ma gli va male e invece di palparle il culo, le sfiora la mano.
Al che, per salvare le apparenze, mormora: “Che gelida manina, se la lasci riscaldar…”.
Lei pensa: “Che palle! Vabbè, qui con la diplomazia non risolvo nulla, meglio essere onesta!” e risponde: “Basta che tu non lo faccia con una puzzetta”.
Rodolfo resta affascinanto di fronte a tanta sincerità e le chiede di parlargli di lei. Mimì comincia: “Mi chiamano Mimì, ma il mio nome e Domenicarosariandreagiuseppina. La mia storia è breve. Faccio le pugnette in casa e fuori…”
E a Rodolfo già s’illumina lo sguardo suino.
“Cos’hai capito, brutto porco? Intendo dire che faccio la sarta e ricamo all’uncinetto le presine da cucina, che nel mio paese d’orgine vengono chiamate, appunto, pugnette. Amo il profumo dei gigli e delle rose (chissà se capirà  il sottile messaggio subliminale che gli sto inviando). Mi preparo il pranzo da sola, pure la colazione e la cena e di solito non pulisco il water. Non vado sempre a messa perché il prete mi ha scomunicata da quando ha scoperto che mi faccio il segno della croce al contrario, ma prego assai il Signore. Vivo sola soletta, là in una bianca cameretta. Guardo sui tetti e in cielo, ma quando vien lo sgelo il primo sole è mio, il primo bacio dell’aprile è mio!... E pure la prima cacca dei piccioni dal momento che son così povera da non potermi permettere di montare il vetro nella finestra dell’abbaino. Altro di me non saprei cosa narrare. Sono la tua vicina che ti vien in così tarda ora ad importunare.”
In quel mentre gli amici vengono a reclamare Rodolfo e dalla strada sale il loro richiamo: “Eddai scoreggiò! Ancora non hai finito? Forza che è ora di andare a puttane al Moulin Rouge!”.
Rodolfo, ormai perdutamente invaghito della giovane, le chiede di unirsi alla compagnia e lei: “Va bene, basta che prima ti lavi le ascelle.”
Lui l’accontenta e tanto basta affinché anche Mimì s’innamori del poeta.
(Poi dicono che che le donne sono difficili da accontentare!)

*Nota 1: per chi non la conoscesse e fosse interessato alla versione originale di Puccini, si cerchi la sinopsi in internet, che io non c’ho mica voglia di mettere il link.

**Nota 2: dalla nottata di baldoria che segue Rodolfo esce talmente ribaltato che non si ricorda più dove ha nascosto gli ultimi tre fogli del manoscritto. Il prezioso lavoro cade nel dimenticaio e verrà ritrovato solo un secolo dopo, in una cantina di Boston, da certa Joanne Rowling, che, aggiornando lo stile e ampliando il racconto, darà alla luce il primo romanzo della saga di Harry Potter, che le procuerà così tanti soldi che al suo confronto il sultano del Brunei sembra un extracomuntario che lava i vetri delle macchine ferme ai semafori.

 
 
 

