Creato da Eva_8 il 08/02/2007

Una mela

uno spazio per fissare miei pensieri che altrimenti volerebbero via...

 

 

sabato con il naso all'insù

Post n°569 pubblicato il 07 Giugno 2009 da Eva_8

un cielo ventoso e nuvoloso ha fatto da cornice alle esibizioni acrobatiche delle mitiche frecce. Genova si è fermata per circa mezz'ora per questo evento che festeggiava il varo delle due nuove navi crociera  della Costa. In tempi dove molti faticano ad arrivare alla fine del mese succede anche questo....

Eva

p.s. la foto l'ho scattata io...

 
 
 

a volte

Post n°568 pubblicato il 27 Maggio 2009 da Eva_8

mi capita di sentire lo scorrere dei giorni con tutte le piccole e grandi cose che ci sono da fare, come un peso tremendo. Sarà l'età, sarà questo caldo che è scoppiato di colpo, ed ecco una stanchezza difficile da combattere. Non è facile  convivere con questa "zavorra": ci provo.

Eva

 
 
 

oggi

Post n°567 pubblicato il 22 Maggio 2009 da stelladanzanteforeve

Un giorno ... leggero !

 
 
 

Auguri..

Post n°566 pubblicato il 09 Maggio 2009 da stelladanzanteforeve

Mamma Eva !

con affetto, Marie

 
 
 

Qualche giorno a Spello

Post n°565 pubblicato il 01 Maggio 2009 da Eva_8

Siamo appena tornati da un bellissimo paese umbro.

E' la seconda volta in pochi mesi che andiamo a trovare Maddalena e tutte le persone che vivono con lei o passano da casa sua.

La sua casa si chiama Casa della povera gente. In questi tempi molti sono i poveri in termini di lavoro, casa, soldi, ma anche altre povertà nascoste si accumulano su uomini e donne. Un soggiorno in questa casa non risolve con un tocco di bacchetta magica la disperazione, la depressione, lo sconforto. Ma aiuta a prendere strade diverse, a riflettere su dove stiamo andando, ad aprire i nostri orizzonti che a volte non vanno oltre la porta di casa nostra.Cinque giorni di immersione nella vita di un gruppo di persone che senza far nessun rumore si mettono a disposizione di chi ha bisogno di un letto, di una doccia, di un pasto caldo e anche di uno sguardo, un sorriso, una parola di incoraggiamento.

Solidarietà concreta che non richiede certificati o documenti.

Questo tutti i giorni dell'anno.

Maddalena, la "fondatrice" di questa casa ha una sensibilità e una tenerezza

eccezionali. 

Ora non mi sento più di criticare se per i poveri non si fa questo o quello, ora che ho visto che   come si fa a rimboccarsi le maniche in prima persona.

Metto il link della Casa, se a qualcuno venisse voglia di dare una mano o di conoscerla meglio.   

http://www.maddalenadispello.com/

Penso che nella odierna ricorrenza  questo lavoro a beneficio dei più deboli sia da  festeggiare alla grande.

Eva

 

 
 
 

Finalmente un motivo per scrivere qui..

Post n°564 pubblicato il 23 Aprile 2009 da Eva_8
 

PROVOCAZIONI Lo scrittore Jean-Louis Fournier ha scelto l'ironia per raccontare i due figli portatori di handicap. Due "spiritelli", "uccellini arruffati", li definisce nel suo libro. Un modo spiazzante di affrontare la sofferenza

