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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 11/03/2015

 

PRECARI ROMA

Post n°3247 pubblicato il 11 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”

I Precari Uniti di Roma protestano contro riforma con sciopero della fame

Comunicato Precari Uniti di Roma – I precari della scuola di Roma e provincia hanno lanciato uno SCIOPERO DELLA FAME a partire da oggi, lunedì 9 marzo. L’iniziativa sta già raccogliendo un considerevole numero di adesioni da più punti d’Italia. Tantissimi anche i messaggi di solidarietà.
Lo sciopero sarà per ora a staffetta, ognuno sceglierà per quanti giorni aderire, ed è rivolto a tutto il personale della scuola (precario e non). Si potrà aderire dandone comunicazione all’interno dell’evento Fb al seguente link

https://www.facebook.com/events/944064768939949/

Riteniamo necessario e ormai inevitabile ricorrere a tale azione di protesta, in quanto non siamo più disposti a tollerare le prese in giro del Governo Renzi.
Mentre continua a slittare la presentazione del Ddl scuola, centinaia di migliaia di precari vivono con trepidazione quest’attesa diventata estenuante. Intanto Renzi continua a vomitare slogan, giocando col destino di lavoratori che da troppi anni ormai attendono il riconoscimento dei propri diritti, e una stabilizzazione che sembra non dover mai arrivare.

Ma la nostra lotta di fronte a questo scenario sconfortante non si arresta. Chiediamo a gran voce l’ ASSUNZIONE IMMEDIATA E SENZA RICATTO DI TUTTI I PRECARI DELLA SCUOLA, non subordinata all’accettazione dell’organico funzionale e del progetto di Riforma renziano di cui non condividiamo minimamente contenuti e impostazioni.
Le assunzioni sono un atto dovuto (si tenga presente la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea) e non un’elargizione, dietro ricatto, del Governo Renzi.
E non possono prescindere – così come qualsiasi riforma della scuola – dal ritiro dei tagli Gelmini e da una nuova politica di rifinanziamento della scuola pubblica, che permetterebbe di tutelare la qualità dell’istruzione (per esempio attraverso la diminuzione degli alunni per classe, l’investimento sul sostegno, ecc). Nè possono prescindere dal ritiro della Legge Fornero, che blocca i pensionamenti.

Ci opponiamo quindi con forza ad ogni tentativo di ricatto ed esprimiamo il nostro “no” convinto nei confronti della politica di tagli e dequalificazione della scuola pubblica statale di questo Governo (in perfetta continuità con i governi precedenti) e nei confronti del disconoscimento dei diritti di chi nella scuola pubblica lavora da anni in una condizione di precarietà che non è oltremodo tollerabile.

 
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Passo lento politica

Post n°3246 pubblicato il 11 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Corriere della sera"

 

Il passo lento della politica sulla riforma della scuola

La velocità sembra essere il requisito essenziale dell’azione del governo. Ma c’è da chiedersi, come mai si fosse pensato a un decreto per un cambiamento così importante

 

Paolo Franchi

U na riforma al giorno toglie il medico di torno? Può darsi. Capita però che il turbo riformismo di governo si ingrippi. È il caso della scuola. Il Parlamento mugugna all’idea di trasformarsi in un votificio per i decreti governativi? Benissimo, diamogli fiducia. Niente decreto, ma un disegno di legge: vedrete che la questione dei precari e quella del bonus per le scuole paritarie le risolveremo lo stesso.

Aspetteremo, vedremo. Nell’attesa, però, è forse il caso di porre una domanda che non c’entra con le tattiche di governo. Di chiedersi e di chiedere, cioè, come mai (precari e bonus a parte) si fosse pensato a riformare la scuola italiana attraverso un decreto, seppure illustrato da slides e sottoposto a consultazione online . Non è solo, né soprattutto, questione della presenza, o meno, dei fatidici requisiti di necessità e di urgenza. Prima bisognerebbe ragionare su come possa prendere corpo una riforma, tanto più se si parla di una riforma cruciale come quella della scuola, che chiama in causa l’idea stessa che abbiamo del Paese e del suo futuro. Certo, la velocità è divenuta requisito essenziale della politica, e un passato lontano, in cui tutto era incomparabilmente più lento, non ha risposte da offrire. Ma resta il fatto che una riforma della scuola che ha davvero cambiato, nel bene e nel male, l’Italia c’è stata: l’introduzione della scuola media unica (era il 1962) portò l’obbligo ai quattordici anni, chiuse l’epoca in cui ci si divideva, bambini tra chi avrebbe proseguito gli studi e chi era destinato a un lavoro subalterno, gettò le basi di quella scuola di massa che oggi bisognerebbe adeguare ai tempi nuovi. Alla guida del governo, sorretto dall’esterno dai socialisti, c’era Amintore Fanfani, uno che, quanto a politica del fare, nella storia repubblicana non ha avuto sin qui rivali. Tra gli obiettivi che illustrò alle Camere, dopo averli concordati con Ugo La Malfa e Riccardo Lombardi, uno (la riforma urbanistica di Fiorentino Sullo) si perse per strada assieme al suo ideatore, un altro (le Regioni) restò a lungo in stand by . La nazionalizzazione dell’energia elettrica, però, la condusse in porto (a tappe forzate, scontrandosi con durissime resistenze). E così fu anche per la riforma della scuola media. Approvata nel pieno delle vacanze, il 31 dicembre.

