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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 02/11/2015

 

Comunicato stampa

Post n°4114 pubblicato il 02 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Comunicato-stampa COBAS

 

Il 13 novembre l’unico possibile sciopero utile contro la distruttiva legge 107, per un significativo recupero salariale per docenti ed Ata, per l'assunzione stabile dei precari abilitati o con 36 mesi di servizio

 

Manifestazione nazionale a Roma, ore 10 al Miur, ore 12 al Parlamento

 

Quello del 13 novembre sarà l’unico possibile sciopero utile ed indispensabile della scuola per fermare l’applicazione almeno dei peggiori provvedimenti della legge 107, per esprimere l’indignazione dei docenti ed Ata per la grottesca proposta di contratto (inserita nella Legge di (in)stabilità, con un aumento medio di 8 euro lorde al mese), per esigere un consistente recupero salariale e l’assunzione stabile di tutti i precari abilitati o con 36 mesi di servizio. E’ innanzitutto uno sciopero utile per dimostrare al governo che la partita dell’applicazione della 107 non è affatto chiusa. Furbescamente il MIUR ha consigliato i presidi di rinviare la costituzione dei Comitati di valutazione e la formulazione dei Piani triennali dell’offerta formativa (in base ai quali poi i presidi assumerebbero a loro discrezione i docenti per l’organico “potenziato”) a dopo le feste di Natale, sperando che la resistenza contro la cattiva scuola renziana si affievolisca, temporeggiando inoltre sulle regole per la deleteria “alternanza scuola-lavoro” (400 ore  obbligatorie per gli studenti dei tecnici e professionali e 200 per i licei, da svolgere in azienda, fuori dalla normale attività didattica). La partecipazione allo sciopero e alla manifestazione nazionale è dunque indispensabile per rafforzare la resistenza ai distruttivi provvedimenti, per impedirne l’applicazione nei prossimi mesi e per bocciare l’offensiva e umiliante “proposta” degli 8 euro lordi, dopo sei anni di blocco contrattuale e una perdita salariale media negli ultimi anni almeno del 20% (tra i 250 e i 300 euro): tanto più che nel contratto il governo vorrebbe inserire i peggiori provvedimenti della 107, a partire dallo strapotere dei presidi-padroni, che verrebbero abilitati contrattualmente ad assumere, licenziare, premiare e punire a propria discrezione.

Sciopero e manifestazione nazionale, dunque, come occasione utile ed indispensabile per la difesa e la qualità della scuola pubblica, del pieno diritto allo studio per gli studenti e delle condizioni di lavoro di docenti ed Ata: ma anche occasione unica, perché i Cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil, Snals e Gilda) che, insieme a noi, hanno promosso i grandi scioperi di maggio-giugno, malgrado le nostre reiterate proposte di lotta comune (e la rinuncia per settimane ad indicare noi una data, in attesa che fossero loro a deciderla) hanno finito col convocare solo una manifestazione nazionale a fine novembre. Manifestazione che ha tre difetti irreparabili: a) non essendo accompagnata dallo sciopero, la forma più visibile ed eclatante di lotta (vedi gli scioperi del 5 maggio e degli scrutini), manda un segnale debole e remissivo alla controparte; b) è tardiva rispetto all’iter della Legge di (in)stabilità; c) riguardando l’intero Pubblico impiego sul versante contrattuale (peraltro con una richiesta salariale misera, 50 euro lorde di aumento per ognuno dei prossimi tre anni), mette del tutto in secondo piano il conflitto contro la 107.

Perciò il 13 novembre sarà fondamentale l’impegno dei docenti ed Ata non solo nello sciopero ma anche nella manifestazione nazionale a Roma, con appuntamento al MIUR di V.le Trastevere alle ore 10, a cui seguirà alle 12 la protesta davanti al Parlamento (P. Montecitorio). Nella stessa giornata allo sciopero dei lavoratori/trici, indetto da noi e da altri sindacati, si aggiungerà quello degli studenti che in parte manifesteranno localmente e in parte con noi nazionalmente.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS
2 novembre 2015

 
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SOSTEGNO

Post n°4113 pubblicato il 02 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Docenti per il sostegno. La proposta di legge della Fish


Redazione

 

Riceviamo e riportiamo la lettera di Tillo Nocera, dirigente nazionale della Fish, riguardo la carriera dei futuri docenti per il sostegno.

