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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 23 Aprile 2008 da musicaitaliana.pa
 

Gino Paoli - Averti addosso

.

Gino Paoli...

E il post potrebbe finire qui.

Oppure potremmo provarci, col vostro aiuto…

Proviamoci…

Ci limiteremo ad una biografia smilzissima: ma rendiamoci conto che non si possono fare miracoli riassuntivi per uno che ha 48 anni di carriera.

Consideratela una prova di pazienza, Paoli ha una biografia che è un romanzo, purtroppo, interessante e commovente, oppure saltatela a piè pari e godetevi la canzone.

INFANZIA
Gino Paoli nasce a Monfalcone, il 23 settembre 1934. Da bambino si trasferisce da Monfalcone (in quanto la madre era originaria della città giuliana) a Genova, (città alla quale rimarrà sempre legato) e precisamente a Pegli dove trascorre l'intero periodo giovanile. La famiglia è originaria della Venezia Giulia e molti suoi congiunti fuggono durante l'esodo giuliano-dalmata. Alcuni suoi parenti perdono la vita durante le operazioni di pulizia etnica compiute dai reparti regolari e paramilitari jugoslavi. La madre suona il pianoforte e trasmette ai figli la passione per la musica. Gino, poco incline agli studi, frequenta un gruppo di amici che condividono questa passione e che costituiranno il primo nucleo della cosiddetta Scuola genovese: Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Umberto Bindi, Joe Sentieri, Giorgio Calabrese, i fratelli Gian Piero e Gianfranco Riverberi.

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ESORDI
Saranno proprio questi ultimi, musicisti professionisti, a far convocare a Milano Paoli e i suoi amici Bindi e Tenco per una audizione presso la Dischi Ricordi, da poco costituitasi come casa discografica. Sotto la direzione artistica di Nanni Ricordi, Gino realizza i suoi primi 45 giri nel 1959 (“La tua mano”, “Non occupatemi il telefono”, “Senza parole”) senza ottenere alcun successo. Stesso destino sembra avere il successivo “La gatta”, brano autobiografico pubblicato nel 1960, che nei primi tre mesi vende poco più di cento copie. Un incessante passaparola fa sì che più tardi il brano arrivi in classifica, calamitando l'attenzione degli addetti ai lavori e l'interesse del paroliere Mogol, che fa da prestanome al giovane Paoli, non ancora iscritto alla SIAE.

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IL SUCCESSO
Mogol propone a Mina, cantante già affermata, di incidere “Il cielo in una stanza”, scritta da Paoli, ma che porta appunto la sua firma come paroliere e quella del maestro Renato Angiolini (che si firma con lo pseudonimo di Toang) come compositore. L'enorme successo di vendite di questo brano, ispirato a Paoli da un bordello, dove si trovava un giorno, e che rimane in classifica per più di sei mesi, sancisce la definitiva affermazione di Gino Paoli come cantautore. Nel 1961 Gino conosce Ornella Vanoni e intreccia con lei una relazione sentimentale, che ispira alcune delle sue canzoni d'amore più famose: “Senza fine”, “Anche se”, “Me in tutto il mondo”, “Che cosa c'è”.

Del 1961 è anche la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo con “Un uomo vivo”, presentata in coppia con il vincitore dell'anno precedente Tony Dallara. Sempre nel 1961 incominciano i suoi problemi con l'alcol, nati quasi per gioco, dopo una sfida con Sergio Bernardini, proprietario della Bussola di Viareggio, e che andranno avanti per 15 anni, fino al 1976. Dopo la morte del fratello, avvenuta in quel periodo, e causata dall'abuso di alcolici, Paoli deciderà di disintossicarsi dal whisky. Nel 1962, in occasione di una lunga tournée nei locali italiani, incontra Stefania Sandrelli, allora giovanissima attrice, e se ne innamora. Dal loro legame, giudicato scandaloso dalla stampa e dall'opinione pubblica (Paoli era sposato e in attesa di un figlio dalla moglie legittima, la Sandrelli ancora minorenne), nascerà Amanda, oggi attrice affermata.