Ridatemi Mr. Chuck

Post n°22 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da Caustica_mente
 

certi spot mi fanno riflettere.
Ad esempio:
- da più di un anno nello spot di Kinder Fetta al latte compare Fiona May col pancione. Ora i casi sono due: o a me si è incantato il televisore oppure la Fiona ha la gestazione di un’elefantessa.
- la signora sposata con quell’uomo che passa giornate intere davanti al Glade Sense and Spray, facendo mosse alla Bruce Lee o camminando come Robocop affinché il deodorante si attivi, si rende conto di essere la moglie di un demente?
- anche io uso i prodotti della linea Tesori d’Oriente, compro tutto dal bagnoschiuma alla crema per il corpo e vario anche le profumazioni: una volta la fragranza al muschio bianco, un’altra quella al the verde, quella dopo ancora alla mirra o al fior di loto. Come mai allora, nella mia vasca, non ho mai trovato quel gran pezzo di figliolo che compare nello spot?
- perché, in quasi tutti gli spot di Le Fablier una donna accarezza ogni mobile con fare lascivo e bocca socchiusa in atteggiamento voglioso, come se desiderasse farsi ciulare dal comodino?
- i protagonisti della pubblicità dei prodotti Bonduelle sono stati sottoposti a lobotomia prima di girare lo spot? Non si spiegherebbero altrimenti le espressioni da beoti.
- in una pubblicità di non ricordo quale compagnia assicurativa, una signora è sommersa fino alle ginocchia dall’acqua che le ha invaso casa a causa dello scoppio del tubo sotto al lavello. Arriva in suo aiuto un idraulico tutto gaudio e sorrisi, mentre dal tubo continua ad uscire il getto d’acqua come fosse la fontana di Trevi. Primo: cazzo c’avrà da ridere questo idraulico? Secondo: la signora, onde evitare di trasformare la cucina in un acquario, non poteva chiudere la valvola centrale dell’acqua in attesa dei soccorsi?
- quel fetentissimo pescatore che gode come un riccio assistendo al funerale di uno dei pesci nello spot del tonno Nostromo, non potrebbe finire tra le fauci dello squalo spielberghiano? Così vediamo se fa ancora lo sborone.
- tre giovani donne in un salotto. A prima vista sembra un pomeriggio tra amiche, trascorso facendo chiacchiere divertenti e frivoli, poi si scopre che la loro espressione d’estatica gioia è dovuta non alla promozione avuta sul lavoro, non alla notte di sesso e passione trascorsa con l’amante, non alla vincita milionaria alla Lotteria Italia, bensì all’affidabilità del test di gravidanza della Clearblue (e già questo mi sembra abbastanza agghiacciante). Poi una di loro, ormai travolta da irrefrenabile entusiasmo, domanda all’amica se lei e il compagno hanno già deciso quale sarà il giorno giusto per copulare affinché lei rimanga sicuramente incinta. Ma saranno pure cazzi loro?
- i fratelli nello spot del Viakal, si preoccupano di pulire il cesso solo perché è imminente la visita di mamma e per i rimanenti giorni dell’anno lasciano che microbi, acari, macchie di calcare, scarafaggi e cavallette gozzoviglino a piacimento nel lavandino?
- nella pubblicità dello Swiffer, il mucchio di polvere che viene cacciato da casa con infamia e tanto di valigina al seguito, non fa tenerezza a nessuno? Mi propongo per la sua adozione,

 
 
 

Stiamo lavorando per voi

Post n°21 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da Caustica_mente
 

Stazione ore 17.30. Sono al binario numero 3 in attesa del treno per tornare a casa, dopo una giornata in ufficio. Si avvicina timidamente un ragazzo, e mi chiede se può sottopormi un questionario per valutare il gradimento del servizio offerto. Ha il tesserino di riconoscimento delle Ferrovie dell Stato, cartella in mano piena di fogli con questionari già compilati, ho anche avuto modo di carpire qualche domanda che aveva fatto precedentemente ad alcune ragazzine sedute vicino a me. Decido che posso fidarmi e dico “Ok”. Il giovane è straniero, impacciato nei modi e ancora più nell’uso dell’italiano, mi sa tanto di universitario che per mantenersi agli studi svolge indagini per grandi aziende. Insomma, fa tenerezza (mi sarà rimasto appiccicato addosso qualche rimasuglio di bontà natalizia) e mi va di aiutarlo a svolgere bene il suo compito. Comincia con le domande, a cui devo rispondere dando una valutazione da uno a dieci, e in una manciata di minuti l'intervista è finita. Ma la gaffe (sua) è dietro l'angolo: “Per concludere il sondaggio devo farle una domanda un po’ delicata” - dice - “Anno di nascita?”
Ommmerda!, penso, evidentemente devo sembrargli una vecchia ciabatta se si è fatto remore nel chiedermi l'età. Con le studentesse di prima non ha avuto lo stesso timore reverenziale quando ha chiesto l'anno di nascita… Ocio bimbo che se prima m'ispiravi tenerezza sei già sulla buona strada per ispirarmi un bel vaffanculo!”. Il baldo giovine capisce dal mio sguardo cosa sto pensando e s'affretta a segnare sul foglio "1974", ringraziandomi per la disponibilità.
Dopo di che si guarda attorno per individuare un altro soggetto da intervistare e tra le decine di persone a disposizione, s’indirizza verso un vecchietto che avrà – ad occhio e croce – circa 80 anni e sembra in tutto e per tutto uno di quegli anziani che si spostano dalla campagna alla città due volte all’anno e quando lo fanno indossano, per l'occasione, le scarpe buone e il vestito della festa.
Penso: “Questa non me la voglio proprio perdere”, e mi appresto a seguire la scena.
Da qui in avanti ha avuto luogo un dialogo più surreale di un film di Bonuelle.

