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questo continuare a cercarsi
dove l’altro smette.
Una connessione spontanea
Senza alcuna richiesta
Sensibilità tenerezza ardore sono collegate al cuore Talvolta arrecano lacrime e dolore. Ma si è vivi nella sofferenza e morti nell’indifferenza. Sunny_Poems
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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari
Buongiorno da FabianaGiallosole ...voglio bene a te che mi cerchi senza condizione ma piena di emozione. Una luce che diventa un sole (Antropoetico)
NON SMETTIAMO DI FARCI SENTIRE!!!Ricordate: Non smettiamo di farci sentire!
Cari amici la nostra "guerra" non è ancora finita. Stiamo ancora lottando per mantenere il nostro posto di lavoro: facciamolo insieme con energia, solarità e fede. La vita è fatta di tante battaglie, delusioni e vittorie, ma è sempre degna di essere vissuta. Coraggio. Mille raggi di sole per voi. FabianaGiallosole Inno Alla Vita -Madre Teresa Di Calcutta - (clicca sul titolo) AI LETTORI DEL BLOGAi lettori del blog
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Mille raggi di sole per voi.
FabianaGiallosole POST PUBBLICATI OGGI
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Messaggi del 15/05/2015
Post n°3487 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Da "OrizzonteScuola" COBAS pubblicano vademecum sul blocco degli scrutini. E' legittimo? Sì
di redazione
Anche i COBAS rispondono al Garante degli scioperi pubblicando un vademecum sul blocco degli scrutini, considerati da quest'ultimo illegittimi. Con delle FAQ i COBAS spiegano le modalità di attuazione del blocco.
Lo sciopero degli scrutini è illegittimo?
No. L’Accordo Nazionale del 1999 sui servizi pubblici essenziali relativo alla Disciplina dell’esercizio del diritto di sciopero nel settore scuola chiarisce quali sono i limiti degli scioperi e nell’art. 3, comma 3 del testo emanato dalla Commissione di Garanzia esplicitamente prevede:
lett. a) – non saranno effettuati scioperi a tempo indeterminato;
Lo sciopero indetto dai Cobas non è a tempo indeterminato, non supera i due giorni di indizione, non blocca le operazioni di scrutinio delle classi che svolgono gli esami conclusivi dei cicli di istruzione,non comportano un differimento superiore ai cinque giorni rispetto alla conclusione prevista, pertanto è perfettamente legittimo.
Ci sono scrutini ed attività durante le quali non si può scioperare?
In base alla normativa vigente le classi e le attività da escludere dallo sciopero sono:
I Dirigenti possono decidere di effettuare gli scrutini finali prima del termine delle lezioni, fissato dal calendario regionale?
NO. Il comma 7 art. 192 del DLgs n° 297/1994 stabilisce che “al termine di ciascun trimestre o quadrimestre ed al termine delle lezioni il consiglio di classe delibera i voti di profitto e di condotta degli alunni", quindi non è possibile procedere ad alcun scrutinio finale prima che non siano terminate le lezioni. Per questo motivo è importante che si invii ai dirigenti la lettera di diffida allegata al vademecum.
Le classi terminali possono essere scrutinate prima della fine delle lezioni?
No. L’art. 6 comma 1 del DPR n° 122/2009 prevede che “gli alunni che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi sono ammessi all’esame di Stato” e, come già precedentemente segnalato, il comma 7, art. 192 del DLgs n° 297/1994 stabilisce che “al termine di ciascun trimestre o quadrimestre ed al termine delle lezioni il consiglio di classe delibera i voti di profitto e di condotta degli alunni”, quindi non è possibile procedere ad alcun scrutinio finale prima che non siano terminate le lezioni.
Il preside può effettuare sostituzioni in caso di sciopero degli scrutini?
Il capo di istituto non può sostituire in nessun caso chi sciopera. Pertanto lo scrutinio è sospeso in quanto non sarebbe rispettato il principio del cosiddetto “Collegio perfetto”, cioè la necessità del quorum integrale in caso di collegi con funzioni giudicatrici (Nota n° 717 del 14 maggio 1981 Uff. Decreti delegati; Nota MPI n. 598 del 16 aprile 1981; Consiglio di Stato – VI Sez. – n. 189 del 17 febbraio 1988).