Intanto Nanni Ricordi esce dall'omonima casa discografica e approda alla RCA Italiana. Gino lo segue e incide quello che si rivelerà il 45 giri di maggior successo di tutta la sua carriera. Il titolo è “Sapore di sale”, è arrangiato da Ennio Morricone e Paoli dichiarerà che l'ispirazione per questo brano è nata proprio dalla sua storia con la Sandrelli.

Sapore di sale partecipa al Cantagiro e Gino avrà in questa occasione l'impatto con il grosso pubblico, ma una serie di difficoltà mette in crisi il giovane cantante, che inspiegabilmente tenta il suicidio sparandosi al cuore: si salva, ma è impossibile rimuovere il proiettile dalla cavità toracica.

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LA CRISI
Nel 1964 partecipa al Festival di Sanremo con “Ieri ho incontrato mia madre”, in coppia con Antonio Prieto. Dopo alcune canzoni non scritte da lui (“Lei sta con te”, “Rimpiangerai rimpiangerai”) e un album registrato in studio ma dal vivo e in presenza di pubblico (“Gino Paoli allo Studio A”), si chiude il contratto con la RCA. Gino firma con la CGD, ma il suo periodo d'oro è terminato. La successiva partecipazione a Sanremo con “La carta vincente” è del 1966, ma il brano non arriva in finale. Per anni Gino Paoli non sarà più sotto i riflettori, ricomincia a suonare per pochi soldi nelle balere e nei night della Liguria ed è di questo periodo l'incontro con la droga, da cui riesce a liberarsi solo dopo un terribile incidente automobilistico che per fortuna non avrà conseguenze sulla sua salute.

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IL PERIODO “IMPEGNATO”
Dopo alcuni anni di silenzio, Paoli torna nel 1971 con una trilogia di album incisi per la Durium: “Le due facce dell'amore”, “Rileggendo vecchie lettere d'amore” e “Amare per vivere”: lanciati da Renzo Arbore nelle sue trasmissioni televisive e radiofoniche, questi album testimoniano una visione più matura e concreta della vita, ma il loro successo sarà limitato ad un pubblico di estimatori. In questi anni Paoli si afferma come editore musicale grazie all'acquisizione dei diritti dei successi dei Bee Gees. Le royalties che percepisce attraverso la casa di edizioni "Senza Fine" gli garantiranno una dignitosa sopravvivenza anche quando le altre attività, come ad esempio la gestione di un locale sulla Riviera ligure, si saranno rivelate fallimentari. Il successo di critica lo spingerà successivamente a pubblicare altri lavori "d'autore", come “I semafori rossi non sono Dio”, interamente basato su pezzi del cantautore catalano Joan Manuel Serrat, “Ciao, salutime un po' Zena” cantato in genovese, “Il mio mestiere” (33 giri doppio) e “Ha tutte le carte in regola”, quest'ultimo dedicato a Piero Ciampi. Minore successo avranno invece i suoi singoli, alcuni dei quali parteciperanno senza fortuna a manifestazioni quali “Un disco per l'estate”: si tratta di prodotti dignitosi, ben curati e ben arrangiati, ma il grosso pubblico li snobba e i dischi non vanno in classifica. Tra i titoli: “Se Dio ti dà”, “Non si vive in silenzio”, “Come si fa”, “Un amore di seconda mano”, “La ragazza senza nome”.