Le possibili analogie finiscono qui. Perché la gestazione di queste riforme - le più significative nella storia del centrosinistra, anche se il centrosinistra cosiddetto «organico» non c’era ancora - era stata in realtà lunga, complessa, e aveva coinvolto le forze politicamente e intellettualmente più vivaci dell’Italia di allora. Un’Italia capace ancora di appassionarsi anche alla «battaglia del latino». Che voleva dire anche: primato della cultura umanistica o di quella tecnico scientifica? Scuola legata alle esigenze del mercato del lavoro o votata alla formazione dell’individuo? Di qua gli abolizionisti (Pietro Nenni bollò il latino come «la lingua dei signori»). Di là i sostenitori, minoritari ma numerosi e agguerriti tra i cattolici, e presenti anche tra i laici e persino tra i comunisti: fiero sostenitore del latino era stato Concetto Marchesi, lo stesso Antonio Gramsci aveva scritto che il latino e il greco avrebbero dovuto sì essere sostituiti «come fulcro della scuola formativa», ma sarebbe stato difficile trovare alternative che dessero «risultati equivalenti di educazione e formazione generale della personalità». Si chiuse con un compromesso, l’abolizione completa sarebbe arrivata solo nei primi anni Settanta. Ma le sorti della battaglia erano segnate. Una simile temperie non può ovviamente essere rieditata, chi si ostinasse a considerare ancora le rif orme come l’esito di un processo politico, sociale e culturale più vasto e complesso sarebbe trattato da nostalgico della democrazia discutidora. Tutto vero. Ma da qui a chiedersi solo, parlando di riforma della scuola, se quello di Matteo Renzi sia stato un passo indietro o un gioco d’astuzia, ne corre.




 
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RIFORMA

Post n°3245 pubblicato il 11 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "La Tecnica della Scuola"

Riforma buonascuola, si farà col disegno di legge: il grosso delle assunzioni slitta al 2016

La doppia conferma è scaturita dall’incontro di “limatura” tenuto il 10 marzo tra il premier Renzi e il ministro Giannini: al termine trapela che il Governo vuole “dare una risposta importante al precariato”. Che però si spalmerà su due anni. Qualche accenno sul resto del ddl: "l'autonomia diventa lo strumento chiave per aprire lascuola anche di pomeriggio", irrobustendo il legame col territorio. E "la figura del preside sarà centrale".


Alessandro Giuliani


Sul disegno di legge non si torna indietro. E nemmeno più sulla data di approdo in Consiglio dei ministri. La doppia conferma è scaturita dall’incontro di “limatura” tenuto il 10 marzo tra il premier Matteo Renzi e il ministro Stefania Giannini, al fine di sciogliere gli ultimi ostacoli sul cammino della #riformabuonascuola.

Durante l’incontro, cui è seguito al Nazareno quello con i parlamentari Pd competenti, è stato ribadito che giovedì 12 marzo sarà licenziato il testo, e nella forma del disegno di legge. A riferirlo sono state fonti di Governo, ribadendo che anche con lo strumento del ddl ci sono comunque i tempi per "dare una risposta importante al precariato", con le assunzioni previste e già finanziate con la Legge di Stabilità. Sui numeri delle assunzioni da effettuare nel 2015, però, non trapelano indicazioni.
Via libera anche alle indiscrezioni degli ultimi giorni, con i presidi-sindaci che avranno un ruolo determinante, anche per la scelta del personale. Pur senza entrare nei dettagli, da viale Trastevere spiegano: "l'autonomia diventa lo strumento chiave per aprire lascuola anche di pomeriggio", irrobustendo il legame con il territorio. E "la figura del preside sarà centrale per costruire il progetto formativo delle scuole".

