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Attività del Centro di Documentazione sul Territorio e la Cultura locale di Alesso di Trasaghis (UD)

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31-10-17, cent'anni fa la Grande Guerra in Val del Lago

Post n°224 pubblicato il 31 Ottobre 2017 da centro_doc_alesso
 

 

31 OTTOBRE 1917

 

Sul forte di Monte Festa

 

Migliorate le condizioni atmosferiche, il forte rettifica i suoi tiri. Le comunicazioni coi comadi di fondovalle sono difficili perché mancano le linee telefoniche dirette . si sostituiscono cogli eliografi, i quali però consentono di corrispondere soltanto con atmosfera esente da nebbia. In mancanza di telefono e di eliografo le comunicazioni si eseguiscono lentamente a mezzo staffette. I tiri vengono alternati con le tre batterie da 149A, 149G, e da 75A per modo che ognuna aggiusti il proprio tiro su tutti gli obiettivi più importanti. I presidio del forte è tuttora all'oscuro circa i movimenti delle truppe operanti al di là della propria zona di diretta osservazione.

 

Ad Avasinis era sempre senza esito l’ordine di sfollamento: il sacerdote rinunciò a informare la popolazione della direttiva:

 

Ritorno dal comandante e dichiaro che non intendo proseguire, che il popolo mi risponde picche (offendendomi). Allora si manda un altro, il Tinela (Assessore). Sorte uguale.

 

A Somplago iniziò un esodo non certo organizzato ma dettato dal diffondersi di notizie incontrollate:

 

Verso la fine d'ottobre, incominciarono a vedere i primi soldati sbandati, sporchi e affamati che fuggivano dal fronte. Solo una cosa chiedevano: qualcosa da mangiare. Mai, nonostante la miseria, i nostri paesani negarono un pezzo di pane o una fetta di polenta1 Forse il nostro paese non sarebbe stato abbandonato, se non fosse accaduto un fatto tipico dei giorni di guerra Un tenente italiano, incontrato da alcuni nostri paesani, disse loro di fuggire, perché i Tedeschi uccidevano tutti coloro che incontravano sulla loro strada La notizia si diffuse fulmi­neamente.

 

Le donne spaventate, posero nelle gerle poche cose e, con tutti i familiari abbandonarono piangendo le proprie case. Prima di scappare gli abitanti avevano liberato le mucche, lasciandole pascolare nei prati.

 

Avevano cercato di nascondere alla meglio il raccolto, la biancheria e le poche misere cose di cui erano padroni Ormai le strade erano intasate di civili e soldati, cavalli, carri e qualche camion militare.

 

A Somplago rimasero pochi abitanti: tutti gli altri fuggirono verso Alesso diretti a S. Francesco, nella Val Arzino. (Il nestri pais n. 18, dicembre 1987)

 
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