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Attività del Centro di Documentazione sul Territorio e la Cultura locale di Alesso di Trasaghis (UD)

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Immagini dall'occupazione cosacca nel Comune di Trasaghis in mostra a Firenze

Post n°180 pubblicato il 18 Gennaio 2014 da centro_doc_alesso
 
Foto di centro_doc_alesso

Fino al 19 gennaio a  Firenze, al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina di  Palazzo Strozzi,  è aperta la mostra 

TERRITORI INSTABILI | CONFINI E IDENTITÀ NELL’ARTE CONTEMPORANEA, a cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori.

La mostra offre un percorso che porta a interrogarsi su quanto realmente i territori si stiano unendo tra loro o allontanandosi sempre più. Dieci artisti contemporanei provenienti da paesi diversi  propongono un iter espositivo complesso, fisico, ma anche esistenziale, presentando i loro personali punti di vista.

 

Tra le diverse opere esposte si parla anche di Trasaghis e della Valle del Lago, con le proposte di "The Cool Couple" (Niccolò Benetton e Simone Santilli) che raccontano la storia della presenza della comunità cosacca nel 1944-45 in Friuli Venezia Giulia, e come è mutato il territorio in seguito a questi eventi.

Santilli e Benetton  sono venuti nel Comune di Trasaghis, hanno visitato il Centro di Documentazione, hanno fotografato le icone cosacche conservate nella chiesa di Alesso e diversi luoghi che hanno visto  l'insediamento cosacco durante la seconda guerra mondiale.

 

L’opera del duo italiano "The Cool Couple" costituito da Simone Santilli e Niccolò Benetton affronta un evento storico risalente agli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale in Carnia, regione periferica del Friuli Venezia Giulia che tra l’ottobre 1944 e l’aprile 1945 fu invasa e occupata da oltre ventimila cosacchi alleati con i nazisti, trasformando quest’area nella cosiddetta Kazackaja Zemlja (terra cosacca in Nord Italia). Vicenda marginale e poco nota tra le grandi tragedie del conflitto, questa storia ha permesso agli artisti di affrontare tematiche come il concetto di nazione, l’incontro-scontro tra diverse etnie e culture, l’idea di narrazione della storia, la persistenza della memoria.

Da una parte i due artisti italiani hanno svolto un’approfondita ricerca delle fonti, attraverso il recupero e lo studio di materiali d’archivio e di testimonianze dirette sul campo. Dall’altro lato, queste tracce della storia e della memoria sono state rielaborate attraverso il mezzo fotografico che, come riferiscono gli stessi autori, costituisce “un vero e proprio atteggiamento che altera e amplia lo spettro di possibilità̀ di approccio con l’archivio, il racconto e la descrizione". La memoria degli eventi si trasforma in ricostruzione, e soprattutto narrazione, che tiene conto della realtà ma anche delle sue proiezioni e rimozioni.

 

Così, nella rielaborazione artistica, sono stati esposti a Firenze immagini del ponte di Braulins (il confine attraversato dai cosacchi al momento dell’invasione), oggetti di vita quotidiana (stivali e sella,  dettagli della cappa di fuliggine del fogolar  della locanda Stella d’Oro di Villa di Verzegnis, allora residenza dell’atamano Krasnov), fotografie dell'epoca ed anche una copia del volume "Memorie di un esodo" edito dal Comune di Trasaghis e dal Centro di Documentazione nel 2003.

 
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