Creato da sole.cp3 il 25/01/2010
 

MEDITIAMO

L’IMITAZIONE DI CRISTO Presentazione Ci sono bevande che si bevono, altre che si sorseggiano. Ci sono libri che si leggono, altri che si meditano. L’imitazione di Cristo, un piccolo gioiello di teologia ascetica e mistica del tardo Medio Evo, non è da leggere, ma da meditare e sorseggiare. Se si accetta così, può cambiare radicalmente la vita di una persona. Maturato in ambiente monastico, di questo ambiente conserva la fragranza e forse anche certi limiti: tratta della perfezione della vita cristiana.

 

 

I nostri desideri

Post n°11 pubblicato il 10 Maggio 2014 da sole.cp3
 

Capitolo 8

OBBEDIENZA E SOTTOMISSIONE 

   1.     Stare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di sé è cosa grande e valida. E' molto più sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Ci sono molti che stanno sottomessi per forza, più che per amore: da ciò traggono sofferenza, e facilmente se ne lamentano; essi non giungono a libertà di spirito, se la loro sottomissione non viene dal profondo del cuore e non ha radice in Dio. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore. Andar sognando luoghi diversi, e passare dall'uno all'altro, è stato per molti un inganno.  

2.     Certamente ciascuno preferisce agire a suo talento, ed è maggiormente portato verso chi gli dà ragione. Ma, se Dio è dentro di noi, dobbiamo pur talvolta lasciar perdere i nostri desideri, per amore della pace. C'è persona così sapiente che possa conoscere pienamente ogni cosa? Perciò non devi avere troppa fiducia nelle tue impressioni; devi ascoltare volentieri anche il parere degli altri. Anche se la tua idea era giusta, ma la abbandoni per amore di Dio seguendo quella di altri, da ciò trarrai molto profitto. Stare ad ascoltare ed accettare un consiglio - come spesso ho sentito dire - è cosa più sicura che dare consigli. Può anche accadere che l'idea di uno sia buona; ma è sempre segno di superbia e di pertinacia non volersi arrendere agli altri, quando la ragionevolezza o l'evidenza lo esigano.

 

 

 
 
 

L'Imitazione di Cristo C 8°

Post n°10 pubblicato il 02 Dicembre 2012 da sole.cp3
 

EVITARE L'ECCESSIVA FAMILIARITA'

"Non aprire il tuo cuore al primo che capita" (Sir 8,22); i tuoi problemi, trattali invece con chi ha saggezza e timore di Dio. Cerca di stare raramente con persone sprovvedute e sconosciute; non metterti con i ricchi per adularli; non farti vedere volentieri con i grandi. Stai, invece, accanto alle persone umili e semplici, devote e di buoni costumi; e con esse tratta di cose che giovino alla tua santificazione. Non avere familiarità con alcuna donna, ma raccomanda a Dio tutte le donne degne. Cerca di essere tutto unito soltanto a Dio e ai suoi angeli, evitando ogni curiosità riguardo agli uomini. Mentre si deve avere amore per tutti, la familiarità non è affatto necessaria. Capita talvolta che una persona che non conosciamo brilli per fama eccellente; e che poi, quando essa ci sta dinanzi, ci dia noia solo al vederla. D'altra parte, talvolta speriamo di piacere a qualcuno, stando con lui, e invece cominciamo allora a non piacergli, perché egli vede in noi alcunché di riprovevole.

 

 

 
 
 

L'Imitazione di Cristo 7°

Post n°9 pubblicato il 18 Luglio 2012 da sole.cp3
 

 

GUARDARSI DALLE VANE SPERANZE E FUGGIRE LA SUPERBIA

Chi mette la sua fiducia negli uomini e nelle altre creature è un insensato. Non ti rincresca di star sottoposto ad altri, per amore di Gesù Cristo, e di sembrare un poveretto, in questo mondo. Non appoggiarti alle tue forze, ma salda la tua speranza in Dio: se farai tutto quanto sta in te, Iddio aderirà al tuo buon volere. Non confidare nel sapere tuo o nella capacità di un uomo purchessia, ma piuttosto nella grazia di Dio, che sostiene gli umili e atterra i presuntuosi. Non vantarti delle ricchezze, se ne hai, e neppure delle potenti amicizie; il tuo vanto sia in Dio, che concede ogni cosa, ed ama dare se stesso, sopra ogni cosa. Non gonfiarti per la prestanza e la bellezza del tuo corpo; alla minima malattia esse si guastano e si deturpano. Non compiacerti di te stesso, a causa della tua abilità e della tua intelligenza, affinché tu non spiaccia a Dio, a cui appartiene tutto ciò che di buono hai sortito dalla natura. Non crederti migliore di altri, affinché, per avventura, tu non sia ritenuto peggiore dinanzi a Dio, che ben conosce quello che c'è in ogni uomo (cfr. Gv 2,25). Non insuperbire per le tue opere buone, perché il giudizio degli uomini è diverso da quello di Dio, cui spesso non piace ciò che piace agli uomini. Anche se hai qualcosa di buono, pensa che altri abbia di meglio, cosicché tu mantenga l'umiltà. Nulla di male se ti metti al di sotto di tutti gli altri; molto male è invece se tu ti metti al di sopra di una sola persona. Nell'umile è pace indefettibile; nel cuore del superbo sono, invece, continua smania e inquietudine.