 

Leggo la sintesi di un articolo del Messaggero sulla figura e sulla carriera dei futuri docenti per il sostegno; in vero il Messaggero riferisce della proposta di legge della Fish, senza riportarla correttamente, parlando addirittura di formazione "paramedica", cui la Fish non ha mai pensato, nè l'ha mai scritta.

Riportate poi i pareri del Sindacato Anief e della prof Boscolo che insistono su una critica alla proposta di legge Fish come di un futuro docente per il sostegno, come figura medica; da dove si traggono questi giudizi? Nella nostra PdL n.2444 della Camera non si trova assolutamente questa visione.

Purtroppo si continua a riportare giudizi tranciati da altri che non hanno letto la nostra PdL o l'hanno volutamente travisata.

Quando noi parliamo di approfondire la formazione dei futuri docenti per il sostegno in modo che sappiano rispondere con didattiche speciali agli specifici bisogni educativi espressi da alunni ciechi, sordi, down, autistici, con gravi disabilità intellettive con altre minorazioni aggiunte, con disabilità motorie, tutti bisogni educativi assai diversi tra loro, intendiamo offrire risposte educative e non sanitarie a ciascun di tali alunni.

Quanto al vagheggiamento dl ripristino delle aree disciplinari nelle scuole superiori per il sostegno (linguistica, scientifica, tecnologica, espressiva) è da ricordare che la legge 128/2013 all'art. 16 ha abolito tali aree nelle scuole superiori, perchè facilitavano la delega  della gestione del progetto inclusivo  ai soli docenti per il sostegno, deresponsabilizzando i docenti delle singole discipline.

Noi proponiamo una formazione iniziale di 30 crediti universitari per tutti i futuri docenti curricolari , in modo che, aiutati dai colleghi per il sostegno, sappiano essere docenti della propria disciplina direttamente anche agli alunni con disabilità.

Altro che separazione dei docenti per il sostegno da quelli curricolari; anzi una più stretta collaborazione ma ciascuno con una professionalità diversa, quella curricolare anche per gli alunni con disabilità e quella di didattiche speciali dei docenti specializzati per favorire l'inclusione degli alunni con disabilità coi docenti curricolari e coi loro compagni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Docente

Post n°4112 pubblicato il 02 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Docente

a cura di insegnare

 

Il docente secondo Matteo


Quello che manca è una vera cultura della scuola e del suo funzionamento...

Questo indegno (e bruttissimo) logo non è stato realizzato da oscuri oppositori per ironizzare contro l'elargizione ad personam del bonus di 500 euro per l'aggiornamento personale dei docenti italiani. Proviene invece dal sito di Matteo Renzi , home page, alla voce "Infografiche"  [sic!].
La grafica, al contempo greve e svolazzante, accompagna brevi testi sobri ed essenziali. E proprio per questo assai istruttivi... 

Dalla card, assimilabile simbolicamente a una cattedra, il docente estrae, come un abile direttore d'orchestra (o  un  prestidigitatore?) le suadenti note che si è procurato in virtù dell'elargizione dell'ignoto benefattore: libri, cd e uno strano oggetto che a me - che ho una certa età  - ricorda lo zippo  ma che dev'essere senz'altro qualcosa di più (post)moderno e meno vintage. Non vogliamo credere che quella bacchetta evochi quella dell'insegnante vecchia maniera, brandita qui per far danzar prebende anziché fustigare pargoli...

