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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 27/01/2015

 

Sassari

Post n°3111 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Sassari

Da "Il FattoQuotidiano.it"

Sassari, mancano soldi e assistenti: scuola a rischio per 132 studenti disabili

di Francesco Sanna

Non ci sono fondi per l'assistenza specialistica e per oltre metà di loro manca anche il trasporto casa-istituto. Rimbalzo di responsabilità tra Provincia e Regione. "Avevamo fatto presente il problema", "Risolveremo, ma perché il problema c'è solo lì?" Dal 22 gennaio 132 studenti disabili della provincia di Sassari sono nelle condizioni di vedersi negato il diritto allo studio. Motivo: mancano i soldi per pagare la loro assistenza scolastica specialistica e, per 77 di loro, anche il trasporto dall’abitazione agli istituti superiori dove frequentano le lezioni. Se per quest’ultimo toccherà ai genitori sacrificarsi, in molti casi l’assenza di operatori socio sanitari – in grado di assistere le ragazze e i ragazzi diversamente abili nelle loro necessità fisiologiche, cognitive ed educative – si tradurrà nell’impossibilità di proseguire il percorso scolastico intrapreso, con le pesanti ricadute conseguenti.

Il pasticcio si deve ad un mix di responsabilità. Il servizio costa infatti circa 1,2 milioni di euro ad anno scolastico, coperti per un terzo dalla Regione Sardegna e per i restanti due terzi dalla Provincia di Sassari. La Regione ha versato la sua parte, con una piccola aggiunta di 80mila euro a fine 2014, assicurando così le prestazioni fornite fino a ieri dalla cooperativa affidataria, ma mancano completamente i 680mila euro della Provincia per andare avanti. L’assessore Rosario Musmeci spiega il motivo a ilfattoquotidiano.it: “Lo Stato ci ha tolto l’80% delle risorse finanziarie per la spesa corrente ed io avevo già messo negli anni precedenti tutto quanto a mia disposizione per garantire questo servizio. Feci presente il problema anni fa in Regione e ho avuto modo di ripresentarlo all’assessora regionale Firino sin da aprile 2014, chiedendo alla Regione di fissare standard regionali per il servizio (oggi ogni Provincia ha i suoi, ndr) e risorse adeguate a gestire la situazione”.

Ma nulla a quanto pare è stato fatto. Musmeci contesta inoltre alla Regione di aver tenuto inalterato il suo contributo sul servizio nonostante negli anni questo abbia raddoppiato gli utenti. Raggiunta da ilfattoquotidiano.it l’assessora Claudia Firino respinge al mittente le accuse: “Il problema è serio e per rimediarvi ho disposto un emendamento alla Finanziaria che sarà in discussione questa settimana, oltre ad aver disposto l’aumento di 1 milione di euro per il fondo di riferimento, ma vale la pena chiedersi come mai l’unica provincia sarda ad avere questo problema sia quella di Sassari”. Ponendo al centro l’utenza, perché, chiediamo, questo aiuto risolutivo non è potuto arrivare prima? “Il servizio è in carico alla Provincia tramite il fondo unico e co-finanziato dalla Regione per una parte minoritaria; non potevamo sopperire integralmente, come l’assessore Musmeci sapeva da tempo. Da disabile comprendo il problema dell’utenza e ai genitori di questi studenti giustamente non interessa chi doveva risolvere questi problemi amministrativi, importa il servizio. A Finanziaria approvata sarà riattivato”.

Quindi, calendario alla mano e salvo soluzioni d’emergenza, fino ai primi di marzo la situazione non sembra destinata a mutare, con buona pace delle famiglie interessate e dei lavoratori. La conclusione del servizio porta con sé, infatti, anche il problema occupazionale e 66 dipendenti della cooperativa affidataria (per lo più Oss) sono senza lavoro dal 22 gennaio. I sindacati hanno tentato un’ultima mossa con il prefetto di Sassari: la “precettazione” dei lavoratori – che in realtà non stanno scioperando – nell’idea di far riconoscere l’interruzione del servizio come “pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. Lavoratrici e lavoratori erano d’accordo, benché avrebbero dovuto attendere due mesi per vedersi riconoscere lo stipendio dovuto, ma il prefetto Salvatore Mulas, sentita la Regione, non ha avvallato l’operazione.

Il diritto allo studio – sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e dall’articolo 34 della Costituzione – trova l’ultima declinazione verso le persone diversamente abili nella legge 104 del 1992 dove si assicura che “la Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”. La normativa pone in carico alla scuola l’assistenza di base dei disabili, da svolgersi con personale tecnico ausiliario opportunamente formato, mentre affida a Comuni e Province l’assistenza specialistica ed educativa. Se per alcuni dei 132 studenti la frequenza scolastica potrebbe quindi proseguire con uno sforzo di genitori e scuola, laddove il personale – quando e se formato – sarà tenuto ad assistere ingresso, uscita e gestione dei bisogni fisiologici ed educativi dei ragazzi e delle ragazze con minor disabilità, chi di questi presenta limitazioni più gravi (motorie, cognitive o psichiche) potrebbe vedersi negato nei fatti un diritto costituzionale e scegliere di agire anche legalmente in tal proposito. Si troverà a riconoscere che se la violazione dei diritti subita è evidente, più difficile è capire chi ne è stato responsabile.

