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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 20/11/2014

 

Renzi

Post n°3058 pubblicato il 20 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 
Tag: Renzi

Da "La Tecnica della Scuola"


Renzi: il sindacato inventa scioperi, ma io creo lavoro


Pasquale Almirante

Renzi, al quale lo sciopero, proclamato da Cgil e Uil per il 12 dicembre e da Cisl e Snals il 1° dicembre, a quanto pare non va giù, spara bordate contro i sindacati.

 
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La buona scuola

Post n°3057 pubblicato il 20 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "Il Fatto quotidiano"


‘La Buona Scuola': un cattivo esempio della centralità del dirigente scolastico


Non è la prima volta che il Ls Fermi di Cosenza assurge all’onore delle cronache. Meno di anno fa era accaduto che la dirigente, Michela Bilotta, aveva tentato di inserire corsi di recupero intramoenia (con tanto di organizzazione del finanziamento alle famiglie): pioniera della deriva privatistica nella scuola statale.

In realtà il disagio del Fermi parte da lontano. Da quando, cioè, una dirigente scarsamente responsabile e inconsapevole di quali siano ruoli e prerogative a lei affidate ha deciso di concentrare la propria visione autoreferenziale da “l’école c’est moi” in atteggiamenti e provvedimenti persino ridicoli, se non così pericolosi. Per iniziare: appena insediata nel liceo cosentino, Bilotta contatta l’autore del dipinto che si trova nell’atrio della scuola, ritraente alcuni personaggi storicamente significativi della città, ingiungendogli di inserire anche la propria effige.

Che la visione proprietaria della scuola non si limiti a questo, si comprende nel totale cambiamento – anno dopo anno – dello staff di presidenza: esoneri e semi esoneri a cascata; nonché nella cooptazione di alcuni docenti che, a fronte di una prestazione richiesta dalla ds, vengono alleggeriti di ore di lezione a scuola. Per raccontare le prodezze di questa ds ci vorrebbero tempi lunghi: istalla un sistema di videosorveglianza puntato su spazi di esclusiva pertinenza della scuola, cortili interni dove docenti ed alunni svolgono l’intervallo, passano da un plesso all’altro; non chiude uno dei plessi del liceo, dopo che all’apertura esso risulta infestato dallo spargimento di liquido maleodorante – presumibilmente creolina – con conseguenti malori di studenti e personale. Circostanza denunciata pubblicamente dal Partito della Rifondazione Comunista, in una lettera che denuncia commistioni padri/figli ed incontri serali preelettorali all’interno della scuola tra la dirigente e candidati del Pd alle prossimi elezioni regionali. Spesso Bilotta “dimentica” i diritti dei lavoratori previsti dal contratto, così come le prerogative degli Organi Collegiali, le cui delibere vengono intenzionalmente ignorate. Non rispetta la funzione delle Rsu; interrompe collegi – riaggiornandoli a suo piacimento – solo perché intuisce dalle proteste che il progetto che aveva in mente non incontra il favore dei docenti e quindi potrebbe non passare. Il contributo volontario delle famiglie è al Fermi un eufemismo molto più che altrove: oltre alla tassa di iscrizione, vengono richiesti continuamente oboli ai genitori per qualsiasi attività. Vengono presi provvedimenti arbitrari e in violazione degli obblighi contrattuali, come la ritorsione rispetto ai docenti che non accettino di sostituire i colleghi assenti (attraverso le “ore eccedenti”), che si chiamano così proprio perché eccedono l’orario di lezione e pertanto sono opzionali)

Il 2, 3 e 4 settembre un’ispezione collegiale a tre inviata dal Miur su richiesta nello scorso mese di maggio da parte di Flc, Cisl e Uil scuola, che presentano a viale Trastevere un corposo dossier pieno di denunce circostanziate. 3 ispezioni (le 2 precedenti su Intramoenia e provvedimenti vs coordinatori), per un ds che, del resto, anche in passato, nell’istituto Bisignano, era finita per 2 volte davanti al giudice del lavoro e condannata. Nonostante ciò, sono continui i provvedimenti disciplinari della ds sceriffo di Cosenza: lettere di richiamo per non aver accolto la nomina a coordinatore di classe, che – come è noto – non è vincolato ad accettare; lettera di richiamo per una docente che – colta in un colloquio con i genitori esterno alla scuola – stava (nella interpretazione del Grande Inquisitore) certamente diffamando l’istituzione scolastica. Il clima al Fermi è irrespirabile, le condizioni di lavoro (e di apprendimento) proibitive: anche gli studenti hanno subito minacce, al punto da dimettersi tutti insieme a buona parte dei genitori e dei docenti, dal consiglio di Istituto.