Dunque, sul sito del Presidente del Consiglio, appena sotto le notizie del giorno (a oggi il "Diario di bordo dall'America Latina"), campeggia la "infografica" dal titolo "La Buona scuola è legge", da cui possiamo trarre, in virtù di tre sintetiche voci di spesa, quale sia l'idea di Docente che  Matteo Renzi ha tradotto in norme, finalmente dotate, come ci tiene a sottolineare, di relativo esborso di denaro pubblico. Vediamo in dettaglio, per altro noto, partendo proprio da qui: dai 500 euro

. Primo capitolo di spesa. Aggiornamento culturale personale. 380 milioni di euro.
Il testo dice "aggiornamento professionale": non vorremmo che i consigliori del Premier se l'avessero a male, ma ci permettiamo di scrivere "aggiornamento  culturale personale". L'aggiornamento professionale è un'altra cosa: attiene non al livello culturale della persona, ma al suo modo di svolgere una professione (in questo caso il Docente), che non si impara o rinforza  leggendo libri o frequentando attività  o "eventi" culturali, se  non in mimima parte.

In tal modo ci si migliora come persone (forse)  e si incrementano i consumi culturali del Paese, ma non si incide minimamente sulla qualità e l'efficienza né del sistema scolastico nel suo insieme né, tanto meno, della singola istituzione scolastica in cui si opera.  Le aule docenti sono piene di esempi eclatanti al riguardo. Per non parlare delle Università.
Ma veniamo al secondo punto, ovvero al secondo capitolo di spesa.

Secondo capitolo di spesa. Formazione in servizio. 40 milioni di euro.
E questa sarebbe la "formazione in servizio", che vale, secondo Matteo, poco più di 1/10 (un decimo) dell'altra! 
Ma attenzione! Questa è solo una parte della formazione in servizio utile alle scuole: è quella che emana dalle priorità definite dal Ministero a livello centrale: per esempio sostenere Nuove Indicazioni o modelli di certificazione delle competenze...

A parte l'ameno autogol (o la spavalda sfrontatezza) di un Governo che pensa che le scelte strategiche del suo Ministero valgono un decimo della sommatoria delle scelte individuali  dei docenti  (ma le strade della demagogia populista sono assai creative), ciò che è eclatante è la totale assenza della vera formazione in servizio, quella che il Ministero stesso chiede alle scuole con tutta la buriana fatta attorno al RAV e ai Cicli di miglioramento: la scuola che individua le proprie aree di criticità e collegialmente si dota degli strumenti per porvi rimedio. 
E tanto per avere una misura comparativa di quanto valore si attribuisca a queste azioni, varrà la pena ricordare che il Decreto MIUR n. 435 del 1 6 giugno 2015, - che definisce i "Criteri e parametri per l'assegnazione diretta alle istituzioni scolastiche [...] per il funzionamento delle istituzioni scolastiche" - assegna 3 milioni per mettere in atto le implicazioni del piano nazionale di valutazione, di cui 2,6 milioni  "per progetti che dovranno riguardare i piani di miglioramento delle scuole" e 0,4 milioni "per progetti di formazione dei dirigenti scolastici e dei nuclei di valutazione".  Cifre assai eloquenti, tanto più se si pensa che 3 milioni sono egualmente destinati "per la realizzazione di attività inerenti la promozione della cultura del made in Italy a scuola".  E qui è più educato trattenersi dal fare commenti...

E così, a fronte della scarsità di fondi da investire davvero sulla formazione dei docenti, tra la scelta politica riformista, lo slancio del buon samaritano, e la disperazione  del democratico (di sinistra) ridotto allo stremo... è arrivata la proposta che ad alcuni, certamente in buona fede, ma anche con la sensazione di essere ormai in braghe  di tela a zampettare sull'ultima spiaggia della speranza e della democrazia, è apparsa come l'unica soluzione possibile: autotassarsi, detrarre dal malloppo individuale una parte più o meno cospicua dei 500 euro e restituirla alla scuola perché realizzi attività di formazione e di miglioramento sulla base dell'esigenza comune e non dei bisogni individuali.

Non avremmo mai pensato che saremmo stati condotti a tanto, per difendere il nostro diritto e il nostro dovere di continuare  a credere nella dimensione pubblica, collegiale e democratica del mestiere di docente. Con il forte sospetto che, così facendo, contribuiremo non a salvarguardarla ancora una volta, ma a distruggerla per sempre , per sostituirla con una visione individualistica, postmoderna, e postcostituzionale della scuola e di chi ci lavora.
Ma ne conquisteremmo almeno... merito e riconoscenza? Siamo infatti arrivati al terzo corno della professionalità docente secondo Matteo: il conclamato merito!