Il dirigente può spostare lo scrutinio per aggirare lo sciopero?
Il dirigente non può spostare lo scrutinio in caso di sciopero. Queste date dovrebbero, peraltro, essere indicate nel Piano delle attività deliberato dal Collegio dei docenti (art. 28 comma 4 CCNL 2007) e quindi ogni modifica operata dal DS senza l’approvazione del Collegio sarebbe illegittima. Nel caso in questione poi qualunque modifica della data tenderebbe a limitare il diritto di sciopero, un comportamento antisindacale e quindi sanzionabile in base allo Statuto dei lavoratori (art 28 Legge
La trattenuta è oraria o è per l’intera giornata e quante persone devono scioperare per bloccare lo scrutinio delle singole classi?
La trattenuta deriva dal tipo di sciopero a cui si aderisce. L’Accordo del 3/3/1999 (allegato) prevede ormai solo due modalità di sciopero: dell’intera giornata o breve. È poi precisato che “la durata degli scioperi brevi per le attività funzionali all’insegnamento deve essere stabilita con riferimento all’orario predeterminato in sede di programmazione” (art. 3 comma 3 lett. d) dell’Accordo).
In altri termini, l’unica modalità possibile per scioperare durante gli scrutini è partecipare allo sciopero dell’intera giornata e, conseguentemente, a questo tipo di sciopero viene applicata la trattenuta.
Quali scuole possono avere la deroga sul calendario degli scrutini?
L’OM n° 74/2009 (come le precedenti OM sul calendario scolastico) prevede che “sessioni speciali di esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d’arte possono essere effettuate anche nel corso dell’anno scolastico … L’individuazione delle date nelle quali tenere tali sessioni di esami è rimessa alle determinazioni organizzative delle singole istituzioni scolastiche, statali e paritarie“. Quindi solo nel caso degli esami di qualifica nei Professionali e di licenza di maestro d’arte negli Istituti d’arte (art. 28 e art. 30 OM n° 90/2001) potrebbero esserci degli anticipi perché gli esami “hanno inizio nel giorno stabilito dai dirigenti scolastici, sentiti i collegi dei docenti“.
Quali attività si possono bloccare per le elementari e le medie?
Tutte quelle eventualmente ricadenti nei giorni di proclamazione dello sciopero, tranne che non si tratti degli esami di terza media.
Nel caso degli scrutini, il dirigente, constatato lo sciopero anche di un solo componente del consiglio di classe, deve aggiornarlo massimo a cinque giorni dopo, ma è vero che se poi dovesse continuare a scioperare ancora qualcuno in questa seconda convocazione il DS può sostituirlo e rivolgersi al giudice per interruzione di pubblico servizio?
Le modalità di effettuazione dello sciopero, diventate particolarmente complesse dopo l’emanazione della L. n° 146/1990 (la legge “antiCobas”), non prevedono assolutamente questo. Se la convocazione dello sciopero fosse ritenuta dalla Commissione di garanzia (non da chiunque, magari dal DS …) pregiudizievole “ai diritti della persona costituzionalmente tutelati di cui all’articolo 1, comma 1″della L. n° 146/1990 e se il tentativo di conciliazione tra OS proclamante e Governo non dovesse riuscire, il Presidente del Consiglio, o un Ministro delegato, emana un’ordinanza con “le misure necessarie a prevenire il pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati di cui all’articolo 1, comma 1″ (art. 8 comma 1 L. n° 146/1990 come modificato dalla L. n° 83/2000). Queste misure potrebbero anche prevedere la sostituzione degli scioperanti, ma “l’inosservanza da parte dei singoli prestatori di lavoro … delle disposizioni contenute nell’ordinanza … è assoggettata alla sanzione amministrativa pecuniaria per ogni giorno di mancata ottemperanza, determinabile … da un minimo di lire 500.000 ad un massimo di lire 1.000.000″ (art. 9 comma 1 L. n° 146/1990 come modificato dalla L. n° 83/2000). Per completare il quadro bisogna poi aggiungere che “i lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle disposizioni … o che … non prestino la propria consueta attività, sono soggetti a sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell’infrazione, con esclusione delle misure estintive del rapporto o di quelle che comportino mutamenti definitivi dello stesso” (art. 4 comma 1 L. n° 146/1990 come modificato dalla L. n° 83/2000).