Rimangono quindi delusi tutti coloro – anche sul fronte sindacale e tra i precari – che hanno sperato sino all’ultimo che tornasse in pista quel decreto legge che avrebbe favorito da subito l’assunzione di un numero maggiore di docenti. A questo punto, infatti, è probabile che la tranche maggiore di assunzioni dei precari, quella da legare all’organico funzionale, verrà incardinata nel disegno di legge. I cui tempi si prospettano serrati.

L’avvio del percorso parlamentare della riforma, infatti, si terrà non prima del 17 marzo (il lunedì le Commissioni di Camera e Senato non si riuniscono). I tempi, considerando la pausa pasquale e la scadenza del 15 aprile posta dall'Esecutivo come data-limite entro cui il ddl dovrà completare il suo cammino, sono strettissimi.

E proprio per questo motivo, tra le ipotesi più accreditate, in mancanza della decretazione d'urgenza, c'è quella di 'spalmare' le immissioni in ruolo su due anni: subito 50mila assunzioni, o una cifra non molto diversa, per coprire il turn over in maniera abbondante e per risolvere almeno in parte il problema delle supplenze annuali (in questo caso non sarebbe necessario neppure un provvedimento di legge, basterebbe l'autorizzazione del ministero dell'Economia). Facendo però così slittare al 2016 il “piatto” più succulento delle assunzioni.

 
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Consiglio Superiore

Post n°3244 pubblicato il 11 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Tecnica della Scuola"


Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: confermate le elezioni il 28 aprile

L.L

Tempi strettissimi per le scuole che entro il 13 marzo dovranno costituire le commissioni elettorali di istituto

Ancora una volta si chiede alle istituzioni scolastiche di fare i salti mortali per riuscire a stare dietro all’ennesimo adempimento: per rispettare il termine del 30 aprile stabilito nella sentenza del Consiglio di Stato n. 834/2015, il Miur si è visto costretto a fissare per il 28 aprile 2015 le elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Questo vuol dire che prima delle elezioni dovrà essere effettuata, con tempi risicatissimi, una serie di operazioni: il primo adempimento a carico delle istituzioni scolastiche per la costituzione delle commissioni elettorali di istituto è stato previsto addirittura per il giorno 13 marzo. L’insediamento della commissione è infatti fissata per il giorno successivo.

Presso le scuole sono pertanto istituite delle vere e proprie commissioni elettorali, composte da cinque membri con personale della scuola (il dirigente scolastico - due docenti - due Ata). Tali commissioni predispongono le liste degli elettori, gestiscono le operazioni di voto, effettuano lo scrutinio, redigono i relativi verbali con le tabelle riassuntive dei risultati elettorali e provvedono a trasmettere tali cifre elettorali al livello provinciale.

Nell'ambito territoriale provinciale, invece, viene costituito un più snello nucleo elettorale, costituito da tre membri con personale dell'amministrazione. Esso non svolge l'attività tipica di una commissione elettorale, ma si limita a riassumere i voti di lista e di preferenza risultanti dalle tabelle riassuntive contenute nel verbale, trasmesso per PEC, dalle commissioni di istituto operanti nell'ambito di competenza. Tale conteggio viene poi trasmesso a livello regionale presso cui opera uno stesso nucleo con identica funzione e composizione che, invece, si relaziona

direttamente con la struttura operante a livello ministeriale.

Presso il Ministero è, invece, costituita una vera e propria commissione elettorale composta sempre da personale dell'amministrazione. Essa riceve le liste elettorali unitarie per ciascuna componente elettiva, ne verifica la regolarità e l'ammissibilità, raccoglie i dati elettorali dei nuclei  elettorali regionali, procede, infine, all'attribuzione dei posti con successiva proclamazione degli eletti.

Di norma deve essere costituito un unico seggio elettorale in ciascuna scuola, provvedendo ad accorpare i plessi o le sezioni associate con la sede centrale, sempre al fine di ridurre al minimo il disagio degli elettori.

Le operazioni di scrutinio hanno inizio immediatamente dopo la chiusura delle votazioni e non possono essere interrotte fino alloro completamento. La sospensione è ammessa, in via del tutto eccezionale, solo nel caso in cui il numero delle schede da scrutinare sia notevole e/o si verifichino fatti che rappresentano un grave impedimento alla conclusione delle operazioni nello stesso giorno, dandone adeguata e puntuale motivazione nel verbale. In tal caso i lavori riprenderanno il mattino successivo.

Alla O.M. n. 7/2015, trasmessa con nota prot. n. 2066 del 10/03/2015, sono allegati tutti i modelli da utilizzare e un documento che riepiloga la scansione dei singoli adempimenti.

Tra oggi e domani sapremo se all'interno del DDL sarà spuntato un coniglio dal cilindro che consentirà l'attuazione del piano di assunzione si da subito.

