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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 03/11/2015

 

Scuola

Post n°4118 pubblicato il 03 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “La Repubblica”

 

Scuola, migliaia di supplenti senza stipendio



Sono quelli cosiddetti d'istituto. La procedura è stata modificata per accelerare il pagamento ma la situazione è disastrosa come negli anni passati. La protesta dei sindacati. E le testimonianze degli interessati. "Tra un po' non avrò più i soldi per raggiungere il posto di lavoro e dovrò rinunciare". "In un Paese civile questo è inammissibile"

Salvo Intravaia

Il ministero modifica le modalità di pagamento dei supplenti ma non cambia nulla: da mesi non ricevono lo stipendio, esattamente come negli anni scorsi. Quella del pagamento dei cosiddetti supplenti brevi è una storia che si ripete. Da quest'anno, per velocizzare la procedura, viale Trastevere ha introdotto una novità: le scuole inseriscono i dati dei contratti stipulati nel sistema informatico centralizzato e sarà direttamente il ministero dell'Economia a pagare i supplenti d'istituto. Ma i sindacati denunciano che le cose non stanno procedendo per il verso giusto. "Ora che le scuole si devono solo limitare a trasmettere correttamente i contratti, la questione emerge - dicono dalla Flc Cgil - con tutta evidenza e la responsabilità, che finora era stata scaricata sulle istituzioni scolastiche, è dell'amministrazione centrale".

"Lavorare senza essere pagati - rilanciano dalla Gilda degli insegnanti - è intollerabile, perciò abbiamo chiesto al Miur un incontro urgente per affrontare la questione e accelerare le pratiche per liquidare le retribuzioni non ancora corrisposte". Il numero di supplenti che dal mese di settembre non ricevono un euro di stipendio è top secret, ma si tratta di migliaia di persone che hanno spesso famiglia a carico. E dalla Cisl scuola arriva un commento pungente: "Tanta propaganda su innovazione, tecnologia, cambiamento, ma in realtà i problemi restano irrisolti e anche quest'anno i supplenti sono senza stipendio pur lavorando da oltre due mesi. E pensare che il Miur ha fornito le scuole di nuovo programma informatico per la gestione dei contratti di lavoro dei supplenti".

Secondo i rappresentanti dei lavoratori, per questa voce di spesa, il Mef stanzia risorse insufficienti. E i precari chiamati a raccolta dalle graduatorie d'istituto lavorano per mesi senza percepire neppure un euro. Dalle loro testimonianze traspare tutto il disagio di un sistema che non funziona come dovrebbe. "Insegno Educazione musicale alla scuola media - spiega Francesca Collareta - Sono stata assunta il 21 settembre per 12 ore. Da allora sono andata a scuola ogni giorno, ho sostituito colleghi in malattia fino a dieci giorni, ho svolto sei ore di consigli, quattro ore di collegi, presentato programmazione annuale... E fino al 2 novembre non ho visto ancora un centesimo. Contattata la segreteria più volte, allargano le braccia e mi spiegano che su Noipa alla voce stipendio c'è scritto "in attesa di fondi"".

Luigi Cappella, docente di Educazione fisica alla secondaria di primo grado, racconta une delle tante contraddizioni del sistema. "Ho un contratto fino ad avente diritto e sostituisco un collega che si è preso un anno sabbatico, non percependo quindi il suo stipendio. Ho ricevuto l'indennità di disoccupazione per nove giorni, dall'8 al 17 settembre, poiché la scuola in cui sto lavorando mi ha fatto il suddetto contratto a partire dal 18 settembre, cessando di fatto il mio stato di disoccupato. Ironia della sorte prima che ero disoccupato venivo pagato, ora che lavoro non sto percependo nulla".

Ma qualcosa si muove. Alessandra Frontali insegna Lettere alla media. "Ho firmato il 15 settembre - racconta - un contratto di 18 ore su posto vacante. Ho ricevuto due giorni fa lo stipendio dei 15 giorni di settembre poi nulla. Tengo a precisare che sono coordinatrice di classe e membro del gruppo DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento). E Simona Paletti, supplente di Matematica, non esita a dirsi "indignata". "Lo Stato per cui lavoro da sette anni con contratti annuali su posti vacanti non solo mi ha escluso dal piano assunzioni nonostante io sia abilitata ma continua ad avere bisogno di me e non mi paga. Ho stipulato un contratto dal 21 settembre al 30 giugno su posto vacante e non ho ancora visto un solo euro di stipendio, il mio contratto è regolarmente stato trasmesso dalla scuola. In un Paese civile questo è inammissibile".