Da ormai molti anni gli scrutini si fanno quasi ovunque con software informatico e si mandano voti ed assenze via internet tre giorni prima della data stabilita per gli scrutini delle singole classi. È obbligatorio fornire queste informazioni prima della seduta del Consiglio di classe?
No, anche se in molte scuole si opera così per comodità bisogna comunque ribadire che non esiste alcun obbligo di comunicare anticipatamente alcunché. Anzi, le proposte di voto – perché, ricordiamo anche questo, il voto del singolo insegnante è solo una
Per bloccare gli scrutini, sciopero di un quarto d'ora ad insegnante
Post n°3486 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: DDL scuola
Cliccare sul link DIRETTA - Ddl Scuola, la Camera approva art.1. Giannini: "Piena attuazione all'autonomia"
Nostro commento:piena applicazione della dittatura...
Post n°3485 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Scuola
Da “La Repubblica” Scuola, appello sindacati a parlamentari: "In piazza con noi". Scrutini, garante: "Precettazione obbligata" ROMA - Il ddl scuola approda alla Camera. In base a quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, le votazioni sul testo si terranno domani e da lunedì a mercoledì ad ora di pranzo, quando è prevista la votazione finale sul provvedimento. E i sindacati scrivono ai parlamentari, chiamandoli in piazza all'assemblea pubblica contro la riforma. Le sigle sindacali della scuola danno appuntamento a deputati e senatori per domani pomeriggio alle 16:30 in piazza del Pantheon. L'incontro sarà una sorta di 'microfono aperto' per dare voce alle ragioni contro il ddl in esame a Montecitorio. "Gentili deputati e senatori - si legge nella mail - le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams di Roma e del Lazio hanno promosso un'assemblea pubblica dal titolo "il mondo della scuola incontra i parlamentari di Camera e Senato" che si terrà il giorno 15 maggio con inizio alle ore 16.30 In piazza del Pantheon. Le nostre organizzazioni sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare", si legge nella missiva. Test Invalsi. Il ministro è tornato anche sulle critiche al test Invalsi: "Invalsi è uno strumento, non è la valutazione della scuola. È lo strumento per arrivare all'uguaglianza qualitativa. Peggio della valutazione è la non valutazione - spiega - e non ce lo possiamo più permettere. Questo non significa fare una lista di bravi e di cattivi, ma individuare quali sono i punti di forza del lavoro dell'individuo e come trasformare i punti di debolezza in un miglioramento costante". Blocco illegittimo. Intanto prosegue il dibattito sulle reazioni dei sindacati e sull'ipotesi un blocco degli scrutini. "Allo stato, non c'è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del governo, che da parte dei sindacati più responsabili", ha detto Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. Questo, ha aggiunto, "è il tempo della responsabilità. È necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie". "La concertazione resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi - ha aggiunto Alesse - che lacererebbero il tessuto sociale del paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti". "Al riguardo - ha proseguito - spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un'opzione teorica, perchè, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)".