di Fabio Gambaro
 
Sono fiero che siano diventati gli eroi di un libro, anche se non erano destinati a esserlo". Jean-Louis Fournier sta parlando di Mathieu e Thomas, i due figli gravemente handicappati che hanno impresso alla sua esistenza una traiettoria drammatica, trasformandola in una lunga e faticosa battaglia. Descritti come "marionette disarticolate", "uccellini arruffati", "spiritelli" con la testa "piena di paglia" e il corpo informe, i due sono gli imprevedibili e spiazzanti protagonisti di Où on va papa? (Stock), libro carico di amara e affettuosa autoironia che lo scrittore ha dedicato loro, ottenendo uno strepitoso successo. La storia infatti ha conquistato immediatamente il pubblico francese, diventando uno dei più clamorosi fenomeni editoriali degli ultimi tempi. Con quasi cinquecentomila copie vendute, il libro, che ha anche vinto il Prix Femina, è in testa alle classifiche da oltre venti settimane ed è in corso di traduzione in tutto il mondo (in Italia Dove andiamo papà?, pubblicato da Rizzoli dieci giorni fa). "Dato che la natura è stata dura con i miei figli, volevo che almeno la letteratura fosse generosa nei loro confronti", racconta Fournier, accogliendoci nella sua bella casa con giardino, nascosta in un quartiere di Parigi che sembra un villaggio di campagna. "Mathieu e Thomas non hanno avuto una vita sociale, intellettuale o affettiva. In un certo senso, ho voluto risarcirli attraverso la scrittura, facendoli conoscere agli altri. Oggi molte persone mi chiedono loro notizie. Sarà simbolico, ma è pur sempre qualcosa". In passato lo scrittore - viso da Geppetto stralunato, capelli d'argento e occhialini tondi sul naso - non aveva mai parlato dei suoi figli, forse per vergogna o perché insofferente alla compassione altrui. Un giorno però ha trovato la forza di mettersi davanti al computer per raccontare con leggerezza la loro storia tragica, il loro universo impenetrabile e la vita quotidiana che spesso si trasforma in commedia dell'assurdo. Come quando Thomas ripete centinaia di volte l'unica frase che è capace di dire. "Dove andiamo, papà?". Pagina dopo pagina, Fournier evoca le tappe della loro vita e contemporaneamente mette a nudo i propri sentimenti. Con onestà disarmante racconta i sensi di colpa e di sconfitta, l'orgoglio ferito e la sua frustrazione di padre impotente di fronte a quei due figli "non come gli altri". Insomma, una realtà triste e drammatica che però paradossalmente non dà luogo a un libro cupo o patetico. Al contrario, Où on va papà? è lieve, miracolosamente in equilibrio sul filo dell'ironia. Fournier, infatti, non sopporta le facce da funerale e preferisce il sorriso, osando l'impossibile: ridere di sé e dei propri figli: "Nella nostra società, di fronte a una disgrazia o a un problema, occorre mostrarsi tristi e disperati. Chi non lo fa, è sospettato d'essere una persona senza cuore. In realtà quando soffriamo abbiamo maggior bisogno di ridere". Soffrire, amare e scrivere Anche così si spiega il successo di un libro che "non è né triste né lacrimevole. Il lettore non vi trova nulla di ciò che normalmente si aspetterebbe da un padre che parla dei figli debilitati da un gravissimo ritardo fisico e mentale", sottolinea Fournier, le cui pagine, prive di compiacimento esibizionistico, sono a tratti esilaranti. "Chi non frequenta i portatori di handicap si sente in imbarazzo di fronte a loro e non sa come comportarsi. Non osa ridere dei loro comportamenti sorprendenti. Chi li frequenta, invece, sa che possono essere molto divertenti, anche se in maniera inconsapevole. Perché il loro è surrealismo involontario". Ma Dove andiamo papà? sembra essere riuscito a liberare i lettori da questa paura. "Le sue pagine mi hanno autorizzato a ridere delle mie disgrazie", gli ha scritto senza tanti giri di parole una lettrice nella stessa situazione. Senza dimenticare che proprio l'approccio ironico spinge il lettore a guardare con altri occhi i portatori di handicap e più in generale i deboli e i diversi, invitandolo a riflettere sulla loro condizione emarginata all'interno di una società ossessionata dal culto della performance. E che avesse centrato l'obiettivo, Fournier se n'è reso conto quando ha presentato il volume ai librai. All'inizio se ne stavano zitti e seri, ma poi, vedendo che lo scrittore si prendeva gioco di sé e dei suoi drammi, hanno iniziato a sorridere. "Si sono resi conto che potevano ridere, senza che ciò significasse mortificare i miei figli. Come ho fatto io tante volte; di fronte alle loro stravaganze mi è capitato spesso di scoppiare a ridere, ma non certo per umiliarli. Al contrario, era un modo d'essere vicino a loro. Una forma di tenerezza. Ridere è una cosa bellissima e importante". A Fournier è sempre piaciuto ridere e scherzare. Soprattutto