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Creato da: lully_rossa il 14/11/2005
Comunista, atea, femminista e zapatista. Ho tutto!

 

 
« Messaggio #326Tredici »

Comunista

Post n°327 pubblicato il 08 Gennaio 2007 da lully_rossa

Cari Compagni e Care Compagne, rieccomi tra voi, felice di rileggervi e di riprendere i nostri confronti.
Sono stata nel paese dei balocchi, in un paese, che pensavo non esistesse più, dove essere comunisti è un orgoglio, dove il termine ha ancora il suo significato originale di giustizia e libertà.immagine
Il rientro, haimè, è stato scioccante. In questo tempo che son mancata dall'Italia ho chiesto che mi venissero conservati un pò di quotidiani. Per farmi del male, forse. Non volevo però perdere nulla di quel che è accaduto (o non è accaduto) nel mio paese, ma non solo. Volevo, ancora una volta, capire quanto le informazioni in Italia arrivino filtrate. Leggo sbigottita di Arcivescovi disarcivescovizzati a causa di un oscuro passato comunista; di un presidente del consiglio spia del KGB che neppure lo cela visto che va in giro vestito da comunista. Leggo di revisionismi disgustose che ancora una volta cercano di mettere a paragone fascismo e comunismo. Leggo della vittoria (ma questa è arrivata anche dove ero io) dell'America fascista di Bush che ha mandato a morire Saddam (forse...).
Dove ero io la mano pesante degli Stati Uniti si sente. Ma compagni, forse siamo tutti un pò anestetizzati, perchè guardate che la stessa pesante influenza l'abbiamo anche qui. Solo che lì il popolo si ribella perchè è maggiormente consapevole di noi.
L'accezione negativa del termine "comunista" qui sta ormai divenendo un paradosso. Il paese che ha ospitato il secondo partito comunista più grande del mondo e il primo europeo sta rigettando, come fosse qualcosa che non riconosce, ciò in cui almeno la metà del popolo italiano si è riconosciuto fino a non molti anni fa.
Che cosa sta accadendo? Come può essere successa una cosa del genere? Cosa ha portato tutti coloro che si sono sentiti di appartenere a quella ideologia a decidere di rinnegarla nel modo più crudo. Ma è poi così? Non sarà che gli altri, i topi di fogna per intenderci, semplicemente gridano più forte?
Ma dov'è la nostra voce compagni? Dove sono finite le nostre grida? Perchè oggi sussurriamo, chiusi nella nostra disperazione?  Ci scanniamo tra di noi. Ci scontriamo e facciamo a gara a chi è "più comunista". Decidiamo noi cosa significa essere comunisti. Ma non esiste un comunismo per ogni personalità. Esistono delle correnti. Ma perchè queste devono sempre necessariamente entrare in collisione tra loro? Ad alti livelli si litiga solo quando c'è da gestire il potere. Ai nostri livelli, quelli della base, si litiga quando si è delle pedine. Vogliamo essere questo?
El pueblo unido jamas sarà vencido. Non è solo il titolo di una meravigliosa canzone. E' anche l'unica nostra possibilità.
A Cochabamba, in Bolivia, il popolo lo ha capito. Ha lottato contro la privatizzazione del dell'acqua, in tanti sono morti, ma il popolo, unito, ha vinto.
Io non ho mai perso le speranze. Nemmeno quando tutto sembrava ormai perduto. Nemmeno per un istante ha sorvolato la mia mente l'idea che essere comunista non fosse la scelta più giusta. Con sempre più forza, mentre il mio paese va nella direzione opposta, io voglio lottare per riaffermare quell'idea.
Lottare. Questo l'ho imparato lì, dove ogni giorno la lotta è per la vita, per la dignità, per la libertà.
E noi? Per cosa lottiamo noi?

 
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Il mio "eroe"


Penso a lui quando mi sembra che la mia lotta perda di senso. La sua vita e le sue idee sono per me una luce nelle tenebre e una via da percorrere.
 
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Mahatma Gandhi
 

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