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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
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Messaggi del 12/05/2015

 

Rottura sindacati governo

Post n°3463 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Ansa.it”


Scuola, rottura tra sindacati e governo. Verso il blocco degli scrutini


Giannini a sindacati, qui per darvi visione totale

Oggi nuova giornata 'calda' e ricca di appuntamenti sul fronte scuola: per le classi seconde delle scuole superiori torna l'annuale appuntamento con il test Invalsi, che gli studenti hanno boicottato; c'è poi lo sciopero dei Cobas che da sempre osteggiano "la scuola-quiz"; e a palazzo Chigi il governo incontra i leader di Cgil, Cisl e Uil. Per l'Esecutivo, oltre al ministro Giannini saranno presenti i ministri Boschi, Madia, Delrio e il sottosegretario De Vincenti. Domani il governo incontrerà anche le associazioni degli studenti e dei genitori. La settimana scorsa incontrando una delegazione del Pd i sindacati avevano sollecitato un confronto con l'esecutivo con il ddl Buonascuola che ha avuto l'ok dalla commissione Cultura della Camera e sta per approdare in Aula.

I sindacati della scuola - Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals e anche Cobas - sono insoddisfatti dell'esito dell'incontro avuto oggi con il Governo. Annunciano quindi nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini.

Per il sottosegretario Claudio De Vincenti "sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del Governo di dialogare" sulla riforma della scuola "si risponda - da parte di alcune sigle sindacali - minacciando il blocco degli scrutini. Un'iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie". 

Giannini, divergenze ma c'è volontà dialogo - "Restano divergenze forti ma c'è la volontà di dialogo". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha commentato l'incontro conclusosi a Palazzo Chigi tra il governo e i sindacati. Il ministro ha annunciato che è stato concordato un incontro al ministero con i sindacati della scuola spiegando che le audizioni al Senato saranno un'altra occasione per ascoltare le parti sociali e migliorare ulteriormente il provvedimento.

Camusso, governo può decidere modalità ma ci senta - "Il governo può decidere con quali modalità e con quali caratteristiche" applicare la sentenza della Consulta sull'indicizzazione delle Pensioni "ma penso dovrebbe farlo confrontandosi anche con le organizzazioni sindacali per trovare soluzioni che non siano, come quelle prese in passato, bocciate dalla Consulta". Così il segretario generale della Cgil uscendo dall'incontro a P.Chigi sul Ddl scuola. "Il governo - ha detto - ha accusato il colpo della manifestazione del 5 maggio, che ha determinato l'incontro di stasera" coi sindacati. All'incontro "non si può dare un giudizio positivo: non è stata data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto. Il governo ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamento profondo dell'impianto" del ddl. "Il mondo della scuola continua a essere mobilitato, sono molte le iniziative. Visto il giudizio non positivo dell'incontro di oggi valuteremo quali altre mettere in campo. E' chiaro a tutti che il ddl così come è anche rispetto alle poche modifiche apportate è un modello non condiviso nella scuola. Continueremo perciò a batterci per cambiarlo". Poi ancora: "Rispetto ad altre occasioni", in cui ci siamo incontrati con il governo, "abbiamo un ulteriore appuntamento delle categorie assieme al ministro per discutere il ddl, con il governo dopo le audizioni. Si commenta da solo il fatto che il governo faccia il confronto dopo l'audizione parlamentare". 

Barbagallo, noi ancora con la pistola alla tempia - "E' ancora come se avessimo la pistola puntata alla tempia". Ha usato questa immagine il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, per commentare l'esito del confronto tra il governo e i sindacati sul ddl scuola. "Valuteremo con i sindacati di categoria eventuali iniziative di mobilitazione". "Non ci sono risposte soddisfacenti", ha concluso Barbagallo, aggiungendo di aver "strappato un ulteriore incontro con il ministro".

Cobas, da governo arroganza sbalorditiva - "Vogliono andare avanti come un treno", hanno mostrato "un'arroganza sbalorditiva". E' decisamente negativo il commento del leader dei Coabs, Piero Bernocchi, dopo l'incontro con il governo. "Proporremo agli altri sindacati di scegliere insieme una data, una domenica, già il 7 giugno potrebbe andar bene, per difendere tutti insieme la scuola come bene comune".

L'INCONTRO

"Oggi era importante darvi direttamente una visione complessiva del provvedimento in discussione al Parlamento in un'ottica di dialogo e condivisione". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, durante l'incontro a Palazzo Chigi con i sindacati. Secondo quanto si apprende da fonti presenti alla riunione, ancora in corso, il ministro ha riepilogato i contenuti della riforma e le modifiche apportate.

"Ho apprezzato gli sforzi del Governo per apportare modifiche, ma sono insufficienti", ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che sta partecipando all'incontro con il Governo sul ddl "Buona scuola". "Precariato, valutazione e contratto: sono questi - ha aggiunto - i tre punti su cui chiediamo interventi".

"Le modifiche che sono state introdotte in parlamento non sono sufficienti perche' non rimuovono i punti critici che noi non condividiamo. Se si fossero fatti prima altri incontri con il Governo sicuramente avremmo costruito un percorso più utile per cambiare la scuola", ha detto, secondo quanto si apprende, il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, durante l'incontro con il governo sul ddl scuola.

"#ddlscuola @SusannaCamusso emendamenti approvati non modificano la sostanza. Cambiamento sì, ma non come vorrebbe il Governo @cgilnazionale". Così in un tweet pubblicato sul profilo della Flc Cgil, durante l'incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sul ddl scuola.

