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Due nuove letture: una compensa l'altra (fortunatamente!)

Post n°28 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da cj_movie

Due libri. Uno una delusione, l'altro un autore su cui poter sempre contare.
parlo de  "La classe" di Bégaudeau François e di "Abarat" di Clive Barker.
Ho compratoil primo perchè mi aveva colpito il titolo (come spesso mi accade) e perchè sul resto avevo letto quanto fosse ironico e come fosse stato apprezzato in patria.
MI sono fatta abbindolare... come quando ti trovi a guardare il trailer di un film dove sono concentrate le scen migliori... le uniche perché poi il film è tutto da buttare...

Nella mia vita ho letto molti libri, forse non tantissimi come alcune persone, forse molti non li ricordo neanche... in tutti, però, ho sempre cercato di trovare, anche quando non mi sono piaciuti particolarmente, qualcosa di positivo... in tutti, eccetto questo.
C'è sempre una prima volta dopo tutto, e spero rimanga un caso isolato o quanto meno sporadico.
“La classe” è, per me, quanto di più inutile, noioso e inconsistente abbia mai trovato in un libro.

Non racconta pressoché nulla, non lascia addosso nulla, a parte la lentezza della narrazione che porta le sue duecento o poco più pagine ad essere interminabili.
Probabilmente sono io che non sono capace di comprenderlo o di entrare nel giusto spirito per apprezzarlo, sì, può essere, ma intanto la mia impressione è e rimane questa. Su Anobii ho dato una stella e non me ne pento.

Fortunatamente ecco che, a riportare l'equilibrio, arriva Barker.
Una sorta di garanzia, almeno per quanto mi riguarda. Il suo Abarat mi ha messo in pace con il mondo dopo l'impresa Bégaudeau.
Abarat è una sorta di viaggio nel paese delle meraviglie, per un'Alice sopra le righe. Un mondo dove, a differenza di quello creato da Carroll, il male è tangibile, l'orrido è dietro l'angolo e ci sono personaggi malvagi.

Buoni e cattivi come nella vita, belli e brutti... esattamente come nella vita. Questo il modo dove Candy, ragazzina del Minnesota, si ritrova trasportata – letteralmente – dalla marea.
Il mare nel Minnesota? Sì, è quello di Abarat, un mondo fatto di isole, meglio, di Ore, dove Candy cerca il suo destino e il senso della sua esistenza. Accanto a lei bizzarri personaggi: John Dispitto ed i suoi fratelli, il rattopardo Malingo e ancora il Sire della Mezzanotte e i suoi seguaci.

Un universo creato dal genio visionario di Clive Barker, abile con l'immaginazione e con la penna, tanto che la storia scivola via veloce...
Perché la narrazione di Barker, mi stupisco ogni volta, è così, scorrevole, accattivante e capace di tenerti incollato dalla prima all'ultima pagina. E ora non resta che cominciare il secondo libro del dittico. Per sapere dove le onde di Mama Izabella ci condurranno...

c.j.

 
 
 

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop - Fannie Flagg

Post n°27 pubblicato il 14 Febbraio 2011 da cj_movie

Un viaggio nell'Alabama degli anni '30, in una terra dove forti sono le divisioni fra bianchi e neri, dove la grande depressione mette in ginocchio la popolazione.

Un viaggio su i binari della ferrovia che portano direttamente a Whistlele Stop, luogo sonnolento e afoso dove si intrecciano e incrociano i destini di molte persone, destini che hanno il loro comune denominatore nel Caffè gestito da Idgie e Ruth.

Fra passato e presente, fra il caffè e la casa di riposo dove questa storia viene raccontata da Ninny alla sua nuova amica Evelyn, siamo testimoni di un delitto, della riscossa di una donna repressa e, soprattutto del profondo sentimento che unisce Idgie e Ruth.

Un libro piacevole e toccante, un libro a tratti commovente... un libro che, a dirla tutta, ho apprezzato, ma è anche vero che il mio giudizio è stato molto influenzato dall'omonimo film.

Un bel libro, certo, perché non si può dire il contrario, che, però, ha anche un'altra caratteristica, quello di essere fra i pochissimini (prima d'oggi mi è successo solo con “Dracula” di Bram Stoker, “Il meraviglioso paese oltre le nebbie” di Sachiko Kashiwaba e un paio d'altri) di cui ho preferito lungamente la trasposizione cinematografica al testo originale.