delle cose serie e delle sfortune che gli sono capitate nella vita. Prima dell'enorme successo di Où on va papa?, aveva avuto una lunga carriera di regista e documentarista per la televisione, a cui ha affiancato la produzione di cartoni animati e soprattutto la pubblicazione di libri sempre caratterizzati da una pungente ironia. Il primo, una ventina d'anni fa, fu una grammatica impertinente per "far ridere gli studenti che da sempre soffrono di fronte alle regole della lingua". Da allora ne sono seguiti altri, quasi tutti improntati allo stesso principio dissacrante. Come ha scritto il Nouvel Observateur, Fournier "appartiene alla famiglia dei melanconici allegri e degli adepti dell'humour nero". Ha dissacrato l'aritmetica, la vecchiaia e le regole della buona educazione, affrontando anche temi più personali e drammatici, fin dal libro nel quale ha raccontato in maniera impertinente il dramma di suo padre alcolizzato. "In fondo, ho scritto tutti i miei libri solo per prepararmi a Dove andiamo papà?", confessa oggi. "Avevo bisogno di affinare lo stile ironico e autoironico che mi ha permesso di affrontare il dramma di Mathieu e Thomas". Oggi Mathieu non c'è più, è morto durante un'operazione delicata. Thomas, che ormai ha quarant'anni, vive invece in un centro specializzato. Dopo di loro, Fournier ha avuto una terza figlia che gode di ottima salute. E a poco a poco la sua vita è diventata più tranquilla. "Avere due figli handicappati a due anni di distanza l'uno dall'altro è come vivere due volte un terremoto. Per anni ho passato quasi tutto il mio tempo a risolvere un'infinità di problemi materiali, organizzativi ed economici. Non avevo il tempo per scrivere e nemmeno ci pensavo. E poi, se all'epoca avessi scritto un libro, sarebbe stato un libro terribile, nel quale avrei maledetto i miei figli e rimproverato loro di aver distrutto la mia vita". Per rievocare il suo dramma, ha dovuto lasciar passare gli anni e prendere le distanze. "Non volevo essere patetico, ma nemmeno apparire cinico. Scrivendo ho scoperto quanto ero attaccato a Mathieu e Thomas, quanto li amavo e quanto mi hanno dato con la loro umanità così diversa da quella cui siamo abituati. Ho capito che l'ironia era un modo per nascondere il mio dolore. In realtà, più che dei miei figli, mi prendo gioco delle mie reazioni e delle mie emozioni". Debolezze e superuomini Il successo del libro ha proiettato Fournier sulla scena pubblica. Oltre che nelle librerie, oggi viene invitato in ospedali e centri specializzati. Inviti a cui però spesso si sottrae, rifiutando il ruolo dell'esperto. "Non mi sono interessato dell'handicap. È l'handicap che si è interessato a me", dice sorridendo, aggiungendo che vorrebbe soltanto contribuire a cambiare lo sguardo della società sui portatori di handicap. "Queste persone diverse dalle altre svolgono un ruolo sociale e ricordano alla società che non esistono solo i superuomini. Se così fosse, sarebbe una società intollerabile", ammonisce. E conclude: "I portatori di handicap ci ricordano che esistono debolezze che domandano solidarietà, che i forti devono preoccuparsi dei più deboli, perché non tutti possono essere vincitori e primi della classe". (Da La Repubblica delle donne)
Ecco una persona che ha impostato il suo rapporto con i figli come me.
Ed ha avuto l'ottima idea e la capacità di tirarci fuori un libro.
Anche io ho affrontato la vita diversa di Lalla con molta ironia. Ridere e sorridere per sdrammatizzare o semplicemente perchè si scaricano delle tensioni che accumuliamo in tante situazioni che ci fanno soffrire, è un modo positivo di stare con i figli, senza disperarsi o colpevolizzarsi anche se come dice l'autore si ironizza per nascondere il dolore.
Probabilmente col passare del tempo ci si rende conto che il figlio disabile ci aiuta a reimpostare le nostre scale dei valori. Tutti i nostri progetti saltano, niente è uguale a prima e si va avanti  in continuo adattamento.
Pensavo al titolo che avrei potuto dare al mio libro:   "Prrrrrrrrrrrrrrrrrr!" è la pernacchia che Lalla fa per esprimere parere negativo o anche per prenderci decisamente per i fondelli quando le stiamo intorno e le facciamo domande che la scocciano.
Anche Lalla  si rivolge a noi con ironia e credo che questa sia una bella compensazione, per lei che si toglie lo sfizio di mandarci a quel paese quando vuole e per noi che quando scherziamo sappiamo che saremo facilmente corrisposti.
Leggerò quanto prima questo libro, vorrei che lo facessero in tanti come sta succedendo in francia. Si parla tanto di barriere, si insiste su quelle culturali, ma qui da noi sono grandi pure quelle architettoniche. Una risata servirà ad abbattere il muro del pietismo e della paura?
Eva                      
                         Lalla che ride
 