Poi ancora: "Speriamo che questo incontro non sia rituale ma dia risposte alle questioni concrete poste dal sindacato", ha detto, secondo quanto si apprende Furlan.

"Nel ddl ci sono 3 poteri ai presidi e noi stiamo cambiandone 2 su 3". Così Matteo Renzi, a Rep tv, spiegando che ora "il preside proporrà il pof ma il consiglio di istituto lo approverà" così come sulla valutazione dei docenti "deciderà un nucleo di valutazione" mentre resta il potere del preside di scegliere gli insegnanti nelle graduatorie.

Camera, tra oggi e domani voto commissione su ddl  - Arriverà tra stasera e domattina nella commissione Cultura di Montecitorio il mandato al relatore a riferire in Aula sul ddl Scuola, che approderà giovedì nell'Aula della Camera. A quanto si apprende, al momento il governo non sarebbe intenzionato a porre la questione di fiducia sul provvedimento, il cui esame in Aula dovrebbe essere ultimato entro martedì. In commissione sono stati presentati oltre duemila emendamenti.

 
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Scuola

Post n°3462 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “Il Fatto Quotidiano”


Scuola, sindacati insoddisfatti da incontro col governo. “Valutiamo nuovo sciopero”

 

Fumata nera dopo 3 ore. Per il ministro Giannini "restano divergenze forti ma c'è la volontà di dialogo". Cgil: “Sostanza non cambia”. E le rappresentanze sindacali pensano anche ad azioni unitarie che potrebbero arrivare a bloccare gli scrutini. Il sottosegretario De Vincenti: "Sconcertante"

Tre ore di incontro a Palazzo Chigi tra governo (con il sottosegretario Claudio De Vincenti e i ministri Stefania Giannini, Maria Elena Boschi, Graziano Delrio e Marianna Madia) e sindacati, sia confederali che di categoria, per illustrare le modifiche al ddl sulla riforma Giannini-Renzi (qui).”Il dialogo su La buona scuola è utile”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio, che prima dell’incontro e il ministro dell’Istruzione Giannini spiega che “restano divergenze forti ma c’è la volontà di dialogo“, aggiungendo però che “il governo sui punti qualificanti del Ddl scuola non ha la volontà di fare passi indietro”. In sostanza, l’esecutivo non intende scardinarne l’impianto della riforma.

Lo stesso che Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda bocciano. Tanto da annunciare la possibilità di indire una mobilitazione, dopo quella che si è svolta in tutta Italia il 5 maggio e che ha coinvolto migliaia di studenti, insegnanti e personale Ata in tutta Italia. A proporla è il segretario Uil Carmelo Barbagallo: “Non ci sono state risposte soddisfacenti dal governo, valuteremo se indire un nuovo sciopero”. E i sindacati pensano anche una serie di incontri per stabilire azioni unitarie che potrebbero arrivare a bloccare gli scrutini.

I loro commenti, in gran parte espressi su Twitter, sottolineano solo profonde divergenze tra le aspettative e il testo dell’esecutivo. Susanna Camusso scrive che gli “emendamenti approvati non modificano la sostanza. Cambiamento sì, ma non come vorrebbe il governo”. All’incontro, continua il segretario Cgil, “non si può dare un giudizio positivo: non è stata data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto. Il governo ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamento profondo dell’impianto” del ddl.

Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo precisa di avere “apprezzato gli sforzi del governo per apportare modifiche” ma sottolinea che sono “insufficienti”. Si domanda cosa succederà dopo l’incontro in merito a “precariato, valutazione e contratto” e si rivolge al governo chiedendo “quando e come ci farete sapere se vi abbiamo convinto con le nostre idee di Buona Scuola?”. Insoddisfatto “del ddl anche nella sua versione emendata” pure il segretario generale dello Snals, Marco Paolo Nigi, e per Rino Di Meglio del Gilda “gli emendamenti approvati non modificano i nodi critici della riforma il cui impianto per noi resta difficile da emendare”. “Ci auguriamo – sottolinea Di Meglio – che le nostre parole non restino al vento. E’ bene che ci si fermi a discutere ma – ribadisce – occorre un vero ascolto”.

“Da parte del governo – ha proseguito Nigi – non c’è stata nessuna apertura, si è limitato ad ascoltare e a prendere atto delle singole posizioni sostenendo, per bocca del sottosegretario Vincenti, che terrà conto delle obiezioni e vedrà cosa si potrà fare in sede di modifica durante le audizioni al Senato. Oltre questo è stato ottenuto un nuovo incontro con il ministro Giannini, ne abbiamo già avuti tre speriamo che il quarto possa andare meglio”.

Gli ha quindi fatto eco il segretario generale della Flc Cgil Domenico Pantaleo ribadendo che da parte del governo “non vi è stata nessuna apertura su nessun fronte. Da parte nostra – dice – siamo insoddisfatti e continueremo la lotta”. Per il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi quella di oggi, da parte del governo “è stata solo una formalità, perché nonostante su diversi punti ci fosse un accordo praticamente unanime da parte dei sindacati sulle modifiche da apportare non hanno indietreggiato nemmeno di un centimetro”. “Vogliono andare avanti come un treno”, hanno mostrato “un’arroganza sbalorditiva. Proporremo agli altri sindacati di scegliere insieme una data, una domenica, già il 7 giugno potrebbe andar bene, per difendere tutti insieme la scuola come bene comune”.

“Sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del governo di dialogare – commenta in serata  il sottosegretario Claudio De Vincenti – si risponda minacciando il blocco degli scrutini. Un’iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie”.

