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Sensazioni... by Pantera nera

Post n°22 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da copula

Il caldo soffocante attanagliava la stanza in una morsa d’acciaio…mentre l’uomo ansimava sopra il corpo della donna…spingendo il suo sesso nei più profondi meandri della carne di lei. Nel silenzio si sentivano i sospiri…i gemiti…lo struscio della pelle, lei afferrava i lembi del lenzuolo agitando la testa ora a destra ora a sinistra, fino a quando lui non gli esplose dentro emettendo un ultimo gemito.

Un fiume di sperma la invase le viscere…colando anche fuori…scorrendole tra le gambe. Poi lui si rialzò..le prese la testa e avvicinò il suo membro alle suel labbra sfregandolo sulla bocca, che lei dischiuse per accogliere il fallo ancora gocciolante di sperma e dei suoi umori. Lo leccò..lo succhiò fino a quando no fu ripulito della più piccola traccia di seme. Poi in silenzio si rivestirono e uscirono in strada..dividendosi per forse mai più incontrarsi.

Lui tornò da sua moglie..lei al suo fare quotidiano…no…per l’amore non c’è posto, cogliere gli attimi forse questo è la strada giusta per non soffrire.








Racconto tratto da: I racconti di Milù
http://www.raccontimilu.com/viewstory.php?sid=1536

 
 
 

 Schiava, chiava!

Post n°21 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da copula
 

 Stavamo a letto e come al solito io la stavo sapientemente eccitando con qualche massaggio tra le gambe, insinuando le dita nella sua fregna perennemente umida.
Lei mi baciava sul collo e sul torace, con colpi rapidi di lingua e piccoli morsi che mi facevano provare i brividi della libidine.
Chiara è una puledra appena diciottenne che mi ispira al solo guardarla il desiderio di scoparmela selvaggiamente, ma che sino a qualche giorno fa si limitava a dirmi romanticamente:
"ti amo!", "mi ami?"; non proferiva mai espressioni più realistiche che dicono pane al pane e vino al vino, né tanto meno quelle "sconcezze" che sono il sale (o meglio: il pepe) dell'amore.
Tra le lenzuola, comunque, è una bomba: insaziabilmente vorace di cazzo, esperta pompinara, disponibile a lasciarsi sfondare il culo ogni volta che glielo chiedi. Insomma: troia sino al midollo osseo; ma guai se glielo dicevi, neppure per scherzo...
Da una settimana, però, non è più così:
Chiara ha subìto una piacevole metamorfosi, che l'ha convinta a superare ogni ipocrita inibizione.
Stavamo a letto e come al solito io la stavo sapientemente eccitando con qualche massaggio tra le gambe, insinuando le dita nella sua fregna perennemente umida.
Lei mi baciava sul collo e sul torace, con colpi rapidi di lingua e piccoli morsi che mi facevano provare i brividi della libidine.
Mi venne la felice idea di farla spazientire: avrebbe voluto essere chiavata subito, con foga, mentre dolci parole d'amore avrebbero dovuto ritmare come al solito il sali e scendi dei suoi glutei sul mio cazzo.
Ma io rimasi muto e... fermo: le feci intuire che quella volta avrebbe dovuto meritarsi la sua razione quotidiana di godimento.
Lei non sapeva come fare a sbloccarmi e infine, in preda all'eccitazione, giunse a implorarmi:
"Voglio essere la tua schiava, fammi tutto quello che vuoi".
L'afferrai dolcemente per i lunghi riccioli neri e le chiesi se si rendeva conto di quello che stava dicendo.
Lei, sempre più infoiata, confermò la sua disponibilità a ridursi in mia completa schiavitù.
Le dissi che ad un padrone tutto è permesso nei confronti della sua schiava: avrei potuto dirle e farle quello che desideravo; avrei, soprattutto, costringerla a dire e a fare anche ciò che lei non voleva.
Chiara, maliziosamente incuriosita, annuì.
E io, allora, la presi in parola.
La strattonai per i capelli, stavolta con violenza, e le dissi con tono perentorio che era una porca.
Poi la costrinsi ad ammettere che era la mia troia: le parole stentavano ad uscirle di bocca, ma appena l'addossai al muro allargandole le cosce e puntando la mia cappella turgida sulla sua fica, si lasciò andare:
"Sì, sono una troia, voglio essere la tua puttana, trattami come una schiava, mi sento una porca in calore".
La penetrai con forza, mentre finalmente mi sfogavo anche verbalmente:
"Sì, sei una gran porca; voglio sfondarti, troia".
E lei: "Sì sfondami, padrone, sono la tua schiava".
Ed io: "Sei la mia schiava? E allora chiava!".
Chiavammo a lungo, tra mugolii orgasmici e reciproci complimenti osceni.
Fu una scopata estenuante e... sincera: finalmente io potevo dire ad alta voce quello che pensavo di lei ogni volta che facevamo l'amore, e lei si sentiva libera, salutarmente disinibita, sapendo che io la desidero proprio perché lei è una gran troia.