Interventi politici: interrogazione parlamentare del senatore Sel Giovanni Barozzino del 09.04.2013; interrogazione del sen. M5S Nicola Morra del 26.02.2014 al Ministro dell’Istruzione; interrogazione al Consiglio regionale del consigliere Guagliardi del 14.05.2013; interrogazione al Consiglio regionale del consigliere Talarico del 7 aprile 2014; l’11 settembre 2014 l’eurodeputato Eleonora Forenza (l’Altra Europa) scrive una lettera a Giannini. Infine, caso eclatante in una scuola, lo scorso 15 ottobre, le segreterie provinciali di Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola hanno proclamato lo stato di agitazione su una molteplicità di questioni gravi, già segnalate al ministero, e tuttora irrisolte.

La Buona Scuola di Renzi propone una centralità della funzione del dirigente, decisore delle sorti dei singoli insegnanti relativamente al merito e, da alcuni punti di vista, al premio; reclutatore; figura fondamentale per il risultato e, dunque – nel panorama disegnato dal documento – nel mediare strategie di introduzione del privato nel finanziamento da una parte, negli organi futuri dall’altra e dunque nella potenziale limitazione del principio di libertà di insegnamento in quel mostruoso e pedestre modello di società che hanno inventato in un mese spacciandolo per riforma. I dirigenti reclutati nelle ultime tornate concorsuali hanno dimostrato spesso di non essere all’altezza di un ruolo estremamente impegnativo e di grande responsabilità, tanto più quanto i singoli istituti sono ormai privi di finanziamento. Si annuncia un nuovo concorso con le stesse caratteristiche e procedure di quello di 3 anni fa, che ha fatto lavorare avvocati e tribunali come non mai, con alcune questioni ancora non completamente risolte.

C’è da augurarsi che la storia del Fermi di Cosenza spenga l’entusiasmo dirigista a basso costo che alimenta il nuovo che avanza.

 
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Riforma della scuola

Post n°3056 pubblicato il 20 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

Da "Micro Blog"


MARINA BOSCAINO – Riforma della scuola, il governo non ascolta la voce degli insegnanti


Quel che si dice: l’importanza di essere insegnante.

Non è un dato neutro, nella storia che sto per raccontare. La scorsa settimana, venerdì, in occasione della chiusura della “campagna di ascolto” da parte del Miur sul documento La Buona Scuola – Boschi ne ha annunciato l’imminente pubblicazione degli esiti – i docenti Autoconvocati delle scuole del Lazio, dopo un presidio in Viale Trastevere insieme a Cobas ed altre sigle sindacali, hanno chiesto di essere ricevuti per portare a conoscenza del ministro il numero impressionante di delibere, mozioni e documenti dei collegi dei docenti contro il Piano Renzi, raccolti prevalentemente tra le scuola di Roma. Un “assaggio” degli analoghi testi che sono emersi dai collegi di molte scuole di Italia.

L’intenzione era chiara e dichiarata: abbiamo fatto la consultazione – attraverso gli organi collegiali della scuola che, finché ce li mantenete integri (considerando che il documento governativo ne prevede la revisione in senso limitativo), hanno ancora una funzione giuridicamente significativa; ciò che è emerso non è favorevole al piano che il Governo propone; prendetene atto e confrontiamoci. Si chiama pratica democratica. Si chiama – appunto – “ascolto”: uno dei totem linguistici di questo governo, sbandierato e rivendicato, che però si traduce in un’interpretazione decisamente fantasiosa, che svela l’intrinseca demagogia del suo uso (e abuso) e che ben si può sintetizzare nell’affermazione di Renzi: ascolto tutti, ma decido io. E nella sommaria elencazione dei soggetti – anche costituzionalmente garantiti – da mandare in pensione per non ostacolare “il nuovo che avanza”.