Giovine: “Buonasera, lavoro per le ferrovie dello stato”
Vecchietto: “Ah è un controllore! Le faccio vedere subito il biglietto”
Caustica_mentepensiero: “Cominciamo bene!”
G: “No, no, non sono un controllore! Le spiace se le faccio qualche domanda per valutare il livello di gradimento sui servizi offerti dalle ferrovie dello stato?”
V: “Eh?!”
G: “Posso farle un questionario sulle ferrovie dello stato”
V: “Sì, chiedi pure!”
G: “Bene. Allora da uno a dieci deve darmi un giudizio…”
V: “Dieci!”
C_mp: “Ho vinto qualche cosa?!”
G: “No aspetti. Deve esprimere il suo gradimento per ognuna delle domande...”
V: “Quale domanda?”
G: “Ancora non le ho fatto nessuna domanda”
V: “…”
G: “Da uno a dieci: come giudica la puntualità dei treni?”
V: “Come?!”
G: “La puntualità”
V: "Io sono sempre puntuale!”
G: “Non lei, il treno.”
V: “Ma, bho, è puntuale. Però stamattina è arrivato con dieci minuti di ritardo”
C_mp: “Viva la coerenza!"
G: “Da uno dieci: come giudica i tempi d’attesa tra le coincidenze e i cambi treno?”
V: “Non devo cambiar treno, devo prendere proprio questo!”
C_mp: "Dì la verità nonno, lo stai prendendo per il culo!"
G: “Da uno a dieci: come giudica i tempi di durata del viaggio?”
V: “Bho, ci metterà mezz'ora, quaranta minuti.”
C_mp: "Non ne vuol proprio sapere, il nonno, di dare una valutazione da uno a dieci”
Il ragazzo lancia verso la mia direzione uno sguardo supplichevole. Probabilmente sta valutando se continuare con il questionario o se dargliela su. Ma, imperterrito, pone un'altra domanda.
G: “Da uno a dieci: quanto considera sufficiente il numero di fermate effettuate dal treno?"
V: "Come?!"
G: "Le fermate"
V: "Ah, io prima di scendere ho tre fermate!"
G: "Da uno a dieci dia una valutazione sui livelli di comfort offerto a bordo del treno"
V: "Eh!?!?!"
G: "Comfort!!!"
V: "Aaah sì sì!! Va forte. Viaggia come una scheggia!”

Dopo questa chicca di risposta (in perfetto dialetto bolognese) il questionario non è nemmeno a metà, ma il baldo giovine s’arrende depone le armi, accetta la sconfitta, china il capo e s’affretta a chiedere l’anno di nascita al nonno, che, peraltro, nemmeno in questo caso risponde con la formula esatta, ma dice tutto tronfio: “Ho 86 anni!”, quindi il ragazzo dovrà pure farsi i conti da solo per scoprire quando è nato il vecchietto.

 
 
 

Oroscopo 2010 di Maga Caustica

Post n°20 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da Caustica_mente
 

Ariete
Non sfidate la fortuna, il vostro superiore vi osserva costantemente dopo aver ricevuto diverse segnalazioni. Se durante l’orario ufficio, non la smetterete di navigare sui siti porno in cerca di topa facile, il vostro licenziamento più che una previsione è una certezza. Per voi Cupido ha finito le frecce al suo arco, dispone solo di lance acuminate intinte nell’arsenico. La parte superiore della nuca sarà il vostro punto debole. Saranno frequenti i mal di testa, accompagnati da una persistente sensazione di straniamento. Non preoccupatevi però, non si tratta di nulla di grave, non soffrite di cefalea a grappoli né è in arrivo un ictus. Inutile, quindi, sperperare somme esose in esami clinici o costose medicine, piuttosto il consiglio di Maga Caustica è quello di investire nella ritrutturazione di casa, alzando gli stipiti delle porte, ad esempio.