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Post n°20 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da copula
 

 Tutto proseguì fino a quando una sera, nel corso dei miei giri, non caricai un transessuale che cercava un passaggio per andare al bar, durante il percorso lo massaggiai da sopra il body creandogli una notevole erezione, giunti al bar ci accorgemmo che era presente una pattuglia dei carabinieri e quindi tirammo dritti infilandoci in una stradina laterale.

Mi chiamo Giovanni e quella che sto per raccontarvi è una storia che ho vissuto veramente.
Premetto che sono sempre stato un fanatico della fica e tutti i miei sforzi erano sempre destinati a quello scopo, nonostante questo sono sempre rimasto colpito ed in alcuni casi affascinato dai trans, ma tutto non è mai andato oltre il solito giro in macchina per vedere quelli sulla strada.
Tre anni fa ha iniziato a farsi strada in me una fantasia particolare e cioè quella di succhiare un cazzo e non un cazzo qualsiasi ma di un trans, forse questo derivò dalla lettura di riviste porno e di racconti che fecero scattare in me la voglia di assaporare il cazzo.
Passai un periodo contrastato poiché da una parte rifiutavo questa idea e dall'altra al solo pensarci mi eccitavo.
Una sera che stavo facendo un giro ed osservavo i trans scattò la molla decisiva e dopo un breve giro scelsi il trans giusto e mi decisi a fare il grande passo.
Caricai il trans e subito, nonostante stessi guidando gli misi una mano tra le coscie alla ricerca del cazzo.
Ero stato fortunato aveva un membro di tutto rispetto e durante la guida lo smanettai a lungo.
Una volta appartati feci il grande passo, lui si spogliò ed io mi chinai sul suo basso ventre per prendere in bocca il primo cazzo della mia vita.
Lo succhiai meglio che potevo e non provai sensazioni particolari, ma mi eccitavano molto i mugolii del trans ed il suo chiamarmi Troia oppure frasi come
"Succhia puttana".
Non lo tenni a lungo in bocca poiché la mia fantasia non prevedeva di farlo venire, quindi lui ricambiò fino a farmi venire.
Considerai quella esperienza come un episodio e ritenevo di non ripetere più questa cosa infatti, ritornai alle normali pratiche sessuali con le donne.
Ma mi sbagliavo poiché otto mesi dopo facendo un giro nella stessa zona notai un trans con un bel pacco, mi si riaccese la fantasia ma non volevo cedere, al giro successivo però questo trans stava facendo l'autostop, quale occasione migliore!
Accostai e lo caricai fremendo per l'eccitazione.
Il tragitto fu molto breve, circa 1 Km, ma ebbi il tempo di massaggiare quel cazzo di notevoli proporzioni e prima di farlo scendere lo succhiai avidamente.
Da quel momento seguirono cinque mesi in cui il mio principale interesse era il cazzo dei trans, passavo frequentemente nelle loro zone e cercavo tutte le occasioni giuste per poter succhiare un cazzo.
Tutto proseguì fino a quando una sera, nel corso dei miei giri, non caricai un transessuale che cercava un passaggio per andare al bar, durante il percorso lo massaggiai da sopra il body creandogli una notevole erezione, giunti al bar ci accorgemmo che era presente una pattuglia dei carabinieri e quindi tirammo dritti infilandoci in una stradina laterale.
Il trans sembrava gradire il mio massaggio ed anzi iniziò a dire che aveva molta voglia e voleva fare qualcosa. Inizialmente pensai che cercasse di spillarmi dei soldi, ma mi rassicurò dicendomi che voleva solo fare l'amore.
Ci appartammo e si liberò degli indumenti mostrando un cazzo di tutto rispetto non lungo ma veramente notevole in larghezza, mi prese dolcemente la testa e mi invitò a succhiargli il membro cosa che feci prontamente con molta libidine.
Mi applicai in modo particolare succhiando bene la cappella e leccandolo tutto, lui mi fece lo stesso e poi chiese di mettermelo nel culo.
Io rifiutai poiché non avevo intenzione di arrivare a tanto ma poi dopo tante insistenze cedetti e mi girai offrendogli il mio di dietro.
Io non ero molto convinto, comunque lui puntò il suo cazzo verso il mio buco inviolato e cercò di penetrarmi, non ci riuscì e nonostante i suoi sforzi io ero troppo teso per permettergli di entrare.
Visto che tutto questo mi provava dolore decisi di smetterla e riportai il trans al suo posto.
Dopo questa esperienza ho chiuso con certi rapporti e mi occupo solo di donne.
Oggi mi chiedo chissà se ho fatto bene o male, forse lasciandomi andare avrei cambiato la mia vita in meglio o in peggio?