Post n°3484 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Dissidenti PD
Da “La Repubblica” Annalisa Cuzzocrea ROMA . Chiedono cambiamenti su tre punti: poteri del preside, finanziamento privato, precari da assorbire. Promettono collaborazione ed emendamenti nel merito, tanto alla Camera quanto al Senato. Ma proprio sulla scuola, su uno degli argomenti più di sinistra che si possa immaginare, alcuni di loro (Fassina, D’Attorre) sono pronti allo strappo finale. La minoranza pd si è riunita ieri per la prima volta dopo lo smacco dell’Italicum. Non erano tutti. Una parte, dopo il voto di fiducia sulla legge elettorale, sta prendendo altre strade. Ma c’erano, in sala Berlinguer alla Camera, una cinquantina di volti preoccupati. Perché tocca combattere di nuovo, e la sconfitta è troppo recente per capire com’è meglio farlo. Così, i leader di Area riformista e Sinistra dem Roberto Speranza e Gianni Cuperlo cercano di tenere viva l’idea di una battaglia che si può vincere. O che comunque, bisogna portare fino in fondo per tentare di cambiare una legge che non piace a nessuno di loro. È la stessa visione dell’ex premier Enrico Letta: «La riforma della scuola ha bisogno di gradualità, non di fretta — ha detto al salone del libro di Torino — se l’impegno di Renzi si applicasse anche a fare le cose perbene l’Italia se ne potrebbe giovare, ma nessuno glielo dice perché i politici sono condizionati dalla necessità di avere uno stipendio». E ancora: «Si è voluta fare una cosa molto di corsa, molto di fretta, senza rendersi conto che si toc- cano milioni di famiglie, bambini e insegnanti». È sui numeri, che vuole soffermarsi chi cerca di convincere il premier ad ascoltare: «A fare sciopero sono state 618mila persone », dice l’ex capogruppo Roberto Speranza. «Hanno rinunciato a un giorno di stipendio, a 70, 80, 90 euro. Davanti a questo, non puoi buttarla sulla burocrazia, sui sindacati. È una roba di popolo, una grande parte del nostro popolo che chiede una risposta». Le soluzioni le hanno messe in una ventina di emendamenti che toccano quattro punti fondamentali: «Il primo è il ruolo del preside — spiega sempre Speranza — in commissione si è già modificata la parte sulla stesura del piano di offerta formativa, su cui avranno voce in capitolo anche il collegio dei docenti e il consiglio d’istituto. Ma c’è ancora da cambiare la chiamata degli insegnanti, anche quella dev’essere più condivisa. Lo ha detto bene Carlo Galli: la filosofia di questa riforma fa male ai docenti perché un preside così forte ridurrà il loro spazio di autonomia. Quel che era rimasto ai professori italiani, mal pagati, senza un adeguato riconoscimento sociale, è una libertà di espressione ora in pericolo ». La parte su cui si lavora con più attenzione è quella della possibilità di donare il 5 per mille alla scuola dei propri figli: «La cosa grave è che questa norma non fa neanche riferimento a risorse aggiuntive — spiega Stefano Fassina — così, soldi del fondo riservato alla scuola vengono redistribuiti sulla base delle dichiarazioni dei redditi dei più ricchi». La conseguenza, a lungo andare, sono scuole migliori nelle zone più agiate e scuole povela re nelle periferie. «Non è una cosa che un partito di sinistra può permettere», si sfoga Speranza. Così, la prima modifica tentata sarà cancellare l’intero articolo. Mentre un secondo emendamento propone di ribaltare le percentuali: non più l’80 per cento alla scuola e il 20 al fondo di perequazione, ma il contrario. Infine, c’è la questione dei precari, con la richiesta di un percorso di entrata certo per chi resta fuori dalle 100mila assunzioni. E ci sono gli sgravi per le private: «Darli anche alle scuole secondarie significa incentivare i diplomifici, alla faccia della meritocrazia». Ma che succede se il governo chiude la porta? Deputati come Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre hanno fatto capire di essere pronti a votare no alla riforma. Gli altri potrebbero non partecipare, o astenersi. Qualcuno ha anche proposto di votare sì con un documento che spieghi cosa va cambiato, sperando nelle modifiche al Senato. Ma è una linea poco chiara, che tutti vorrebbero evitare. Chi conosce Fassina pensa a un addio imminente: «Il voto finale è mercoledì, credo che dopo mollerà. Stefano è ormai convinto che sia impossibile far vivere un punto di vista di sinistra dentro questo Pd». La stessa voce comincia a girare su Alfredo D’Attorre, che sulla riforma è forse il più duro: «Renzi una volta ha detto che è giusto che ci siano università di serie A e di serie B. Ed è questo che sta mettendo in campo: una sorta di competizione darwiniana tra i diversi istituti che non credo sia compatibile con l’idea di scuola pubblica. Per come la vedo io, autonomia significa raggiungere obiettivi condivisi, non far aumentare le diseguaglianze».
