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e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 21/05/2015

 

DDL

 

RIFORMA

Post n°3544 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "OrizzonteScuola"


 

Riforma scuola. Ecco il testo esaminato alla Camera e schede di sintesi



di admin


La Camera ha approvato il DDL Scuola. Leggi il nuovo testo, con le modifiche derivanti dagli emendamenti approvati

Grande soddisfazione del Ministro, che si è detta emozionata.

Per tutta la mattina invece in P.zza Montecitorio gli insegnanti hanno continuato a protestare, appoggiati dai sindacati. La Gilda ha dato appoggio anche alla raccolta di firme per il referendum, nel caso in cui il testo passasse anche al Senato senza le modifiche richieste. I sindacati saranno a colloquio con il Ministro ancora una volta lunedì 25 maggio.

Qui un focus - e i dossier di documentazione - sulle novità introdotte dal provvedimento che ora passa all'esame del Senato.

Riforma. Camera approva: via 100mila assunzioni con modifiche, tutto sui poteri dei dirigenti, supplenze, formazione, concorso, autonomia

Le schede del Ministero

“Con il via libera dell’Aula di Montecitorio al disegno di legge ‘La Buona Scuola’ si avvicina il raggiungimento di un obiettivo che per questo governo è centrale: il rilancio del nostro sistema di istruzione attraverso un cambiamento culturale che mette al centro questi principi: autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, dopo il sì della Camera dei Deputati sul ddl scuola, che ora passa all'esame del Senato.
“La scuola che avremo a settembre sarà una scuola nuova, con più risorse umane e finanziarie per costruire il proprio progetto formativo, anche in base alle esigenze espresse dagli studenti. Alla Camera dei Deputati - continua Giannini - è stato fatto un grande lavoro per arricchire ulteriormente il testo e sciogliere alcuni nodi. Abbiamo messo un primo punto dopo mesi di dibattito. Confidiamo ora che al Senato ci sia un lavoro altrettanto proficuo e che si possa poi procedere ad un rapido via libera per avere le prime novità in vigore già a settembre”.
Il disegno di legge approvato oggi alla Camera è frutto di un lavoro di ascolto iniziato a settembre dal Governo e proseguito con le audizioni in Parlamento e gli incontri dell’Esecutivo con sindacati, studenti e genitori. Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno e tirare una linea con il passato sul tema del precariato storico. Dal 2016 si assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Ovvero più soldi (viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane (con il piano assunzioni ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per i progetti e il potenziamento dell’offerta).
Agli studenti viene garantita un'offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, Economia). L'intera comunità scolastica, famiglie e studenti compresi, sarà coinvolta nell’elaborazione del Piano dell'offerta formativa della propria scuola, il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle scuole. Nel ddl ci sono risorse specifiche per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e per la loro valorizzazione. Continua l'investimento dello Stato sull'edilizia scolastica, con fondi ad hoc per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione di strutture innovative.

La Buona Scuola mette al centro l’autonomia
Il ddl consente di realizzare l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai dirigenti delle scuole per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le istituzioni scolastiche avranno un organico potenziato, l’organico dell’autonomia (garantito, a partire dal prossimo anno scolastico, attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, combattere la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare allo Stato il fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i loro Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e vengono elaborati con la partecipazione di tutte le componenti della scuola: il Piano è elaborato dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, ed è poi approvato dal Consiglio di circolo o d’Istituto dove sono presenti anche le famiglie e, alle superiori, gli studenti. Viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole che passa dai 111 milioni attuali ad oltre 200 con uno stanziamento di 126 milioni in più all’anno dal 2016. Risorse che servono alle scuole per comprare tutto quello di cui hanno bisogno per didattica e attività amministrative.

Un piano straordinario di assunzioni
Il ddl dà il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere per concorso. Grazie alle assunzioni, la scuola avrà l'8% di docenti in più, per una media di 7 per ciascuna istituzione scolastica. Il disegno di legge pone un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà andare oltre i 36 mesi anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue. Il calcolo dei 36 mesi si applica a partire dai contratti stipulati dal prossimo anno scolastico, il 2015/2016. La regolarità dei concorsi garantirà la possibilità a chi fa supplenze ed è abilitato di poter entrare a tempo indeterminato nell’organico dei docenti.

