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INCHIESTA DEL GIORNALE "IL TEMPO" SUL RACKET DELLE OCCUPAZIONI A ROMA

Post n°6 pubblicato il 06 Gennaio 2014 da ccreginamargherita
 

03/01/2014 06:05
L'INCHIESTA

Ecco il racket della casa "Fai la tessera e vai ai cortei"

Con una videocamera nascosta abbiamo cercato un tetto abusivo. Il primo dovere? Partecipare alle manifestazioni dei movimenti
CASA: UN PALAZZO LIBERTY NEL MIRINO DI ACTION


L’assegnazione di una casa occupata abusivamente in cambio di tessere, voti, militanza politica, presenza alle manifestazioni e ai comizi del parlamentare amico. Con il miraggio un giorno, chissà, di poter contare su un canale preferenziale per ottenere un alloggio popolare regolare, «dopo una trattativa con le istituzioni». Certo, inizialmente «ti devi fare un cu.. così», ma una volta che hai ottenuto l’alloggio «stai abbastanza tranquillo»; e se non rispetti il regolamento, nel bene e nel male, «prima te menano e poi te cacciano». È in questo modo che, contando sulla disperazione di migliaia di persone, italiane o meno, e approfittando dei costi insostenibili di affitti e mutui, i movimenti per il diritto alla casa di Roma costruiscono il loro consenso politico e «pagano» la militanza, gonfiando le loro fila e costruendo la clac di cui poi i partiti ufficiali, specialmente quelli di sinistra, finiscono per vantarsi attraverso i media.

Tutto ciò è emerso dal nostro viaggio nelle numerose occupazioni abitative di matrice politica sparse nella Capitale. A cavallo fra Natale e Capodanno abbiamo visitato i presidi occupati di movimenti come Action (sicuramente il più importante e "ammanicato" in città), Blocchi Precari Metropolitani e Resistenza Abitativa Metropolitana, alla ricerca, ovviamente fittizia, di informazioni su come ottenere un alloggio in una casa occupata.

Al contrario di quanto accade quando le occupazioni non sono politiche, bensì gestite da sacche di criminalità comune, nessuno ci ha chiesto affitti in nero, tuttavia c’erano sempre sportelli a cui rivolgersi, tessere da sottoscrivere (dai cinque ai 15 euro), un fondo cassa da rimpinguare sui dieci euro al mese e soprattutto «quando ti chiamano devi andare ai picchettaggi o alle manifestazioni».

Come detto, la maggior parte delle occupazioni a Roma portano la sigla di Action, il movimento che vede come esponente di punta l’ex consigliere comunale di Sel, Andrea Alzetta. Al momento, lo «sportello» dove vengono compilate le liste d’attesa si trova all’Esquilino, in via Santa Croce in Gerusalemme, dove durante l’ultimo Tsunami Tour il movimento ha occupato un enorme edificio al civico 59. Una delle sedi storiche però è in viale Castrense. Qui ci accoglie una ragazza, che inizia a spiegarci come funziona: «Per la casa? Ti devi fare un culo della Madonna, però almeno dopo c’hai un tetto sopra la testa. È un movimento politico, quindi devi un po’ seguire tutta una serie di cose, picchetti, manifestazioni. E se ti interessa è anche meglio, così partecipi con un’altra testa». Già perché, «alla maggior parte delle persone serve solo casa quindi non è che partecipa con voglia, ma d’altronde sennò non avresti un tetto sopra la testa». E siccome è un movimento politico, «ci sono un po’ di robe da fare, entri, occupi il palazzo che sicuramente dovrai rimettere a posto insieme a delle squadre di lavoro». Poi, a lungo termine, «sicuramente facciamo un processo per avere delle case popolari in maniera legale, iniziamo ad aprire delle trattative con il Comune e con la Regione».

Il discorso fatto dalla militante di Action ci viene confermato e integrato da un occupante di via Antonio Tempesta 262, a Tor Pignattara, sui 50 anni probabilmente mediorientale: «C’è una tessera di 10-15 euro da fare, poi un fondo cassa di 10 euro per fare qualche lavoro. I tempi? A tua fortuna: o subito, o dopo un mese, dipende». E sulla militanza non si scappa: «È normale, diventa una comunità, una cosa politica».

Molto interessanti i consigli che ci ha rivolto un operaio romeno, sui 35 anni, abusivo a via Pietro Marchisio a Cinecittà, che aveva preso molto a cuore la nostra situazione: «Se occupano una palazzina chiamano te e altre persone, dipende dalla lista e dalla zona, e se la sgomberano ti mandano subito da un’altra parte, non ti fanno stare in mezzo a una strada. Questo per sette euro al mese si può fare. L’importante è che ti presenti alle manifestazioni, ai picchetti, ai comizi dei parlamentari e dei presidenti. Poi se ogni tanto devi andare a votare per loro oppure devi andare a perdere tempo alle manifestazioni, che ti frega: tanto qual è il problema? Però c’hai la casa. Poi loro si prendono il posto in Parlamento o in Comune e tu ti prendi la casa. Tanto i parlamentari i soldi se li prendono sempre». Tutto questo, senza neanche sapere quali sono i partiti o i deputati che vengono applauditi: «Non lo so, io faccio presenza, poi che mi frega».