Di sicuro, però, non mi pento della lettura e lo conserverò in libreria anche se mi aspettavo un pochino di più, una briciolina almeno...

c.j

 
 
 

Orti insorti – Elena Guerrini

Post n°26 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da cj_movie

Un giro in libreria, il mio passatempo preferito, ed ecco che per puro caso, lo sguardo mi cade su questo libretto, piccolo, all'apparenza talmente insignificante da non sembrare neanche un libro...
Se non fosse perché a volte mi colpiscono le cose più strampalate non lo prenderei neanche in mano.

Ma finisco per comprarlo. Ed ecco la piacevole sorpresa.
Grazioso, poetico, un po' nostalgico forse... quella nostalgia che ha il profumo di luoghi incontaminati dove si muovono persone vere, persone che hanno addosso lo stesso odore della terra che coltivano e delle piante che seguono con tanta cura.

Il testo di Elena Guerrini ha una grande forza evocativa, capace di portare alla mente scenari che non sono neanche tanto lontani nella nostra storia, ma che sono stati fin troppo velocemente dimenticati. Un viaggio in un passato neanche troppo remoto, che ha un grande fascino.
Fantastica la figura di nonno Pompilio rude sì, ma dall'animo così gentile da coprire le piante con abiti smessi pur di non far loro prendere freddo... Semplicemente fantastico.

Persino questo modo di scrivere dove risuonano accenti maremmani.
E scopro che il testo è una pièce teatrale, un monologo portato nelle piazze, nei teatri dove, alla fine dello spettacolo regalano un sacchetto di semi. Stupendo.
Mi è venuta voglia di vederlo questo spettacolo, io, che del teatro non sono così patita. Ma questo libro mi è piaciuto davvero e lo consiglio.

c.j.

 
 
 

Un po' di letture

Post n°25 pubblicato il 30 Novembre 2010 da cj_movie

Avrei voluto creare un post per ognuna di loro dedicando più spazio e più tempo ad ogni singolo titolo, ma fra una cosa e l'altra, non è stato possibile.
Così le metto tutte qui... sperando di riuscire a far meglio la prossima volta. 

Il porto degli spiriti - John Ajvide Lindqvist
Sullo sfondo di algidi paesaggi carichi di misteri e segreti, l'odissea interiore di un uomo alla ricerca di una figlia perduta.
In bilico fra sogno e reale, leggenda e quotidianità, e antichi e nuovi misteri, scopriamo, grazie allo stile coinvolgente di Lindqvist un mondo che appare lontano dal nostro ma ad esso indissolubilmente legato da rigide e letali leggi. Due mondi che si sfiorano a Domaro...
Un fantasy dalle tinte dark, il grido di una speranza che non vuole morire e, più di tutti, lo straordinario dono di vedere oltre le apparenze e credere di nuovo nella magia. Un libro che ha molte buone qualità e che non annoia. Un libro da scoprire a apprezzare pagina dopo pagina... 

Nessun dove – Neil Gaiman
Benvenuti a Londra Sotto.
Cupa oltre ogni dire, incantata oltre ogni immaginazione. Non amarla è impossibile. Oltre i pericoli, oltre l'assurdo, creature e uomini che hanno perso il loro posto nel mondo, che sono scivolati nelle fenditure, si raccolgono qui. Un circo immenso e infinito dove tutto si può trovare, dove tutto si può comprare, dove tutto è in perpetuo movimento, come la marea dei sogni.
Neil Gaiman trova un posto per ognuno di loro, e ne lascia altrettanto per altri ancora, per tutti quelli a venire e per tutte le storie che seguiranno quella di Porta e Richard e dei loro strambi inquietanti compagni di avventura...
Stile scorrevole (non a caso riadattato subito per il piccolo schermo), ironico, visionario. Per gli amanti del genere una tappa obbligata che non si può ignorare. Stupendo.

Il mondo in un tappeto – Clive Barker
Nodi e intrecci: di mondi, di storie, di vite e di un tappeto che custodisce un grande segreto.
L'opera di Clive Barker scorre in un lunghissimo fiume di parole capace di trasportare il lettore lontano, fino ai deserti infiniti carichi di mistero. Come pochi Barker riesce a creare non solo mondi fantastici, ma anche creature che oscillano fra sogno e incubo le cui forme possono spaventare anche i lettori più adulti. Stile scorrevole, immagini vivide... eppure a volte l'intoppo sembra appostato dietro l'angolo. Forse è proprio la lunghezza di questo libro che, se pur stupendo, ogni tanto sembra pesare. Mai troppo, è vero, a volte però sembra si fatichi un pochino prima di arrivare alla fine. La storia comunque rimane affascinante e val bene la pena di immergersi in questo mondo incantato alla ricerca del “Paese delle meraviglie”