 

 
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Blocco scrutini

Post n°3461 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “adnkronos”


Scuola, si va verso 'blocco' scrutini dopo fumata nera governo-sindacati


Fumata nera dall'incontro avvenuto questo pomeriggio, durato oltre tre ore, tra i sindacati, sia confederali che di categoria, e il governo sul disegno di legge di riforma della scuola, tanto che i sindacati di categoria hanno annunciato mobilitazioni e forme di protesta, che potrebbero arrivare anche al blocco degli scrutini. L'esecutivo "ha accusato il colpo della manifestazione e questo ha determinato l'incontro di stasera del quale non si può dare un giudizio positivo in quanto non c'è stata nessuna risposta anche se il governo ha detto di aver preso nota", ha detto Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. "Rispetto ad altre occasioni abbiamo un altro appuntamento delle categorie insieme al ministro per discutere del ddl con il governo dopo le audizioni", ha aggiunto.

"Da parte del governo -ha detto il segretario generale dello Snals Confsal Marco Paolo Nigi- non c'è stata nessuna apertura, si è limitato ad ascoltare e a prendere atto delle singole posizioni sostenendo, per bocca del sottosegretario Vincenti, che terrà conto delle obiezioni e vedrà cosa si potrà fare in sede di modifica durante le audizioni al Senato. Oltre questo è stato ottenuto un nuovo incontro con il ministro Giannini, ne abbiamo già avuti tre speriamo che il quarto possa andare meglio".

Gli ha quindi fatto eco il segretario generale della Flc Cgil Domenico Pantaleo: "Da parte nostra -ha detto- siamo insoddisfatti e continueremo la lotta". I sindacati hanno quindi annunciato una serie di incontri per stabilire azioni unitarie che potrebbero arrivare anche al 'blocco' del contratto.

Per il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi quella di oggi, da parte del governo "è stata solo una formalità, perchè nonostante su diversi punti ci fosse un accordo praticamente unanime da parte dei sindacati sulle modifiche da apportare non hanno indietreggiato nemmeno di un centimetro".

Anche per il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, è necessario proseguire nella mobilitazione. "Dal governo, infatti, oltre a una generica disponibilità all'ascolto -ha sottolineato- non è giunto nessun impegno ma la conferma che potranno esserci emendamenti fino alla fine dell'iter parlamentare".

"Il governo sui punti qualificanti del ddl scuola non ha la volontà di fare passi indietro", ha affermato il ministro Giannini. "Quella che stiamo facendo una riforma culturalmente importante", ha aggiunto ribadendo che l'esecutivo non intende scardinarne l'impianto. "Restano divergenze forti, ma c'è la volontà di dialogo", ha proseguito, evidenziando che è stato concordato un incontro al Miur con i sindacati e spiegando che le audizioni al Senato saranno un'altra occasione per ascoltare le parti sociali e migliorare ulteriormente il provvedimento.

"Sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del governo di dialogare su un tema così delicato come quello di una necessaria riforma della scuola e di una altrettanto necessaria stabilizzazione dei precari, si risponda- da parte di alcune sigle sindacali- minacciando il blocco degli scrutini", ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. "Un'iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché finirebbe unicamente per colpire studenti e famiglie".

 
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Blocco scrutini

Post n°3460 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"


Riforma. Sindacati, "sarà blocco degli scrutini"


di redazione

ipsef



I sindacati oggi si sono incontrati con il Governo per discutere della riforma. Ennesima fumata nera, nessuna volotà di ascolto.

Un  incontro di sola facciata quello organizzato dalla compagine di Governo, oggi, che ha audito i sindacati sulla riforma. Nessuna apertura e i sindacati si sono detti insoddisfatti

Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda, Snals e anche Cobas - sono insoddisfatti dell'esito dell'incontro avuto oggi con il Governo. Annunciano quindi nuove iniziative di mobilitazione anche durante il periodo degli scrutini.

In realtà, i sindacati avevano già annunciato la possibilità questa mattina, anticipando la volontà di avviare una serie di proteste quali assemblee e flash mob, coinvolgendo le Rsu e gli organi collegiali.

L'atto finale della protesta sarà il blocco degli scrutini.

Riforma. Incontro Governo sindacati. UIL a Giannini "fateci sapere se vi abbiamo convinti". Giovedì si vota. #MatteoRisponde

 
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Arroganza al potere

Post n°3459 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da"Il Manifesto"


L'arroganza al potere


La rivolta su facebook contro Renzi: «Non voteremo più Pd». Confermati i super-poteri del «preside manager». Oggi la protesta contro i quiz Invalsi.Rottura totale tra sindacati e governo. Dopo l'attacco di Boschi (che fa marcia indietro),Camusso (Cgil) replica: «Per il governo vige il principio di un uomo al comando che dirige tutto».