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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da copula


 
 
 

 Sconvolto dalla sua bellezza

Post n°18 pubblicato il 23 Novembre 2008 da copula

 Ero sconvolto dalla sua bellezza.



Appena entrato in quel bar, avevo visto lei…una splendida trentatrenne…una splendida mora mediterranea…Anna.



Anna è la barista del bar che ho appena iniziato a frequentare, è un locale tranquillo, dove tutte le mammine, accompagnati i figli all’asilo o a scuola, si ritrovano per la colazione, per le chiacchere e per mostrare e vantarsi del nuovo regalino del marito o dell’amante di turno.



Mi sembra giusto descrivere la mia dolce Anna, come detto una splendida trentatreenne, alta, mora, fisico perfetto e un viso tutto sommato niente male. Ma il suo punto forte è il suo carattere; sempre pronta allo scherzo e alla risata, una giovialità e una voglia di divertirsi che neanche una diciottenne ha……



Neanche a dirlo, inizia a frequentare quel bar quotidianamente. Tutte le sere dopo il lavoro andavo a bere l’aperitivo, passavo interi sabato e domenica pomeriggio in quel bar.

E più ci stavo e più questa ragazza mi piaceva, con il passare dei mesi eravamo diventati intimi, ci aiutavamo e consolavamo a vicenda, arrivato il natale ci facemmo anche i regali, ogni giorno di più ci avvicinavamo, le battute erano sempre più intime e provocanti… l’unico problema era suo marito…e sì, purtroppo era sposata ( e lo è tutt’ora…).



Un altro aspetto positivo era che ormai bevevo tutto gratis…un bel risparmio, per un bevitore da competizione quale sono………



Come detto avevamo raggiunto un punto di intimità molto elevato, ma mancava il grande passo…mi trovavo quella sera al bar, erano le otto, ed era quasi vuoto a parte qualche tavolino esterno, quindi potevamo parlare tranquillamente.



Anna mi disse: “ Luca, ascoltami, devo dirti una cosa importante, ma è…ma è difficile per me dirtela…”.



Io: “ cos’è hai vinto al superenalotto, e hai deciso di partire per un lungo viaggio, senza di me?”.



Anna: “sempre con la voglia di scherzare è???… questa è una cosa serie, che sta rendendo difficile la mia vita… “.



Io: “ scusa Anna, non sapevo … su parla ti ascolto… non preoccuparti..”.



Anna: “ ascolta Luca, la mia vita è un inferno, non ce la faccio più… non riesco più a far l’amore con mio marito, la sua sola presenza nel letto mi da fastidio… sono come… be sì sono come bloccata…”



Io : “da cosa Anna, come mai…?”.



Anna: “ scusa fammi finire… ma è gia difficile così se poi mi interrompi proprio non ce la faccio a continuare…”.



