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Questa mattina a Jenin

Post n°286 pubblicato il 13 Marzo 2013 da cloud_1997
 

Ore 6.30 del mattino:l'alba si mostra timida agli ochi del cielo, i raggi di quel flebile sole illuminano debolmente i pochi tratti di strade abitate ed un leggero venticello aleggia nell'aria e penetra nelle tendine a fantasia delle finestre spalacate in camera di India, ragazza Palestinese di 16 anni, sempre allegra e vivace, ma sopratutto speciale: i suoi lunghi riccioli neri che ricadono morbidi sulla pelle olivastra; i suoi occhioni verdi come smeraldi scintilanti; il tutto addolcito da quel sorriso spontaneo e un pò malizioso suscitano in chi la guarda un sentimento i asoluta dolcezza e innocenza.

Ed è proprio quel fresco venticello a far spalancare gli occhi di India e a farla balzare giù dal letto per programmare una nuova giornata fatta di divertimenti, chiacchierate con le amiche e anche un pò di studio.

Dopo appena un'ora dal suo risveglio, la giovane si trova già catapultata in cucina dove sua madre Nikita si dedica a preparae la colaione, mentre suo padre Nassim legge il giornale di oggi con la sua solita aria da duro che nasconde la sua vera natura; perchè nei confronti di sua figlia è un padre mdoello: non ha mai osato sfiorarla nemmeno con un dito, per lui una parola vale più di mille scoppoloni, ma la cosa che rende ancor più special il loro rapporto sono le loro chiacchierate sul balcone, dove si raccontano le loro giornate, i loro picoli segreti ed  il momento della giornata preferito da India è quando si lascia cullare tra le braccia del padre che, fissando il sole scomparire dal cielo lasciando posto alla luna, le ripete sempre:-"Figlia mia, non lasciarti mai influenzare da niente e nessuno, raggiungi i tuoi obiettivi e fa sempre iò che ti piace!".

Questa frase riecheggia sempre nella mente della giovane che, dopo aver mangiato avidamente la sua colazione e dopo aver dato un bacino sulla guancia del padre, si catapulta fuori per andare a trovare il suo amico Amir per giocare ma, appena fuori dall'uscio della porta, qualcosa la blocca: sono loro, i soldati israeliani, con i loro carri armati e le loro armi, da anni in guerra con il popolo Palestinese, hanno deciso di stabilirsi a Jenin e dintorni per prendersi tutto e dominare la terra Palestinese.

Ma fortunatamente questo non è un problema che una ragazzina di sedici anni deve affrontare, quindi India senza curarsi della relatà che la circonda, si incammina verso casa dell'amico.

Ore 14.30: è ora di pranzo e i due ragazzi, dopo aver giocato a nascondino tra i campi d'ulivo, tornano verso casa quando uno sparo assordante rompe il silenzio: i due rimangono immobili finchè non sentono delle urla di donna provenire prorpio da caa di India.

La ragazza si precipita verso casa e le si presenta davanti la scena che per sempre le resterà impressa nella mente: vede sua madre urlare e piangere sul corpo insanguinato di un uomo, quell'uomo era suo padre Nassim.

India rimane impassibile, non riesce nemmeno ad urlare tutto il dolore che sente, una lacrima le scivola sul viso e, da quel giorno, il suo soriso si spegne completamente.

Pasano i giorni e il bagliore negli occhi di India scompare, così come il suo sorriso, non può credere che suo padre, la sua figura di riferimento, non ci sia più.
Senza di lui si sente smarrita e non è la sola: anche sua madre è cambiata, è diventata rigida e severa e, dopo solo un anno dalla morte del marito, decide che India è ormai abbastanza grande e deve trovare marito.

Questa scelta non viene assolutamente condivisa da India che vuole vivere la sua vita nella continua spensieratezza e, se proprio deve sposarsi, vuole farlo con la persona che ama davvero.

L'unica soluzione per scampare a tutto questo è quella di Stabilirsi di nascosto a casa del suo amico Amir per un pò.
L'unico rischio è quello di uscire fuori, con tutti quei soldati è impossibile oltrepasare il confine ma, nonostante tutto, India è determinata e, portando nel cuore il ricordo del padre, esce a notte inoltrata.

Appena fuori dalla porta la situazione sembra essere stabile, solo il silenzio incombe su Jenin, ma ad un tratto l'urlo di un uomo la fa tremare tuta, in seguito uno sparo e India, in preda al panico, si nasconde dietro un albero senza far rumore.

Passati pochi minuti, la ragazza decide di rincamminarsi verso casa dell'amico protetta dal buio e finalmente arriva a destinazione.

Bussa timidamente alla porta e Amir la ospita per alcuni giorni, durante i quali i due iniziano a conscersi meglio e iniziano a sentire che la loro amicizia si sta trasformando in qualcosa di più forte.

Passati solo due giorni la mamma di India si reca a casa del ragazzo immaginando che sua figlia si trovi lì e, con la rabbia nel cuore, la riporta a casa e le infligge la punizione più brutta e crudele he potesse capitare ad India: sua madre ha gia preparato il matrimonio e scelto lo sposo, senza che la giovane possa decidere o contestare.

Sarà costretta a sposarsi contro la sua volontà e questa sicuramente non è la fine che India desidera.
Arriva il giorno del matrimonio: India non ci vuole credere e, mentre lascia cadere una lacrima sul viso, si prepara per recarsi alla cerimonia.

In questo momento vorrebbe solo che suo padre fosse presente accanto a lei per darle coraggio, ma lui non c'è e lei è rimasta sola, senza nessuno che la possa salvare da quel tragico momento...tranne una persona, la persona che prova un sentimento profondo per lei e che presto fermerà la cerimonia per conquistare il suo amore.

Mancano pochi passi prima che India si possa ritenere sposata, ma ad un trato la porta si spalanca e lui fa capolino in casa.

In quel momento India sente un brivido salire su per la schiena e il cuore battere all'impazzata, quel sentimento è sicuramente amore, un amore che il ragazzo ricambia nei suoi confronti e che li terrà uniti per il resto dei loro giorni. 

 

 

 

 

 

 

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