Creato da regina_crimilde il 25/10/2005

C'era una volta...

le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

 

 

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Nel folto del bosco

Post n°84 pubblicato il 23 Settembre 2006 da regina_crimilde
 

Il bosco, il suo folto buio verde, è una delle ricorrenze più frequenti della fiaba.
Quasi un protagonista esso stesso: di solito minaccioso e oscuro, a volte provvidenziale e accogliente.

Hansel e Gretel abbandonati nel bosco dalla fame dei genitori snaturati, vi trovano la rapitrice di bambini, la strega malvagia; ma anche la casetta di marzapane, massimo dei loro desideri.

Cappuccetto Rosso entra in un bosco solo vagamente familiare, per trovarvi il maggiore dei pericoli possibili, il lupo seduttore.

Un bosco intricato sorge a difendere il sonno di Rosaspina, bella addormentata, ma anche ad ostacolare il principe che la potrebbe risvegliare, se solo l'intrico del bosco non gli impedisse di raggiungerla.

Nel bosco Biancaneve potrebbe trovare la morte per mano del guardacaccia, ma trova anche riparo all'inseguimento da parte delle perfida matrigna, nella casetta dei Sette Nani.

Nel bosco si perdono Pollicino e i suoi fratelli, si ritrovano e si perdono di nuovo.

Di cosa è dunque metafora il bosco?

Le interpretazioni sono le più svariate: metafora della vita e delle sue contraddizioni; metafora della morte che tutti, fin dalla nascita, sappiamo di dover incontrare e le cui spire avvolgenti temiamo; metafora delal crescita umana, della trasformazione da bambino a uomo, che non è indolore né leggera, ma turba profondamente e fa spesso paura per l'ignoto che reca in sé; metafora delle prove di cui, come in una corsa ad ostacoli, la vita è costellata; metafora della mente che partorisce mostri; metafora del nostro io interiore che ospita i fantasmi della mente e le paure inconsce più profonde.


“Non esiste quasi fiaba che non tratti della paura e, considerato che le fiabe offrono sempre una soluzione evolutiva a problemi che sono tipicamente umani, occorre ricordare che ogni evoluzione è legata alla paura e al suo superamento” (Verena Kast)


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Commenti al Post:
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 23/09/06 alle 16:55 via WEB
Pure tu hai cambiato vestito! complimenti! metafora della paura degli altri, di non essere accettati per cio' che si è... piccoli, indifesi, magari non coraggiosi...
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 23/09/06 alle 17:13 via WEB
anche io, sì. preda della voglia di nuovo.:) e tu, Marion? niente?
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 26/09/06 alle 17:11 via WEB
mi affeziono anche alle stupidaggini, è successo anche con quello skin figurati; ma non è mai detto :)))
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 24/09/06 alle 16:54 via WEB
Il grande bosco è uno degli archetipi fondamentali di Jung, che legge nelle favole, come anche nei sogni, la necessità dell'inconscio e della coscienza di cooperare. Il bosco come paradigma della violenza della vita e del bisogno di superare l’iniziazione per dimostrare di essere uomini capaci di dominarla, come nell’intepretazione di Hansel e Gretel che ne da Hedwing von Beit, ed ancora è lo strumento per risvegliare l'anima alla vita, in un mondo moderno che non ne permette più di esprimere se stessi, secondo la visione esoterica del tutto originale di Steiner. Interessante notare che anche nelle iniziazioni militari, come ad esempio il corso ufficiali, rimane la prova di sopravvivenza da superare nel bosco, un passo indispensabile per diventare “un uomo completo”; e oggi siamo arrivati all’Isola del Famosi.
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 30/09/06 alle 12:34 via WEB
vediamo se dopo lo specchio, inauguriamo anche una serie di riflessioni sul bosco. ci sono innumerevoli varianti, in effetti.
 
fantastica9
fantastica9 il 24/09/06 alle 17:01 via WEB
Complimenti hai proprio un bel blog...è poi le fovole sono la mia passione...sere77
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 30/09/06 alle 12:45 via WEB
grazie.
 
annisexanta
annisexanta il 24/09/06 alle 18:40 via WEB
Conta anche l'imboscamento lavorativo? ;-)....Bel bosc,oppss post :-)
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 30/09/06 alle 12:46 via WEB
ma che dici? conta sì: imboscarsi è nascondersi
 
UltimoBalabu
UltimoBalabu il 27/09/06 alle 00:18 via WEB
All'epoca d'oro delle favole dei Grimm e company il bosco era senz'altro un luogo ancora molto misterioso, poco esplorato, covo di briganti e di animali feroci... Ma al giorno d'oggi qual è il nostro 'bosco'?
A Bayreuth il regista Dorst nella nuova edizione del Ring di quest'anno ha rappresentato il bosco dove si trova il drago Fafner con alberi di cui è rimasto solo il tronco e inframezzati da colonne che sostengono una superstrada in costruzione...
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 30/09/06 alle 12:52 via WEB
la città, certamente. lo era anche negli anni Sessanta. lo era già, voglio dire. ti ricordi di Marcovaldo che cerca la natura in città?
 
   
UltimoBalabu
UltimoBalabu il 02/10/06 alle 00:17 via WEB
:) Sì sì Marcovaldo lo ricordo benissimo!!!! :) Cercava il bosco naturale in un bosco di mattoni creato dall'uomo. :)
 
zeubunga
zeubunga il 27/09/06 alle 16:58 via WEB
vieni a partecipare al concorso sul mio blog?
 
vita1954c
vita1954c il 30/09/06 alle 01:29 via WEB
Adoro i boschi, secondo te può esserci qualche nesso.....un abbraccio. Carla
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 30/09/06 alle 12:53 via WEB
siamo alla ricerca della nostra essenza più vera. probabilmente (oppure siamo solo soffocati dal presente). come diceva un vecchio personaggio televisivo: "Ah, saperlo!". ^__^
 
ex_pre
ex_pre il 05/10/06 alle 00:22 via WEB
Un piccolo contributo al dibattito.
Gli elementi del bosco immaginario sono riferiti alla sicurezza, alla sfida:
oscurità, penombra dovuta al fogliame. A volte è aumentata anche dall'elemento notte. Da una parte evoca sentimenti di paura, a causa di insidie che non si fanno notare facilmente, che non è possibile evitare con sicurezza,le nostre capacità a difenderci sono diminuite. Dall'altra può evocare intimità, interiorità e protezione, nascondiglio, una sorta di utero.
Strada: cammino, sicurezza di un sentiero battuto da coloro che sono già passati di li. Direzione sicura verso una meta. La perdita della strada è perdita di sicurezze ed apertura all'ignoto, inquietudine ma anche apertura a nuove opportunità, sfida, rischio e vittoria. Ricerca di nuove soluzioni. Ciao Regina :)
 
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 07/10/06 alle 12:18 via WEB
ciao e-pre. e grazie. un bel contributo. penso che varrà la pena approfondire l'esplorazione del bosco.:)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
soma online il 20/03/09 alle 01:05 via WEB
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