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Messaggi del 12/11/2015

Happy Family

Post n°711 pubblicato il 12 Novembre 2015 da ciemmetre

Poi venne il tempo in cui ci furono spazi esigui e troppe persone per occuparli. Orari per un cesso, orari per una cucina, orari per il ritorno in una casa che sapeva di sugo e umidità. Orari dettati da una sveglia crudele che ci svegliava per i turni sul lavoro; mentre i miei fratelli più piccoli avrebbero dormito ancora un poco prima della levata. Orari che determinavano i pasti e le cene a ritmi convulsi. E le domeniche racchiuse in un cucinotto che assorbiva arrosti o bistecche per curare gli ormoni di cinque belve insaziabili. Era la famiglia, non sempre felice, spesso conflittuale; sovente rabbiosa perchè la realtà delle frustrazioni irrompeva attraverso le pareti.

Quella casa in affitto sempre buia al secondo piano, come tutte le case ai piani bassi, caldissima d'estate e fredda d'inverno. Mio padre, terrorizzato dall'idea di dover acquistare quattro mura squinternate, rese felice il padrone di quell'adorata cella claustrale. Ore perse in letture, le prime polluzioni e una cameretta in cui si dormiva in quattro fratelli che non vedo più da mesi e mesi.

Mia madre racchiusa nella penombra del corridoio, amica, donna, madre e nemica. uno sguardo come se dovesse sempre perdonarmi qualcosa; e si che di cazzate a venti anni se ne fanno tante, e la pazienza di una madre è solo paragonabile a quella di uno scoglio che fronteggia il mare.

Mio padre irruente, sovente invasivo e dispotico. Rincorre la sua di sicurezza sulla base dell'utile netto che si porta a casa. Un modo come un altro per parlare di sfruttamento. Poi la fuga; mia, del fratello maggiore e via via di tutti gli altri cuccioli, eccetto il minore che accetta le regole e sedimenta il suo culo nella casa padronale fino alla scomparsa del vecchio.

No, non è stata una famiglia felice, è stata una famiglia con spazi ristretti, con privazione dell'ego, che ha pagato cara la fine della chiave di volta di tutta la struttura, implodendo su se' stessa.

E' stata una famiglia con tanti, troppi segreti che ancora adesso attendo che vengano svelati, una famiglia che di felice ha veramente troppo poco.

Un giorno mio fratello, il maggiore mi disse "Sei troppo altezzoso per riuscire a capire quello che diciamo" e probabilmente non commise un errore, ma quello che non mi disse era che lui promanava da madre certa, ma non da padre sicuro.

I segreti sono tesori sovente, e si racchiudono in forma di beni o provvedimenti burocratrici. Quando lessi l'atto di nascita, chiusi gli occhi e pensai che tanti particolari tornavano al loro posto. Ma non ebbi nulla contro il "fratellastro" ma con mia madre che non disse mai nulla e restò sempre nella penombra di quel corridoio.

Mio padre ora non c'è più, non è di questo mondo. Fu irruente ma saggio; riconobbe subito il bimbo di pochi mesi e divenne suo figlio. Chi la vergogna la deve provare dovrei essere io; pronto a giudicare senza sapere, poichè la vita si sa bene che ci modella e ci spezza come e quando vuole.

Nonostante tutto, non fu una happy family, fummo una normalissima famiglia, piena di problemi, bollette, mobili e povere. Una famiglia che nel bene e nel male, ha vissuto, e tramandato conoscenze ai suoi (pochi) nipoti. Ora tocca a loro. Che siano diversi da noi.

 
 
 
 
 
 
 

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