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IL RITORNO
Il grande successo di pubblico torna inaspettatamente con “Una lunga storia d'amore”, che Paoli compone in origine come colonna sonora per “Una donna allo specchio”, film del 1984 interpretato dalla Sandrelli, e che diventerà in seguito un evergreen al pari dei suoi vecchi hits. Nel 1985 Gino Paoli e Ornella Vanoni portano in giro per l'Italia un tour trionfale, da cui verrà realizzato il doppio album live “Insieme”. Altri successi sono “Averti addosso” (1984), premiata al Club Tenco, e “Cosa farò da grande” (1986). Nel 1989 partecipa al Festival di Sanremo con “Questa volta no”, ma decide sorprendentemente di non incidere il brano e di regalarlo a Ornella Vanoni che lo includerà in un suo album dello stesso anno, “Il giro del mio mondo”. Il 1991 è l'anno del suo grande successo con “Matto come un gatto”, album il cui brano trainante “Quattro amici” vincerà il Festivalbar: alla fine di esso sono campionati alcuni versi di Vita spericolata di Vasco Rossi. Nel 1992 esce l'album “Senza contorno, solo... per un'ora” , ennesima riedizione dei suoi vecchi successi con l'inedito “La bella e la bestia”, dall'omonimo film della Disney, cantato con la figlia Amanda Sandrelli. Nel 1996 esce “Appropriazione indebita” in cui Paoli rielabora alcuni classici di Charles Aznavour, James Taylor, John Lennon e di altri grandi musicisti internazionali. Il 2002 è l'anno del suo ritorno a Sanremo con “Un altro amore”, che si classifica terzo e vince il premio della critica per il miglior testo dell'anno. Nel 2004 esce il disco di inediti “Ti ricordi? No, non mi ricordo”, realizzato con Ornella Vanoni, e parte un nuovo tour che li vedrà duettare ancora insieme nei teatri d'Italia, testimoniato da un altro doppio live l'anno successivo. Nel 2007 esce la raccolta “Milestones - Un incontro in jazz”, con la collaborazione di artisti come Enrico Rava, Danilo Rea, Flavio Boltro, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto.

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SCOPERTE E COLLABORAZIONI
Come talent scout, Paoli scopre e lancia alcuni dei più grandi nomi della musica italiana: Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè. Nel periodo RCA, si occupa della traduzione e dell'adattamento italiano delle canzoni del cantautore francese Alain Barrière e di Aznavour ("Devi sapere"). Sua inoltre è la traduzione di “Ne me quitte pas” di Brel ("Non andare via"), successivamente tradurrà e interpreterà in italiano "Avec le temps" di Leo Ferrè ("Col Tempo"). Molte canzoni scritte da Paoli vengono interpretate da colleghi di rilievo, anche molto distanti dal suo tipo di approccio musicale. Oltre alle già citate Mina e Ornella Vanoni, tra gli interpreti delle canzoni di Paoli ricordiamo: Claudio Villa, Carla Boni, Umberto Bindi, Luigi Tenco (di cui Paoli è stato grandissimo amico), Gianni Morandi, Carmen Villani, Patty Pravo, Franco Battiato e anche Marco Masini (con l'album "Tozzi-Masini") . Il chitarrista Jazz Wes Montgomery, nel suo album del 1967 Movin' Wes inserisce una cover di Senza fine. La collaborazione con la Pravo dà origine a splendide esecuzioni della cantante veneziana di Non andare via (Ne me quitte pas) del 1970 e Di vero in fondo del 1971. Nel 1986 Paoli scrive con Zucchero “Come il sole all'improvviso” e “Con le mani”. Nel 2000 collabora con Giuliano Palma and The Bluebeaters nelle cover di due pezzi storici: “Domani” e “Che Cosa C'è”.

..

PARTECIPAZIONI A SANREMO
Paoli ha partecipato alle seguenti edizioni del Festival di Sanremo:
1961 con la canzone “Un uomo vivo”,  cantata con Tony Dallara
1964 con la canzone “Ieri ho incontrato mia madre”, cantata con Antonio Prieto
1966 con la canzone “La carta vincente”,  cantata con Ricardo
1989 con la canzone “Questa volta no
2002 con la canzone “Un altro amore” (terza classificata)

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RICONOSCIMENTI
Gino Paoli ha ricevuto nel 1974 il Premio Tenco. Sempre dal Club Tenco è stato insignito della Targa Tenco nel 1984 per la canzone Averti addosso.

