Creato da mcalise il 13/05/2013

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Al sud vogliamo più donne sindaco

Post n°67 pubblicato il 06 Marzo 2015 da mcalise
 

Ricorre l'8 marzo la Giornata internazionale della donna, comunemente chiamata “Festa della donna”. In Italia si svolge dal 1922 per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

Il secondo rapporto dell'Eures sul femminicidio in Italia riporta dati agghiaccianti. Sono state 179 le donne uccise nel 2013, una vittima ogni due giorni. Nel 2012 erano state 157, sono aumentate del 14%. Aumentano quelli in ambito familiare, così come pure nei contesti di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro.

Per 10 anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuta al Nord, dal 2013 c'è invece stata un'inversione di tendenza sotto il profilo territoriale, divenendo il Sud l'area a più alto rischio.

Il Lazio e la Campania, con 20 donne uccise nel 2013, presentano il più alto numero di femminicidi tra le regioni italiane, seguite da Lombardia (19) e Puglia (15).

Occorre fortemente puntare sulla prevenzione della violenza sulle ragazze e le donne soprattutto combattendo preconcetti e discriminazioni presenti nei preadolescenti.

Ma vorrei permettermi di aggiungere un aspetto, che mi sembra, trascurato.

Penso che uno dei modi per combattere, al tempo stesso, violenza e discriminazione consista nell’accentuare la partecipazione delle donne alla vita pubblica Tale risultato può essere conseguito con un maggior attivismo civico delle donne e ciò prescindendo da ogni intervento legislativo (tipo “quote rosa”).

Mi spiego meglio utilizzando la mia elaborazione dei dati Ancitel del 2014.

In Italia su 8057 sindaci solo 1071 sono donne, circa il 13%. La percentuale diviene 16% al nord, 12% al centro e solo lo 8% al sud. Queste percentuali già denunciano un notevole squilibrio. Ma non basta, se restringiamo lo sguardo vediamo che la Campania solo il 4% dei sindaci sono donne, la percentuale scende ancora nelle province  di Napoli (2%) e di Salerno solo il 4%.

Conclusioni. Le leggi, pure opportune, non bastano. Le donne, soprattutto giovani, devono essere più presenti nei circoli di partito, nelle liste civiche, nelle sedi sindacali. I ruoli di consiglieri comunali, di assessori, di sindaci sono i primi a cui puntare. Occorre impegnarsi maggiormente in politica, all’occorrenza sgomitare. Le donne, nelle cariche pubbliche elettive, sapranno portare uno spirito positivo come già fanno in tanti altri settori, un tempo a loro preclusi, come i corpi di polizia e le forze armate. Al sud, in particolare, occorrono più sindaci donna. Non è una rivendicazione di genere, è una esigenza di tutti.

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