Il «sistema Action» sta facendo scuola a Roma. Molto diffusi sono i presidi dei Blocchi Precari Metropolitani, il cui quartier generale si trova all’ex cinema Volturno. Una delle occupazioni più in vista è quella di viale del Policlinico, dove in mancanza dei responsabili ci accolgono marito e moglie nordafricani: «Noi paghiamo solo il fondo cassa – assicurano – E rispettiamo il regolamento. Se non rispetti le regole che ti danno e ti metti a fare cose criminali come subaffitti, prostituzione, traffico di droga, prima ti menano e poi ti cacciano. Però devi andare ai picchetti: su questo non transigono. Le regole ci sono per essere rispettate». E per la casa popolare? «Noi ci speriamo, preghiamo Dio. Si vedrà».

Mentre a viale delle Province la ragazza all’ingresso, anche lei nordafricana, ci confessa: «Se sei italiano è meglio, ti aiutano di più». Poi racconta: «Noi abbiamo aspettato anche un anno per ottenere questo alloggio. Ti può capitare un appartamento, oppure un ospedale o una scuola. Bisogna fare la tessera e spiegare la situazione ai responsabili. Si paga 15 euro e poi 5-10 euro ogni tanto. Certo è una cosa lunga, ma comunque non è che ti lasciano in strada: magari ti danno un posto in qualche ospedale, per arrangiare, poi piano piano riesci a trovare l’alloggio». Quindi specifica: «Ringraziando a Dio noi qui non paghiamo acqua, non paghiamo luce, non paghiamo corrente. Queste cose non si pagano».

Andando in periferia, a San Basilio i movimenti si muovono in grande autonomia. I Bpm hanno occupato in via Tiburtina, angolo con via Tor Cervara, una palazzina appena costruita. «Ma lo sportello è in Carlo Tranfo, 36, alle case occupate – ci dice Sergio - vieni li, fai la scheda e poi ti si spiega come si fa». Poche centinaia di metri più avanti sulla Tiburtina, verso il Gra, c’è un altro presidio, che questa volta porta la sigla Ram, Rete Abitativa Metropolitana. Il quartier generale però è in viale Giorgio Morandi, a due passi dal degrado dei palazzoni Ater e delle famiglie che vivono nei garage occupati. Anche qui «basta che vai allo sportello, fai la tessera e se ti accolgono ti iscrivono alla lista d’attesa».

Vincenzo Bisbiglia


http://www.iltempo.it/cronache/2014/01/03/ecco-il-racket-della-casa-fai-la-tessera-e-vai-ai-cortei-1.1204088

 
 
 

MUNICIPIO II, DE PRIAMO-PROVENZANO (FDI): "PREFETTO SGOMBERI EDIFICIO VIA MUSA"

Post n°5 pubblicato il 08 Novembre 2013 da ccreginamargherita
 

(OMNIROMA) Roma, 08 NOV -"L'occupazione da parte di 56 persone del palazzetto storico sito in via A.Musa 10, nel Municipio II, costa alla collettività oltre 4 milioni di euro all'anno, più di 78 mila euro per ogni persona occupante, circa 214 euro al giorno per ogni occupante. Non solo è l'ennesimo caso di occupazione illegale,ma ci troviamo anche di fronte alle trattenute economiche a danno delle tasche di tutti i cittadini romani e laziali, considerato che gli indennizzi economici per i proprietari degli stabili occupati gravano sul bilancio della Regione Lazio. Riteniamo Zingaretti doppiamente responsabile della situazione esistente perché prima ha venduto gli immobili della Provincia ed ora, con i soldi della Regione Lazio, paga le occupazioni abusive operate puntualmente dai soliti noti. Ai residenti e ai romani va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, come Fratelli d'Italia chiediamo al Prefetto di sgomberare urgentemente l'edificio e di ripristinare la legalità sul territorio scrivendo la parola fine ad una situazione che non è più tollerabile". E' quanto dichiarano in una notagli esponenti di Fratelli d'Italia, Andrea De Priamo portavoce della Costituente romana, e Giovanni Provenzano esponente nel Municipio II.

 
 
 

ARTICOLO DE "IL TEMPO" 10.10.2013

Foto di ccreginamargherita

Questo articolo riporta anche le occupazioni di via A.Musa 10, via del Policlinico e Corso d'Italia... ecco dove finiscono le nostre tasse regionali e comunali...



