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Cane bruciato vivo per divertimento

Post n°329 pubblicato il 17 Settembre 2009 da cicce9
Foto di cicce9

 MILANO - Avrebbe potuto fare una brutta fine, la peggiore immaginabile: morire arso vivo dalle fiamme in una strada di periferia, davanti agli sguardi divertiti dei due giovani che dopo averlo cosparso di benzina gli hanno dato fuoco.

E che lo hanno fatto solo perché non sapevano come altrimenti passare il loro tempo. Invece Mambo ce l'ha fatta: non solo è sopravvissuto, ma è anche diventato, lui povero cane trovatello, un simbolo della lotta alle crudeltà gratuite nei confronti degli animali.

E in quanto vittima ha preso parte al primo dei processi contro i suoi due baby aguzzini, che poi tanto baby non lo sono più visto che si tratta di una ragazza di 22 anni e di un suo amico di 17. Lei è già stata giudicata e condannata a un anno di carcere, di cui sei mesi con la condizionale, con l'accusa di aver commesso il reato atti di crudeltà e di barbarie nei confronti degli animali e dovrà versare anche una multa di 6 mila euro. Il suo compare, non ancora maggiorenne, sarà invece giudicato il prossimo 17 dicembre dal tribunale dei minori.

LA PRIMA CONDANNA - La vicenda ha come teatro Espira-de-l'Agly, una piccola cittadina dei Pirenei Orientali non lontano da Perpignan. E proprio a Perpignan si è svolta l'udienza che ha portato alla condanna dell'imputata. Lui, Mambo, era presente in aula, regolarmente accomodato tra i banchi. Come ha spiegato il procuratore, non si trovava in tribunale «per suscitare emozione» bensì perché «quello era il suo posto in quanto vittima». E' forse la prima volta che un cane viene equiparato di fatto ad una persona ad un processo, con tanto di libero accesso all'aula in cui si svolge il dibattimento, anche se per la legislazione francese gli animali sono ancora considerati dei "beni mobili". In ogni caso, una vittoria per i gruppi animalisti francesi e per i tanti cittadini che si erano battuti per sostenere la sua causa

 

Fan eccellenti, che  hanno anche messo mano al portafogli per aiutare a sostenere le ingenti spese necessarie per le cure: il campione della nazionale di calcio, Zinedine Zidane, e il giornalista televisivo Michel Drucker. Non solo: Alain Delon, secondo quanto riferisce Le Figaro, avrebbe inviato il suo veterinario di fiducia ad assistere il cane. E Brigitte Bardot, da sempre impegnata nelle cause animaliste, ha messo in campo la sua associazione per seguire da vicino la vicenda. Il tutto, senza contare i contributi arrivati da sottoscrittori anonimi: complessivamente sono stati raccolti più di 10 mila euro per assicurare una vita dignitosa al quattrozampe. E proprio dalla gente comune sono arrivati i maggiori attestati di solidarietà: una petizione online inviata al presidente del tribunale di Perpignan per chiedere che il grave atto non restasse impunito è stata sottoscritta da oltre 11 mila persone. E a Mambo e alla sua triste storia sono stati dedicati diversi gruppi in Facebook.

 

«PER DIVERTIMENTO» - La vicenda risale allo scorso agosto, alla notte tra il 10 e l'11, quando i due ragazzi si sono imbattuti casualmente nell'animale, che da trovatello qual era vagabondava per le strade. Forse lo avevano già notato in precedenza, forse l'idea è venuta loro sul momento. Fatto sta che i due decidono, «per divertimento» come poi hanno essi stessi ammesso, di metterlo al rogo. Stando alla ricostruzione effettuata dall'accusa, la ragazza si sarebbe occupata di tenere fermo il cane mentre il suo complice lo innaffiava di benzina per poi dargli fuoco. Le fiamme non lo hanno arso vivo solo per miracolo. L'animale, dimenandosi e strusciandosi sul terreno, è riuscito a salvarsi e a fuggire lontano, ma ha riportato ustioni di terzo grado su metà del corpo. Ferite di cui ancora oggi porta le conseguenze e avverte il forte dolore fisico.

Un'altra immagine di Mambo ferito e dolorante (Emmevi)
«MAI PIU' FATTI DEL GENERE» - A prendersi cura di lui è ancora Dany Goizé, un'attivista della sezione di Perpignan della Spa, la società francese per la protezione animali, che per prima aveva preso in custodia il cane, e a dargli il nome. Per il gruppo si tratta di un grande successo, soprattutto per la risonanza mediatica che ha avuto l'accaduto: «Mambo è stato vittima due volte, dell'abbandono e della barbarie - ha sottolineato Virginie Pocq Saint-Jean -. C'è da augurarsi che certi atti non si ripetano anche per questo dobbiamo ringraziare il tribunale». E forse un po' anche lo stesso Mambo, che con la sua voglia di vivere e di dire no all'ignobile morte che altri avevano deciso per lui ha finito col diventare la nuova bandiera per la difesa dei diritti animali.