      Come si fa a non essere fieri di una risata come questa? 
 
 
 
 

Ricominciamo

Post n°563 pubblicato il 14 Aprile 2009 da Eva_8
 

       

E' un pensiero di molti in questi giorni.

E speriamo che questa ricostruzione di case possa un poco ricolmare 

quelle distruzioni interiori che hanno accompagnato questo terremoto.

Il nostro cuore è con voi amici dell'abruzzo e non vi lascerà.

Eva

 
 
 

Giorno di lutto

Post n°562 pubblicato il 10 Aprile 2009 da Eva_8

 Prego per voi e con voi.

 Eva

 
 
 

Cosa succede?

Post n°561 pubblicato il 09 Aprile 2009 da Eva_8

Da ieri  miei post spariscono quando cerco di inviarli ad altri blog.

Potete aiutarmi?

Grazie.

Eva

 
 
 

Terremoto

Post n°560 pubblicato il 07 Aprile 2009 da Eva_8

Un quotidiano stamattina ha titolato Siamo tutti abruzzesi.

Davvero in questi momenti ci sentiamo vicini alle sofferenze di queste persone

abbiamo spesso la tv accesa con la speranza che qualche corpo vivo possa

uscire dall'ammasso mortale di detriti.

Ieri sera alle 23 in parecchi paesi non erano ancora arrivate tende.

Certamente la macchina dei soccorsi deve seguire degli iter coordinati, ma

 è triste, troppo triste, pensare alla notte imminente e a quei sopravissuti stremati

che non potevano trovare un posto dove cercare di riposare, perchè dormire sarà  

difficile per un po'.

Non lasciamoli soli, ci chiedono, speriamo  di non deluderli, speriamo di riuscire a far sentire il nostro sostegno con il cuore e con i fatti.

E' il minimo che possiamo fare noi che vediamo dalle nostre case confortevoli, come in un film quello che stanno passando loro.

Eva

      foto dalla

         (foto da "La Stampa")

 
 
 