"A prescindere da chi abbia già ricevuto e quanto, il disagio c'è stato, c'è e persiste ancora. Io non ricevo nulla da quando ho preso servizio, il 21 settembre; la mia compagna idem. Siamo reduci da un Pas e un Tfa, 8mila euro volati via e un conto ormai ridotto al lumicino", incalza Giuseppe Polizzi. "Io, come tanti altri, vivo fuori sede a 1.500 chilometri di distanza da casa, ho l'affitto da pagare e le spese di trasporto per raggiungere il posto di lavoro.

In due facciamo fuori 100 euro a settimana per i mezzi di trasporto. Se continua così dovrò chiedere i soldi ai miei o comunicare alla scuola che non ho più risorse per spostarmi. C'è poco da aggiungere, il resto si può lasciare all'immaginazione". 

 

 

 

 
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Nuovo comparto

Post n°4117 pubblicato il 03 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”

 

Nuovo comparto, una chimera

La mobilità è preclusa ai docenti e agli Ata in esubero

Carlo Forte

I docenti e il personale Ata non possono accedere alla mobilità intercompartimentale. Il decreto legislativo 165/2001 lo prevede sia per coloro che sono in esubero, che per coloro che non lo sono. Ma il ministero dell'istruzione, con una circolare emanata il 28 ottobre scorso, ha gelato le aspettative degli interessati. La mobilità intercompartimentale è riservata alla ricollocazione del personale delle province che (salvo un numero ristretto, che rimarrà in servizio presso le città metropolitane) andrà ad occupare tutti i posti vacanti delle varie amministrazioni.

Ciò vuol dire che non si bandiranno concorsi pubblici per un bel po'. E che i docenti e i non docenti che lavorano da distaccati e comandati presso altre amministrazioni, con ogni probabilità, torneranno presto a scuola per lasciare il posto ai lavoratori delle province. Perché il comma 133, dell'articolo 1, della legge 197/2015, che consente loro di essere assorbiti nelle amministrazioni dove stanno provvisoriamente lavorando, rimarrà in stand by almeno per un paio d'anni. Il ministero ha ricordato che questa necessità discende da alcune disposizioni contenute nella Finanziaria di due anni fa. Che riserverebbero lo strumento della mobilità intercompartimentale, per il biennio 2015-2016, alla sola ricollocazione degli esuberi delle province. E in ogni caso, sempre secondo il ministero dell'istruzione, alle procedure si potrà accedere solo dopo che sarà stato emanato un bando.

Resta il fatto, però, che la legge 107 fa riferimento ad una mera procedura comparativa, finalizzata all'individuazione delle qualifiche da assegnare al personale che entra nella nuova amministrazione (cosiddetta amministrazione ricevente) sulla base di quelle già attribuite dall'amministrazione di appartenenza (amministrazione cedente). Ma non fa alcun riferimento al vincolo della previa emanazione di un bando. Oltre tutto, il decreto che reca le cosiddette tabelle di equiparazione per l'assegnazione delle qualifiche in entrata è stato emanato dalla presidenza del consiglio dei ministri il 26 giugno scorso. Il decreto presidenziale, peraltro, distingue due situazioni. La prima è quella dei lavoratori in esubero, che hanno titolo ad accedere alle nuove qualifiche mantenendo intatto il livello retributivo in godimento. La seconda è costituita, invece, dai lavoratori non in esubero, che hanno titolo a chiedere di accedere alla mobilità intercompartimentale, ma con l'inquadramento allo stesso livello retributivo dei neoassunti. Si tratta di norme generali, contenute nel decreto legislativo 165/2001 (si veda l'articolo 30) finalizzate, comunque, a ridurre la spesa pubblica. Ma in ogni caso non preclusive del diritto di accesso al cambio di amministrazione. Tali norme, peraltro, sono rimaste inefficaci per anni, proprio perché si attendeva che il governo emanasse le tabelle di equiparazione. Vale a dire, il provvedimento necessario per consentire i passaggi.

E adesso il provvedimento esiste e la legge 107 prevede espressamente che i comandati e i distaccati presso altre amministrazioni abbiano diritto a trasferirvisi definitivamente. In più, il fatto che ciò sia stato espressamente previsto da una legge speciale, quale è la legge 107, determina una deroga al vincolo del previo nulla osta al quale è legata la sorte dell'istanza dal lavoratore interessato. Che normalmente dovrebbe essere concesso sia dall'amministrazione cedente che dall'amministrazione ricevente.

