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Questa mattina a Jenin

Post n°292 pubblicato il 13 Marzo 2013 da marika_anonima
 

E' mattina, in un posto qualunque, no, Jenin non è un posto qualunque. Jenin è una terra di conflitti, che si trova nel bel mezzo della Palestina.
In una via non tanto affollata di Jenin, si vede dall'alto un'immagine orribile. La strada coperta da macerie, case senza tetto, persoe ammassate per terra senza più un briciolo di vita, tra quelle c'era Hamal.
Hamal, era una ragazza normale palestinese, con una famiglia dietro le spalle, anche se non erano i suoi veri genitori. Prima che morisse, lei era andata a studiare a Londra, con una borsa di studio che aveva ottenuto per il corso di giornalismo. Lei si era trovata benissimo a Londra, però le mancava qualcosa, anzi, qualcuno. Era innamorata di Assaf, un ragazzo palestinese costretto dai suoi genitori adottivi a sposare Shalah, una ragazza bellissima, non poteva competere con lei. 
Hamal purtroppo non poteva avere figli, perchè era stata violentata dal cugino quando aveva solo dieci anni, ed è per questo che aveva abbandonato la famiglia, con la paura negli occhi e la speranza che quel brutto sogno sparisse dalla sua mente.
Passarono due mesi prima che incontrò una famiglia vera e propria. Ma nel frattempo, lei conobbe Assaf, anche lui orfano, i suoi genitori erano morti durante un conflitto quando aveva otto anni.
Lui la trattò come una figlia, anche se vivevano per strada. E inoltre lui le trovò una famiglia e una casa. E lei nel frattempo si innamorò di lui, senza manco sapere cosa significasse la parola amore. Per lei era una parola sconosciuta, quasi le faceva schifo. Eppure provava un sentimento forte per quel ragazzo, quasi più forte di lei, ma non se ne voleva rendere conto.
Intanto anche Assaf aveva trovato una famiglia, ma non era una famiglia vera e propria. Loro volevano solo un ragazzo qualunque che sposasse la loro figlia, e lui era perfetto per loro. Assaf, invece, pensava che facevano tutto questo per il suo bene.
Hamal lo sapeva, lei sapeva tutto, ma non poteva dirgli niente, altrimenti il padre adottivo di Assaf L'avrebbe uccisa.
Passarono alcuni anni e Hamal vinse una borsa di studio, fece di tutto per vincerla, voleva andar via da quel posto, soprattutto voleva dimenticare Assaf.
Non sopportava il fatto di vederlo li con un' altra che non era lei. Allora lei partì, non sapeva quello che stava facendo, era troppo piccola per andare a vivere da sola, ma lei voleva dimenticare, voleva chiudere dentro un barattolo la sua sofferenza e sigillarlo per sempre. Passarono tre anni da quando era arrivata a Londra.
Arrivò il giorno in cui lei decise di tronare, voleva dimenticare, abbandonare i suoi ricordi ma non ci riuscì, lei in quegli anni soprì che la sua vita era lì, insieme ad Assaf, e anche se lui non ricambiava, le bastava anche starsene al sua fianco. La mattina Hamal fece le valigie e la sera partì.
Il viaggio viaggio fu lungo e stancante per lei. E il giorno dopo, ritornò a Jenin.
tutti i suoi progetti, la sua felicità di tornare a casa, la sua voglia di vedere Assaf e la sua famiglia, tutto questo, le svanì in un momento, la sua mente si riempì soltanto di immagini di guerra, persone che le morivano davanti agli occhi, gente che piangeva per la perdita di un parente o di un amico, i lamenti dei bambini vicini ai corpi delle loro madri; Hamal rimase ferma, immobile, poi corse alla ricerca di Assaf e della sua famiglia, se c'era qualcuno per cui correre quel giorno era Asssaf. Lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, era perfino più importante della famiglia.
Hamal corse per le vie nascondendosi tra i palazzi, cercava assaf, "non dovevo partire" disse tra sè e sè, e lì, dopo qualche palazzo, trovò Assaf vicino al corpo della sua futura moglie, le teneva le mani strette a lui. Assaf si girò e vide Hamal in lacrime, con gli occhi rossi, la fissò per qualche minuto, e poi si accasciò per terra per il dolore di un proiettile sulla schiena. Hamal fece di tutto per non fargli chiudere gli occhi, bestemmiò qualche parol in arabo,e rimase in ginocchio vicino a lui, con le lacrime a gli occhi. Ma purtroppo, non passò molto tempo, che morì anche lei. E questa mattina a Jenin, Hamal ha scoperto cosa voleva dire amare, prima di morire. 

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