Il dirigente scolastico diventa un leader educativo
I presidi diventano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione all’organizzazione della vita scolastica. Dovranno essere i promotori del Piano dell'offerta formativa della propria scuola che viene poi elaborato dagli organi collegiali. I dirigenti avranno la possibilità di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti più adatti, per curriculum ed esperienza fatta, per realizzare il progetto formativo della loro scuola. La scelta dei docenti da parte dei presidi avviene all’interno di ambiti territoriali (a regime di dimensione inferiore al territorio della Provincia) predisposti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli ambiti territoriali confluiscono i nuovi assunti: quest’anno i docenti del Piano straordinario, dal prossimo i vincitori di concorso. È lo Stato e non il dirigente scolastico ad assumere gli insegnanti. Solo dopo l'assunzione i docenti vengono individuati dalle scuole sulla base dell'offerta che vogliono garantire agli studenti. Le operazioni avverranno in modo trasparente: i presidi renderanno pubbliche, attraverso il sito della loro scuola, tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. Il loro operato sarà sottoposto a valutazione. Una valutazione che influirà anche sulla loro retribuzione aggiuntiva.
 
La Buona Scuola prepara al futuro
Il disegno di legge prevede il miglioramento dell’offerta formativa sempre più declinata in base alle esigenze degli studenti e coerente con la necessità di orientarli al futuro. Con la Buona scuola ci sarà il potenziamento delle competenze linguistiche: l’Italiano per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al domani attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, culturali, musicali), saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterrà informazioni utili per l'orientamento e l'inserimento nel mondo del lavoro.

Scuola-lavoro, laboratori e digitale
Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza scuola lavoro esce dall'occasionalità e diventa strutturale grazie ad uno stanziamento di 100 milioni all’anno. Si farà in azienda, ma anche in enti pubblici, musei, si potrà fare anche d’estate e all’estero. Sarà predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. È previsto che i ragazzi partecipanti possano esprimere una valutazione sull’efficacia dei percorsi effettuati. Sarà istituito un Registro nazionale dell’alternanza in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi. Sempre per rendere coerente la formazione con l’orientamento al futuro una parte dei fondi che lo Stato stanzia per gli Istituti tecnici superiori sarà legata (per il 30%) agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro. Altri 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione. Sul digitale e l'innovazione l'investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all'anno a partire dal 2016.

Una Card per l’aggiornamento degli insegnanti
Arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero. Per la formazione in servizio viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno.
 
Un fondo ad hoc per valorizzare i docenti
Viene istituito un fondo da 200 milioni all'anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti, in base a linee guida nazionali, da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola di cui fanno parte anche genitori e studenti.

Un bando per ‘Scuole Innovative’, continua l'impegno sull'edilizia
Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico. Scuole ‘green’ e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole. Viene istituita la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole.

La Scuola trasparente
Il ddl prevede la creazione di un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza. Uno strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini e di responsabilizzazione degli istituti.

School bonus e detrazione rette per chi va alla paritaria
Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria.

Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in diversi ambiti fra cui il diritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell'inclusione scolastica, le modalità di assunzione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.

 
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SCIOPERO

Post n°3543 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Sciopero scrutini: il calendario Cobas



di redazione


Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS - "Il Ddl è stato approvato alla Camera, mentre Alesse e Renzi si sono arresi all'evidenza e hanno dichiarato che il blocco degli scrutini è legittimo. Proseguirà lo sciopero dopo i due giorni? Lo decideranno i docenti in lotta, anche in base alle risposte del governo.

Mentre migliaia di docenti ed Ata protestavano davanti a Montecitorio, chiedendo il ritiro totale del Ddl “Cattiva scuola”, l'Aula, scioccamente indifferente, approvava la legge. Ma era un risultato largamente scontato, vista la netta maggioranza a disposizione del PD.