La previsione espressa contenuta nella legge 107, infatti, ha bypassato questi vincoli. E per questo motivo il ministero dell'istruzione si è visto recapitare «numerose istanze di mobilità del personale dei ruoli della scuola ai sensi dell'art. 1, comma 133 della legge 107/2015». Che se accolte, avrebbero fatto risparmiare all'erario almeno un quinto della somma pagata mensilmente per le retribuzioni di ognuno dei richiedenti. Proprio perché l'eventuale accoglimento avrebbe fatto precipitare le relative retribuzioni all'importo spettante ai neoassunti. Giacché i richiedenti, nella stragrande maggioranza dei casi, non si trovano in esubero.

E dunque, non avrebbero diritto a mantenere il livello retributivo maturato nella scuola (cosiddetto assegno ad personam).

Ma il ministero dell'istruzione ha sposato una linea interpretativa che sposta la soluzione finale del problema almeno di due anni. E in ogni caso rischia di scatenare l'ennesimo contenzioso seriale. I potenziali ricorrenti, peraltro, potrebbero avere gioco facile a far valere a loro favore l'esistenza di una legge speciale in loro favore e l'eventuale danno erariale causato dal mancato accoglimento delle loro domande. Danno erariale che risulterebbe pari alla differenza tra l'importo della retribuzione attualmente in godimento e la somma inferiore che sarebbe loro spettata in caso di accoglimento della domanda di mobilità intercompartimentale. Per esempio, nel caso di un docente con 21 anni di servizio, la differenza potrebbe aggirarsi intorno ai 1200 euro mensili lordo stato.

 
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Scuola

Post n°4116 pubblicato il 03 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “La Repubblica”

 

La scuola alle prese con la Buona Scuola


Alternanza con il lavoro, Comitato di valutazione dei docenti, organico di potenziamento. I problemi maggiori con cui si stanno confrontando presidi e prof dopo circa due mesi dall'inizio del nuovo anno con la riforma

Salvo Intravaia

Presidi e docenti alle prese con le prime novità della Buona scuola. E con i mille dubbi relativi ad una riforma che sta dispiegando in queste settimane iniziali dell'anno scolastico tutte le sue novità. In un mese e mezzo di Buona scuola i diretti interessati hanno raccolto più dubbi che altro. Tra alternanza scuola-lavoro da fare partire, Comitato di valutazione da formare e ultima fase del Piano di assunzioni da concludere, le scuole cercano punti di riferimento certi che non sempre esistono. Vediamo con quali problemi si stanno confrontando docenti e dirigenti scolastici.

Alternanza scuola-lavoro. La riforma della scuola Renzi/Giannini introduce in tutti gli indirizzi della scuola superiore l'alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, per i dirigenti scolastici avviare i percorsi si sta dimostrando una operazione in salita. E' stato il ministro Giuliano Poletti a sollevare in tempi non sospetti  -  prima ancora che la riforma diventasse legge  -  mille polemiche sulla necessità di interrompere le lunghe vacanze estive degli studenti italiani con un periodo di lavoro. E adesso che il contatto con la realtà lavorativa per gli studenti è diventato un obbligo le polemiche sembrano sopite. Ma come fare, soprattutto al liceo? Da quest'anno, le terze classi di tutti gli ordini di scuola dovranno avviare i percorsi di alternanza scuola-lavoro, per un totale di 67 ore almeno. In tre anni, infatti, occorrerà raggranellarne almeno 200 ore al liceo e addirittura 400 negli istituti tecnici e professionali. Le scuole però stanno incontrando mille difficoltà. A riportare la teoria descritta nell'articolato di legge alla dura realtà scolastica una interrogazione parlamentare rivolta da un gruppo di deputati del Pd  -  tra i quali Maria Coscia, Simona Malpezzi e Manuela Ghizzoni  -  che informano il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, delle tante difficoltà incontrate dalle scuole sull'argomento. "Attualmente  -  spiegano i parlamentari  -  si ravvisano molteplici difficoltà che le scuole superiori stanno incontrando nel rivolgersi agli enti pubblici e privati per avviare questa parte della riforma molto importante per la formazione completa degli studenti, difficoltà, il più delle volte, motivate da una scarsa conoscenza della normativa e da una certa diffidenza nell'aprire certe istituzioni al mondo della scuola". In altre parole, il mondo del lavoro non sembra entusiasta di aprire le porte di imprese e aziende ai primi 500mila studenti. Ma le scuole devono garantire a tutti quello che è ormai un obbligo.  E il ministro Stefania Giannini assicura: "Il Ministero dell'Istruzione ha avviato un pacchetto di interventi per supportare le scuole nei primi mesi di avviamento di un processo complesso che nel l'arco di un triennio dara' risultati importanti per circa un milione e mezzo di studenti".