Il gioco del poliziotto buono (il partito democratico) e di quello cattivo (il ministro per le riforme Boschi) con i sindacati della scuola è finito. La settimana dello sciopero generale si era chiusa con un incontro tra i vertici del Pd e i segretari generali Camusso, Bàrbagallo e Furlan e quelli di categoria al Nazareno con un nulla di fatto, ma Renzi (e poi Orfini e Guerini) si erano premurati ad incensare la propria disponibilità al «dialogo» per modificare il Ddl scuola alla quale nessuno aveva creduto. La nuova settimana si è aperta con la sparata della ministra per le riforme Maria Elena Boschi: «La scuola solo in mano ai sindacati non funziona». Parole pronunciate a Pesaro domenica durante la presentazione del candidato di centrosinistra a governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, un insegnante di matematica che si è trovato nella scomoda situazione di dissentire dal ministro del suo stesso governo. Parole di fuoco, e inopportune, che hanno ufficializzato la rottura totale con i sindacati. Governo e Pd sono stati accusati di «arroganza» e «autoritarismo». La miccia l'ha accesa domenica scorsa il segretario Flc-Cgil Pantaleo: «Boschi conferma l'arroganza e il disprezzo della democrazia ha detto La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del Governo». Il giudizio sugli. emendamenti al Ddl licenziati sabato dalla commissione cultura della Camera è durissimo. Per Pantaleo «non cambiano l'impianto autoritario e incostituzionale del disegno dì legge». Ieri da Radio ArticoIo1 è intervenuta la segretaria generale Cgil Camusso: »Viene il sospetto che tanta arroganza che il governo mette nel negare le ragioni dei lavoratori della scuola sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto». L'unica cosa che il governo afferma,, ha aggiunto Camusso «è il principio che c'è un uomo al comando che deve dirigere tutto, che non ha alcuna idea di quellafunzione di comunità e integrazione che la scuola deve avere». «Bisognerebbe dire al ministro Boschi che quando il mondo della scuola si mobilita con le dimensioni di questo periodo, il governo dovrelte porsi qualche domanda». E poi: »Non è la singola scuola d'eccellenza a creare sviluppo ma è la diffusione dell'istruzione in un intero territorio a favorirla». «Non serve la scuola dei ricchi, perché lo sviluppo del Paese si è sempre creato quando l'istruzione si diffondeva e diventava conoscenza collettiva». A questo punto Boschi ha cercato di fare marcia indietro. Su facebook ieri ha scritto: «Non ho offeso nessuno. Spero che il clima torni disteso, per un confronto di merito equilibrato e civile. Noi ci siamo, pronti ad ascoltare e senza attaccare nessuno». Troppo tardi: Rino Di Meglio della Gilda ha parlato di «deriva autoritaria. I sindacati sono lo strumento organizzativo che ha fatto emergere il dissenso. La lotta degli insegnanti non si ferma. Stia sereno chi di dovere». Il Pd deve Inoltre affrontare anche la rivolta della sua base. La bacheca facebook del presidente del Consiglio Renzi ieri è stata bombardata dalla protesta dei docenti che promettono »di non votare più il Pd. «La scuola non è un'azienda e tenere sotto scacco i lavoratori con la minaccia del licenziamento farà crollare la motivazione. Questo è schiavismo!» si è letto tra i commenti. Per il sottosegretario all'Istruzione Faraone (pd) è la prova di una «protesta democratica» e «che stiamo facendo sul serio». In realtà, i renziani stanno bruciando i ponti alle loro spalle. A chi, come il capogruppo Camera di Sel alla Camera Scotto li critica, Francesca Puglisi (responsabile scuola Pd) ribatte, come al solito di «non avere letto la riforma». E insinua che i «sindacati temono di perdere potere» e vogliono inserire nella contrattazione i 200 milioni di euro che il governo intende affidare ai «presidi manager» per aumentare gli stipendi al 5% dei docenti «meritevoli». A questa impresa dovrebbero partecipare genitori e studénti. Praticamente una chiamata in correo per stimolare la competizione tra docenti e la guerra con le famiglie. Un altro punto contestato è la creazione di un mercato delle «auto-candidature» dei docenti. È previsto anche che il collegio docenti discuta le direttive del preside-manager, senza poterle bocciare. Al fondo, non c'è alcuna modifica dei poteri che permettono di chiamare i docenti. I presidi manager individueranno fino al 10% dei docenti per comporre lo «stafk Un'altra norma permetterà di «selezionare» ì docenti da classi di concorso diverse da quelle per cui si sono abilitati, purché posseggano titoli di studio per insegnare la disciplina. Alla bisogna, si adegueranno alle esigenze della scuola-azienda

 
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Riforma

Post n°3458 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "XcolpevoleX"