Però il passaggio al Senato sarà ben più periglioso. E, con tutti gli occhi puntati ai risultati elettorali, Renzi si è preso tempi “distesi”: la discussione a Palazzo Madama non inizierà prima del 5 giugno.

Nel frattempo il presidente Alesse (Autorità di garanzia sugli scioperi) ha scoperto che il blocco degli scrutini per due giorni è perfettamente legale, mentre la ministra Giannini, novella Alice nel Paese delle Meraviglie, si è “rallegrata” perché avremmo rinunciato al “blocco”. Si riferiva al fatto che il blocco non riguarderà le classi di fine corso: cosa annunciata da tempo, visto che la legge anti-sciopero questo impone.

Anche Renzi ha ammesso la legittimità dello sciopero, pur lamentando che danneggerebbe famiglie e studenti, peraltro del tutto solidali con noi

Dunque, finisce lo sciocco terrorismo anti-blocco: ed è un bene, sperando che i mass-media ne diano ampio resoconto.

Ora ci si chiede cosa accadrà dopo i due giorni di sciopero che si svolgeranno – lo ricordiamo – secondo il seguente calendario:

8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise;
il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia;
il 10 e l'11 per Puglia, Sicilia e Trentino;
l'11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana,Umbria, Campania e Veneto;
il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d'Aosta;
il 17 e il 18 per l'Alto Adige.

L'eventuale prosecuzione del blocco verrà decisa dai docenti in lotta, e dipenderà in primo luogo da cosa succederà al Senato per la legge.

In caso di prosecuzione, può scattare la precettazione: ma solo dopo la dichiarazione di essa da parte del governo, i docenti potrebbero essere multati (500 euro nel primo episodio e fino a 1000 in caso di reiterazione)."

Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals Scrutini: sciopero di un'ora. 5 giugno fiaccolata

Scrutini. Garante: nessun blocco per esami di terza media e maturità. Su classi intermedie si decide nei prossimi giorni

 

 
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SCIOPERO

Post n°3542 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Lo sciopero degli scrutini si estende



Reginaldo Palermo



Anche Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals proclamano lo sciopero degli scrutini nei primi due giorni in cui sono programmati

Contrariamente allo sciopero proclamato da Cobas, Unicobas e USB si tratta in questo caso di una astensione di una sola ora per ogni giornata lavorativa.
La decisione è stata assunta nel corso di un incontro fra le diverse siglo sindacati svoltosi nel pomeriggio del 20 maggio.
I 5 sindacati rappresentativi hanno anche concordato iniziative sul territorio (assemblee, sit in, incontri con forze politiche) e una "fiaccolata della scuola" il 5 giugno in diverse piazze d'Italia.

 
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Professori

Post n°3541 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “la Repubblica”


I professori di serie B


Adriano Sofri


NELL’ESPRESSIONE “ Insegnante di sostegno”, c’è un’involontaria minorità, come di qualcuno che stia di rincalzo, aspettando di esser chiamato all’occorrenza al fianco di ragazzi a loro volta certificati da una minorità.

AL contrario — sorpresa — l’insegnante di sostegno è un insegnante che ha una specializzazione in più, grazie alla quale può scegliere se insegnare la propria materia o fare l’insegnante di sostegno. L’altra sorpresa è che la normativa italiana sull’integrazione scolastica dei ragazzi con disabilità è ammirata e studiata da esperti di tutto il mondo. Le sorprese finiscono qui. Ora, la “Buona Scuola” prevede per il sostegno una delega (art.21) per una riforma che si vuole epocale affidata a decreti governativi entro i prossimi 18 mesi. Nel questionario preliminare alla BS della riforma del sostegno non si faceva parola. C’è però una proposta di legge firmata con altri dal sottosegretario Faraone e sostenuta da alcune associazioni. Essa vuole offrire agli insegnanti delle materie, oberati da classi sovraffollate e burocrazia, più formazione sulle disabilità, com’è giusto, perché non deleghino troppo al sostegno. Tuttavia la loro riforma preoccupa molti genitori, insegnanti e pedagogisti, perché mira a separare gli insegnanti di sostegno da quelli delle materie. Faraone ritiene che il sostegno venga spesso usato come una scorciatoia per entrare in ruolo e poi passare alla propria materia: dunque andrebbero forzati fin dall’inizio a una scelta irreversibile. Viene da obiettare che un insegnante che abbia lavorato sul sostegno e passi alla sua materia, si rivelerà comunque un insegnante migliore. E se l’insegnante di sostegno scopre di non farcela, di mancare di idee e stimoli, è meglio che possa cambiare, passando alla sua materia, piuttosto che restare nel sostegno per obbligo normativo. In realtà già oggi il passaggio si può fare solo dopo 5 anni di ruolo nel sostegno. Piuttosto, le ragioni per cui i ragazzi cambiano spesso l’insegnante di sostegno sono i ritardi burocratici, la precarietà e i tagli: l’organico di sostegno è inadeguato, e quando, a stagione avanzata, arrivano dei precari (che non vuol dire affatto meno capaci) estratti dal fondo della graduatoria, l’anno dopo non riusciranno a tornare.

