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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi di Novembre 2014

 

Abuso precariato

Post n°3072 pubblicato il 30 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “ScuolaOggi”


Condannato l’abuso del precariato


di Pippo Frisone

Il 26 novembre 2014 alle h.9,33 il presidente sloveno della Corte di Giustizia Europea con sede in Lussemburgo, leggeva in un italiano stentato le 8 pagine che racchiudevano la definitiva condanna dell’Italia sulla reiterazione dei contratti a termine nella scuola italiana.Da giudice a giudice, perché in fondo si trattava di un rinvio pregiudiziale che i giudici italiani del Tribunale di Napoli, di Lamezia e della Corte Costituzionale avevano rimesso  alla Corte di Giustizia europea in merito alla corretta interpretazione dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato del 18 marzo del 1999. In particolare, se la normativa italiana sui contratti a tempo determinato di cui all’art.4 della L.124/99 risultasse conforme e compatibile con le citate norme europee.

Quindi non decisione diretta che risolve automaticamente la controversia  nazionale sulle cause pendenti .  Spetta ora ai giudici italiani risolvere le cause in maniera conforme alla sentenza della Corte Europea che diventa obbligatoria non solo per la giurisdizione italiana ma per quella di  tutta l’Unione. A meno che dell’intera questione se ne faccia carico la politica e quindi il Parlamento italiano. Il Ministro Giannini, mettendo le mani avanti, minimizza la portata della sentenza perché con la proposta sulla Buona Scuola e la legge di stabilità la risposta la darà in anticipo con le 148mila assunzioni.La sentenza riguarda non solo il personale docente e ATA, assunto per effettuare supplenze annuali nelle scuole ma anche  quello privato ed è estensibile ai restanti contratti precari  del pubblico impiego ( Sanità, Università, Enti di Ricerca ecc…).Insomma, una mezza rivoluzione che secondo alcuni esperti giuridici va a lambire anche alcuni fondamentali del Jobs Act in discussione in queste ore in Parlamento.In buona sostanza la Corte Europea, nel ricordare che l’Accordo quadro del 99 si applica a tutti i lavoratori pubblici e privati dell’Unione,  rileva che la normativa italiana osta in particolare con la clausola 5, punto 1 dell’accordo.E’ l’art.4 della L.124/99 ad essere giudicato illegittimo, nonostante il restyling dell’ex ministro Gelmini che introdusse una norma giustificatoria sulla reiterazione dei contratti a T.D.“in quanto necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico , possono trasformarsi in contratti a T.I. solo in caso di assunzioni in ruolo”.Le esigenze organizzative del sistema scolastico italiano non possono rientrare nelle cosiddette “ragioni obiettive” che giustifichino i rinnovi dei contratti.Ragioni obiettive , invece, riconosciute dalla Corte  nei casi di sostituzioni temporanee dei lavoratori per motivi di politica sociale ( malattia, maternità, congedi parentali … )Le giustificazioni sulla reiterazioni dei contratti che si rinvengono nell’art.4 della L.124,sono giudicate insufficienti, in quanto in Italia i tempi d’indizione degli ultimi concorsi risultano essere molto aleatori e vanificano la limitazione dei contratti ivi contenuta e riferita all’espletamento dei concorsi. I tempi intercorsi tra gli ultimi concorsi hanno a volte superato il decennio  ( 1999-2011) . Altro aspetto della normativa italiana , censurata dalla Corte, è la totale assenza di misure sanzionatorie in caso di abuso e l’esclusione di ogni forma di risarcimento del danno eventualmente subìto. La normativa italiana non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo  dei contratti a T.D. risponda effettivamente ad un’esigenza reale.Pertanto, il mantenimento di un sistema di rinnovi senza alcun limite né tempi certi dei contratti a T.D., privo di ragioni obiettive,  per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole italiane, quale la copertura di posti disponibili e vacanti, è per la Corte Europea in netto contrasto con la normativa europea, quindi illegittimo.Quale sarà la platea dei potenziali beneficiari della sentenza e l’entità degli eventuali risarcimenti?  Secondo alcuni sindacati che danno una lettura estensiva anche ai precari del pubblico impiego, i precari coinvolti si aggirerebbero tra i 250-300mila con costi attorno ai 2 miliardi. Secondo la normativa europea, quindi illegittimo.Quale sarà la platea dei potenziali beneficiari della sentenza e l’entità degli eventuali risarcimenti?  Secondo alcuni sindacati che danno una lettura estensiva anche ai precari del pubblico impiego, i precari coinvolti si aggirerebbero tra i 250-300mila con costi attorno ai 2 miliardi. Secondo la Ministro Giannini che ha tutto l’interesse a difendere il suo piano di assunzione di 148mila docenti, la sentenza riguarderà solo 15mila docenti e 3 mila ATA della Scuola.. La Ministra insiste su questi numeri perché dà una lettura restrittiva della sentenza che prende in considerazione ,a suo dire , soloi posti annuali, disponibili e vacanti, sull’organico di diritto.Quanti saranno i precari della scuola, effettivamente interessati, ce lo diranno i provvedimenti che ilGoverno Renzi sarà in grado di mettere in campo, cercando le coperture di spesa adeguate.Se la politica non sarà in grado di dare al precariato risposte immediate e senza discriminazioni, è scontato che il contenzioso si trasferirà nelle aule dei Tribunali.E con costi, ancora una volta, pesanti per tutti.

