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Un blog creato da avamposticulturali il 13/12/2006

Contro la Chiesa

Chi spara sulla Chiesa?

 
 

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Questo blog nasce da una considerazione: è giusto attaccare la Chiesa come si sta facendo nell’ultimo periodo? Perchè per gli italiani è così importante il giudizio della Chiesa quando poi le Chiese (scusate la cacofonia) la domenica sono deserte? Perchè si considera quello che è un indirizzo morale come un'ingerenza iniqua su sfere del tutto "laiche"?

Post: http://blog.libero.it/controchiesa/2026595.html

 

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Chiesa Capitalista

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Il problema del rapporto tra “capitale” e lavoro è uno dei principali protagonisti della dottrina sociale della Chiesa. Purtroppo pochissimi conoscono questa parte del magistero. Se la nostra società cercasse di documentarsi, sui molteplici argomenti di cui si compone il nostro credo, penso che potremmo sperare in una società più giusta.

Non possiamo dire però che le gerarchie non privilegino quest’aspetto perché viene riproposto molto spesso e nelle molteplici maniere. Semplicemente è un pensiero troppo scomodo per i media, che purtroppo sono guidati da interessi economici profondamente opposti.

Il primo documento storico della dottrina sociale è l’enciclica “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891 dell’allora papa Leone XIII né seguono diverse; tra le più importanti l’enciclica “Popolarum Progressio” del 26 marzo 1967 ad opera di Paolo VI, “Centesimus annus” del maggio 1991 di Giovanni Paolo II e per finire “Deus Caritas est” del 2005 di Benedetto XVI.

Non si può racchiudere l’intero pensiero sociale e quindi economico della Chiesa ma oggi voglio sottoporvi due righe del Compendio della dottrina sociale ossia parte dei punti 276 e 282 sarebbe interessante leggerlo tutto (compendio, il lavoro umano):

276 Il lavoro, per il suo carattere soggettivo o personale, è superiore ad ogni altro fattore di produzione: questo principio vale, in particolare, rispetto al capitale. Oggi, il termine « capitale » ha diverse accezioni: talvolta indica i mezzi materiali di produzione nell'impresa, talvolta le risorse finanziarie impegnate in un'iniziativa produttiva o anche in operazioni nei mercati borsistici. Si parla anche, in modo non del tutto appropriato, di « capitale umano », per significare le risorse umane, cioè gli uomini stessi, in quanto capaci di sforzo lavorativo, di conoscenza, di creatività, di intuizione delle esigenze dei propri simili, di intesa reciproca in quanto membri di un'organizzazione. Ci si riferisce al « capitale sociale » quando si vuole indicare la capacità di collaborazione di una collettività, frutto dell'investimento in legami fiduciari reciproci. Questa molteplicità di significati offre spunti ulteriori per riflettere su cosa possa significare, oggi, il rapporto tra lavoro e capitale.

282 Il Magistero sociale della Chiesa articola il rapporto tra lavoro e capitale anche rispetto all'istituto della proprietà privata, al relativo diritto e all'uso di questa. Il diritto alla proprietà privata è subordinato al principio della destinazione universale dei beni e non deve costituire motivo di impedimento al lavoro e allo sviluppo altrui. La proprietà, che si acquista anzitutto mediante il lavoro, deve servire al lavoro. Ciò vale in modo particolare per il possesso dei mezzi di produzione; ma tale principio concerne anche i beni propri del mondo finanziario, tecnico, intellettuale, personale.

I mezzi di produzione « non possono essere posseduti contro il lavoro, non possono essere neppure posseduti per possedere ».606 Il loro possesso diventa illegittimo quando la proprietà « non viene valorizzata o serve ad impedire il lavoro di altri, per ottenere un guadagno che non nasce dall'espansione globale del lavoro e della ricchezza sociale, ma piuttosto dalla loro compressione, dall'illecito sfruttamento, dalla speculazione e dalla rottura della solidarietà nel mondo del lavoro».607

In altre parole il Capiate e i mezzi di produzione sono legittimamente etici solo, e solo se, vengono messi a disposizione del lavoro. Le speculazioni di borsa o immobiliari, finalizzate al solo scopo del profitto non solo sono eticamente sbagliate ma anche peccato grave. Se si investe in borsa non è giusto farlo per ottenere un vantaggio legato al gioco dei titoli. Se l’investimento ha carattere di aiuto alle società può essere giusto. In ogni caso bisogna anche vedere quali sono queste società, se applicano regimi di produzioni ecocompatibili e se rispettano la dignità del lavoro umano. Spesso i titoli più redditizi, sono legati a società, che producono nei paesi sottosviluppati, sfruttando la manodopera infantile senza alcuna protezione dell’ambiente.

L’invito è quello di documentarsi e studiare tutto quello che la Chiesa dice su tutti i temi sociali quali famigli, economia, politica. E’ anche il primo comandamento “Io sono il Signore Dio tuo” che sottintende l’obbligo per tutti i credenti di studiare chi sia il proprio Dio.

Conoscere il pensiero sociale della Chiesa e diffonderlo, è l’unico strumento di difesa della nostra società, contro quel potentato economico sociale che sta imbavagliando la verità al solo scopo di continuare a fare i propri interessi. Segnalo anche l’”Economia di Comunione” del movimento dei Focolarini che potrebbe essere una via possibile all’attuazione concreta di ciò che la Chiesa dice.

Forse chi oggi vorrebbe relegare la Chiesa nell’angolo più remoto della nostra società, ha la pancia fin troppo piena, e non gli interessa lo schifo che c’è nel nostro paese. La moralizzazione dei nostri costumi, del modo economico e sociale è poco importante. Attenzione a non confondere Chiesa e comunismo ma forse né parleremo un’altra volta

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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NOTE VARIE

immagine“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello  che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.

La nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale)  all’interesse unico dell’individuo.

 Leggi il post: http://blog.libero.it/controchiesa/2191139.html

Cosa è giusto e cosa è facile? Chi spara sulla Chiesa e perchè?

 

CHIARIAMO I TERMINI

             I dibattiti televisivi non hanno la capacità di chiarire i termini delle discussioni, noi telespettatori rimaniamo lì costretti a vedere individui che litigano con il pretesto di parlare di argomenti alti e sacri.

 I saccenti “telemediatici” e i politici “saltafosse” che, non capendo nulla o meglio non parlando in maniera chiara e semplice,  fanno solo chiasso e confusione.

C'è un divario grande come un oceano tra chi, crede di parlare (o blaterare), e chi li ascolta davanti la scatola magica.

            In questo blog intendo chiarire i termini del dibattito e, in maniera pacata, confrontarmi con chi la pensa in maniera totalmente diversa dalla mia.

 
 
 
 

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