Riforma della scuola,gli emendamenti non cambiano la frittata

Il testo del disegno di legge che vuole riformare la scuola, e che ha visto il cinque maggio oltre 600 mila lavoratori dire no, con uno sciopero imponente e con adesioni impressionanti, per come rivisto dalla Commissione VII, non muta nella sua struttura, nella sua architettura, anzi per alcuni aspetti è anche peggiorativo. Da un lato il nozionismo, la sintesi del testo originario, è stata ampliata in via discorsiva, come si può notare a titolo esemplificativo dall'articolo 2 lettera D dove l'originario “ potenziamento delle conoscenze e delle competenze in materia di diritto e di economia, inclusa la conoscenza dei princìpi e delle azioni di cittadinanza attiva” diventa “sviluppare competenze di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace per il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture; sostenere l’assunzione di responsabilità nonché la solidarietà e cura dei beni comuni e la consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia di diritto e di economia, di alfabetizzazione economico-finanziaria, di educazione all’autoimprenditorialità”. 
Introducendo, dunque, il concetto di educazione all'auto-imprenditorialità. 
Già. Ciò comunque ha una sua logica, il concetto fondamentale, quale quello della scuola lavoro, rimane intaccato, viene estesa la possibilità di esercitarla anche all'estero, ma nello stesso tempo si continua ad insistere sulla questione delle competenze e del curriculum dello studente ed ora rispetto alla versione originaria, “nell'ambito dell'esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, nello svolgimento dei colloqui la commissione d'esame tiene conto del curriculum dello Studente”. 
Quello che è stato chiuso, in parte, dalla porta del processo di "ascolto", entra dalla finestra. Se l'intervento dei soggetti esterni, e privati, sembra essere meno invadente, rispetto al testo originario, nella formulazione del piano triennale, che continua a sussistere, questo dovrà tenere conto, ora “ dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale”.
Da un lato nel piano triennale si recepisce quanto era d'obbligo recepire, cosa che nel testo originario non emergeva “il Piano triennale dell’offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità di genere, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti ed i genitori sulle relative tematiche”. Però dall'altro lato è sempre funzionale all'organico dell'autonomia che a sua volta è collegato all'albo territoriale che resiste e persiste. Ora si precisa, ad esempio, che “l'organico dell'autonomia è funzionale alla realizzazione del piano triennale dell'offerta formativa ed è impiegato per attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento. E' assegnato alle istituzioni scolastiche sulla base del fabbisogno espresso nel piano triennale e nel limite delle risorse finanziarie disponibili”.Si è anche scritto che “Nei periodi di sospensione dell’attività didattica, le istituzioni scolastiche e gli enti locali, anche in collaborazione con le famiglie interessate, le realtà associative del territorio e del terzo settore, promuovono attività educative, ricreative, culturali, artistiche e sportive da svolgersi presso gli edifici scolastici”. Il potere dei dirigenti scolastici rimane forte, di stampo manageriale. Ed infatti, “Il dirigente, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica, propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti. Il dirigente scolastico può utilizzare il personale docente in classi di concorso diverse da quelle per le quali è abilitato, purché possegga titoli di studio, validi per l’insegnamento della disciplina, percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire.” Rispetto alle rimostranze iniziali aumenta il fondo per dirigenti scolastici. Il Fondo è altresì incrementato di ulteriori da 35 a 46 milioni di euro nell’anno 2016 e da14 a 17 milioni di euro per il 2017.
Si introduce il comitato di valutazione dei docenti di seguito denominato «Comitato». “ Il Comitato ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti individuati dal Consiglio di istituto: a) due docenti dell'Istituzione scolastica; b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione; ovvero un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione”. 
Insomma, pur con qualche modifica, e qualche integrazione e nuova previsione, l'architettura di questo disegno di legge non muta, per alcuni aspetti è anche peggiorato, ed è da rispedire al mittente in toto, come ben hanno evidenziato la maggioranza quasi assoluta dei diretti interessati. Se così non sarà, sicuramente si valuteranno tutti gli strumenti possibili per contrastare questa riforma, ivi inclusa, qualora  il suo percorso abbia seguito, quella del referendum abrogativo


Marco Barone
 
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Scuola

Post n°3457 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “ItaliaOggi”

 

A ogni scuola i suoi insegnanti


L'incarico sarà triennale, il prof che resta senza avrà l'assegnazione dal direttore regionale. Saranno scelti dal dirigente, anche su autocandidatura

Antimo Di Geronimo

I dirigenti scolastici sceglieranno i docenti ai quali proporre incarichi triennali di insegnamento rinnovabili. E i docenti non potranno più vantare il diritto di rimanere nella stessa scuola se il preside non rinnoverà loro l'incarico. I dirigenti sceglieranno anche i docenti che comporranno il loro staff nell'ordine del 10% dell'organico. Lo prevede l'articolo 7 del disegno di legge sulla scuola. Il dirigente proporrà gli incarichi agli insegnanti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dai docenti, una delle novità introdotte in sede emendativa. E potrà utilizzare il personale docente in classi di concorso diverse da quelle per le quali è abilitato, purché possegga titoli di studio, validi per l'insegnamento della disciplina, percorsi formativi e competenze professionali coerenti con gli insegnamenti da impartire. L'incarico avrà durata triennale e rinnovabile per ulteriori cicli triennali e sarà conferito con modalità che valorizzeranno il curriculum, le esperienze e le competenze professionali, anche attraverso lo svolgimento di colloqui.

Le procedure dovranno essere trasparenti: gli incarichi saranno pubblicati sul sito internet della scuola di riferimento insieme al curriculum di ogni docente incaricato. Va detto subito che non si tratterà di procedure negoziali. Al docente, infatti, non sarà consentito di rifiutare la proposta. Ma se dovesse ricevere più proposte contemporaneamente, sarà il docente a scegliere quale proposta accettare. In caso di inerzia dei dirigenti scolastici nella individuazione dei docenti, sarà l'ufficio scolastico regionale a provvedere ad assegnarli d'ufficio alle istituzioni scolastiche. Idem per gli incarichi ai docenti non destinatari di alcuna proposta.

Più che di proposte, sarebbe opportuno parlare di nomine. E cioè di incarichi che saranno conferiti dall'amministrazione nell'esercizio del proprio potere autoritativo. Perché i docenti non avranno più alcun diritto nella scelta della sede. Ma questo potrebbe essere un punto debole del provvedimento, nel quale potrebbe incunearsi il contenzioso. L'ordinamento prevede, infatti, particolari tutele in favore dei disabili e di chi li assiste (si veda la legge 104/92). E prevede anche precedenze per i coniugi di militari trasferiti d'autorità (ex legge 100) e per gli amministratori locali. Ma il disegno di legge non ne tiene conto.

 
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Albi prof.

Post n°3456 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "ItaliaOggi"


Retromarcia sui nuovi albi dei prof Saranno più ampi delle province


E anche i vecchi docenti dovranno essere pronti a cambiare sede

Antimo Di Geronimo

Dal 1° settembre 2016 il diritto alla sede di titolarità non esisterà più. I docenti saranno inseriti in albi territoriali, la cui ampiezza potrà superare anche i confini delle singole province. E se presenteranno la domanda di trasferimento o di passaggio, potranno chiedere solo di passare da un albo all'altro, senza indicare le sedi di preferenza come avviene oggi. Lo prevede l'articolo 6 del disegno di legge sulla scuola, nella versione varata dalla VII commissione della camera sabato scorso. Una retromarcia rispetto a quanto prevedeva l'emendamento della relatrice, Maria Coscia (Pd).