Nel caso in questione, nemmeno l’ascolto di facciata è stato garantito. La delegazione, di cui io facevo parte, è stata infatti bloccata con un imponente spiegamento di forze – documentato da filmati e foto – davanti all’ingresso del ministero. Ai pericolosi  docenti con le mozioni in mano è stato opposto uno schieramento di carabinieri e guardie di finanza blindati in caschi e scudi, due camionette a chiudere le rampe laterali alle scale. Siamo rimasti immobili, attendendo pazientemente che dai piani alti qualcuno consentisse al nostro ingresso: nulla. Dopo mezz’ora di attesa – senza particolari tensioni, nonostante la pressione dei militari, che ci sospingevano verso la scala retrostante – abbiamo desistito, accontentandoci di “stendere” tutte le delibere – come panni al sole – a nastri di recinsione. Lo spiegamento di fogli: un colpo d’occhio suggestivo.

E così – il 14 novembre – si è conclusa la campagna di “ascolto”. Che non ha peraltro mai tenuto conto del fatto che delibere e mozioni – spesso all’unanimità, il che vuol dire siglate dal consenso di gruppi di docenti variabili dai 70 ai 100 e oltre – spesso contenevano il richiamo alla legge di iniziativa popolare (Lip, ora disegno di legge depositato al Senato da Mussini, Petraglia, Montevecchi, Tocci, Liuzzi, Centinaio, Bignami, Gambaro, Lo Giudice, Pepe, Ricchiuti, M. Romani, Serra, De Petris; e alla Camera da Paglia, Scotto, Giordano, Fratoianni, Costantino, Duranti, Pellegrino) Per la Buona Scuola della Repubblica. Un ascolto che, per la verità, tutte le istituzioni fanno mancare, se si considera che più di un mese fa i Presidenti di Camera e Senato hanno ricevuto una lettera da parte del Comitato per la Riproposizione della Lip, alla quale non hanno ancora risposto.

La senatrice Maria Mussini, del gruppo Misto, docente (ha insegnato per anni latino e greco presso il liceo classico di Reggio Emilia), da persona di scuola ha colto la gravità e il significato anche simbolico dell’episodio, formulando un’interrogazione parlamentare (firmata anche dai senatori Petraglia, Montevecchi, Bignami, Romani Maurizio, Bencini e De Petris) che coniuga la legittima perplessità rispetto ai fatti accaduti davanti al Miur (che hanno sottolineato più che mai lo spazio abissale tra governo e cittadini; tra amministratori, decisori e cuore pulsante delle istituzioni stesse, coloro che quotidianamente le fanno funzionare, in questo caso i docenti) ma anche nel merito delle procedure di elaborazione del documento la Buona Scuola, dell’organizzazione della campagna di “ascolto”, del questionario che il Cineca (lo stesso istituto responsabile dell’errore sui test per il concorso da dirigente scolastico 3 anni fa e di quelli per la specializzazione in medicina poche settimane fa) ha ideato per saggiare – in modo del tutto parziale e capzioso – l’indice di gradimento della Buona Scuola di Renzi; dei dati che verranno pubblicati (a fronte di una possibilità di accedere al sondaggio un numero potenzialmente infinito di volte, con nomi diversi; e – nonostante ciò – del numero esiguo di risposte ottenute;. Rilanciando, con la forza delle nostre ragioni (di noi docenti, studenti, genitori e parlamentari di riferimento; che sono le 100mila firme certificate che accompagnarono la proposta della legge di iniziativa popolare alla Camera nel 2006) un articolato di legge che costituisce oggi l’alternativa che la scuola può e deve legittimamente contrapporre al rampante e frettoloso modello renziano.

Un’alternativa di studio, negoziazione, condivisione, esperienza, approfondimento, democrazia, inclusione, laicità, pluralismo – tutti elementi rigorosamente tenuti dagli articoli della Lip nell’alveo di quanto la Costituzione prevede relativamente all’istruzione – che può e deve rappresentare la voce della scuola da contrapporre alla verbosa autoreferenzialità governativa, dove le parole difficilmente corrispondono a fatti concreti.