 
Il Tempo 10.10.2013
CASE OKKUPATE, SMASCHERATA LA SANATORIA

La Regione pronta a sborsare 340 milioni di euro per legalizzare gli abusi Solo il 12% delle risorse a chi attende in graduatoria per un alloggio popolare


L’intenzione c’è. Ed è chiara e forte. La Regione targata Zingaretti sembra voler giocare tutte le carte possibili per aiutare il sindaco Marino e, quando si parla di emergenza abitativa, con i due vice alla Regione Smeriglio e in Campidoglio Nieri, di Sinistra Ecologia e Libertà, da sempre vicinissima ad Action la vicenda si fa seria. Ecco allora che una bozza di delibera dell’assessore regionale alle Politiche abitative, Fabio Refrigeri, in circolazione alla Pisana, è destinata a far discutere non poco. Si tratta di un «Piano straordinario per far fronte all’emergenza abitativa nel Lazio e un programma straordinario per Roma Capitale». Complessa la materia, che snocciola in ben 13 punti della delibera i paletti - o meglio le finestre - di un finanziamento senza precedenti che la Regione intenderebbe dare per l’emergenza casa. Il Piano prevede l’erogazione di 440 milioni di euro: 340 milioni per l’emergenza abitativa nel territorio di Roma Capitale; cento milioni di euro per l’emergenza abitativa nel territorio degli altri comuni del Lazio.

Una cifra enorme che fa rabbrividire, soprattutto per la destinazione di queste risorse. Il piano straordinario per Roma Capitale si concentra su 8.855 nuclei familiari nella città di Roma e in particolare: 3.959 in condizioni di emergenza abitativa; 3.767 in centri di assistenza alloggiativa temporanea; 1.120 in graduatoria e in attesa di assegnazione. Gli alloggi da recuperare grazie ai 340 milioni di euro della Regione, saranno destinati nelle percentuali del 45% per le situazioni di emergenza abitativa (vale a dire le occupazioni abusive degli immobili individuati nell’elenco allegato alla delibera e pubblicato qui a fianco); 45% per le famiglie nei residence e il 12% per chi è in gaduatoria. Il dubbio viene spontaneo: perché spendere 340 milioni di euro per dare casa a chi ce l’ha, ovvero a chi occupa abusivamente case altrui e riservare solo una minima parte a chi, invece, attende un alloggio vantando requisiti che forse altri non hanno? Un dubbio che diventa vero e proprio allarme se si considera che nelle premesse legislative della delibera si fa riferimento alla legge regionale 18/2000 che di fatto è stata una sanatoria per chi occupava le case senza titolo al dicembre 1999; che vi sono diversi riferimenti al recupero e all’"autorecupero" di immobili; che si ritiene opportuno procedere, tra l’altro, alla «ricognizione dell’invenduto sul libero mercato e all’acquisizione di questi alloggi a prezzi equi e calmierati da destinare a fini sociali».

In altre parole si potrebbe procedere all’acquisizione di immobili privati, occupati abusivamente e dunque con danni ingenti per il privato, che l’amministrazione potrebbe rilevare a prezzo ridotto e "consegnare" agli occupanti stessi. Una specie di sanatoria insomma da compiere, prioritariamente, sugli immobili pubblici. Al punto 12 del testo infatti si delibera «di stipulare da subito i necessari accordi con l’Ipab San Michele e l’Agenzia del Demanio per il recupero e l’utilizzo degli immobili ubicati rispettivamente a Roma nel complesso del San Michele in piazzale Tosti e dell’ex magazzino dell’Aeronautica militare in via del Porto Fluviale, per le loro caratteristiche di pronta fruibilità». In altre parole una sanatoria bella e buona.

La delibera, è bene ricordare è ancora una bozza allo studio dell’assessorato regionale. Anche se la "profezia" delle ultime righe non fa ben sperare (il Presidente pone ai voti il suesteso schema di deliberazione che risulta approvato all’unanimità), il tempo e soprattutto il modo per cambiare completamente rotta c’è. Utilizzare fondi pubblici per far credere che l’illegalità non sia tale, è una politica che il contribuente laziale, tra i più tartassati d’Italia non può sopportare.

Susanna Novelli




 
 
 

ALBERO CADE SU AUTO IN TRANSITO VICINO A VILLA TORLONIA - 08/09/2013

Post n°3 pubblicato il 20 Settembre 2013 da ccreginamargherita
 

http://www.romatoday.it/cronaca/albero-caduto-villa-torlonia.html

Paura a Villa Torlonia: pino di oltre 20 metri cade su auto in transito

Nessuna conseguenza per l'automobilista, rimasto incastrata nella macchina, e soccorso dai Vigili del Fuoco. L'albero è caduto in via Siracusa

Momenti di panico a Villa Torlonia. Un pino alto più di 20 metri, piantato all'interno del parco, è finito  in strada su un'auto in transito, in via Siracusa. L'automobilista, incastrato nella macchina, è stato soccorso - senza conseguenze - dai Vigili del fuoco per riuscire ad uscire dall'auto, con il tetto schiacciato. 

 

 

 

 

 
 
 

Immagini di ordinario degrado

Post n°2 pubblicato il 24 Luglio 2013 da ccreginamargherita
 







 
 
 
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