 Toro
Passato il periodo natalizio il rosso non andrà più di moda, quindi se vorrete incaponirvi ad affrontare tutto a testa bassa, cambiate colore. Se vostra moglie, amante, fidanzata o convivente si rivelerà una vacca, è inutile che ve la prendiate con lei. La colpa è vostra che siete nati sotto il segno del Toro, che pretendavate? Inutile anche tentare la fortuna al gioco: se giocherete al superenalotto riuscirete a indovinare tutti e sei i numeri, ma perderete la schedina vincente; al gratta e vinci spenderete centinaia di euro per vincerne due e i cavalli, sapendo che voi scommettete, si metteranno in sciopero. Non vi resta che andarvene in letargo e sperare che il prossimo anno sia per voi più proficuo.

 Gemelli
Tra i due scommetto che siete il gemello più brutto. Quello che le ragazze usano per arrivare a conoscere il gemello più aitante. Quello che ha ereditato l’emisfero atrofizzato del cervello e col pistolino più piccolo. Quello che nel giorno del primo appuntamento con la strafiga del momento verrà colto da continue coliche renali e dovrà mandare il fratello al suo posto per non passare per un tirapacchi. Stando così le cose a voi non serve una previsione ma un viaggio a Lourdes. Purtroppo però i posti per le gite nell’amena località santa sono esauriti fino al 2025. Se siete lungimiranti affrettatevi a prenotare, ma vi avverto, si vocifera che la fine del mondo avverrà nel 2012.

 Cancro
Quest’anno state sulle balle a tutti i pianeti. Il Sole, che col suo passaggio determina il segno zodiacale di appartenenza, quando si accorgerà che dovrà passare dai Gemelli a voi, deciderà di prendere il giro largo e salterà direttamente al Sagittario, onde evitare di sfiorarvi anche solo lontanamente. La Luna vi farà precipitare uno dei suoi crateri in testa, Venere invece che guardarvi amorevolmente, vi osserverà con il medesimo disprezzo con cui si guarda colui che, mentre è in macchina fermo al semaforo, si scaccola e poi si mette il dito in bocca. Marte, Mercurio e Giove faranno fronte comune per – nell’ordine – farvi prendere a randellate dal buttafuori di quel locale in cui desiderate entrare da un anno; rendervi dislessici; incendiarvi casa. I restanti Urano, Nettuno e Plutone saranno troppo impegnati a godersela in quel gran bordello che è l’Olimpo per dar retta alle vostre grida disperate.

 Leone
Vabbè che siete considerati i re della foresta, me solo vi prendeste la briga di scendere dal vostro trono per mescolarvi al resto della comitiva vi accorgereste che: a) vostra moglie se la spassa col ghepardo, b) vostro figlio si droga con l’estratto di tapioca, c) la figlia arrotonda la misera paghetta che le passate alzando la coda e porgendo il didietro a destra e a manca, d) vostra nonna è una stronza. Le stelle vi consigliano di regolare anche la tonalità del vostro ruggito, perché più che un grido di potenza ricorda tanto un rutto formato da dieci Coca Cola bevute tutte insieme. Il 2010 si rivelerà un anno pieno di problemi, tensioni, sfighe più o meno annunciate, quindi “Hakuna matata” ‘sto par de ciufoli.

 Vergine
Cosa ve la tenete stretta a fare? Non ditemi, care Vergini, che volete restare pure ed illibate per il Principe Azzurro?! Vi risparmio tempi infiniti d’attesa: non esiste. Date retta a Maga Caustica: smettetela di tenerla serrata come se ve l’avessero blindata con la fiamma ossidrica. Se persisterete in tale atteggiamento di “chiusura”, prevedo che l’astinenza prolungata – oltre che provocarvi una fastidiosa ed antiestetica secchezza vaginale - vi porterà a perdere il senso critico. Così, spinte dall’illusione, non solo finirete per darla al primo stronzo che passa per strada, ma costui vi tromberà solo una volta (per giunta male) e vi metterà incinte. A questo punto o non riconoscerà il pargolo oppure, se lo incastrate con la prova del DNA, risulterà essere un nullatenente e disoccupato, perciò potete anche scordarvi che vi passi gli alimenti. Vi andrà già di culo se non dovrete mantenerlo voi.