Grazie a Maria e a tutti i parlamentari che ci stanno accompagnando in questo difficile percorso. La perenne lotta tra Davide e Golia trova oggi una particolare interpretazione: al monopolio degli spazi e dei siti istituzionali; alla gestione impropria dei luoghi della scuola, occupati talvolta – per diffondere il piano Renzi – da politici senza contraddittorio; agli spot pubblicitari che, con i fondi della collettività, hanno imperversato dai canali Rai radio e Tv; dalla quasi totale acquiescenza di informazione e media che hanno nella maggior parte dei casi rinunciato al dovere dell’oggettività per assecondare acriticamente la corsa veloce del giovane rottamatore; a tutto ciò e a molto altro, noi contrapponiamo le nostre forze tenaci, fondate su studio, riflessione, pensiero critico, energia e sforzo (fisico ed economico) per non disertare una sola assemblea, un convegno, per scrivere incessantemente le nostre ragioni, per illustrare una proposta che – tranne che dalle nostre parole e dai nostri atti – viene volontariamente oscurata. Siamo convinti che serietà, rigore, passione – ma anche tanto amore per la scuola pubblica e per coloro che la frequentano – ci daranno ragione.

 
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Riforma scuola

Post n°3055 pubblicato il 20 Novembre 2014 da fabiana.giallosole
 

 

Ecco di seguito il testo dell’interrogazione della senatrice Maria Mussini, docente:

* * *

Al Ministro dell’istruzione, dell’università e ricerca

Al Ministro dell’interno

Premesso che

Nel pomeriggio del 14 novembre u.s., nell’imminenza della chiusura della “consultazione” sul Piano Scuola del governo, docenti e studenti si sono ritrovati davanti al Miur per presentare, in delegazione, al Ministro o ad un funzionario da lui delegato, delibere e mozioni del mondo della scuola sul progetto di riforma;

la volontà di “ascolto” del Governo si è concretata nella disposizione di quattro file di forze dell’ordine (guardia di Finanza e Carabinieri, in tenuta antisommossa – caschi e scudi), due camionette ad ingombrare le rampe di accesso al Ministero ed elicotteri soprastanti a controllare l’area;

lo spiegamento di forza pubblica ha impedito l’ingresso al Miur di coloro che, vivendo la scuola e le sue inadeguatezze quotidianamente, ne conoscono a fondo le problematicità e intendevano offrire una risposta ufficiale e formale, oltreché legittima e articolata;

l’ascolto al quale è disposto il governo sembrerebbe limitarsi ai segni di spunta per la compilazione di un questionario a prevalenza di risposte chiuse da parte dei pochi che hanno voluto partecipare al sondaggio online su “La buona Scuola” (65mila circa), il cui termine è stato anche prorogato di un giorno, vista la moderata affluenza;

le diverse sezioni del questionario, peraltro, ripercorrendo le suddivisioni del documento governativo, evidenziano una certa arbitrarietà nelle scelta degli argomenti sui quali si è ritenuto di indagare. Un esempio per tutti riguarda l’entrata dei privati nelle scuole, considerata un dato acquisito per sopperire alle carenze statali e presentato dal sondaggio solo in termini di possibile destinazione e preferenza nell’utilizzo degli eventuali fondi;

non si può sottacere, da un lato, la tendenziosità di molte domande del questionario che non prevedevano la risposta negativa, tantomeno l’espressione di un’opinione diversa da quelle prestabilite, dall’altro lato, l’elusione di temi fondamentali, come la valutazione dei docenti e la riforma degli Organi collegiali;

la blindatura del Ministero dell’istruzione, verificatasi da ultimo venerdì scorso, appare una  dimostrazione inequivocabile di chiusura al dialogo nei confronti di chi chiede di studiare e  approfondire le problematiche in campo, che non possono risolversi con arroganza, approssimazione e rapidità, a scapito dei diritti e dei principi costituzionali di uno Stato democratico;

secondo il progetto “LaBuonaScuola”, inoltre, i genitori vengono solo informati, ma assumono un ruolo di protagonisti soltanto nella raccolta dei fondi, finendo in pratica per perdere completamente il ruolo di componente collaborativa nel raggiungimento delle decisioni (come dimostrano la sparizione del Rappresentante di classe, la compressione del Consiglio d’istituto e il ruolo pervasivo assegnato al Dirigente scolastico);