 
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Abbandono scolastico

Post n°3071 pubblicato il 30 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola"

L'abbandono scolastico frena la crescita economica

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha svolto un'indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica con il principale scopo di individuare la portata del fenomeno in Italia, anche rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020

 

La Commissione Cultura della Camera dei deputati ha svolto un'indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica con il principale scopo di individuare la portata del fenomeno in Italia, anche rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020, e definirne le più efficaci strategie di contrasto e prevenzione. L'indagine si è svolta dal 23 aprile 2014 al 10 giugno 2014 con sei sedute nelle quali sono stati auditi 19 soggetti e raccolte 28 memorie.

Hanno fornito il loro contributo, oltre ai soggetti istituzionali competenti in materia (rappresentanti del Miur, dell'Invalsi e dell'Isfol), anche dirigenti scolastici, insegnanti, docenti universitari, rappresentanti di associazioni, fondazioni e testate editoriali.

In Italia, gli indicatori Eurostat, pur registrando una costante riduzione del tasso di abbandono (sceso dal 20,6% del 2006 sino al 17% del 2013), segnalano comunque un livello ancora troppo elevato rispetto alla media europea pari al 12% nel 2013 e, soprattutto, rispetto all'obiettivo del 10% da raggiungere entro il 2020.

In media il 17,6% degli studenti abbandona il percorso scolastico. Si va dalla Sardegna, maglia nera col 25,8%, al 25 della Sicilia e al 21,8 della Campania, passando per le percentuali intermedie del centro Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna stanno sul 14-15%) fino a quelle più basse (12-13) di Lazio, Abruzzo, Umbria, Basilicata, per finire col Molise, unico a quota 9,9%.

A volte la causa è da ricercare nella famiglia, che in tempi di crisi, non riesce a sostenere l’onere del mantenimento. Ma incidono anche i contesti sociali ed educativi, come la vita in quartieri disagiati o certi approcci "rigidi" da parte di alcuni insegnanti, legati a forme di didattica inadatte a valorizzare le qualità dello studente.

Secondo il WeWorld Intervita, l' Associazione Bruno Trentin e la Fondazione Giovanni Agnelli,l’azzeramento della dispersione scolastica ha un impatto sul Prodotto interno lordo tra l’1,4 e il 6,8%. "L’Ocse stima il costo di una singola bocciatura per un sistema scolastico sugli 8mila dollari, 6.400 euro – spiega la deputata Milena Santerini (Per l’Italia) –. Se lo moltiplichiamo per il numero di bocciati in Italia, si arriva a qualche miliardo di perdite".