 

 
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Buona scuola

Post n°3110 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Il Fatto quotidiano”


La Buona Scuola: il governo Renzi e gli insegnanti ‘innamorati’


di Marina Boscaino

 “Abbiamo bisogno di almeno mille persone in Italia innamorate della scuola che ci affianchino con il loro entusiasmo e il loro amore per la scuola per portare fino in fondo questa riforma”. Così Renzi, in dicembre, dopo la giornata dedicata al commento degli esiti del sondaggio sul Pdf La Buona Scuola, che decretò – attraverso patinate azioni di maquillage eufemistico – il fallimento dell’ “ascolto”, rimandando la realizzazione della riforma in febbraio. Da allora le notizie che si sono susseguite sono ispirate al consueto: “ascolto tutti, ma decido io”. Il dissenso continua ad essere ignorato.

Intanto, però, una domanda: come si dimostra di “essere innamorati della scuola”? Ci vuole un titolo speciale, magari da inserire nel portfolio, tra i propri crediti? Chi selezionerà questa nuova categoria di docenti: gli innamorati della scuola? O dobbiamo pensare che non siano solo docenti, come il famoso Alessandro Fusacchia, ghost writer del documento e capo gabinetto del Miur, il cui curriculum esprime una lontananza abissale con il mondo della scuola e una contiguità strettissima con quello della finanza e dell’economia?

Il 22 febbraio del 2015, in occasione del primo anniversario del suo governo, il premier incontrerà «mille» rappresentanti del mondo scolastico che «avvertono questa battaglia come una battaglia propria, che entrino nel merito dei provvedimenti e che dicano: questa cosa mi riguarda troppo, non posso lasciarla al presidente del Consiglio o al sottosegretario». Perché «la riforma non la fa solo il governo, ma si fa con l’opinione pubblica, perché questa è la riforma delle persone».

La solita propaganda in salsa demagogica. Intanto, per contrastare quelle che probabilmente saranno i provvedimenti che da quel testo il Governo emanerà, docenti, studenti, genitori, associazioni – che da sempre hanno il comune obiettivo di concretizzare un’idea di scuola coerente con il dettato costituzionale – si incontreranno il 31 pomeriggio a Roma, in un’assemblea nazionale, sotto il comune segno di un disegno di legge presente dall’estate scorsa alla Camera e al Senato, che il governo si ostina ad ignorare: la Lipscuola.

A questo proposito, tra le varie indiscrezioni emerse nel frattempo rispetto a ciò che Renzi cercherà di realizzare, allarmano particolarmente le affermazione del sottosegretario Davide Faraone, esplicito su quello che sarà il ruolo dei privati in quella che – potremmo dire – fu la Scuola della Repubblica. Solo il linguaggio è agghiacciante: la modernità impera, l’incultura avanza. «La Buona scuola è ormai un brand , un marchio», afferma. E spiega che sempre più aziende stanno stipulando protocolli d’intesa con il Miur per «adottare» le scuole, offrendo loro servizi e prodotti. Nel documento La Buona Scuola è previsto lo «school bonus», una sorta di defiscalizzazione, per chi finanzia progetti o prende ragazzi in stage. «La scuola è di tutti – dice Faraone – è parte integrante della società, perciò è fondamentale che tutti collaborino perché sia la migliore scuola possibile».

Un politicante non può che ignorare alcune cose.

1. La libertà di insegnamento (art. 33 della Costituzione) è in qualche modo espressione del più generale principio costituzionale della libertà di pensiero, sancito dall’art. 21. Ma ha una propria specificità, nel senso che è per un verso preclusiva di ogni forma di condizionamento esterno e quindi è una libertà in negativo (libertà da); ma è anche – e soprattutto – libertà in positivo, cioè di partecipare senza alcun condizionamento alla elaborazione culturale. Non può però esserci libertà di insegnamento del docente se anzitutto il sistema scolastico non è organizzato nel suo complesso sul principio di libertà di insegnamento e quindi dall’autonomia da forme di condizionamento esterno ed interno (compresa – peraltro – la gerarchizzazione e poteri di indirizzo e di valutazione da parte del ministero, come nel caso dell’Invalsi)

2. Esiste un altro principio, quello dell’unitarietà del sistema scolastico nazionale, garanzia dell’interesse generale e dell’esercizio del diritto di uguaglianza per tutti i cittadini. Ovvero il principio costituzionale secondo cui, poiché da una parte la scuola deve mettere in analoghe condizioni tutti i cittadini del Paese, ovunque risiedano; e poiché i titoli di studio rilasciati sul territorio nazionale devono essere identici in termini di effetti giuridici, il sistema scolastico italiano – da Lampedusa a Sondrio – deve ispirarsi ad un rigoroso principio di omogeneità.