Post n°3483 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Dieci domande
Da “La Tecnica della Scuola” Dieci domande a Renzi
di Claudio Berretta Le istanze vengono rivolte anche ai parlamentari e a tutti coloro che pensano che il progetto Renzi relativo alla scuola possa migliorare la situazione disastrosa in cui questa istituzione si trova dopo anni di deprivazioni di ogni tipo. Condividete l'articolo a tutti! 1) La ricerca in ambito internazionale dimostra che le scuole migliori sono quelle dove esiste un alto livello di collaborazione, ma allora perché si vuole creare una scuola competitiva dove le decisioni sono accentrate nelle mani del dirigente, dove non si prevedono momenti di progettazione e riflessione comune e dove un misero premio in denaro provocherà invidie e divisioni, senza peraltro garantire in alcun modo di premiare il vero merito e soprattutto senza incidere in alcun modo sulle situazioni di incapacità, di inidoneità al ruolo o di demotivazione, che danneggiano il percorso formativo degli allievi? 2) Perché non viene premiato il meritodi chi oggi tiene in piedi le scuole, con centinaia di ore di lavoro non pagato, semplicemente restituendo alle scuole i fondi per retribuire dignitosamente chi svolge ruoli di progettazione e coordinamento e chi è disponibile a condurre attività di laboratorio, di recupero, di potenziamento, di tutor, di insegnamento dell'italiano agli allievi stranieri, che in passato, prima dei devastanti tagli della ministra Gelmini, in alcune scuole erano determinanti per salvare tanti studenti dall'abbandono scolastico? 3) Perché si vogliono aumentare le discriminazioni tra settori agiati della popolazione e fasce deboli, finanziando sempre di più le scuole private (violando così l'art. 33 della Costituzione) e con il cinque per mille alle singole scuole? Dovrebbe infatti essere chiaro che una scuola in un quartiere ricco avrà più risorse di una in un quartiere povero, quando dovrebbe essere esattamente il contrario. 4) Perché non si prende in considerazione il fortissimorischio che le assunzioni dirette da parte dei dirigenti possano favorire fenomeni di clientelismo con assunzioni di parenti, amici e creazione di pacchetti elettorali? 5)Perché non si prende in considerazione l'alta probabilità che le assunzioni dirette da parte dei dirigenti possano limitare la libertà di insegnamento stabilita dalla Costituzione, rendendo i docenti totalmente sottomessi al volere dei dirigenti? 6) L'idea iniziale che una buona scuola non la fa un Governo, ma un Paese intero era decisamente condivisibile. Ma allora perché i risultati della consultazione on-line non sono stati pubblicati? 7) Perché le mozioni dei collegi docenti di tante scuole che hanno fatto riunioni per esprimere il loro parere, come chiedeva il Governo, non sono state consideratee anzi gli insegnanti sono stati accolti da poliziotti in assetto antisommossa, quandovolevano solo avere un incontro con esponenti del Ministero per illustrare queste mozioni? 8) Perché una Legge di Iniziativa Popolare firmata da 100.000 cittadini non viene discussa in Parlamento e presa seriamente in considerazione? 9) Perché si permette a membri del Governo senza specifiche competenze (non hanno mai lavorato nella scuola né hanno mai fatto studi in ambito pedagogico) di fare affermazioni scientificamente infondate e offensive, accusando gli insegnanti (cioè i professionisti del settore con competenze specifiche) di non capire? 10) Affinché una scuola funzioni bene servono insegnanti, edifici, attrezzature e materiali. Perché non si restituiscono alla scuola le risorse necessarieper l'edilizia e l'acquisto di quanto necessario e non vengono immediatamente assunti i precari con un decreto urgente, rispettando le disposizioni della Corte Europea, invece di vincolare queste assunzioni all'approvazione della riforma della scuola che richiede tempi adeguati di riflessione e momenti di confronto?
Post n°3482 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Risposta a Renzi
Da “Orizzonte Scuola” La risposta a video/lettera di Renzi: ritiro del DDL Scuola
di redazione
Anna Melina Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche - Ill.mo Presidente del Governo, ho letto la Sua lettera, La ringrazio, ma mi permetta di dirLe, con tristezza, che le Sue pur autorevoli parole non sono quelle che mi sarei aspettata di sentire da un Capo di Governo aperto all’ascolto e al confronto con la classe docente che ha manifestato con civiltà e dolore opposizione al Suo DDL.