Per l'anno scolastico 2015/2016 gli ambiti territoriali avranno estensione provinciale. Ma dall'anno successivo gli ambiti dovranno essere ridisegnati. Saranno gli uffici territoriali a delinearne i confini, entro il 31 marzo 2016, secondo le indicazioni che saranno fornite dall'amministrazione centrale. I nuovi ambiti territoriali dovranno avere un'ampiezza, di norma, non superiore alle provincie, tenendo conto della popolazione scolastica e della prossimità delle istituzioni scolastiche. Gli uffici dovranno anche tenere conto delle caratteristiche del territorio, delle specificità delle aree interne, montane e delle piccole isole, della presenza di scuole in carcere, nonché di ulteriori situazioni o esperienze territoriali già in essere. L'intenzione del legislatore, dunque, è quella di costituire albi territoriali molto grandi. Che potranno comprendere territori anche più ampi delle singole province.

Inizialmente, il Pd aveva deciso di restringere i territori di riferimento degli ambiti fino a comprendere una popolazione scolastica di massimo 20mila alunni. Ciò avrebbe determinato l'inclusione da un minimo di 10 fino a un massimo di 20 istituzioni scolastiche per ogni ambito. Ma l'ipotesi è stata accantonata. Se il testo dovesse diventare legge, ciò comporterebbe la definitiva cancellazione del diritto alla titolarità della sede e la soggezione alla mobilità coatta su tutto il territorio provinciale e oltre. Tanto più che: «Dall'anno scolastico 2016-2017», recita il provvedimento, «la mobilità territoriale e professionale di tutto il personale opera tra gli ambiti territoriali».

La nuova stesura dell'articolo 6 prevede anche che i docenti che rinunceranno a presentare la domanda di trasferimento o di passaggio conserveranno il diritto di rimanere nella scuola dove sono attualmente titolari. Ma ciò avrà valore solo fino a quando non dovessero diventare soprannumerari. In quel caso, la norma prevede che saranno comunque inseriti negli albi territoriali. E ciò comporterà il relativo assoggettamento alle scelte dei dirigenti scolastici nell'ambito della lotteria sul conferimento degli incarichi triennali. Insomma, non si salverà nessuno.

Anche i docenti più anziani dovranno rassegnarsi alla necessità di tenere sempre pronta la valigia. Una prospettiva oltremodo ansiogena, specie se si pensa che l'ordinamento scolastico non prevede alcuna possibilità di fruire di indennità, per fare fronte alle maggiori spese collegate ai trasferimenti d'ufficio. Perché di questo si tratta: la sostituzione dell'attuale sistema (basato sui punteggi, sulla tassatività delle regole e sulla trasparenza delle operazioni) con un nuovo sistema fondato su quella che nell'ordinamento societario è nota come clausola di gradimento. E cioè su di un'unica regola, che lega le probabilità di essere accolto in una scuola vicino casa alla capacità del docente di piacere al dirigente scolastico preposto a tale scuola.

 
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Nuovo testo DDL

Post n°3455 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Il nuovo testo del DdL riformabuonascuola


Redazione

Riportiamo il nuovo testo del DdL n. 2994 e la comparazione con quello originario, così come inviatoci dal Comitato bolognese Scuola e Costituzione. Ricordiamo che il testo è stato approvato definitivamente dalla Commissione Cultura della Camera l'11 maggio.

La VII Commissione Cultura ha licenziato il testo lunedì 11 maggio. Riportiamo il testo del DdL n. 2994 e la comparazione con quello originario.

 
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Super presidi

Post n°3454 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”


Super presidi, Renzi tira dritto


Il governo tratta, ma non sull'idea iniziale del dirigente che sceglie i prof. Domani la Bilancio. Margini di modifica invece sulla triennalità delle docenze

Alessandra Ricciardi

Difesa come la roccaforte della riforma. Va bene, i docenti potranno anche decidere di candidarsi presso le scuole che trovano più interessanti per offerta formativa e squadra, ma la scelta finale sarà sempre del dirigente scolastico. Un punto sul quale il premier Matteo Renzi non ha dato spazi di manovra ai suoi deputati in commissione cultura alla camera, considerandolo l'asse portante della riforma, la vera svolta in termini di autonomia scolastica. E così gli emendamenti approvati dalla VII sabato scorso, e su cui domani dovrà pronunciarsi la commissione bilancio della camera, hanno ristabilito un maggiore equilibrio tra i poteri della scuola, per esempio sul Pof, ma hanno tenuto la barra dritta sulla scelta dei docenti da parte dei dirigenti. Un punto su cui si sono concentrate le critiche dei sindacati, che dopo il successo dello sciopero del 5 maggio si attendevano ben altro riscontro dal governo.

Ma altre aperture, dicono fonti governative, potranno ancora esserci. «Dei cambiamenti sono possibili anche in aula», ha precisato il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dei margini esistono sul fronte della durata triennale dell'assegnazione: ad oggi la norma prevede che il docente cambi scuola ogni tre anni. Si potrebbe invece, è il ragionamento in corso in queste ore, consentire, dopo una prima conferma triennale, di concedere la titolarità presso la stessa scuola. Altro discorso aperto è quello della discrezionalità del dirigente nel decidere l'incarico del prof all'interno dell'organico: quante ore sull'orario di cattedra, quanto sul potenziamento dell'offerta formativa, dei parametri potrebbero definirlo.