 
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RIFORMA

Post n°3243 pubblicato il 11 Marzo 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “OrizzonteScuola”


Riforma. Assunzioni calano a 100mila, fuori gli idonei concorso (?) e dentro 10 mila abilitati con servizio delle GI


di Paolo Damanti
 
Renzi insiste per il disegno di legge. C'è forte rischio che slittino le assunzioni, ancora conferme per il piano B: 50mila a settembre e il resto nel 2016.
Secondo indiscrezioni, sarebbero calate a 100mila le assunzioni incluse nella riforma della scuola. Una prospettiva già profilatasi nella giornata di ieri, ma della quale abbiamo avuto conferma soltanto in tarda serata.
Si tratta, ribadiamo, di indiscrezioni, non abbiamo ancora visionato la bozza del DDL, quindi le notizie vanno pesate in quanto tali.
Conferme giungono sulla possibile esclusione dal piano di assunzioni dei docenti non vincitori, ma idonei, del concorso a cattedra del 2012. La notizia, in realtà, era trapelata già ieri attraverso le pagine di Repubblica, che non abbiamo riportato per non allarmare i diretti interessati. Oggi, un'ulteriore conferma giunge dal Sole24Ore. Una esclusione che presenterebbe dei contorni non chiari: il decreto 356 già a maggio 2014  aveva stabilito che le assunzioni potevano oltrepassare il numero dei posti banditi con scorrimento degli idonei non vincitori già dal 2014/15, come già è stato fatto per le assunzioni di quest'anno. Si tratterebbe, dunque, se confermata l'indiscrezione, di un passo indietro inspiegabile, oltre al fatto che si aprirebbe una breccia per i tribunali.
Una scelta che non regge e sulla quale avremmo qualche perplessità sulla effettiva veridicità, ma che, probabilmente, obbedisce alla volontà di coinvolgere più assunzioni dalle Graduatorie ad esaurimento, soprattutto per quelle classi di concorso come infanzia e primaria che in alcune regioni presentano lunghe liste. Sapremo nelle prossime ore.
Sarebbe confermato, invece, il coinvolgimento nelle operazioni dei docenti abilitati con servizio delle Graduatorie d'istituto. Si parla di 10/15mila docenti. Per loro si profila una assunzione temporanea nell'organico funzionale, della durata di un anno, quindi dei posti riservati nel concorso 2015/16. Vedi anche: GaE soppresse non svuotate, residui faranno concorso, contentino II fascia, sospensione assegnazioni provvisorie. Cosa non è piaciuto della bozza riforma
Il resto dei posti promessi sarà messo a bando con il nuovo concorso. Vedi: Concorso a cattedra. Bando entro 1° ottobre 2015, posti riservati per esclusi da assunzioni GaE e GI con 36 mesi, graduatorie valide max 3 anni
Questo impianto, per sommi capi, è quanto sarebbe previsto dal DDL e sarà attuato se la legge verrà varata in tempi ragionevoli.
Il pacchetto riforma, però, va in blocco, dato che il piano straordinario di assunzioni è subordinato all'attivazione dell'organico dell'autonomia (funzionale) che deve essere regolamentato. Non si possono estrapolare solo le assunzioni.
Renzi ha anche sentito i suoi parlamentari, quelli posizionati nelle "sedie strategiche", per avere la certezza che l'iter delle commissioni sia quanto più celere possibile.
La scelta del DDL ha, però, scoraggiato molti docenti precari, perché, anche quando si riuscisse a varare la legge ad aprile (cosa che potrà avvenire con un tour de force parlamentare), l'avvio della macchina burocratica ha i suoi tempi e non permetterebbero di assumere i precari entro settembre 2015.
Una delle difficoltà consiste nell'assegnazione dell'organico funzionale, dato che le scuole dovranno vedersi assegnati docenti non soltanto in base al numero di alunni, a criteri legati alla lotta contro la dispersione, ma anche in base alla progettualità. Insomma, ci vuole del tempo.
L'alternativa è, dunque, l'assunzione di 50 mila (circa) precari a settembre 2016, sui posti effettivamente disponibili e il resto nel 2016, con l'attivazione dell'organico funzionale, che abbiamo chiamato "Piano B" e che oggi viene confermato da altre fonti giornalistiche.
Se si dovesse attuare quest'ultima soluzione, il suggerimento che abbiamo dato in un precedente articolo è di assumere i docenti precari durante il 2015, ad organico funzionale pianificato, giuridicamente e con assunzione effettiva nel 2016, in modo da non far perdere loro un anno di carriera e soprattutto per rispondere alle aspettative di migliaia di persone. Assunzioni insegnanti. Repubblica conferma in due anni, ma c'è una terza via

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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