Domenica delle Palme, tradizioni

Post n°559 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Eva_8
 

Il prossimo 5 aprile, in occasione della Domenica delle Palme, si rinnoverà l’antica tradizione di Capitan Bresca e dei “Parmureli”, le composizioni di foglie di palma intrecciate di Bordighera e Sanremo, che verranno donate al Papa e a Cardinali e Vescovi per la Funzione Religiosa. Nell’imminenza dei festeggiamenti per la Domenica delle Palme (domenica 5 aprile) verrà presentato il tradizionale privilegio riservato dal 1586 agli eredi di Capitan Bresca: i Parmureli di Bordighera e Sanremo, che verranno donati al Papa, Cardinali e Vescovi, grazie al Consorzio Il Cammino e al Centro Studi e Ricerche per le Palme, con la compartecipazione della Regione Liguria, della Provincia di Imperia, dei Comuni di Bordighera (Città delle Palme) e Sanremo (Città dei Fiori), e sotto gli auspici della Fondazione Bambino Gesù.
Le composizioni di palme intrecciate sono dono di due delle più importanti città rivierasche, Sanremo e Bordighera, unite nel corso dei secoli nella perpetuazione di questa tradizione. Anche quest’anno i parmureli saranno benedetti prima della celebrazione della Santa Messa della Domenica delle Palme. Saranno alti 1,5 m. gli oltre 150 parmureli preparati per farne regalo ai Cardinali e ai Vescovi, mentre uno di dimensioni ancor più notevoli sarà donato al Santo Padre. Il parmurelo destinato a Benedetto XVI supererà i 3 m. d’altezza e per realizzarlo due persone lavoreranno per 3 giorni, piegando con cura e maestria le foglie di palma, senza mai utilizzare, così come vuole la tradizione, alcun punto metallico.
I parmureli, con una storia antica, sono conosciuti in tutto il mondo
Quello di portare in Vaticano i parmureli della Riviera dei Fiori in occasione della Domenica delle Palme è un antico privilegio che risale al 1586, quando Papa Sisto V decise di ringraziare in questo modo il sanremese Capitan Bresca. La tradizione racconta che col provvidenziale grido "Aiga ae corde!" (Acqua alle corde) Bresca interruppe il silenzio imposto durante l’elevazione dell’obelisco in Piazza San Pietro: lo slancio del sanremese scongiurò l’eccessivo surriscaldamento delle gomene usate per issare il monolite, evitando così una strage di fedeli accorsi per l’occasione.
Quello per la Domenica delle Palme rappresenta un grosso impegno, ma anche un appuntamento importante per l’energia positiva che anima le attività in onore della ricorrenza: “Siamo contenti, ha sottolineato Claudio Littardi, Presidente del Centro Studi e Ricerche per le Palme, che questa tradizione legata al mito di Capitan Bresca si ripeta come un evento culturale particolarmente prestigioso per il nostro territorio. Questa iniziativa è molto importante anche per la conservazione della tradizione dell’arte dell’intreccio”.
I Parmureli: una tradizione che lega ancor di più Riviera di ponente e Vaticano
L’usanza dei fedeli di ornare le Chiese con foglie di palma e innalzarle durante il solenne momento della benedizione nella cerimonia religiosa della Domenica che precede le solennità della Pasqua risale alle più remote tradizioni della Cristianità. Nella Domenica delle Palme si ricorda l'ingresso trionfale di Gesù nella città di Gerusalemme, sei giorni prima della sua passione: il suo ingresso nella città fu accolto da una folla di gente semplice e di fanciulli, che salutavano il suo passaggio con in mano palme e ulivi in segno di gioia e pace.
Le palme della Riviera dei Fiori (ancora oggi a Bordighera c’è il palmeto più settentrionale d’Europa) divennero protagoniste della Domenica delle Palme grazie allo slancio sincero del Capitano Bresca, presente in Vaticano il giorno in cui vi venne eretto l’obelisco più famoso di Roma Antica, e che consentì di evitare una strage di fedeli, accorsi per l’occasione.
I fatti si riferiscono al 1586, anno in cui, per volere di Papa Sisto V, l'architetto Domenico Fontana collocò in Piazza San Pietro il gigantesco obelisco egizio trasportato a Roma da Caligola nel 39 d.C. Operazione ardita: l'obelisco, che ancor oggi fa bella mostra di sé nel centro della suggestiva piazza, è alto 26 metri e pesa 350 tonnellate. Per l’operazione vennero impiegati, pare, novecento operai, centoquaranta cavalli e quarantaquattro argani.
Il 10 settembre, al momento di issare definitivamente l’obelisco, così come da espressa disposizione del Santo Padre, chiunque avesse osato proferir verbo durante la delicata e rischiosa operazione sarebbe stato condannato alla pena di morte. A un certo punto, però, l’obelisco vacillò pericolosamente – le funi con cui si stava sollevando l’enorme scultura monolitica erano prossime al punto di rottura – e il capitano sanremasco Bresca, incurante della pena di morte certa che l’avrebbe colpito gridò: "Aiga ae corde!" (Acqua alle corde). L’imperioso consiglio del marinaio ligure venne subito accolto dagli ingegneri del Vaticano, e si evitò così il surriscaldamento delle gomene che sostenevano l’obelisco, consentendo di portare a buon fine l’impresa.
Il Papa non punì l’audace capitano Bresca, anzi volle compensarlo accordando a lui e alla sua discendenza il privilegio di poter inviare a Roma i “parmureli” necessari per le feste pasquali in San Pietro.
Da allora, da oltre quattro secoli, le città di Sanremo e Bordighera hanno legato il loro nome alla tradizionale cerimonia della benedizione delle palme, per la domenica che precede la Santa Pasqua.
L’importanza e la considerazione che il Vaticano riservava a questo privilegio assunse anche connotati curiosi. Quando le fronde di palma giungevano a Roma via mare, l’imbarcazione che le trasportava, giunta alla foce del Tevere, innalzava un “parmorelo” sul suo albero maestro. Questa “bandiera” dava alla barca ligure il diritto di precedenza su tutte le altre imbarcazioni, consentendo alle foglie di palma rivierasche di raggiungere il più celermente possibile il Vaticano.

(da Diocesi Riviera24)

Eva

 
 
 

Troppa posta...!