Ancora, secondo Faraone, il futuro personale di sostegno dovrà essere formato specificamente sulle singole patologie. Ma come agirà questa “specializzazione”? Lo specializzato dovrà poi viaggiare da una scuola all’altra in cerca di una ragazza o un ragazzo con la patologia pertinente? E come si concilieranno eventuali metodi didattici specifici per la sua patologia con il fatto che il ragazzo deve essere incluso nella classe? E non può risultarne una medicalizzazione, e che di fatto gli esperti itineranti appartengano più all’ambito sanitario che a quello educativo? C’è infatti un criterio irrinunciabile: che nessun essere umano è riducibile a una propria patologia. E la patologia dei ragazzi disabili non è la loro caratteristica più importante, e tanto meno l’unica. Genitori e insegnanti sanno per esperienza — il sottosegretario Faraone è fra loro — che la diagnosi dice solo una piccolissima parte di ciò che c’è da sapere. Due studenti con la stessa diagnosi possono essere enormemente diversi. Lo stesso ragazzo può cambiare moltissimo secondo il contesto, e anche semplicemente con il tempo e con la crescita. Certo, molto dipende dalla patologia. Probabilmente ci sono patologie per le quali disporre anche di un esperto sarebbe molto positivo. Per alcune condizioni, per esempio la sordità, esistono già figure come gli assistenti per la comunicazione.

Ma molti ragazzi, se affiancati da un insegnante di sostegno, sono in grado di seguire una programmazione equivamolti lente a quella della classe, conquistando un diploma con pieno valore legale. È dubbio che sarebbe per loro positiva una riforma che separi così nettamente gli insegnanti di sostegno da quelli delle materie. Daniela Boscolo, già insegnante di sostegno e oggi docente dei futuri insegnanti di sostegno a Padova, ha ricevuto una fama improvvisa (e provvisoria, dice) dopo che la Fondazione Varkey l’ha inserita fra i “50 migliori insegnanti del mondo”. In una lettera aperta al governo ha scritto: «La disabilità non è la persona, un ragazzo con sindrome di down o autistica non è la sindrome stessa. Ho avuto ragazzi con sindrome down o autistici e tutti completamente diversi… Noi siamo docenti, la scuola non è un ospedale né un centro diurno come qualcuno vorrebbe diventasse, con l’insegnante specializzato trasformato in una specie di balia con l’unico compito di contenere la persona con disabilità».

Nel 2010 fu votata una legge (170) che riduceva il sostegno ai ragazzi con “Disturbi Specifici dell’Apprendimento”, come la frequente dislessia, in base al principio che debbano occuparsene gli insegnanti delle classi. Molti genitori non furono contrari perché ritennero che non avere più il sostegno liberasse i figli da una specie di stigma. (Avere il sostegno non dovrebbe essere uno stigma mai, e succede anche che persone singolarmente intelligenti abbiano il sostegno per i motivi più vari). Gli insegnanti devono stilare e seguire per ogni alunno un piano e materiali didattici personalizzati: succede che non ce la facciano. Così per la Direttiva del 2012 per i ragazzi con “Bisogni Educativi Speciali” (linguistici, economici, sanitari, famigliari ecc.) come il “Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”, gli iperattivi, che a volte faticano a star fermi e zitti e concentrati in classe. Boscolo: «Nel formare le classi, è prassi comune mettere il ragazzino con Dsa o altro Bes in classe con un compagno certificato in modo che ci sia il docente specializzato, l’unico formato, che li possa seguire ». (Tutte queste sigle e acronimi, H, Dsa, Bes, Adhd, sono frutto di benvenute eufemizzazioni e di esigenze scientifiche, ma anche di una impellente burocratizzazione, che sostituisce la compilazione di moduli al buon senso e alla responsabilità degli insegnanti, oltre che alla cura per l’insegnamento delle materie).