Il suo viso solare era diventato serio, le vene gli pulsavano, era veramente tesissima…



Anna: “ascoltami Luca, penso di non amare più mio marito, o meglio mi sono innamorata di te……non dormo la notte, perché ti penso, perché ti voglio, ti desidero avidamente……ma sono sposata come faccio……???”.



C’è mancato poco che svenissi… non capivo più niente… mille pensieri si intrecciavano e litigavano nella mia testa. Ero sconvolto……come il primo giorno che l’avevo vista…… il mio sogno erotico, non era poi tanto un sogno però…………



Io: “ Anna ascoltami… non so cosa dire, ma so cosa fare in questo momento, tu probabilmente sei confusa… quindi con mio grande dispiacere (l’uccello gridava vendetta nei boxer troppo stretti….), io non faro di certe la prima mossa, dovrai decidere tu… ma sappi che anch’io ti amo e desidero da tanto tempo……ma non posso prendere io questa decisione…”.



Anna: “ lo so Luca, ma sono confusa spaventata, vorrei sfiorarti, baciarti e fare l’amore con te… non ti sei mai accorta in queste ultime settimane…che cercavo il contatto con te… volevo sentirti vicino, volevo sentirti mio…… solo il profumo della tua pelle mi eccitava, mi sono anche masturbata pensandoti…”.



Io, per sdrammatizzare e alleggerire la tensione: “ brutta sporcacciona, cosa hai fatto ti sei masturbata…???… e io che ti credevo una brava ragazza…”.



Scoppiò una risata isterica, ma che aveva almeno sortito il suo fine…



Passarono lunghi istanti di silenzio, con i nostri occhi che giocavano a nascondino, non osavano guardarsi dritti……



Arrivato l’orario di chiusura, gli diedi una mano, come del resto spesso facevo. Quando ci trovammo soli con la porta chiusa e oscurata dalla inferriata… non resistemmo, le nostre due bocche si unirono le nostre due anime si fusero in un bacio, quasi violento dalla foga con cui le nostre due lingue si intrecciavano e si cercavano. Il bacio durò a lungo, anche se sembrava fosse durato troppo poco , visto tutto il tempo che avevamo atteso.



In quel momento ero l’uomo più felice al mondo, e con il pensiero ringrazia mia madre di avermi messo al mondo, perché stavo baciando lei……la donna più bella…stavo baciando Anna.



Quando le labbra di staccarono i nostri occhi si cercarono, e si illuminarono come non mai.



A spezzare l’incantesimo fu il suono di un cellulare… e chi poteva essere se non suo marito??!!..



Ci salutammo e lei scappò via…



I giorni seguenti passarono tranquillamente, ma alcune piccole effusioni scambiate, dietro il bancone ci unirono ancora di più, poi un giorno………



Era una splendida sera di giugno, e come spesso accadeva, ci trovammo soli dentro al bar… e Anna scoppiò a piangere, io istintivamente la presi fra le mie braccia in un abbraccio dolce e protettivo, e gli chiesi il motivo.



Anna: “ Non resisto più Luca, dobbiamo farlo… ti voglio ti desidero… ti prego prendimi qui adesso… voglio sentirti dentro di me, sia nella testa, che nel cuore, che nel corpo…”.



La baciai, la strinsi più forte non volevo lasciarla, volevo farle capire che io c’ero, ero lì, ero lì per lei… dopo alcuni istanti le mie labbra scesero sul suo collo, che sapevo molto sensibile, le mie mani scorrazzavano liberamente su ogni millimetro del suo corpo, iniziammo a spogliarci, lei quasi con foga…… ma non volevo che questo momento finisse in un attimo, quindi la rallentai, e iniziai io a spogliarlo, molto lentamente, volevo assaporare quegli attimi, volevo gustare la sua pelle……baciai ogni sua parte, la mia lingua si muoveva svelta ed esperta su quel corpo caldo ed invitante.



Mi disse: “ Luca voglio farti una cosa, si be’…voglio farti godere come io ho goduto sognando questo momento…goditelo…goditelo questo pompino…”.