Per invertire la tendenza e scendere al 10%, occorrono, secondo la Commissione, anagrafi integrate fra i vari enti per acquisire dati ancor più precisi sulla situazione, occorre elaborare strategie preventive già dall’infanzia, riordinare i cicli scolastici (sperimentando una possibile scuola secondaria di 4 anni), migliorare l’orientamento e valorizzare l’istruzione tecnica.

Occorre "un intervento complessivo", dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, "con istituti aperti, didattica flessibile e multidisciplinare e docenti stabili. I Paesi che hanno investito sull’insegnamento tecnico con l’alternanza scuola-lavoro, non lasciando il tecnico di serie B in confronto liceo di serie A, hanno un tasso di dispersione scolastica più bassa".

"Non è accettabile, in una democrazia come la nostra, che oltre il 17% dei giovani abbandoni il ciclo scolastico...". La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha commentato  i dati dell’indagine conoscitiva della commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio:"Non ci sarà crescita nel nostro Paese – afferma – se non saranno risolti i nodi storici del sistema dell’istruzione. Vorrei che ci sforzassimo di immaginare i volti di quelle bambine e di quei bambini, che non si sono ancora affacciati pienamente alla vita ma già hanno davanti un destino da emarginati".

 
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Giannini

Post n°3070 pubblicato il 28 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da “Agenzia Dire”


Scuola. Giannini: "Nella sentenza Ue non si parla di 250.000 assunzioni

"i posti vacanti e disponibili, che nella scuola italiana sono 15mila".

ROMA - Nella sentenza della Corte di giustizia europea sui precari della scuola italiana non si parla di assunzioni di 250-270mila precari. A spiegarlo il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, che intervistata da Maurizio Belpietro nella 'Telefonata' su Canale5, prova a fare chiarezza: "Ho letto la sentenza- ha detto- E questi numeri, che alcuni sindacati hanno cominciato a dedurre, non compaiono. Quello che dice difficilmente porta a fare questi conti". Secondo Giannini "conferma la correttezza tecnica delle misure che abbiamo proposto nella 'buona scuola'", e nello specifico spiega che "i posti a tempo determinato su quelle che sono le supplenze lunghe dall'1 settembre al 31 agosto non si devono fare, perché contro la normativa europea. E noi l'abbiamo detto mesi fa, è contro il principio di 'salute' del sistema". Parlando di numeri, il ministro spiega che questi sono "i posti vacanti e disponibili, che nella scuola italiana sono 15mila". Si chiede, quindi, "come si faccia a dedurre che da questa sentenza si arrivi ad una esigenza di assunzione di tutti coloro che a vario titolo sono stati o sono precari della scuola. I sindacati danno dei numeri, vedremo se danno i numeri".

Alla domanda se le risultano o meno le 250mila assunzioni, il ministro risponde: "No. È comunque molto importante per noi, per il Governo, avere conferma che per la buona scuola costruiamo un grande edificio, e su fondamenta marce non si costruiscono edifici. Una delle prime cose che ho detto è che il precariato storico è una patologia italiana che deriva da 20 anni di malgoverno su questo settore".