La Sua proposta di riforma ci lascia attoniti e, mi creda, l’abbiamo letta con attenzione e con il rispetto che si deve ad un atto normativo del Governo
Non so se riusciremo a trasmetterLe nella sua intensità la nostra delusione nei confronti di un Governo in cui ,all’inizio-solo all’inizio- avevamo riposto la nostra fiducia, quella fiducia che si deve ad un progetto politico che voleva essere riformatore.
Ill.mo Presidente, perché?
Perché questo attacco all’autonomia dei docenti, alla loro professionalità ,alla loro libertà?
Se fossero oggettivi la Sua riforma non avrebbe senso…ne deduciamo che la soggettività del Dirigente farà la differenza.
Poveri noi, Presidente, povera scuola.
Questi poteri, a memoria d’uomo, in uno stato democratico non dovrebbe averli nessuno, ma potrebbero trovare una sia pur riprovevole giustificazione in un’impresa privata in cui il datore di lavoro investa i “suoi capitali”, rischi i” suoi soldi” ed organizzi il lavoro dei “suoi dipendenti”.
Presidente, credevo di essere ancora una dipendente dello Stato, e, pensi un po’, addirittura non sapevo che mentre, ahimè, ero impegnata a correggere compiti, a spiegare ai miei alunni i principi del diritto, il senso dello Stato ( PENSI LA BEFFA, INSEGNO DIRITTO DA TANTISSIMI ANNI!), i Dirigenti Scolastici avevano comprato la scuola pubblica investendo i loro capitali e diventandone i padroni assoluti.
Speriamo che sia così perché se devono essere pagati con i soldi pubblici (DI TUTTI NOI) perché decidano delle nostre vite… la cosa un po’ mi sconvolge.
Certo, se deciderà di farlo e avrà i mezzi, il Parlamento con un atto d’imperio potrà distruggere la scuola pubblica ma finchè avremo una Costituzione ed una storia democratica da difendere, sapremo fare le nostre scelte per cercare e sostenere una nuova classe politica che sappia ascoltare e legiferare nel rispetto della gente.
E non si illuda…anche se sarà il Parlamento a varare il ddl (mi scusi, ma a chiamarla riforma …proprio non ci riesco più) questo provvedimento rappresenta il Suo volere e politicamente ne porterà tutto il peso.
Oggi Lei può ancora fare la differenza e recuperare quella fiducia che il mondo della scuola aveva riposto in Lei. Può scegliere di essere premier del popolo, di riconquistare i cuori e le speranze degli insegnanti. Può scegliere di ricreare la buona scuola (c’era già). RITIRI TUTTO IL DDL.
A proposito del PIL… ma pensa davvero che un punto in più possa, in questo momento in cui la classe docente rischia la sua stessa sopravvivenza di istituzione democratica, interessarci?
Presidente, faccia quello che vuole ma non ci offenda ulteriormente…abbiamo ben compreso il Suo piano della scuola, non perda il Suo preziosissimo tempo a spiegarci altro. La sorprenderemo, ma abbiamo capito subito…
Desidero però dirLe che grazie a Lei, oggi ho compreso un monito che mio nonno partigiano ripeteva sempre: “Piccirilla, ricorda, la democrazia va difesa ogni giorno e non bisogna mai abbassare la guardia e pensare di essere al sicuro”.
Post n°3481 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Posta per Renzi
Da “Il Fatto Quotidiano” Alex Corlazzoli Gentilissimo Presidente del Consiglio, oggi ho ricevuto la sua lettera. So bene che era una missiva a senso unico. Io so che non arriverò a lei: la sua è stata solo un’operazione di comunicazione. Eppure facciamo finta che lei faccia sul serio, che abbia intenzione di raccogliere le nostre osservazioni. Ho letto pagina per pagina la bozza iniziale della “Buona Scuola”, ho studiato il disegno di legge proposto alla settima Commissione ed ora ho visto uno ad uno gli emendamenti approvati e il testo che da stamattina esamineranno alla Camera. Entriamo nel merito delle questioni senza fermarci alla demagogia che pure lei ha usato nella lettera e nel video dove ci spiega la riforma alla lavagna.
