Creato da: terremotoetraggedia il 23/05/2006
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Fastidio

Post n°28 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da terremotoetraggedia
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Ma chi l'ha detto che il Natale rende tutti più buoni???? Io ho intorno un fastidio nero ché sembro rosa dalle mosche...
Innanzittutto il mio uomo è partito per tre settimane lasciandomi sola e persa come un cerbiatto con lo shampoo negli occhi.
E non vi dico il fastidio che ho in questo stesso momento per aver scelto una metafora così inadeguata alla situazione come quella del cerbiatto che, si sa, ha un paio di corna....
Oddio, sarà un segno premonitore???? 
Mentre cado nella più sordida paranoia, vi scrivo comunicandovi la mia angoscia natalizia.
Non è Babbo Natale a fare banging jumping nei camini altrui, ma i miei risparmi!
Ve lo garantisco:non sopravvivono al tuffo e finiscono dritti dritti nel fuoco.
Polvere erano e polvere ritornano.Mai come ora capisco questa frase.Gesù era un vero esperto di economia...
Lasciando le interpretazioni religiose, vi annuncio che proprio in questi giorni ho cominciato un nuovo lavoro. Faccio il servizio civile in una biblioteca universitaria.
Tra pizzeria e biblioteca totalizzo 12 ore al giorno occupate a guadagnare una retribuzione irrisoria e il pubblico ludibrio.
Se esistesse un guinness dei primati in spreco di energie io lo vincerei sicuramente.

 
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Tregua

Post n°27 pubblicato il 13 Dicembre 2006 da terremotoetraggedia
Foto di terremotoetraggedia

Lo ammetto: un mese senza scrivere è davvero troppo.
Mi è persino sfiorata l'idea di far decadere il blog lasciandolo divorare dal silenzio del tempo.
Tanta negatività e trascuratezza sono imperdonabili e sono pronta a tentare qualche gesto punitivo estremo durante una prima serata del Tg2.
In questo mese mi è capitato di tutto.
Ho avuto un' influenza intestinale di due settimane durante le quali sembravo l'invasata vomitina dell'Esorcista.
Persino la bambola Sbrodolina, che ora ha tutta la mia simpatia e il mio sostegno, ha qualche minuto di pausa prima di dedicarsi all'hobby del rigurgito.
La mia influenza intestinale invece non mi ha lasciato tregua perseguitandomi a tradimento ovunque.
Vomitare la porta della pizzeria dove lavoro, per esempio, è stato uno dei momenti più alti della mia carriera.
Ovviamente tutto questo lavorio intestinale ha avuto ripercussioni nefaste sull'assorbimento della pillola contraccettiva.
Non amo farmi mancare niente, così non ho disdegnato assumermi una bella preoccupazione per un' eventuale gravidanza.
La mia ginecologa è stata molto premurosa nell'evitare il panico sfornando frasi rassicuranti come : "Smetti subito di prendere la pillola ché fa male al bambino!".

Ma che bambino????????Ma stiamo scherzando???????

Siccome non amo farmi mancare niente, non ho disdegnato il panico.
Tutto questo è avvenuto mentre giacevo malata e sbrodolina a casa dei miei genitori, ignari della mia vita sentimentale e praticamente convinti che prenderò presto i voti.
Manca solo convincermi dell'esistenza di Dio e della purezza del rapporto Georg/Ratzinger e il gioco è fatto.
Comunque ho speso metà dei miei risparmi e metà dei miei liquidi corporei in test di gravidanza. Fino a prova contraria non sono incinta.
Sono però irritata verso tutti i farmacisti.
Alla mia richiesta di test di gravidanza sfornavano frasi inopportune tipo: "Ah però, complimenti!" oppure "Ma brava!" sfoderando ironia di bassissima lega.
Da oggi simpatizzo con la vendita dei prodotti farmaceutici nei supermercati.
Ma non è finita qui.
Considerando che lavoro in nero, due settimane di malattia significano "due settimane senza soldi".
Considerando che studio, Dicembre significa "scadenza tasse universitarie".
Considerando tasse e spese in regali, Dicembre significa "merda!".
Sto rivalutando l'idea allettante del convento per garantirmi un alloggio e un pasto caldo.
Sono davvero stremata e necessito una tregua.

 
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Noia

Post n°26 pubblicato il 08 Novembre 2006 da terremotoetraggedia
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Che noia.

il vetro scaglia la faccia e l’inchiostro diventa un mare in cui annegare.
la finestra è una barriera troppo spessa da oltrepassare con il pensiero.
non mi bastano i passi per inciampare.
vivo in una casa dall’entrata troppo costosa.
mi sembra eccessivo spendere il sangue di una vita per colorare di rosso l’acciottolato.
i sassi non sono nutrienti da mangiare e non sono abbastanza rossi da imbellettare le guance.

questa casa non mi è utile.

 
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Violenza alle donne

Post n°25 pubblicato il 03 Novembre 2006 da terremotoetraggedia
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Non vi ho abbandonato ma in queste settimane Internet ha abbandonato me.
Ero impossibilitata a scrivere se non sborsando una cifra improponibile per abbonarmi ai computer della biblioteca statale, che per il prezzo richiesto avrebbero dovuto anche farmi la manicure e pulirmi la casa.
Avrei anche potuto scrivere dai computer avariati della Facoltà, ma non avrei poi avuto i soldi per recuperarmi dall’esaurimento nervoso dovuto al continuo incepparsi del sistema informatico universitario. I nostri computer sono così efficienti che a volte penso siano in realtà delle caffettiere.
Non è che non funzionano, è che ancora nessuno ha capito che servono per fare il caffè.
Essere una caffettiera incompresa è una tragedia.