 

 

 
 
 

L'imitazione di C. 6° c

Post n°8 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sole.cp3
 

 

Capitolo

GLI SREGOLATI MOTI DELL'ANIMA

Ogni qual volta si desidera una cosa contro il volere di Dio, subito si diventa i

nteriormente inquieti. Il superbo e l'avaro non hanno mai requie; invece il

povero e l'umile di cuore godono della pienezza della pace. Colui che non

è perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed

è vinto in cose da nulla

e disprezzabili. Colui che è debole nello spirito ed è, in qualche modo,

ancora volto alla

carne e ai sensi, difficilmente si può distogliere del tutto dalle brame terrene;

e, quando pur

riesce a sottrarsi a queste brame, ne riceve tristezza. Che se poi qualcuno

gli pone ostacolo,

facilmente si sdegna; se, infine, raggiunge quel che bramava,

immediatamente sente

in coscienza il peso della colpa, perché ha assecondato la sua passione,

la quale non

giova alla pace che cercava. Giacché la vera pace del cuore la si

trova resistendo alle passioni,

non soggiacendo ad esse. Non già nel cuore di colui che è attaccato alla

carne, non

già nell'uomo volto alle cose esteriori sta la pace; ma nel cuore di

colui che è pieno di fervore

spirituale.

 

 

 
 
 

L'imitazione di C. 5° c

Post n°7 pubblicato il 11 Settembre 2011 da sole.cp3
 

LA LETTURA DEI LIBRI DI DEVOZIONE

Nei libri di devozione si deve ricercare la verità, non la bellezza della forma. Essi vanno letti nello spirito con cui furono scritti; in essi va ricercata l'utilità spirituale, piuttosto che l'eleganza della parola. Perciò dobbiamo leggere anche opere semplici, ma devote, con lo stesso desiderio con cui leggiamo opere dotte e profonde. Non lasciarti colpire dal nome dello scrittore, di minore o maggiore risonanza; quel che ci deve indurre alla lettura deve essere il puro amore della verità. Non cercar di sapere chi ha detto una cosa, ma bada a ciò che è stato detto. Infatti gli uomini passano, "invece la verità del Signore resta per sempre" (Sal 116,2); e Dio ci parla in varie maniere, "senza tener conto delle persone" (1Pt 1,17). Spesso, quando leggiamo le Scritture, ci è di ostacolo la nostra smania di indagare, perché vogliamo approfondire e discutere là dove non ci sarebbe che da andare avanti in semplicità di spirito. Se vuoi trarre profitto, leggi con animo umile e semplice, con fede. E non aspirare mai alla fama di studioso. Ama interrogare e ascoltare in silenzio la parola dei santi. E non essere indifferente alle parole dei superiori: esse non vengono pronunciate senza ragione.

 

 

 
 
 
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L'IMITAZIONE DI CRISTO

Capitolo I  - L'imitazione di Cristo e il disprezzo di tutte le vanità del mondo
Capitolo II
 - L'umile coscienza di sé
Capitolo III 
 - L'ammaestramento della verità
Capitolo IV
  - La ponderatezza nell'agire
Capitolo V
  - La lettura dei libri di devozione
Capitolo VI
 - Gli sregolati moti dell'anima
Capitolo VII
 - Guardarsi dalle vane speranze e fuggire la superbia
Capitolo VIII
 - Evitare l'eccessiva familiarità
Capitolo IX
 - Obbedienza e sottomissione
Capitolo X
 

 

Capitolo XI  - La conquista della pace interiore e l'amore del progresso spirituale
Capitolo XII  -  I vantaggi delle avversità
Capitolo XIII - Resistere alle tentazioni
Capitolo XIV  - Evitare i giudizi temerari
Capitolo XV
 - Le opere fatte per amore
Capitolo XVI
 - Sopportare i difetti degli altri
Capitolo XVII - La vita nei monasteri
Capitolo XVIII  - Gli esempi dei grandi padri
Capitolo XIX  -  Come si deve addestrare colui che si è dato a Dio
Capitolo XX  - L'amore della solitudine e del silenzio 

 

Capitolo XXI  -  La compunzione del cuore
Capitolo XXII  - La meditazione della miseria umana
Capitolo XXIII - La meditazione della morte
Capitolo XXIV  - Il giudizio divino e la punizione dei peccatori
Capitolo XXV
 -  Correggere fervorosamente tutta la nostra vita 

 
 
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