Un’entrata dei privati minerebbe alle fondamenta questi due principi, capisaldi di una scuola che sia veramente strumento di emancipazione per tutti i cittadini italiani. Inserendo definitivamente il sistema scolastico statale in una logica di mercato, elementi fondamentali di incentivo per l’intervento dei privati diverrebbero utenza, collocazione, peculiarità socio economiche del territorio di riferimento. Amplificando ulteriormente il divario già esistente tra scuole di serie A e scuole di serie B. A voi piacerebbe che i vostri figli fossero inserite in queste ultime?

L’ignoranza dei fondamentali principi di equità e democrazia da parte di questo rampante PD non deve sorprendere: per la prima volta nel documento renziano “il sistema di valutazione sarà operativo dal prossimo anno per tutte le scuole pubbliche, statali e paritarie”: la scuola paritaria viene promossa al rango di scuola pubblica. Il cerchio si chiude.

 
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Mobilità interc.

Post n°3109 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Italia Oggi”

I profili professionali  messi a disposizione fanno molta selezione.

Mobilità intercompartimentale al via, ma per i Docenti Inidonei  le chance sono poche.

Di Franco Bastianini

Con un avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 Gennaio 2015 il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha dato il via alla stagione della mobilità intercompartimentale, istituto giuridico introdotto nella legislazione italiana del lavoro dell’art.30 del decreto legislativo n°165/2001. La predetta norma consente alle amministrazioni pubbliche,soggette a regime di limitazione delle assunzioni di  personale a tempo indeterminato , di ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti appartenenti a una qualifica corrispondente in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento, previo assenso dell’amministrazione di appartenenza.  Una mobilità intercompartimentale attesa, in particolare, da alcune migliaia di docenti collocati fuori ruolo poiché dichiarati , per motivi di salute, inidonei alla funzione ma idonei allo svolgimento di altri compiti e sui quali penderà, a partire dall’anno scolastico 2016/2017 la spada di Damocle o di un trasferimento coatto nei ruoli del  personale ATA  o, se non dovessero accettare il trasferimento, prima il collocamento in mobilità e successivamente la risoluzione coatta del rapporto di lavoro. La procedura di mobilità volontaria esterna indetta con l’avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale riguarda la copertura di 1031 posti a tempo pieno e indeterminato vacanti presso alcuni uffici giudiziari del Ministero della Giustizia. Dei posti elencati nell’allegato A, 88 sono di direttore amministrativo, 739 di funzionario giudiziario, 8 di funzionario contabile, 29 di cancelliere, 7 di assistente informativo e 160 di assistente giudiziario. Nell’avviso vengono anche indicati i requisiti di ammissione per partecipare alla procedura di mobilità (essere dipendenti di ruolo in una amministrazione pubblica e appartenere ad area e e profilo professionale corrispondente a quello per il quale si intende proporre domanda di trasferimento) e i titoli richiesti per ciascuno dei opredetti profili professionali. Viene fissato il 6 marzo 2015 il termine entro il quale sarà possibile presentare la domanda di trasferimento e indicato la modalità di presentazione della domanda (consegna diretta al Ministero di Giustizia, via Arenula  n° 70 Roma o spedizione a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o invio all’indirizzo di posta elettronica certificata (PEC): mobilitàgiustizia.dog@giustiziacert.it .

INCERTA LA PARTECIPAZIONE ALLA PROCEDURA DEI DOCENTI INIDONEI e del personale scolastico appartenente a un profilo o ruolo in esubero. Si tratta dei Docenti Inidonei alla funzione per motivi di salute, che hanno rifiutato il passaggio nei ruoli del personale ATA e che sono in attesa di partecipare alla mobilità intercompartimentale. I dubbi nascono principalmente dal prendere atto che il comparto scuola, non essendo soggetto al blocco delle assunzioni, non avrebbe il principale requisito richiesto dall’art.30 del decreto legislativo n°165/2001. Ma se pur fosse possibile superare tale scoglio, la specificità dei profili professionali dei posti da coprire ridurrebbe al minimo il numero dei Docenti Inidonei che potrebbero far valere i titoli richiesti per essere ammessi alla procedura. Altrettanto preoccupate sembrano essere le organizzazioni sindacali che chiedono chiarimenti sia al Ministero dell’Istruzione che a quello della Giustizia riguardo alla possibilità di partecipazione tanto dei Docenti inidonei quanto del personale scolastico appartenente ad un profilo professionale dichiarato in esubero. In attesa dei chiarimenti i Docenti e l’altro personale della scuola interessato sono stati invitati, comunque, a presentare la domanda.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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