NON PIU' PRECARI, ELIMINARE GRADUATORIE STORICHE - "Proponiamo l'eliminazione delle graduatorie storiche è la soluzione: non ci saranno più precari, con piano assunzionale". Il ministro ha sottolineato anche l'importanza della seconda misura che la sentenza della Corte di Giustizia Europea richiama "e a cui tutti noi abbiamo posto rimedio, il concorso regolare: il precariato storico si è costruito negli anni perché non ci sono stati concorsi. Noi facciamo subito il concorso, che darà altri 40mila posti disponibili nella scuola per i giovani che entrano e costituiscono la regolarità del flusso"

 

 
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Tra buona scuola e sentenza Ue

Post n°3069 pubblicato il 28 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

 

Da “La Repubblica”


Tra Buona scuola e sentenza Ue, la strada stretta del governo per i precari


Verificare quanti tra i 140mila in procinto di essere assunti hanno davvero insegnato. E quanti nelle graduatorie rientrano nella sentenza Ue. Tra interrogazioni di maggioranza e primi aggiustamenti della riforma l'esecutivo cerca una soluzione

Salvo Intravaia

Assumere anche chi non ha mai insegnato per un giorno o mettere un limite al mega-piano di immissioni in ruolo nella scuola proposto dalla Buona scuola di Renzi? Recuperando, magari, coloro che non si trovano collocati nelle graduatorie ad esaurimento ma insegnano da anni. All'indomani della sentenza della Corte di giustizia europea, che apre le porte della scuola a migliaia di insegnanti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) utilizzati per anni con contratti a tempo determinato, il governo si trova a dipanare una complicata matassa. Il pronunciamento della Corte di Lussemburgo non fa altro che confermare quanto già anticipato alcuni mesi fa: la illegittimità dei contratti a tempo determinato conferiti al personale scolastico, protratti per più di 36 mesi senza la successiva assunzione a tempo indeterminato. Istanza che la Buona scuola presentata lo scorso 3 settembre dal presidente del Consiglio ha di fatto accolto  -  anche se a metà  -  prevedendo l'assunzione di tutti i 140mila inclusi nelle liste provinciali dei precari.

Ma non tutti gli inclusi nelle graduatorie ad esaurimento possono definirsi precari in senso stretto, perché molti hanno soltanto qualche mese di supplenza all'attivo o, addirittura, non sono mai entrati in classe. Che fare, assumerli tutti ugualmente? A prendere l'iniziativa è Francesca Puglisi, senatrice del Pd con delega in segreteria su istruzione, università e formazione. La parlamentare, lo scorso 25 novembre, ha presentato una interrogazione al ministro, Stefania Giannini, che chiede di fare una fotografia dei cosiddetti precari "storici". "Si chiede di sapere  -  recita il testo dell'interrogazione  -  se il ministro in indirizzo abbia un quadro chiaro di coloro che stanno lavorando in quest'anno scolastico con contratti annuali, per sapere quanti di essi sono collocati nelle graduatorie ad esaurimento, quanti in seconda o terza fascia e quanti hanno avuto almeno 3 rinnovi contrattuali annuali".

La richiesta sembra quasi anticipare la sentenza dell'Alta corte europea, ma pone anche l'esigenza di capire chi si sta per assumere. Quanti tra i 140mila inclusi nelle graduatorie ad esaurimento possono definirsi precari? Il governo ci sta ragionando e potrebbe apportare qualche modifica al Piano che prevede di svuotare le graduatorie e cancellare il precariato della scuola in un sol colpo. Ma la questione è delicata, anche se i paradossi non mancano. E poi, quanti sono in effetti quelli che rientrano nella sentenza pronunciata ieri a Lussemburgo? Scorrendo alcune graduatorie ci si può fare un'idea. Nel listone della scuola dell'infanzia di Palermo, un terzo dei 2.251 aspiranti all'assunzione col piano Renzi hanno meno di sei punti di servizio, che equivalgono a un anno di lavoro in una scuola privata prima del 2000 o a tre mesi di servizio nella scuola statale o paritaria.