È noto che le leggi hanno bisogno di uniformare le condizioni cui si applicano. Una legge che si proponga di fare degli insegnanti buoni rischia di rendere la vita difficile agli insegnanti migliori. (Senza dire delle leggi che mirano soprattutto a tagliare i costi). C’è, fra le tante persone cui la sorte o la vocazione ha messo addosso questi problemi, una discussione appassionatissima, com’è facile immaginare. Ma non arriva ad affiorare fino al livello della generale opinione pubblica. Peccato.

 
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DDL

Post n°3540 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da “Rassegna.it”


La Camera approva il ddl. "Una scuola brutta e autoritaria"


Montecitorio dà l'ok al ddl scuola con 316 sì, 137 no e 1 astenuto. Ora passa al Senato. Pantaleo (Flc): "La nostra mobilitazione non si fermerà fino a quando non ci saranno cambiamenti radicali e concreti". Lunedì incontro con il ministro Giannini


L'aula della Camera ha approvato il ddl di riforma della scuola con 316 sì, 137 no e 1 astenuto. A favore hanno votato Pd, Area popolare, Scelta civica, Per l'Italia-Centro democratico, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An, Alternativa libera. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. Lo riferisce l'agenzia Dire.

"Il disegno di legge, approvato oggi dal Parlamento, disegna una scuola brutta e autoritaria che nega i diritti e la libertà a chi vive nella scuola. Gli emendamenti approvati, frutto dello sciopero del 5 maggio e delle mobilitazioni di questi giorni, non cambiano la sostanza di contenuti inaccettabili". Così Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil.
 

"Renzi e il suo Governo non hanno il consenso di docenti, personale Ata, studenti, famiglie e degli stessi dirigenti scolastici. È evidente la rottura con il mondo della scuola e con il Paese, da non addebitare a un difetto di comunicazione, ma a dei contenuti di un provvedimento che non affronta i problemi reali della scuola pubblica. Anche oggi, in tantissime piazze del Paese, si è contestato il disegno di legge della brutta scuola, ma il Governo e la maggioranza sono allergici alle contestazioni e ritengono di essere gli unici detentori della verità.
Hanno imposto la sola logica dei numeri per trasformare le scuole in luoghi simili alle aziende, calpestando la Costituzione", prosegue il dirigente sindacale. 

"La scuola non è dei sindacati, ma nemmeno proprietà del Governo e della maggioranza che lo sostiene. Nel passaggio al Senato, chiediamo radicali modifiche, che partano da un piano pluriennale di stabilizzazione per tutti i precari, alla eliminazione del vincolo futuro dei 36 mesi per le supplenze, alla cancellazione e riscrittura del capitolo sui poteri e le funzioni dei dirigenti scolastici, alla ulteriore riduzione delle deleghe in bianco, al prevedere la priorità dei finanziamenti alle scuole statali, a fronte dell’evidente difficoltà a garantire il loro normale funzionamento, al cancellare tutte le incursioni legislative sulla contrattazione e al definire tempi certi per il rinnovo del contratto nazionale. La ministra Giannini, nell’incontro di lunedì, dovrà chiarire quali sono le reali volontà del Governo su questi punti. La mobilitazione non si fermerà fino a quando non ci saranno cambiamenti radicali e concreti", conclude il leader della Flc.