Rilevato che

il 4 agosto 2006, fu depositata presso la Camera dei deputati la legge di iniziativa popolare ‘Per una buona scuola della Repubblica’, sostenuta da 100.000 firme e da almeno 120 comitati di base locali. La discussione fu avviata nell’aprile del 2007, ma la fine anticipata della legislatura ne interruppe l’iter di discussione e approvazione;

nella XVI legislatura, la legge fu ripresentata, senza mai essere discussa né considerata ai fini dell’emanazione della legge Gelmini di riforma della scuola;

già prima dell’estate, la legge di iniziativa popolare “Per Una buona scuola della Repubblica” è stata ripresentata in entrambi i rami del Parlamento (AC 2630 e AS 1583);

la ripresentazione, al di là delle necessità procedurali, non è solo un gesto di rispetto e riconoscimento nei confronti di un percorso di democrazia partecipata che ha coinvolto migliaia di genitori, docenti e studenti, e va al di là della condivisione puntuale dei contenuti di questa proposta di legge;

a cominciare dalla ministro Moratti per giungere alla ministro Giannini, e passando per la ministro Gelmini, molte cose sono cambiate, purtroppo soltanto in negativo; lo dimostrano ad esempio le deplorevoli condizioni dell’edilizia scolastica, considerata una priorità per l’attuale governo, o la strutturale carenza di materiale didattico;

un ulteriore dato costante risulta essere il muro, spesso costituito da forze dell’ordine, verso qualsiasi forma di dialogo con i diretti interessati del mondo della scuola, docenti, studenti e genitori, che ben conoscono lontano dai riflettori le criticità e le disfunzioni del sistema scuola in Italia;

le annose problematiche relative al mondo dell’istruzione non si superano con le rituali passerelle settimanali del Presidente del Consiglio o di qualche ministro o sottosegretario, tantomeno con sondaggi estemporanei o battage pubblicitari, ma con un razionale e cospicuo stanziamento di risorse che renda efficace ed efficiente il sistema di istruzione pubblica, in linea con le molteplici prescrizioni costituzionali in materia, prima tra tutte la partecipazione dei soggetti della scuola;

Rilevato infine che

la proposta di legge di iniziativa popolare rappresenta un progetto ambizioso, complesso e articolato, condiviso, negoziato e mediato da tutti i soggetti che vivono quotidianamente le criticità del sistema scolastico pubblico e provano a fornire soluzioni pratiche;

in particolare, il testo propone ad esempio uno stanziamento di fondi in linea con la media europea (il 6% del Pil) e, soprattutto, vincolati a una precisa previsione di spesa, al fine di attuare le disposizioni costituzionali che delinearono una scuola statale democratica, inclusiva,  laica e pluralista per la Repubblica italiana;

Si chiede di sapere

quale sia la società che ha elaborato il questionario sulla buona scuola, con quali criteri sia stata selezionata, con quali modalità verranno restituiti i risultati della consultazione e a quanto ammonti il compenso pattuito;

se siano state sentite le parti sociali per quanto attiene ai contenuti contrattuali delle linee guida e cosa sia emerso dalla consultazione;

quale sia l’équipe pedagogica che ha elaborato le linee guida per la Presidenza del consiglio e se tale équipe intenda rispondere e con quali modalità agli interrogativi e/o segnalazioni di criticità sulle linee guida emerse in merito alla consultazione su “LaBuonaScuola”;

quanto sia stato speso per la pubblicità relativa al progetto governativo di “buona scuola” andato in onda anche sulle radio e le televisioni (oltreché su quotidiani e riviste);

se ritenga opportuno, vista la scarsità di risorse economiche, l’utilizzo a tali scopi delle risorse dei contribuenti, posto che non si tratta di una campagna informativa sui diritti dei cittadini, relativa a normative già in essere;

se e quali siano i precedenti italiani o europei ai quali ci si è ispirati per la conduzione della campagna governativa su “La Buona Scuola”;

se le procedure di ascolto in atto da parte del governo prevedano l’uso della forza pubblica, come verificatosi da ultimo lo scorso 14 novembre di fronte al Ministero dell’istruzione;

se non ritenga opportuno, nell’elaborazione dell’importante e attesa riforma del sistema di istruzione, anche al fine di smentire procedure autoritarie e/o prevenire abusi di decretazioni d’urgenza, tenere conto con atti realmente formali delle voci di migliaia di cittadini, che conoscono e vivono quotidianamente la scuola, le sue potenzialità e le sue inefficienze e problematicità;

quando e come il governo intenda dare forma normativa alle linee guida per una reale buona scuola pubblica.

(19 novembre 2014)

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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