Così come non è data del tutto per chiusa la partita sulla valutazione, in particolare sulla norma, di cui i sindacati chiedono lo stralcio, che prevede la presenza di genitori e studenti nel comitato interno. Se ne parlerà nell'aula di Montecitorio, dove il testo approderà la prossima settimana con l'obiettivo di essere poi licenziato dal senato senza modifiche entro metà giugno. Un obiettivo ambizioso, che dovrà fare i conti con le resistenze della sinistra interna. Ieri Stefano Fassina minacciava: senza correzzioni profonde del ddl scuola non lo voterò».

Intanto sale la protesta on line dei docenti, precari e non, contro Renzi. «Noi non voteremo più il Pd perché indignati dal ddl La Buona scuola», è il messaggio che dilaga anche sulla bacheca facebook del presidente del consiglio. In calce agli ultimi post del premier, decine di persone hanno manifestato il loro dissenso con un bombardamento di commenti in cui si collega la protesta contro la riforma al voto per le prossime amministrative. Tra i messaggi contro, preponderanti per numero, spunta anche qualche commento a favore del ddl e del governo che l'ha proposto. Una sparuta minoranza. E di certo non è servita a rasserenare i rapporti governo-sindacati la dischiarazione del ministro delle riforme, Maria Elena Boschi: «La scuola non è dei sindacati, noi non cediamo». L'ex ministro forzista Mariastella Gelmini è intervenuta per dire: «Non condivido il fatto di ritenere tutto il sindacato refrattario al cambiamento, non è così».

 
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Darwin

Post n°3453 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Darwin

Da "Roars"


Darwin e la Buona Scuola


Sottesa alla riforma vi è la competizione tra gli insegnanti: una selezione naturale, così naturale da essere considerata per ciò stesso “giusta”. Ma dove si dirigeranno i “meritevoli”, a parità di stipendio? Verso le sedi eccellenti, con alunni eccellenti, in contesti eccellenti. La probabilità di avere un bravo insegnante in una periferia degradata diminuirebbe di molto rispetto allo stato attuale dei fatti. La buona scuola si costruisce con la cooperazione, non con la competizione tra gli insegnanti: non ha bisogno di primattori, ma di un gruppo di insegnanti che lavori in modo coerente, condividendo le buone pratiche, individuando e valorizzando le potenzialità di ognuno.

Luca Girlanda

Sottesa alla riforma, svelata nelle intenzioni iniziali degli scatti al 66% dei docenti ma ugualmente apparente nella versione finale della scelta diretta del preside, vi è la competizione tra gli insegnanti: la contesa per far parte del 66%, per essere assunto dal dirigente, o da questi premiato con incentivi economici. Insomma una selezione naturale, così naturale da essere considerata per ciò stesso “giusta”.

E tuttavia, ad una riflessione appena più approfondita, si scopre quanto questo meccanismo sia deleterio alla costruzione di una buona scuola.

Come in ogni gruppo, anche tra insegnanti vi sono talenti in grado diverso. Ammettiamo (e non concediamo) che sia possibile quantificarli oggettivamente. A cosa porta il meccanismo di selezione naturale prospettato dal disegno di legge? Al fatto che i “meritevoli” saranno chiamati dai presidi prioritariamente, potendo di fatto scegliere la loro sede. I “non-meritevoli” saranno invece chiamati per ultimi, e dovranno accettare le sedi rimaste libere. Dove si dirigeranno i “meritevoli”, a parita’ di stipendio? Verso le sedi eccellenti, con alunni eccellenti, in contesti eccellenti. Nelle sedi periferiche e problematiche confluirebbero invece gli scartati. La probabilità di avere un bravo insegnante in una periferia degradata piuttosto che in un prospero centro urbano diminuirebbe di molto rispetto allo stato attuale dei fatti: conseguenza, questa, appena più nascosta ma altrettanto lampante dello stesso meccanismo darwiniano. Che più efficacemente produrrà i suoi effetti: selezionare gli alunni “adatti” (soprattutto per il fatto di trovarsi nel contesto adatto) ed avviarli a costituire la futura classe dirigente, lasciando che i “non-adatti” rimpinguino le percentuali dell’abbandono scolastico e della devianza sociale. E’ questa la meritocrazia cui si vuole tendere?

La selezione naturale, a dispetto della sua naturalezza, è orribile e feroce. L’intelligenza, la coscienza e la cultura dovrebbero consentire di riconoscerla come legge della giungla, e affrancarsene, o piuttosto affermarla ad un altro livello.

La buona scuola si costruisce con la cooperazione, non con la competizione tra gli insegnanti: non ha bisogno di primattori, ma di un gruppo di insegnanti che lavori in modo coerente, condividendo le buone pratiche, individuando e valorizzando le potenzialità di ognuno. Esattamente ciò che va fatto, e questa sembra una riflessione maggiormente condivisa, per gli alunni del gruppo classe: costruire una didattica che miri all’inclusione e alla valorizzazione di ognuno, e non lasciare che la selezione naturale emetta in modo brutale le proprie sentenze.

Il sistema della chiamata diretta si espone inoltre al rischio di degenerazioni di natura clientelare, in un paese dove la corruzione sembra l’unico denominatore comune, rischio che rivaleggia con quello della burocratizzazione e dell’appiattimento insito nel sistema delle graduatorie. Del resto qualsiasi architettura normativa, se il tessuto sociale è malato, ne subisce le conseguenze.  E chi se non proprio la scuola dovrebbe guarire il malato?

