Creato da ciombotto il 12/08/2005

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El italiano

Post n°219 pubblicato il 26 Marzo 2008 da ciombotto

Ho saputo della sua esistenza circa un anno fa, quando ho visitato il Museo della Rivoluzione di Santiago de Cuba.
E' stato emozionante vedere il nome di un italiano nella lista delle 82 persone che avevano cambiato la
storia di Cuba e del mondo.
Per una volta mi sono sentito orgoglioso di essere italiano e di avere lo stesso sangue di chi ha lottato per la
vita di un grande popolo come quello cubano.
Dopo anni di resistenza in Italia Gino Donè Paro decise di continuare a lottare per la libertà
in un paese molto lontano dall'Italia e contro un nemico ben diverso da quello che aveva conosciuto durante la guerra.
Sopravvisse al sanguinosissimo sbarco del Granma, il piccolo Yacht che Fidel Castro comprò in Messico per tornare a Cuba dopo l'esilio e iniziare
la guerriglia contro il regime di Batista.Metà dei suoi compagni di viaggio non ce la fecero.
Insieme a Ernesto Che Guevara e a Fidel Castro e ad un piccolo gruppo di rivoluzionari liberò Cuba dalla dittatura di
Batista e se ne andò dopo pochi anni in punta di piedi così come era venuto.
Non chiese nulla al paese per cui sacrificò tutto, si congedò da tutti in silenzio obbedendo semplicemente agli ordini.
In un episodio sta forse tutto il senso della sua dignità e della sua anima:
dopo la vittoria della Rivoluzione a Cuba, Gino Donè si reca dal nuovo console cubano e chiede il visto per andare sull'isola
e riabbracciare i suoi compagni.
Ma non gli viene concesso e ci tornerà solo quarant'anni dopo.
Alla domanda che gli rivolse in seguito il giornalista Maurizio Chierici sul perché non disse al console che era stato sul
Granma gomito a gomito con fidel Gino Donè rispose:'Non ero mica andato lì per vantarmi e fare il bullo con uno sconosciuto....'
Il partigiano Gino è morto nella notte di Pasqua a Spinea, in provincia di Treviso all'età di 84 anni.
Con tutto il rispetto per le vittime delle guerre inutili come quelle dell'Afghanistan e dell'Iraq mi chiedo:
perché un eroe immenso come lui muore in silenzio dimenticato da tutti e qualunque mercenario invece ottiene gli onori di stato???

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da: http://www.siporcuba.it/st-paro.htm