Scenario che non cambia se passiamo in rassegna la graduatoria della scuola primaria della provincia di Napoli, con il 38 per cento dei 4.490 inclusi con pochissimo o addirittura nessun servizio all'attivo. Anche al Nord tantissimi supplenti inseriti nelle graduatorie provinciali non hanno mai insegnato o hanno pochissimi giorni di supplenza alle spalle. In provincia di Milano, 173 dei 583 presenti nella graduatoria di Italiano alla scuola media  -  il 30 per cento  -  hanno al massimo 6 punti di servizio. Ma i problemi per il governo Renzi non sono terminati. Perché la sentenza di ieri ribadisce il concetto che è illegittimo abusare del contratto a termine anche per il personale Ata, che non figura nel piano di assunzioni del governo. Che fare? E quanti sono i bidelli, i tecnici di laboratorio e gli assistenti amministrativi licenziati o non stabilizzati dopo almeno tre incarichi annuali?

Un dato da ricordare è quello dei 44mila Ata tagliati dalla riforma Gelmini, molti dei quali in servizio da anni e che potrebbero rivolgersi al giudice del lavoro per essere assunti oppure richiedere un risarcimento. E' questo il nodo sostanziale che il governo Renzi deve sciogliere. Perché per i docenti la sentenza della Corte di giustizia europea imporrebbe all'Italia di assumere meno insegnanti di quelli attualmente inseriti nelle graduatorie dei precari: 70/90mila. E la soluzione che già qualcuno al ministero e in parlamento comincia ad accarezzare è quella di stabilire una soglia  -  di servizio  -  per essere assunti dalle graduatorie ad esaurimento e recuperare gli Ata con oltre 36 mesi di incarico statale e magari anche quelle poche migliaia di precari con anni di supplenze all'attivo, collocati nelle graduatorie d'istituto. Alla fine si tratterebbe di assumere sempre 140mila persone.

 

 
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Scuole

Post n°3068 pubblicato il 28 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuole

Da "OrizzonteScuola"


Scuole senza soldi. Il MIUR promette l'accredito dei fondi tra pochi giorni


Il MIUR ha risposto alla CGIL riguardo ad alcune problematiche relative ai pagamenti arretrati degli stipendi e quote accessorie.

Il MIUR ha risposto alla CGIL riguardo ad alcune problematiche relative ai pagamenti arretrati degli stipendi e quote accessorie.  

Le scuole sono ancora in attesa dei fondi dal funzionamento relativi ai 4/12 del 2014: senza questi fondi non è possibile pagare i fornitori e si rischia che i conti in scadenza a dicembre potranno essere pagati solo a gennaio, come non è possibile pagare gli stipendi dei mesi scorsi dei supplenti. Il MIUR si sta attivando e conta di reperire le risorse necessarie entro la settimana e di trasferire nel giro di qualche giorno i fondi del funzionamento relativi ai 4/12. Così le scuole che ancora non hanno pagato potranno regolarizzare i loro pagamenti prima di Natale.

I sindacati saranno anche chiamati a discutere sul Programma Annuale 2015.

Inoltre il MIUR chiarirà a breve la questione dei pagamenti delle ore eccedenti effettuate dai docenti di ruolo su classi collaterali da pagare al 31 agosto e non al 30 giugno, come alcune Ragionerie Territoriali impongono.

Infine ricordiamo che ci saranno tre emissioni speciali nel mese di dicembre: una è prevista nella data di giovedì 11 dicembre, è necessario pertanto che i lotti di segnalazione con tipo “conguaglio a cedolino urgente”, siano  revisionati entro le ore 18.00 della suddetta data.

Un'altra per il pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente è prevista per la giornata di venerdì 12 dicembre. Quindi, tutti gli elenchi che, entro le ore 17.00 del suddetto giorno, avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di emissione speciale.

L'ultima emissione speciale accessori dicembre 2014 è prevista per consentire il pagamento dei compensi accessori comunicati e autorizzati successivamente alla chiusura della mensilità di dicembre 2014. La data, concordata con la Banca d’Italia e il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato è fissata per venerdì 12 dicembre. Dunque, tutti gli elenchi che entro le ore 17.00 del suddetto avranno completato l’iter procedurale, saranno oggetto dell’emissione speciale.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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