Post n°558 pubblicato il 31 Marzo 2009 da Eva_8

In Spagna pare che i pc stiano per scoppiare,

troppa posta conservata sui pc, dicono i giornali.

Trecentocinquantamilioni di mail al giorno...!

In effetti riceviamo tantissimi messaggi di nessuna utilità che rimangono

a intasare le nostre caselle.

Conviene aprofittare della primavera per dare una bella ripulita anche on line.

Eva

 
 
 

Una canzone per... TE.

Post n°557 pubblicato il 25 Marzo 2009 da Eva_8
 

                                       

24 Marzo 1973

Ieri abbiamo raggiunto i traguardo dei 36 anni di vita insieme.

Come dice anche  la canzone non si è trattato di una favola, in certi

periodi sembrava  un corsa ad ostacoli.

E ora che il passo si è fatto meno veloce possiamo permetterci di

pensare un po' a noi.

Grazie  Edo, perche' ci sei.

Eva

 

 
 
 

Papy

Post n°556 pubblicato il 19 Marzo 2009 da Eva_8
 

Quando arrivavo con un pacchettino per la tua festa

qualsiasi cosa fosse tu eri meravigliato e felice....

E' il primo anno che dovrai accontentarti di un regalino virtuale...

ma so che sorriderai contento.

In questa foto cominciavo a balbettare pa pà e  tu eri orgoglioso mentre  

prevenivi le mie facili cadute accogliendomi tra le tue braccia forti.

Sono i primi ricordi che ho di te, il  mio grande papà.

Oggi penserò a quei  momenti, scritti nel mio cuore.

Un bacione su su nel cielo per te.             

 

 

 
 
 

Ancora uno scandalo ... fondazione truffaldina

Post n°555 pubblicato il 18 Marzo 2009 da Eva_8
 

17 marzo, 2009 

Cosenza, sgomberato con tensioni l’istituto dei pazienti scomparsi - Dopo le prime difficoltà, l’operazione, richiesta dalla Procura di Paola, è iniziata - Blitz all’alba degli uomini delle forze dell’ordine al “Papa Giovanni XXIII

SERRA D’AIELLO (CS) - Sgomberato, dopo qualche ora di tensione, l’istituto per anziani e disabili “Papa Giovanni XXIII” di Serra d’Aiello in provincia di Cosenza, sotto inchiesta per la cattiva gestione, ma anche per il giallo (denunciato da Repubblica) di una dozzina di degenti scomparsi che hanno portato la Procura di Paola a ipotizzare accuse di omicidio.

Un centinaio di uomini delle forze dell’ordine dalle 4 del mattino si sono radunati davanti ai cancelli della struttura gestita dall’arciodiocesi di Cosenza e diretta per lungo da don Alfredo Liberto, arrestato dagli uomini della Guardia di finanza un paio di anni fa.

Le operazioni sono state rese più difficili da un’iniziale “resistenza” con barricate di cassonetti opposta da una cinquantina di dipendenti che temono di perdere il posto di lavoro a causa dello scandalo che sta travolgendo l’istituto. Poi, però, la situazione si è calmata ed è iniziato lo sgombero dei circa trecento degenti.

Il provvedimento di sgombero è stato adottato, secondo quanto riferito dalla Procura di Paola, a causa dell’ impossibilità di mantenere la gestione della struttura, di proprietà di una fondazione che fa capo alla Curia arcivescovile di Cosenza, per la mancata fornitura di generi alimentari e attrezzature sanitarie per la forte esposizione debitoria nella gestione. Sullo sfondo, si diceva, i pazienti scomparsi per alcuni dei quali si è ipotizzato l’omicidio.

ANNA MARIA DE LUCA

repubblica.it

 

L'ennesima truffa ai danni di persone incapaci.

Non ci sono parole per commentare.

Oltre al disastro finanziario, la  scomparsa di pazienti dal centro è

allucinante...

Ma come è possbile che non si trovi più una persona che non è in grado di gestirsi?

Che vergogna!

I familiari stanno telefonando a "chi l'ha visto" per sapere dove si trovano

i loro parenti dopo lo sgombero.

Ecco la civiltà del nostro paese si può misurare anche da questi fatti.