A CUBA, nell’archivio storico delle FAR (Forze Armate Rivoluzionarie) c’è un dossier su GINO Donè Paro, l’unico europeo partecipante al “Desembarco del Granma” del 1956. Di due anni più vecchio di Fidel Castro, Gino è nato da genitori braccianti il 18 maggio 1924 a Monastier di Treviso, vicino a Venezia. Dopo le scuole va nei militari, e l’ 8 settembre 1943 è a Pola. Torna a casa e diventa partigiano con la Missione Nelson e con il Comandante Guido, un ingegnere milanese italo-americano operante nell’area della laguna veneziana. Gino a fine guerra riceve un encomio dal Generale Alexander, e poi emigra a Cuba passando dal Canada. Nel 1951 lavora all' Avana come carpentiere nella grande Plaza Civica : l’attuale Plaza de la Revoluciòn.  Nel 1952 Gino si fidanza con Olga Norma Turino Guerra, giovane rivoluzionaria di ricca famiglia cubana, abitante nella città coloniale di Trinidad, amica di Aleida March di Santa Clara, futura 2.a moglie del Che. Con esse due anni dopo Gino entrerà nel “Movimento 26 Luglio”, chiamato con la sigla “M-26-7”, dalla data dell’assalto dei castristi (26 Luglio 1953) a caserme di Bayamo e Santiago de Cuba. Nel 1954 Gino si sposa. Poi nel 1955 e nel 1956, diventato tesoriere del “M-26-7” di Santa Clara, viene incaricato dal dirigente Faustino Perez di portare dollari in Messico, dove lo attende Fidel che deve comperare il battello Granma. Gino qui diventa molto amico del Tenente Medico (asmatico) Ernesto Che Guevara, il quale gli confida che se non avesse incontrato Fidel egli sarebbe emigrato in Italia per specializzarsi in “anti-asma” a Bologna. Gino diventa amico anche di Fidel e di Raul e, in quanto ex partigiano, collabora agli addestramenti militari. Quindi il 25 novembre 1956 egli parte dal porto messicano di Tuxpan tra gli 82 patrioti del battello Granma.  A bordo il suo grado è quello di Tenente del Terzo Plotone comandato dal Capitano Raúl, fratello di Fidel. Gli 82 sul Granma erano: 78 cubani, più un argentino (Che), più un messicano (Alfonso), più un domenicano (Ramon), più Gino (detto El Italiano). Sul passaporto italiano c’è scritto Gino Donè, ma all’anagrafe cubana, quando si è sposato, è stato registrato col nome di Gino Donè Paro, cioè anche con il cognome materno. Dopo lo sbarco del 2 dicembre 1956, ai piedi della Sierra Maestra, e dopo il massacro di Alegria de Pio (dove circa la metà degli 82 vengono catturati e assassinati dai batistiani) Gino torna a Santa Clara, dove durante le festività natalizie partecipa ad alcune azioni di sabotaggio assieme alla guerrigliera Aleida March. Ma nel gennaio 1957 riceve l’ordine dal “M-26-7” di andare all’estero salpando con una barca da Trinidad. Dopo mezzo secolo Gino ha rilasciato un’intervista al giornale italiano Liberazione, pubblicata il 5 ott. 2006, dove egli ha detto che: “Dopo il Desembarco del Granma, noi superstiti abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, chi in una forma e chi in un’altra. Io che ero straniero ero il più indicato per starmene lontano e fare ciò che nella Sierra non avrei potuto fare. C’era bisogno di collegamenti, notizie, informazioni, soldi, armi, e di molte altre cose ancora. Così, chi con armi e chi senza armi ha fatto quello che doveva fare. E anch’io”.  …....... Nel maggio 1996, alla Fiera Turistica di Varadero, a Cuba, il Comandante Jesús Montané Oropésa, “moncadista-granmista” da sempre assistente di Fidel, durante una breve intervista con Gianfranco Ginestri, disse di lui: "Gino era il più adulto, il più serio, il più disciplinato; e dopo la nostra vittoria non ha mai cercato privilegi; e ogni tanto ci telefoniamo". L’ultima volta che Gino è andato ospite a casa di Montanè è stato in occasione del 40° del Desembarco, nel novembre-dicembre 1996. Poi Montanè è morto all’Avana nel 1999. .......... Nel 2003  (senza figli e vedovo due volte: della cubana Olga Norma e della portoricana Tony Antonia) Gino è andato a vivere a Noventa di Piave, vicino a San Donà, in provincia di Venezia, dalla nipote Silvana. All’Avana è in contatto con il suo amico granmista Arsenio Garcia Davila, con il quale è andato alla sfilata del 1° Maggio 2004 (dov’è stato decorato) : poi il 18 maggio è tornato a Venezia dov’è stato festeggiato il suo 80° compleanno dai Circoli Italia-Cuba del Veneto, da diverse organizzazioni amiche di Cuba, e dall’Anpi. Per il suo 81° compleanno, nel 2005, è stato ospite a Firenze della Fondazione Italiana Ernesto Guevara. Per l’ 82° compleanno, nel 2006 a Bologna, è diventato socio onorario del locale circolo dell’Ass-Italia-Cuba.
Nel 2006 si è recato spesso a Cuba, per partecipare alle celebrazioni del 50° del Desembarco del Granma.
Nel 2007 a Cuba e in Italia usciranno due dvd sul tema “Gino Donè Paro: dalla Resistenza alla Revoluciòn”.

 
 
 
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