Comitato di Valutazione. Tra mal di pancia degli insegnanti e pressioni dei capi d'istituto, le scuole italiane stanno faticosamente mettendo assieme i pezzi del Comitato di valutazione uscito dal restyling della Buona scuola: composto da tre docenti  -  uno designato dal Consiglio d'istituto e due dal Collegio dei docenti  -  due genitori  -  un genitore e uno studente, alla scuola superiore  -  e un componente esterno nominato dall'Ufficio scolastico regionale. E guidato dal dirigente scolastico. I sindacati di base hanno chiesto ai propri iscritti di boicottare l'organismo che valuterà il servizio dei docenti neoassunti e che stilerà i criteri per la ripartizione del fondo per il merito previsto dalla riforma. Decisione assunta anche da alcuni comitati locali di insegnanti. E le singole scuole, in vista dei prossimi impegni, stanno completando la composizione di un organismo che ha visto pochissime candidature  -  e in alcuni casi nessuna  -  da parte dei docenti. Intanto, per chiarire i mille dubbi di capi d'istituto e docenti, il ministero ha pubblicato le prime 13 faq.

Organico di potenziamento. E' uno dei rebus più oscuri della buona scuola. Tra un paio di settimane  -  nella seconda settimana di novembre, ha precisato il MIur  -  i precari delle graduatorie ad esaurimento che hanno fatto domanda di assunzione entro lo scorso 14 agosto e gli idonei al concorso a cattedre del 2012 vivranno un'altra notte al cardiopalma, con la proposta di assunzione che arriverà online. Per accettare i 55mila fortunati avranno dieci giorni di tempo e poi si procederà all'assegnazione della scuola. Ma non è detto che l'organico di Potenziamento  -  di 55mila cattedre  -  servirà davvero a potenziare qualcosa. Perché non è detto che i primi di dicembre le scuole vedranno arrivare le figure professionali che auspicavano per rilanciare la propria azione educativa. Le indicazioni che le scuole hanno inserito al sistema informatico del ministero lo scorso 15 ottobre si limitavano all'area disciplinare e non alla singola disciplina. Per questa ragione un liceo artistico che aspetta un docente di Figura disegnata potrebbe vedersi arrivare un docente di musica, una scuola che spera in un docente di inglese potrebbe essere accontentata con uno di tedesco, mentre una scuola media che sperava in un insegnante di Matematica resterà delusa. Perché, nonostante le cattive performance dei quindicenni italiani nel test internazionali, saranno soltanto 9 le cattedre disponibili di Matematica alla media. Dove invece abbonderanno i prof di Educazione fisica e di Musica.  

Il Pof triennale. E' uno dei tasselli più importanti della Buona scuola, che ancora presidi e insegnanti non riescono a decifrare. Per questa ragione il ministero dell'Istruzione ha deciso di posticiparne l'approvazione al 15 gennaio 2016 e non ad ottobre del 2015, come previsto dalla legge. Il Ptof aggiunge ai tanti della burocrazia scolastica italiana l'ennesimo acronimo, ma questa volta impronunciabile. Il Piano triennale dell'offerta formativa dovrà indicare la mission della scuola e l'azione educativa per il prossimo triennio  -  dal 2016/2017 al 2018/2019  -  con tanto di risorse economiche e di personale necessarie per realizzarlo. Ed è proprio questo l'ennesimo busillis. Visto che la fase C  -  da 55mila posti  -  del piano straordinario di assunzioni porterà nelle scuole i docenti che si ritrovano nelle graduatorie dei precari a prescindere delle reali esigenze delle stesse, sarà il prossimo concorso da 65mila posti a trovare la quadra fra richieste delle istituzioni scolastiche e posti messi a concorso per realizzare i Ptof. Ma come

farà viale Trastevere a conoscere le richieste delle scuole, che si dovranno concretizzare entro il prossimo 15 gennaio, se il bando del concorso  -  con i posti per ogni singola disciplina  -  verrà pubblicato entro il primo dicembre di quest'anno