 
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RIFORMA

Post n°3539 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “Il Fatto quotidiano”


Riforma della scuola, precari assunti. Ma per i nuovi docenti 3 anni apprendistato


I vincitori del concorso nazionale per l’assunzione (il primo messo in agenda è nel 2016) avranno un contratto di formazione. Cgil: "Mossa illegittima". Per il personale Ata c'è il rischio di nuovi tagli per via degli accorpamenti


La riforma della scuola è passata alla Camera. Ora toccherà al Senato. Il ddl 2994 potrà subire ancora modifiche dell’ultima ora, ma l’impianto è già abbastanza chiaro. Ed è altrettanto evidente che fine faranno gli aspiranti docenti, cioè quelli che nei prossimi anni usciranno dall’università con in mano una laurea magistrale (o un diploma accademico di secondo livello per le discipline artistiche e musicali) e vorranno diventare insegnanti. Lo riporta una delega al Governo contenuta nell’articolo 23: i vincitori del concorso nazionale per l’assunzione (il primo messo in agenda è nel 2016) si portano a casa un contratto di formazione e di apprendistato della durata di tre anni. Solo chi supera questa fase può sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato. “Una mossa illegittima – commenta Domenico Pantaleo, segretario nazionale Flc Cgil –, che prevede uno stipendio ridotto, e la precarietà anche se uno ha superato un concorso pubblico”. Della paga non si sa ancora nulla di preciso, ma si ipotizza un minimo di 400 euro mensili. Luigi Gallo, deputato Cinque Stelle, lo definisce “una specie di Jobs act applicato alla scuola, una vergogna!” e domanda: “Non bastava un anno di prova?”.

Per quanto riguarda il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), c’è il rischio di nuovi tagli. L’articolo 8 del ddl sulla “Buona scuola” prevede la ripartizione dell’organico dell’autonomia tra “ambiti territoriali” all’interno delle provincie e la promozione da parte degli uffici scolastici regionali di reti di scuole dello stesso territorio entro il 30 giungo 2016. Per arrivare alla “gestione comune di funzioni e di attività amministrative” (oltre che “alla realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale”). Per Gallo si tratta di “un taglio mascherato che porta alla riduzione ulteriore del personale ata”. Pantaleo della Cgil ricorda che l’ultima legge di stabilità ha stabilito un taglio di 2.020 posti ata a partire dal primo settembre 2015 per consentire al Governo di risparmiare 50milioni di euro. “Sono già pochi – aggiunge – figurarsi se il personale che rimane, ridotto all’osso, avrà voglia di accollarsi anche i compiti di altre scuole”.

 
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STATO

Post n°3538 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Stato

Da “La Tecnica della Scuola”


“In futuro lo Stato non potrà finanziare la scuola pubblica statale”


Alessandro Giuliani

Denuncia del senatore del M5S Nicola Morra: è tutto scritto in una delle 136 pagine del Def 2015 votato un mese e mezzo fa. Mentre oggi in Italia si spende il 3,7% del Pil per l'istruzione e nel 2020 dovremmo scendere al 3,5%, Spagna e Portogallo, colpite dalla crisi più gravemente che l'Italia, investono il 5,4%. Col ddl ‘La Buona Scuola’ si continuano a prendere in giro le persone: i fondi del “merito” andranno ad un docente ogni venti.

"In una delle 136 pagine del Def 2015 che mi sono dovuto leggere, ho trovato un'affermazione che dovrebbe far accapponare la pelle e che stranamente nessuno ha rilevato: 'in un prossimo futuro lo Stato non potrà finanziare la scuola pubblica statale'”. È forte la denuncia di Nicola Morra, senatore M5S, fatta all'Itis Monaco di Cosenza nel corso di un incontro con le famiglie degli studenti e i docenti dell’istituto.

Già oggi, sostiene Morra, la situazione dei finanziamenti pubblici alla scuola è da allarme rosso. "In Italia puntualmente ogni anno si taglia vergognosamente su scuola e istruzione. Il Documento di economia e finanze votato un mese e mezzo fa al Senato lo prova", ha tuonato Morra. Per poi aggiungere: "mentre oggi in Italia si spende il 3,7% del Pil per l'istruzione - ha aggiunto Morra - e nel 2020 dovremmo scendere al 3,5%, Spagna e Portogallo, banchè colpite dalla crisi anche più gravemente che l'Italia, investono attualmente circa il 5,4% e la media europea è del 5%, mentre la Germania spende addirittura il 6%. Il Governo e Renzi continuano con le 'truffe' semantiche ai danni dei cittadini". 

