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« personal best delle mie brameIn pista con gli Assoluti »

ecomaratona dei Marsi 2010

Post n°651 pubblicato il 05 Maggio 2015 da feliperun
 

Ho recuperato dal precedente blog la cronaca dell'ecomaratona dei Marsi del 2010, potrebbe tornare utile a chi si accinge a correrla

 

Ecomaratona dei Marsi, 9 maggio 2010

Per tredici volte non avevo colto l'occasione di correre l'ecomaratona dei

 

Marsi ed alla quattordicesima edizione non mi sono lasciato sfuggire

questa opportunità. Delle prime edizioni non avevo neppure idea di cosa

fosse un'ecomaratona, anche se già correvo e mi era capitato di correre

nel Parco Nazionale d'Abruzzo (per allenamento) e di dovermi confrontare

 con 3 cani da pastore candidi ed abbruzzesi di questa gara nulla sapevo.

 

            Trascorsero gli anni e giunse il richiamo della corsa in montagna

 dove in molti camminano e la maggior parte resta a sentirne parlare. Il

 richiamo dei Monti di Palermo, dei Sicani, delle Madonie e appena ieri

degli Appennini!

 

            Collelongo ci accolse come ambasciatori di monti fratelli, con un

 po' di pioggia, l'aria pungente di 900 metri di quota e generose

porzioni di cibi semplici (cosa di meglio può desiderare un aspirante

corridore di montagna?), un tetto di nuvole ed un abbraccio di pendici

completamente verdi di boschi.

 

            Già all'imbrunire le nuvole lasciarono spazio a cime innevate

colpite da raggi di luce arancio e rosa, quasi a prometterci che

l'indomani sarebbero state altrove.

 

            Effettivamente al mattino il cielo era terso, i boschi

verdeggianti, abbandonai i propositi di maniche lunghe per la

canottiera, mentre mi recavo alla mensa scolastica dove era allestita la

 colazione, la sera prima pasta con ragù e salcicce con patate e carote

erano state menù gradito, con anche il sindaco a dare una mano a

sporzionare o travasare il vino, ora ciascuno si preoccupava di lasciare

 tutto in ordine una volta finito di mangiare.

 

            Oltre a quelli già presenti la sera prima, numerosi affluivano i

podisti delle strade sporche di fango, aguzze di pietre e viscide di

foglie, meno numerosi del solito ci dicono per via di un'altra gara

trail programmata in zona tra non più di due settimane, ma a queste

concomitanze che non aiutano nessuno si troverà modo di ovviare il

prossimo anno.

 

            Il corridore di montagna si riscalda senza stress, senza allunghi

 forsennati, senza andature, senza saltelli scomposti, lui corricchia,

qualche allungo in salita per sentire la gamba e ci si ritrova a

salutarsi prima della partenza, qui unica per la gara breve (Archeorun

17 km) e quella lunga (Ecomaratona dei marsi 42 km+ altri due),

pettorali rossi e neri. Inno nazionale e partenza, breve giro in paese e

 via per piste sterrate nella zona archeologica, boschi di querce e

prati vasti, salite e discese corribili con i primi a darsi battaglia

dai primi metri, con le montagne là ad attenderci. Saluto franscesco

(come abbia fatto a non sporcarsi di fango è un mistero) che

giovanissimo festeggia il suo arrivo al diciassettesimo stupito che per

noi ancora tutto il meglio resti da essere scoperto, ma tra non molto lo

 vedremo sulla distanza lunga. La strada si inerpica in una valle alle

spalle del paese, la prima delle donne imprime un ritmo forsennato, io

proseguo del mio passo. Proseguo alternando la corsa a passi ravvicinati

 alla camminata leggera dove è più pendente. Il bosco di querce lascia

il posto all'acero ed infine al dominatore assoluto: il faggio. Fiori in

 ogni angolo illuminato dal sole, vengo ripreso da un altro podista, ma

non mi preoccupo sto bene al ristoro bevo e mangio un pezzo di arancia

da fermo, riparto un un'altro podista incollato alle calcagna. Il

sentiero lascia il posto a una pista scorrevole e larga riacciuffiamo il

 senese che era partito di gran carriera, abbiamo superato metà gara e

la strada riprende a salire, ne supero un paio ancora in salita, mi

dicono che tra poco ci sarà una pietraia tostissima, vado leggero

all'ombra dei faggi. Nello stesso tratto si tornerà ed incrocio i primi

magri e veloci, incito gli amici, ed anch'io li imito forzando un pò.

Al

 mio ritorno incontri gli amici che si godono di più il bosco, e lì

ricomincia la salita con la pietraia oltre il limite del bosco. Tra le

pietre ciuffi di erba e muschi rigogliosi, viole viola e gialle, piccoli

 fiori bianchi dai quattro petali, due maglie rosse un po' più su, una è

 una ragazza. Sono sulla cresta, la piana del fucino è una scacchiera di

 campi coltivati, dall'altro lato i boschi a perdita d'occhio del Parco,

 lì oltre le cime innevate, forse i lupi e gli orsi marsicani ci

osservano non visti. Discesa ripida, tra le pietre ed i ciuffi d'erba,

ho il passo inaspettatamente leggero, rifornimento prima di entrare nel

bosco di faggio con le foglie viscide, cerco di riprendere un buon

assetto di corsa, le due maglie rosse sono sempre più vicine, tratti

tecnici con rocce e radici mi fanno ancora guadagnare terreno.

 Il

bosco di faggio lascia il posto alle querce, all'acero, alla rosa canina

 su un sentiero stretto che assomiglia a quelli su cui corro più spesso

erba, terra e pietre in leggera pendenza. Sorpasso con decisione come

farebbe il mio amico keniano dell'uditore, e non mi volto più indietro,

sulla stradella ripida e pietrosa il cartello 41 km mi fa pensare di

potere cullare l'idea di avvicinarmi seriamente al limite di quattro

ore, al successivo cartello poco dopo il guado, mi rendo conto che per

il paese ci vuole ancora un po', non demordo.

Incrocio l'ambulanza che slitta in salita sul ghiaino, ancora poco e sono sull'asfalto.

 

 Un lupo ed un orso mi salutano da un murales, all'incrocio successivo

vedo gli degli sponsor tecnici, ma le frecce a terra ed i volontari mi

indicano si seguire sulla sinistra e urlano ancora un chilometro e

mezzo. In fondo al paese si gira e si riattacca un 400 in salita con gli

 striscioni da accoglierti dal verso giusto, tra le transenne

aeroplaneggio mentre lo speaker mi annuncia quale ambasciatore delle

Madonie e Annamaria (organizzatrice sopraffina) è già pronta con la

medaglia di partecipazione. Quattro ore e quattordici, solo in altri 20

si sono divertiti per meno tempo rispetto a me...

 
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