 

Alessandro Sala

 
 
 

Farmaci per eutanasia solo in mano a i vet

Post n°328 pubblicato il 14 Settembre 2009 da cicce9
Foto di cicce9

ROMA
Tutti i farmaci eutanasici per animali saranno ad esclusivo uso del veterinario, compreso il Tanax* il cui bugiardino è in via di riscrittura. Un decreto ministeriale firmato dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, già approvato dalla Conferenza Stato Regioni e ora alla Corte dei Conti, porterà a breve in Gazzetta Ufficiale la soluzione normativa. Lo rendono noto la Federazione Nazionale degli ordini veterinari (Fnovi) e l’Associazione nazionale medici veterinari Italiani (Anmvi) a proposito dell’impiego del Tanax* per l’eutanasia di cani e gatti.

Il decreto, al quale ha lavorato per mesi il ministero del Welfare - con la sua Direzione generale della sanità animale e del farmaco veterinario - insieme alla Fnovi e all’Anmvi, colma un vuoto legislativo e rappresenta un intervento normativo coerente con il sistema di farmacovigilanza veterinaria attivo nel nostro Paese per il controllo e la sicurezza dei medicinali impiegati sugli animali. Dunque sul foglietto illustrativo del Tanax* non si leggerà più «da usarsi sotto il diretto controllo del medico veterinario», ma sarà solo il medico veterinario a poterlo gestire. Quanto alla modalità di somministrazione del farmaco al cane o al gatto, foglietto illustrativo a parte, è consolidata prassi medico veterinaria quella di evitare la sofferenza del paziente sottoposto ad eutanasia, come la deontologia e la buona pratica veterinaria richiedono.

Ma il provvedimento darà garanzie anche maggiori e andrà oltre il caso Tanax*, assicurano Fnovi e Anmvi. Infatti, potranno essere impiegati solo dal veterinario tutti gli eutanasici e le categorie di farmaci (come ad esempio gli anestetici e gli antineoplastici iniettabili) che richiedono speciali accorgimenti e specifiche competenze per la detenzione e la somministrazione. Quello della sofferenza dell’animale da sopprimere è un problema sentito anche in campo zootecnico, per quei bovini - anche loro esseri senzienti e tutelati dalla legge - non più destinabili alla macellazione e per i quali non esiste alcun farmaco autorizzato. È questo un altro problema che i veterinari italiani stanno affrontando con addetti ai lavori, animalisti e autorità ministeriali.
 
  

 
 
 

Vittima

Post n°327 pubblicato il 29 Aprile 2009 da cicce9

 

Trasporto suini da duhangst.

 
 
 

RECUPERATA DOPO OTTO GIORNI DA SOTTO LE MACERIE

Post n°326 pubblicato il 13 Aprile 2009 da cicce9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'AQUILA

Ha passato otto giorni sotto le macerie e i vigili del fuoco sono riusciti a recuperarla solo a Pasqua. Lei è un cagnolina grigia, di piccola taglia. I soccorritori l’hanno chiamata Pasqualina, perchè proprio nella domenica di Pasqua è riuscita a rivedere la luce.

I padroni, una coppia di coniugi romani all’Aquila per il weekend, sono dovuti fuggire di corsa dall’abitazione. Solo una volta usciti si sono resi conto che il cane era rimasto dentro. A quel punto, però, era troppo tardi. «La scala era già crollata - racconta Marcello Luciolimoli -, e nel momento in cui sono rientrato è venuto giù anche il pavimento».

A nulla sono valsi i tentativi di rientrare nell’abitazione per cercare Pasqualina. «I vigili del fuoco ci hanno impedito di avvicinarci - spiega Donatella, la moglie del padrone della cagnolina -. Siamo dovuti ripartire per Roma e avevamo perso le speranze».

Fino a giovedì, quando un veterinario ha sentito il cane lamentarsi da sotto le macerie. Solo domenica i vigili sono riusciti a recupararla, per poi affidarla alle cure dei volontari della Lida, la Lega Italiana per i Diritti dell’Animale. A quel punto è stato relativamente semplice rintracciare i padroni, sia perchè il cane aveva il microchip identificativo, ma anche perchè la coppia di coniugi romani aveva allertato i soccorritori.

Questa mattina, al campo di Piazza d’Armi, l’incontro e il «ricongiungimento». I coniugi Luciolimoli, accorsi da Roma, non sono riusciti a frenare la gioia e la commozione. Dalla Lida, però, lanciano un allarme. Questo è stato un caso fortunato, ma sono centinaia le situazioni che non trovano una soluzione. Spesso si riesce a soccorrere l’animale, ma anche risalendo ai dati su microchip e targhette è quasi impossibile rintracciare i padroni, sparsi per i diversi campi sul territorio.
(Fotogramma tratto da video di SkyTg24)

 

 

 
 
 

Pasquetta

Post n°325 pubblicato il 13 Aprile 2009 da cicce9

 

Dog! da mitch-messina.

 
 
 
 
 

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