Terzo capitolo di spesa. Bonus per premiare il merito del personale docente. 200 milioni di euro.
Preso atto che premiare il merito vale per il Governo un po' meno dell'aggiornamento individuale e molto di più della formazione in servizio, continua a destare stupore come si possano leggere queste affermazioni senza un qualche serio turbamento. 
I criteri per valutare il  merito professionale dei docenti saranno "stabiliti da un Comitato presieduto dal dirigente scolastico e composto da tre docenti, due genitori (alle superiori un genitore più uno studente), un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale".

Inevitabile pensare che tutta la propaganda attorno alla Buona scuola è stata condotta attorno al presunto rifiuto dei docenti di essere valutati. Sarà interessante scoprire dove andranno ad attingere questi criteri degli organismi allestiti per dare un contentino ai molti meritocratici che in questo paese ululano alla luna, contenti che di merito si straparli più o meno a vanvera, ma del tutto indifferenti all'applicabilità reale dei loro agognati presupposti sanzionatori. Misurare l'efficacia della professionalità docente in termini di merito individuale è un'altra delle infelici aberrazioni di questa concezione dela scuola (e della società).  Chi insegna, anche se molto presuntuso, sa che il proprio merito deriva anche da un lavoro collegiale. E soprattutto sa che i frutti veri, quelli più profondi, sono frutti di medio e lungo periodo...
Molto più interessante sarebbe interrogarsi sui criteri di rilevamento e di valorizzazione dell'efficacia di una istituzione scolastica nel suo complesso ma non soddisferebbe la fame di misurazione e di graduatorie che assilla il tempo presente.

Nulla di che stupirsi comunque. Tutto si può dire del Presidente del Consiglio, tranne che non mantenga le promesse (e le minacce).
Si rilegga che cosa Matteo Renzi si riproponeva a poposito della scuola nella sua dichiarazione di intenti "Investire sugli italiani" ...  E per limitarsi alla formazione in servizio, ovvero ciò di cui ora si discute, ecco il suo pensiero:

5. una formazione in servizio per gli insegnanti obbligatoria e certificata, i cui esiti devono contribuire alla valutazione dei docenti e alle progressioni di carriera, basata su un mix di: aggiornamento disciplinare, progettazione di percorsi con altri colleghi, aggiornamento sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica, incontri con psicologi dell’età evolutiva o con medici per capire come affrontare handicap o disturbi di apprendimento sui quali la scienza ha fatto progressi.

Non è propriamente andata così: nell'esito finale della norma, c'è di meglio e c'è di peggio di quanto qui veniva previsto. Una cosa è certa: sia in queste parole che in quelle precedenti c'è un'idea di scuola e soprattutto di governo della scuola, al crocevia fra senso comune, buon senso e idee prive di  senso...   Quello che manca è una vera cultura della scuola e del suo funzionamento...

P.S. Ovviamente ci siamo scordati del contratto... ma a quello chi ci fa più caso? Persino alcuni sindacati sembrano più interessati a far soldi come enti di formazione che a contrattare un salario adeguato e civile... E del resto la decontrattualizzazione del pubblico impiego, secondo alcuni malpensanti, è la vera ragione di tutto quello di cui ci stiamo occupando. Ragione principe che fa sì che anziché poco più di 40 euro mensili di aumento salariale ne vengano dati 500 di bonus extra. Anche per questo chi scrive pensa che quei 500 euro andrebbero restituiti con il vincolo che divengano salario,  ma poiché questa proposta è difficilmente praticabile, tanto vale che ciascuno li spenda secondo coscienza, continuando a lottare per tornare al più presto a vivere in un paese governato da regole democratiche e non da regalie governative.
Tra l'altro, in un paese civile, rispetto a un aumento salariale,  500 euro di regalia del Principe dovrebbero anche essere più difficili da giustificare presso l'opinione pubblica...  Ma questo lo sconteremo vivendo, giorno per giorno!

 

 

 

 

 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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