Eva

 

 

 

 
 
 

Una poesia in genovese

Post n°554 pubblicato il 16 Marzo 2009 da Eva_8

 

Appena a me desciu

 

 

(dal web)

 

U cantu di oxelli
l’è cume de gusse
che-i ciêuve da l’ötu
de una funtòna.

In cantu d’oxelli
che-u vegne da-u verde
de ciante in risveggiu,
da-u çê celestìn.

Oh! Canto d’oxelli,
recami de frescu,
appena me desciu
de tì a me vestu,
de tì mi incuraggiu
 Traduzione in italiano

Appena sveglio

Un canto di uccelli
è come goccie
che piovono dall’alto
di una fontana.

Un canto di uccelli
che viene dal verde
delle piante in risveglio
e dal cielo celeste.

Oh! Canto di uccelli
ricami di frescura
appena mi sveglio
di te mi vesto
da te prendo coraggio.

 

 


 
 
 

TEMPO DI POTATURE

Post n°553 pubblicato il 14 Marzo 2009 da Eva_8

In questi giorni nei giardini sottocasa si lavora parecchio.

In particolare hanno potato diversi alberi

che avevano raggiunto altezze notevoli

e con le nevicate potevano diventare pericolosi.

Ieri siamo andati a vedere anche il nostro melo,

in campagna,che avevamo fatto potare il mese scorso.

Fa parecchio freddo, la neve è sulle cime piu alte

e ancora non si vedono le gemme

ma tra non molto spunteranno.

I tagli a volte sono indispensabili, anche se drastici,

e mi sono venute in mente

le potature nella vita, ugualmente difficili da fare, ma inevitabili.

 

 

 
 
 

Goccediacqua

Post n°552 pubblicato il 11 Marzo 2009 da Eva_8
 

Vorrei esprimere  solidarietà alla Mamma di Sasi, in molti qui su Libero la

conosciamo.

Ho letto nel suo blog che sta per essere licenziata dalla sua azienda provocata dalla

sua  scarsa produttività.

Tutto questo per aver usufruito con pieno diritto della legge 104.

Goccediacqua è una supermamma. si sta attivando per trovare risposte nelle sedi

competenti e noi cosa possiamo fare per lei?

Chiediamocelo insieme, perchè questo è un fatto gravissimo che avrebbe potuto

capitare  ad ognuno di noi..

Per saperne di più cliccare QUI

Eva

 
 
 

Sfida

Post n°551 pubblicato il 10 Marzo 2009 da Eva_8

                                

  

Come alla spiaggia ciottolosa le onde,

i nostri istanti alla fine s’affrettano;

ciascuno subentrando al precedente,

tutti avanti s’accalcano affannosi.

Nel mare della luce entra la nascita,

verso maturità; incoronata,

sinistre eclissi insidiano la gloria,

e distrugge ora il Tempo ciò che ha dato.

Il fior di gioventù trafigge il Tempo,

e solchi scava in fronte alla beltà,

le rarità di natura divora,

e nulla c’è che sfugga alla sua falce.

Ma sfida il Tempo e la cruda sua mano

il mio verso, il valore tuo lodando.

(dai sonetti di Shakespeare)

Leggere questi versi vicino al mare 

al sole,

e pensare  che sono sempre attualissimi,

La sfida del tempo è inesorabile, eppure a volte

ci sembra cosi lento...

Eva

 
 
 

8 marzo..

Post n°550 pubblicato il 08 Marzo 2009 da stelladanzanteforeve

Auguri per una grande Donna...

 
 
 

 
Citazioni nei Blog Amici: 31
 

 

GIOCO NARRATIVO

 dal Blog di          Writer

io partecipo con questo racconto

gli altri racconti

 

NEVE MARINA

  neve

 

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LA PRINCIPESSA DELLE STELLE

L'ho scritta pensando a Franci e ai suoi splendidi genitori...

      

Su nel cielo blu cobalto

c' è una luce lassù in alto,

la cerchiam tutte le sere

su venitela a vedere!

Vola e accende le stelline

tremolanti e birichine.

Non si stanca, non si ferma

finchè tutto il paradiso

non  risplende del suo viso. 

Principessa scendi giu!

qui nei nostri cuori vuoti,

sentiremo quel calore

che tu hai dato agli astri in cielo,

e vedremo il tuo sorriso

che ci dice ogni momento:

Non temere, non sei solo

sotto al grande firmamento…..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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PER NON DIMENTICARE CARMELA

 

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