 

 
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Carica prof

Post n°4115 pubblicato il 03 Novembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”


La carica dei prof a spasso


Con l'organico potenziato ora andranno in cattedra

A fronte di 8776 proposte di assunzione, sono esattamente 8525 i docenti che hanno accettato l'immissione in ruolo nella fase B del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107. Le proposte sono state rifiutate da appena 251 persone e i relativi posti saranno recuperati nella fase C, che sarà avviata nella seconda settimana di novembre. E che riguarderà 48.812 posti comuni e 6.446 posti di sostegno. I dati sono stati diffusi dal ministero giovedì scorso, contestualmente alla pubblicazione di un avviso sul sito web del dicastero di viale Trastevere (www.istruzione.it).

Nella nota l'amministrazione invita gli aspiranti docenti a stare all'erta in vista dell'imminente invio delle proposte di assunzione. E spiega che l'avviso della disponibilità sul portale istanze on line delle proposte di nomina in ruolo della fase C del piano straordinario di assunzioni, sarà visibile nella seconda settimana di novembre. Gli interessati dovranno accettare la proposta o rinunciare entro il termine perentorio di 10 giorni dalla data di pubblicazione dell'avviso. Il ministero dell'istruzione ha ricordato che la mancata accettazione entro 10 giorni produrrà gli stessi effetti della rinuncia. E dunque, comporterà la cancellazione definitiva dalle graduatorie (si veda il comma 98 dell'articolo 1 della legge 107/2015). L'amministrazione ha spiegato che gli interessati riceveranno notizia dell'esito della partecipazione alla fase C del piano straordinario di assunzioni attraverso la casella di posta elettronica indicata nella domanda. Fermo restando che, ad ogni effetto, le comunicazioni con i soggetti destinatari del piano assunzionale avverranno esclusivamente attraverso l'uso del sistema informativo.

Quanto alla ripartizione dei posti tra le varie classi di concorso, il dicastero di viale Trastevere ha reso noto le tabelle di tutte le province. Ne deriva un quadro che risente fortemente della progressiva riduzione delle cattedre di alcune discipline. Che è avvenuto nel corso degli anni per effetto della cancellazione delle ore a disposizione disposta dall'allora governo Prodi. E dall'entrata in vigore della riforma Moratti e poi Gelmini. Che hanno determinato una forte riduzione del numero delle cattedre, in generale. Basti pensare che i tagli disposti dal piano programmatico previsto dall'articolo 64 della legge 133/2008 ha determinato la cancellazione di circa 67mila cattedre. L'effetto è stato il permanere nelle graduatorie di un gran numero di aspiranti docenti delle classi di concorso che hanno maggiormente risentito delle decurtazioni di organico. Che non solo hanno visto sfumare la prospettiva dell'immissione in ruolo. Ma, specie nelle regioni meridionali, gravate anche dal calo demografico, non sono più risusciti a lavorare nemmeno con le supplenze. Ciò a fronte di uno sfoltimento delle graduatorie delle classi di concorso dove i tagli di organico si sono sentiti di meno per via del maggior numero di cattedre presenti in organico. Per esempio, la classe di concorso A043 (lettere nella scuola media) si colloca in un rapporto di 9 cattedre a 1 rispetto a classi di concorso come A033 (tecnologia), A032 (musica) e A030 (educazione fisica). E infatti nelle tabelle di ripartizione del ministero queste ultime tre classi di concorso (un po' meno A028, arte) sono rappresentate in un numero talvolta molto più elevato rispetto alla classe A043. E lo stesso fenomeno si riscontra nelle scuole superiori per altre classi di concorso di nicchia, come per esempio A019 (discipline economiche e giuridiche) e A017 (economia aziendale) dove vi sono molti esuberi.

La necessità di svuotare le graduatorie a esaurimento farà sì che molte delle richieste delle scuole rimarranno disattese (si veda Italia Oggi del 20 ottobre scorso). e che le immissioni in ruolo che saranno disposte nel mese di novembre in diversi casi riguarderanno insegnanti che hanno smesso di insegnare da diversi anni. Anche i neoassunti delle fase c) potranno far valere il diritto al differimento della presa di servizio. Pertanto, i titolari di incarico di supplenza annuale potranno accettare la proposta di immissione in ruolo e prendere servizio al 1° settembre 2016. I titolari di supplenza temporanea fino al termine delle attività didattiche, invece, dovranno prendere servizio nella nuova sede il 1° luglio 2016.

 

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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