A parte questo avrei milioni di cose su cui aggiornarvi e non so davvero da dove iniziare.
Per cui salterò tutte le informazioni di carattere personale e approderò ad un argomento di gran moda in questo periodo: la violenza sulle donne.

In questi giorni chiunque parla di violenza alle donne e chiunque ne parla male.
Ho visto servizi su una fantomatica “Emergenza stupri” assemblati da giornalisti spettinati che meritano più di qualche metaforica (e letterale) strigliata di capelli.
Lungi da me avere l’ambizione di un post serio, ma vediamo di sfatare alcuni miti.

Quando si parla di violenza alle donne si tende a dare un’immagine dell’aggressore come se si trattasse di una persona sconosciuta (preferibilmente straniera) sbucata da un vicolo buio durante la notte.
Purtroppo questo genere di aggressioni esiste e non è certo mia intenzione negarle.
Tuttavia le statistiche dipingono quadri ben diversi.
I dati possono oscillare impercettibilmente a seconda delle ricerche prese in esame ma circa il 92,5 % delle donne che subiscono violenza è vittima di uomini conosciuti.
Si tratta per lo più di familiari, partner o amici.

Perché non si sa?

Molte persone che si occupano dell’argomento dicono che queste percentuali non sono note perché le vittime di violenza non ne parlano con nessuno.
Anche questo è un falso mito.
Le donne denunciano la violenza più di quanto si creda.
Tuttavia quando le aggressioni si svolgono all’interno delle mura di casa la risposta delle istituzioni è tendenzialmente orientata a minimizzarle come naturali dinamiche all’interno della coppia.
Le vittime vengono colpevolizzate e considerate responsabili della situazione che subiscono.
Cito solo una recente ricerca svolta in Olanda su un campione di 50 donne. Ognuna di queste aveva consultato in media 3,5 operatori sanitari prima di trovarne uno disposto ad aiutarla.
Il 68% non era stata creduta, il 38% era stata colpevolizzata e il 10% era stata abusata sessualmente dallo stesso terapeuta.

Ovviamente esistono centri antiviolenza in grado di occuparsi di questi problemi tamponando i danni delle istituzioni.
Per tutte coloro che possano averne bisogno consiglio di informarsi sulle organizzazioni spontanee presenti nella propria rete locale.

Concludo raccontandovi questo episodio.
Una sera esco dalla pizzeria all’una di notte e mi siedo su un muretto ad aspettare il mio uomo.
Sono uscita un po’ prima, ho cercato di avvisarlo sul cellulare ma mi si è scaricata la batteria del telefono.
Sono sola, senza cellulare, in una strada buia, di notte.
Me la faccio sotto dalla paura.
Certo che la maggioranza della violenza alle donne è mossa da uomini conosciuti, ma se io fossi la minoranza?
Sono immersa in questi pensieri quando sbuca un losco individuo con andatura incerta.
Palesemente matto.
Palesemente ubriaco.
Palesemente interessato a me.
Si ferma e intavola la seguente conversazione.

Lui:“Non bisogna cantare, no?”
Io: “La prego non mi parli che poi prendo paura”
Lui: “Allora mi allaccio solo una scarpa”.

Si allaccia una scarpa e se ne va.
Una delle migliori conversazioni mai avute.

 

 
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Eppur Succede 2

Post n°24 pubblicato il 28 Settembre 2006 da terremotoetraggedia
Foto di terremotoetraggedia

Come comprensibile ho dovuto prendere una pausa forzata dal blog per improvvisarmi alla giocoleria. Sono infatti tutta un roteare di palle tra assistenza alla mamma robotica, esami, lavoro e altri sballottamenti vari.
Per quanti fossero in apprensione annuncio il mio conseguimento degli esami con il pieno dei voti.
Drogata dall’ebbrezza del successo ho riacquistato la speranza di uscire dal tunnel dell’università e non, come sempre, da quello del divertimento.
Così, tanto furbescamente quanto repentinamente, ho pianificato il prossimo passo verso la vittoria: l’eliminazione dell’ ESAMEDIMERDA.
L’ESAMEDIMERDA mi perseguita già da diverso tempo ed è, per capirci, un tomo di 1600 pagine capace di esercitare su di me l’effetto di un detergente intimo all’acido muriatico.
Per eliminare l’ESAMEDIMERDA mi sono recata oggi in Segreteria Studenti cinguettando come un allegro fringuello in volo verso la libertà. La Segreteria Studenti dell’Università di Trieste funziona nel seguente modo.
Per riuscire ad avere il privilegio di parlare con un operatore umano devi come minimo alzarti alle 6 presentandoti in Segreteria con brioche e cappuccino per tutti. Meglio ancora sarebbe organizzarsi la notte prima improvvisando un Bed and Breakfast con vista panoramica sugli sportelli.
Se malauguratamente sfidi la sorte non aderendo a questo iter, la disgrazia si abbatte su di te e puoi considerarti fortunato se riporti soltanto una frattura dell’osso sacro a forza di sedere in attesa del tuo turno.
Io ho sfidato la sorte.
Sono ammuffita in Segreteria Studenti per 4 ore e 30 minuti.
Il mio tono muscolare ha subito un calo drastico del 60% e ho una chiappa tatuata con i motivi della sedia su cui sedevo.
Quando si è presentato il mio turno mi sono avvicinata allo sportello in evidente stato confusionale e crisi di identità:ero convinta di essere la sedia.
Poi ho ripreso a cinguettare come un allegro fringuello con l’aviaria in volo verso la quarantena e ho ottenuto le seguenti informazioni:

  1. Posso agilmente eliminare l’ESAMEDIMERDA.
  2. La Segreteria Studenti ha di sua iniziativa agilmente eliminato altri 4 esami da me invece sostenuti e ora smarritisi irrimediabilmente nel buco nero dell’università.

Eppur succede.

 
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