"Lo dimostrano i continui cambi del testo della riforma, con la quale si è scambiato il merito con la produttività. Si continuano a prendere in giro le persone come è riportato nell'ultima versione del testo riconoscendo il merito ad un docente ogni venti".

Per il ‘grillino’, la conclusione è inevitabile: “a gente che ragiona in questa maniera e poi dà anche i soldi alla scuola privata, non ho che da chiedere di tornare a casa prima possibile”.

 
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RIFORMA

Post n°3537 pubblicato il 21 Maggio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "OrizzonteScuola"



Riforma. Si lavora in pausa elettorale. Entro 1°giugno emendamenti, relatrice (forse) Puglisi. Possibili modifiche, ma 15 giugno rimane data ultima




di redazione

 

La scadenza per la presentazione degli emendamenti al ddl Scuola, in commissione Istruzione al Senato, è stata fissata per lunedì 1° giugno alle 12. Lo ha deciso la VII commissione che ha discusso il calendario dell'iter dei lavori.

Inoltre, la commissione lavorerà anche duranta la settimana di 'silenzio elettorale'. Infatti, i lavori inizieranno mercoledì 27 alle 9,30.

Il nome della relatrice dovrebbe essere quello di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, ma non è ancora stato formalizzato. Come detto, il 27 maggio inizierà la discussione generale fino all'inizio della settimana successiva. Dopo il termine per la presentazione degli emendamenti sarà la commissione Bilancio al Senato a doversi pronunciare visto che il provvedimento è stato collegato al Def.

Ai lavori ha partecipato, in sostituzione della senatrice Alessia Petraglia (Sel), Maria Mussini (ex M5s), che però non potrà partecipare alle prossime sedute vista che non è stata concesso il cambio di commissione

"È stato fissato il termine della presentazione degli emendamenti - ha detto Mussini uscendo - prima che il testo venisse trasmesso al Senato e la discussione generale finirà dopo il termine degli emendamenti"

Sono 25 in totale i membri della commissione Istruzione al Senato a cui - tra poche ore - sarà assegnato il ddl Scuola in trasmissione dalla Camera.

"I lavori non sono nemmeno iniziati", ma "c'è già un grande nervosismo", in particolare nel Pd, spiega in conferenza stampa la senatrice Sel, Alessia Petraglia. Dunque è iniziata la conta dei voti, secondo i rapresentanti del gruppo Misto, che oggi hanno contestato la mancata assegnazione in commissione della senatrice ex M5s, Maria Mussini

Durante l'ufficio di presidenza di ieri "la maggioranza - ha detto Petraglia - non è riuscita ad approvare all'unanimità il calendario dei lavori" e per questo la commissione si riunirà di nuovo al termine dell'aula. Stando ai nomi presenti sulla carta la maggioranza avrebbe a disposizione 14 senatori contro 11 delle opposizioni. Ma delle preoccupazioni all'interno del Pd ci sono.

In commissione sono presenti due esponenti della minoranza democratica: Corradino Mineo, già sostituito in commissione Affari costituzionali reo di aver criticato la legge elettorale, e il senatore Walter Tocci.

Il ministero dell'Istruzione, viene riferito, ha fatto sapere che il disegno di legge deve essere approvato entro il 15 giugno per permettere l'esecuzione del piano straordinario di assunzioni. A quanto si apprende, il governo punta a un passaggio il più rapido possibile a Palazzo Madama e ad accontentare la minoranza del Pd con alcune modifiche.

Il senatore del Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione, ha commentato "faremo presto e bene. I gruppi devono essere consapevoli del fatto che discutiamo di 3 miliardi di investimento e di un piano straordinario di assunzioni. Dopo 20 anni di tagli, il governo Renzi prevede uno stanziamento senza precedenti, come fanno le opposizioni ad ignorarlo?".

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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