Dark pleasure - Kresley Cole
Può capitare leggendo un libro che uno dei personaggi, per qualsivoglia motivo, non rientri nelle simpatie del lettore e questo compromette, almeno personalmente, tutta l'opera.
Purtroppo a me è capitato con questo libro...
Ho letto recensioni entusiaste e mi sono lasciata coinvolgere, ho avuto un pessimo approccio con il personaggio di Kaderin ma ho cercato di andare oltre e trovare, comunque, qualcosa di positivo...
Facilissimo non è stato. Non si può dire che il libro non sia scorrevole e alcuni personaggi ne sono ben emersi, ma... la competizione attorno a cui ruota la storia non ha avuto molto spessore, i due protagonisti son sempre persi dietro alle loro “passioni” (giusto per usare un eufemismo) e questo alla lunga un pochino può annoiare... insomma, non mi ha convinto, 3 stellette che probabilmente attireranno su di me le ire dei più. Forse darò un'altra possibilità al 3° capitolo della collana, il primo magari no, visto che anche i più ferventi sostenitori della Cole lo hanno bocciato, non me la sento di prenderlo in considerazione. Con il terzo magari, chissà, sarò più fortunata e mi ricrederò sul giudizio

Marina – Calos Ruiz Zafón
Un po' Mary Shelley, un po' Conan Doyle: Ruiz Zafón ci accompagna, ancora una volta, fra le vie di una misteriosa Barcellona, vie umide di una città piovosa capace ci nascondere incubi, mostri e storie che camminano sul filo fra fantasia e realtà.
Stile più che scorrevole, fiato sospeso che spinge a proseguire nella lettura fino all'ultima pagina, rendendoci incapaci di allontanarsi dai protagonisti e le loro storie.
Cupo a tratti violento, Marina affascina e conquista. Splendidi protagonisti, scenografia carica di fascino decadente... un'opera riuscita. E non potevano aspettarci nulla di meno da uno scrittore che, già in precedenza, ci ha abituati a guardare la realtà con occhi spalancati in cerca di quella magia che si nasconde dietro ogni angolo e dietro gli sguardi della gente.

c.j.

 
 
 

Inception

Post n°24 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da cj_movie
Foto di cj_movie

Dopo “Il cavaliere oscuro” e “The Prestige” il regista Cristopher Nolan torna dietro la macchina da presa per regalare al pubblico il magnifico “Inception”, thriller psicologico costruito come una scatola cinese dalle mille sfaccettature e dalle splendide sorprese.

Non è solo un cast di tutto rispetto o una fotografia magistrale ad incantare lo spettatore, ma quel perfetto insieme di scenografie mirabolanti, di effetti speciali visivi e un montaggio che tiene inchiodati alle poltrone rendendo le due ore e mezza di proiezione, mai banali, scorrevoli e ipnotiche.

 

Al centro delle vicende il mr. Cobb, un eccezionale Leonardo Di Caprio che ancora una volta dimostra la sua crescita professionale e gli apici che ha saputo raggiungere con le sue interpertazioni.

Lui, il manipolatore di sogni, capace di introdursi nella mente delle persone per carpirne i più profondi segreti o, come nel nostro caso, capace di “inpiantare” un'idea nella psiche tormentata di Cillian Murphy (alias Robert Fischer neo magnate dell'energia).

Lui che sulla psiche tormentata potrebbe scrivere un libro da quando la moglie è morta lasciando pericolosi strascichi nella sua anima.
Per la sua missione, Cobb radunerà una squadra speciale per riuscire nella difficile impresa.

Costruito con uno stile narrativo perfetto, il film non manca di ricordare, per certi versi ed in alcune punti, le teorie “made Wachowski bros.”, ma a parte il ricordo di un attimo che richiama alla memoria gli universi virtuali di “Matrix”, il film si rivela originale nella forma e nella trama.

Completano il bel quadro le performance di tutti i protagonisti da Joseph Gordon-Levitt a Ellen Page, da Ken Watanabe a Tom Hardy, passando per il sempre affascinante Michael Caine.

 

Inception è un film da vedere, non ci sono altre parole per poterlo descrivere e neanche è mia intenzione farlo rovinando il gusto della buona visione di un'opera che, considerando le offerte del mercato cinematografico americano e non del momento, si presenta come una delle cose migliori presenti in sala ad oggi.

c.j.

 
 
 
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Un blog di: cj_movie
Data di creazione: 19/06/2008
 

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