Pubblicità Non solo, se come scrive lei nella lettera che mi ha inviato ieri, “nessuno può essere licenziato dopo tre anni”, perché nel ddl avete specificato che “la proposta di incarico da parte del dirigente avrà durata triennale”? Ancora: sempre lei scrive che il preside “non può chiamare la sua amica/o ma sceglie i vincitori di concorso”. Certamente, ma li individua tra centinaia di persone e tra queste centinaia vi sarà chi tenterà la strada della telefonatina. Restiamo sul tema delle assunzioni: il suo piano straordinario prevede che vengano assunti nell’ambito della regione per il 50% i vincitori di concorso e per il restante 50% dei posti vacanti quelli delle Gae. Quelli che residuano saranno assunti nel limite dei posti rimasti eventualmente vacanti nell’organico dell’autonomia nazionale: questo significa che un docente di Mantova potrebbe finire a Palermo?
Lasciare che vi sia una caduta a pioggia di 500 euro che qualche insegnante potrebbe usare anche per andare a vedere al cinema “Cinquanta sfumature di grigio” (visto che non è specificato nulla all’art.10), forse è un po’ azzardato. Non sarebbe stato meglio se il governo avesse individuato gli ambiti di formazione necessaria investendo lì i 381,137 milioni di euro previsti per la card? Mi permetto di suggerire due ambiti: lo studio dell’inglese e la formazione digitale.
Ma veniamo ai criteri per la valorizzazione del docente. Tra questi vi è una dicitura pericolosa: “Sulla base dei risultati ottenuti dal docente in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni”. Come si può misurare questo lavoro? Il docente che lavora in una classe dove ci sono undici bambini su quindici con difficoltà diverse, sarà penalizzato? Oggi dobbiamo valorizzare quegli insegnanti che stanno in queste classi, nelle aule dove le competenze degli alunni sono scarse e non certo per demerito dei professori.
Aspetto le sue risposte, certo che non arriveranno mai. Ma anche questo servirà quando andrò a votare. Intanto, buon lavoro
Post n°3480 pubblicato il 15 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Prof
Da “Il Corriere della sera” ROMA La battaglia continua. In Aula è appena cominciata. Fuori va avanti spedita. E non ci sono videolezioni, mail o garanti che tengano, «la Buona Scuola non s’ha da fare». Il disegno di legge 2994 che riforma la Scuola italiana ieri è arrivato nell’aula di Montecitorio dove è iniziata la discussione. Oggi cominceranno le votazioni sugli emendamenti, 1.600 quelli depositati, e per le 13 di mercoledì 20 maggio dovrebbe arrivare il voto finale. La protesta di sindacati, prof e studenti non accenna però a diminuire. Anzi. Oggi pomeriggio le strutture regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Fgu-Gilda Unams e Snals Confsal invitano i parlamentari al Pantheon a Roma per un’assemblea pubblica sulla riforma: «La vera Scuola si fonda su democrazia, stabilizzazioni, collegialità e contrattazione, riformiamola insieme». Sel ci sarà, così come i 5 Stelle, ma anche la minoranza pd, come Stefano Fassina che annuncia «battaglia in Aula con i nostri emendamenti», e Alfredo D’Attorre: «Voglio dare un segnale di presenza e ascolto». E l’ex premier Enrico Letta sottolinea: «Riforma fatta troppo in fretta, ci vuole più gradualità e condivisione».
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CHI SIAMO Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale. e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it Felice settimanaSerena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme... FabianaGiallosole
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Bruno Murgia-PDL-26 luglio 2011 Interrogazione parlamentare proposta dal COPDUS tramite
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Preghiera della sera O Maria dacci la tua forza e la tua volontà per affrontare e superare gli ostacoli della vita... Divagazioni artistiche sarde
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Carlo Nieddu videomaker, fotografo, noto sul web come Carloportone |
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