 Bilancia
A forza di soppesare i pro ed i contro, prima di prendere una decisione, non concluderete una fava. Più che l’ago per voi, nel 2010, sarà determinante il piatto: infatti il piatto piange. I creditori verranno a bussare alla vostra porta in un unico giorno, a cadenza regolare di due ore l’uno dall’altro. Il partner vi lascerà dopo che gli avrete intestato ogni vostro avere e resterete talmente in miseria che i ladri che verranno per derubarvi, mossi a pietà, andranno a costituirsi o in prepensionamento. Nulla di buono nemmeno sul fronte della amore: se anche vi capiterà di strappare un appuntamento ad un lui o ad una lei da strappamutande, qualche ora prima del sospirato incontro verrete colti da un orripilante attacco d’acne, tanto che quando vi presenterete al cospetto  dell’altro, questi vi guarderà alquanto schifato e vi domanderà: “Ti hanno bombardato la faccia?”

 Scorpione
Vi pianterete il vostro pungiglione avvelenato nel culo. E questo è tutto.

 Sagittario
Voi, che siete considerati i giramondo dello zodiaco, forerete ogni volta che tirerete fuori la macchina dal garage; vi s’ingripperà il motore dello scooter; qualora decideste di viaggiare in sidecar, all aprima curva, si staccherà il posto del passeggero (voi ovviamente sarete seduti nel posto del passeggero); la mongolfiera o il dirigibile saranno bersagliati da uno stormo di aquile inferocite; la nave sarà invasa dai topi che daranno il via ad un’epidemia di peste bubbonica talmente feroce che nessun porto vi consentirà di attraccare e dovrete stare in quarantena sino a data da destinarsi; il sommergibile sarà speronato dalla nave fantasma del Titanic e per finire, pattini a rotelle e skateboard perderanno le ruotine e vi ritroverete a strisciare per circa trenta metri sull’asfalto proprio nel giorno in cui avete dimenticato di indossare ginocchiere e paragomiti.

 Capricorno
Siete anche voi un segno di terra, quindi prendete quanto detto per il segno del Toro e per quello della Vergine, amalgamate sino ad ottenere un impasto omogeneo, infornate per circa 30 minuti a 200 gradi (180 se il forno è ventilato) et voilà, il vostro futuro è servito.

 Acquario
Non pervenuto. Delle due l’una: o non ho più voglia di scrivere oppure non avete futuro.

 Pesci
Siete fantastici, formidabili, perfetti. Siete talmente fascinosi che non solo tutte le stelle e i pianeti vi sorridono, ma fanno il tifo per voi anche la galassia di Orione e quella di Andromeda. Non è l’universo a sostenere voi, ma siete voi che sostenete l’universo. Per questo 2010 si prevedono incontri favolosi. Se siete pescioline in cerca dell’anima gemella il livello dell’uomo che troverete non sarà al di sotto di: Johnny Depp per quanto riguarda l’estetica, Einstein per quanto riguarda l’intelligenza, Gandhi per quanto concerne la sensibilità, Rocco Siffredi per quanto riguarda… bhé, fate un po’ voi. Per i maschietti invece: Penelope Cruz e si offrirà di farvi da schiava ed asseconderà ogni vostro desiderio. I soldi entreranno a palate perché sarete voi a trovare la schedina vincente del superenalotto persa dallo sfigato Toro di cui sopra. Quindi fanculo anche il lavoro, che potrete abbandonare da subito, non prima però di aver mandato a cagare il vostro superiore. 

 
 
 

Questo blog non rappresenta una benemerita cippa in quanto se non ho niente di meglio da fare ci scrivo, altrimenti ciccia. Quindi non viene aggiornato con periodicità. Non può per tanto considerarsi un comodino, né uno svuotatasche, nè una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.

 

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