Di fronte a queste considerazioni emerge una strategia sensata: che i posti disponibili vengano messi a concorso, un concorso che preveda solo vincitori di posti esistenti (e non “idonei” destinati al precariato), vincitori che sceglierebbero tra i posti disponibili in ordine di punteggio. Per garantire i diritti acquisiti la metà delle assunzioni dovrebbe attingere dalle graduatorie esistenti, chiuse a ulteriori ingressi, fino ad esaurimento delle stesse.

Se suona familiare non è un caso: è il meccanismo vigente. C’è anche una legge per cui “I concorsi per titoli ed esami sono indetti su base regionale con frequenza triennale” (legge 124/1999), una periodicità poi platealmente disattesa. Non è conservatorismo: in questo paese la vera rivoluzione è rispettare le leggi.

 
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Renzi

Post n°3452 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Renzi

Da “La Tecnica della Scuola”


Renzi tira dritto, ma oggi sarà nuovamente sciopero nazionale

 

Riceviamo dalla docente e giornalista, Filippa Antinoro, un intervento sullo sciopero del 12 maggio riguardante le prove Invalsi nella scuola superiore

Renzi e il ministro dell'Istruzione Giannini sembrano andare dritto, senza ascoltare il malcontento da parte di migliaia e migliaia di docenti, educatori e personale Ata sulla riforma della scuola. Ieri è arrivata la notizia dell'approvazione, fatta in rapidità sabato sera, in VII Commissione Cultura del testo definitivo del DdL La Buona Scuola.

Nonostante l'adesione massiccia allo sciopero indetto da tutte le sigle sindacali, il 5 maggio scorso, i cambiamenti alla riforma sono stati molto limitati. Anche la calendarizzazione per le discussioni e per l'approvazione in Parlamento, è stata caratterizzata da una grande fretta: il 14 maggio inizieranno i confronti alla Camera e il 19 maggio si voterà per l'approvazione.

Per i sindacati questa è una vera e propria "emergenza democratica", dal momento che si sta per approvare una legge che il personale della scuola, compreso alunni e genitori, non vuole, che annulla con legge i tanti diritti acquisiti con legge, primo fra tutto quello che impone la cancellazione della graduatorie ad esaurimento, che non saranno svuotate. Per cui chi verrà assunto bene, ma per gli altri si prevede il buio più totale.

Ed è così che tanti precari, alla soglia dei quaranta anni, dopo aver speso una vita per la scuola e per la formazione, potranno cambiare mestiere. Dopo aver conseguito una laurea, superato concorsi, frequentato Siss, e corsi di specializzazione, potranno dire addio al sogno di lavorare nella scuola e, nel caso degli educatori, nelle istituzioni educative.

Eppure le Gae, appunto perchè ad esaurimento avrebbero dovuto dare la possibilità di essere assunti, e non essere "cancellati", eliminando ogni diritto acquisito.

Ed è così che i sindacati Rilanciano nuove forme di mobilitazione: gli appuntamenti sono lo sciopero del 12 maggio e il blocco degli scrutini. Su quest'ultimo punto, c'è però il pericolo di sanzioni disciplinari e addirittura di multe, che dipenderanno dai singoli dirigenti.

Insomma, la posta in gioco si fa sempre più alta. Quello di domani, indetto da tutti i sindacati, soprattutto i più combattivi come i Cobas e l'Usb, sarà un vero e proprio banco di prova per capire quali sono le reali forze della mobilitazione contro la riforma sulla scuola.

Il blocco degli scrutini è portare la mobilitazione fino alle estreme conseguenze, un modo per mettere il governo di fronte alle sue responsabilità.

Come lo sciopero del 5 maggio si prevede un buon livello di partecipazione.

 
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RIFORMA

Post n°3451 pubblicato il 12 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “OrizzonteScuola”


Riforma, scarica il testo che sarà licenziato dalla VII Commissione cultura. Governo convoca sindacati


di redazione

 

Pubblichiamo il testo del disegno di legge come modificato dalla VII Commissione cultura alla Camera. Molte le modifiche effettuate.

Scarica il testo della DDL modificato dalla Commissione cultura

Si tratta del testo comparato con le nuove modifiche effettuate a seguito dei lavori terminati questo sabato dalla Commissione cultura.

Oggi la commissione Cultura alla Camera darà il via libera al testo del ddl Scuola e voterà il mandato alla relatrice, Maria Coscia (Pd), per riferire in aula. L'approdo in assemblea è previsto per giovedì mattina.

Ricordiamo che il testo dovrà ancora superare alcuni esami, prima di approdare in aula, primo fra tutti quello della commissione Affari costituzionali (previsto per il primo pomeriggio di oggi).

Ieri, pesante polemica tra il Governo e i sindacati. Al centro le affermazioni del Ministro Boschi che due giorni fa ha affermato: "La scuola solo in mano ai sindacati funziona? Io credo di no".

Dure le reazioni del mondo sindacale e politico, molte le critiche al Governo, tacciato di autoritarismo.

Ieri, in serata, si è appreso che il Governo ha convocato i sindacati che incontrerà oggi. Gli incontri, che hanno al centro il ddl Buonascuola, avverranno a partire dalle 15 a palazzo Chigi. Domani, mercoledì 13, il Governo incontrerà anche le associazioni degli studenti e dei genitori.

Scarica il testo della DDL modificato dalla Commissione cultura

Tutte le modifiche, la scheda di approfondimento. Testo sarà licenziato domani da VII commissione

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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