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ESPERIENZA POLITICA
Nel 1987 Paoli si presenta alle elezioni politiche e viene eletto come deputato fra le file del Partito Comunista Italiano (poi PDS) anche se in Parlamento si collocherà nel Gruppo Indipendente di Sinistra in quanto non è mai stato tesserato in alcun partito politico. Nel 1992 darà l'addio all'attività politica. È stato anche assessore nel comune di Arenzano. Durante quest'esperienza ebbe attriti con il consigliere Daniele Barresi per via dell'abolizione del mestiere di parrucchiere ad Arenzano.
(Fonte: Wikipedia)

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Dopo l’invito a visitare il suo sito ufficiale, non ci resta da dire che questa canzone pubblicata in un “mini lp” del 1984 dal titolo omonimo,con soli quattro pezzi, è stata da Paoli inserita successivamente in ben 8 raccolte e live.

A nostro avviso nessuna versione supera quella live.

Averti addosso… “Targa Tenco nel 1984”

 

Se non so dire quel che sento dentro
come un cieco come un sordo,
se non so fare quel che si deve fare
come una scimmia come un gatto,
se non so amare come si deve amare
come un bambino come un cretino,
se non so dare come una tasca vuota
come un problema ormai risolto.
Averti addosso,
sì, come una camicia come un cappotto
come una tasca piena come un bottone
come una foglia morta come un rimpianto.
Averti addosso
come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
E se il mio cuore vuole essere una bocca
che ti cerca e che ti inghiotte
così mi porta dentro la tua vita
questa canzone mai finita

Averti addosso
si, come una camicia come un cappotto
come una tasca piena come un bottone
come una foglia morta come un rimpianto.
Averti addosso
come le mie mani, come un colore,
come la mia voce, la mia stanchezza
come una gioia nuova, come un regalo.
Averti addosso
come la mia estate di San Martino
come una ruga nuova come un sorriso
come un indizio falso come una colpa.
Averti addosso
come un giorno di sole a metà di maggio
che scalda la tua pelle ti scioglie il cuore
e che ti da la forza di ricominciare.
Averti addosso averti insieme
restare insieme, volerti bene.
Averti addosso averti insieme
restare insieme, volerti bene

 
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Commenti al Post:
dammitutto2
dammitutto2 il 23/04/08 alle 19:04 via WEB
e questo è il preferito del mio papino, l'anno scorso gli regalai l'intera raccolta (anche e soprattutto perche nn ne potevo di scaricargli canzoni) :) .. è un poeta e quaesta canzone è veste addosso perfettamente .. bacio giovani ;)
(Rispondi)
 
 
musicaitaliana.pa
musicaitaliana.pa il 23/04/08 alle 19:05 via WEB
Complimenti al papino per i gusti... mica robetta? :)
Un bacio a te...!
(Rispondi)
 
maxsof1
maxsof1 il 23/04/08 alle 21:46 via WEB
Non amo molto sto genere di musica poco ritmica. Di Paoli preferisco la figlia...
(Rispondi)
 
 
musicaitaliana.pa
musicaitaliana.pa il 25/04/08 alle 17:04 via WEB
Il solito Max... :)
(Rispondi)
 
ilike06
ilike06 il 23/04/08 alle 23:09 via WEB
la ascolto domani. ora non posso alzare il volume e non ho la cuffia a portata di mano. :-))
(Rispondi)
 
 
musicaitaliana.pa
musicaitaliana.pa il 25/04/08 alle 17:04 via WEB
Allora... l'hai più ascoltata? ^__^
(Rispondi)
 
review
review il 25/04/08 alle 09:24 via WEB
Complimenti! Un caro saluto. Nino. *___*
(Rispondi)
 
 
musicaitaliana.pa
musicaitaliana.pa il 25/04/08 alle 17:05 via WEB
Grazie Nino, un abbraccio a te
(Rispondi)
 
Ford_Prefect_1970
Ford_Prefect_1970 il 26/04/08 alle 12:06 via WEB
Certo che fare il poeta paga... Guarda il Ginetto... brutto com'è rimorchia addirittura la Sandrellona! Buongiorno ragazzi! :)))
(Rispondi)
 
 
musicaitaliana.pa
musicaitaliana.pa il 26/04/08 alle 13:00 via WEB
il fascino del misterioso... buongiorno a te ford!
(Rispondi)
 
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