Si chinò, e sfoderò la mia spada dai boxer neri attillati (che mi aveva regalato per il mio compleanno…) che era già erettamente fiera. Iniziò la sua calda lingua a massaggiarmi l’asta, con una ritmica danza scorreva in su e in giù, poi la sua accogliente bocca come una fodere prese al suo intermo quasi interamente la spada, e iniziò a pompare come una forsennata, rallentando ogni tanto per permettere alla lingua di accarezzare il mio glande congestionato dall’erezione. Durò parecchio ero concentratissimo volevo assaporare ogni sua leccata… alla fine l’avvisai che stavo per eruttare tutta la mia mascolinità, ma lei continuò finchè tutto il mio liquido seminale fu nel suo ventre. Ora toccava a me, volevo rendergli il favore, volevo farle godere, volevo i suoi succhi… inizia a massaggiare le sue grandi labbra dapprima con le dita poi con la lingua, avvicinandomi sempre di più al suo gioiello nascosto… il suo clitoride era duro, il suo sapore amarognolo ma gustoso. La mia lingua entrò sempre di più, e i primi umori sgorgarono abbondanti, venne con un grido liberatorio di piacere… rimasi lì a contemplarla mentre si riprendeva, era stupenda, lì nuda sul bancone del bar, il suo sodo e rigoglioso seno svettava, il suo corpo madido d sudore luccicava sotto la luce delle lampade al neon…era un angelo… poi la magia si interruppe…il suo cellulare suonava, era il marito… si ricompose in fretta, mi sorrise e aggiunse che ormai era certa mi voleva sempre di più.



Per alcuni giorno non ci potemmo vedere a causa del mio lavoro, poi una sera al bar, ci accordammo per trovarci, una mattina lei faceva il turno del pomeriggio, infatti la coproprietaria preferiva la mattina. Dovevamo stare attenti… la nostra era una relazione clandestina, organizzammo tutto nei minimi particolari.



Ognuno con la propria macchina avrebbe raggiunto il parcheggio di un centro commerciale che si trova a circa trentacinque chilometri dalla nostra città, in un’altra provincia. Poi lei avrebbe lasciato la macchina, con la mia saremmo andati in una stradetta di campagna fuori città, ad altri dieci chilometri di distanza.



Andò tutto come previsto senza intoppi, quando fummo nascosti nei campi della campagna emiliana (zona che frequento per motivi di lavoro), mi saltò subito addosso, dicendomi: “non resisto più, facciamolo subito…”. Iniziò a baciarmi e spogliarmi, le sue mani erano in continuo movimento sul mio corpo e le mie sul suo… in un batter di ciglio eravamo nudi sul sedile posteriore della mia macchina…i nostri corpi caldi e carichi di desiderio si strusciavano l’uno sull’altro… il mio “amichetto” diventò subito duro… lei lo prese in mano e lo indirizzo, all’ingresso della sua calda ed umida caverna… entrò… con dolcezza nelle sue viscere… iniziò a muoversi lentamente dentro di lei… la cavalcata fu lunga e piena di posizioni diverse, i suoi seni martoriati dalla mia lingua e dalle mie dita, il suo culo sodo era costantemente fra le mie mani… venimmo insieme, il mio seme caldo si sparse nella sua vagina, e i suoi umori colarono sul mio pene fino alle mie palle. Fu bellissimo… e appagante… la miglior scopata della mia vita. Dopo un po’ di pausa mi chiese di prenderla anche dietro, dove nessuno aveva avuto il permesso di entrare…



Il mio uccello a quelle parole si risvegliò, pronto e fiero come non mai… con i suoi umori inizia a lubrificarmi il dito che doveva precedere la spada in quel pertugio, inizia a massaggiargli l’ano con il dito e la lingua, quando tutto fu pronto, appoggiai il glande allo sfintere e inizia a spingere dolcemente ed entrai in lei, il primo grido fu di dolore ma i seguenti erano di godimento, inculai con gusto quel perfetto sedere da copertina… venni nelle sue viscere… e lei venne insieme a me grazie a colpi sapienti delle mie dita.



La nostra relazione durò per circa altri sei mesi pieni di sesso e coccole, purtroppo finì… prese la difficile decisione di non lasciare il marito, forse è stato meglio per tutti… sono sicuro di una cosa però… lei mi ama ancora e io non amerò nessun’altra come ho amato lei.

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