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Forse non tutti ce lo sanno che...

Post n°226 pubblicato il 09 Luglio 2009 da crisse
 

La Legge Acerbo fu la legge elettorale che permise al fascismo di prendere il potere nel 1924 in modo legittimo.
Essa prevedeva per la lista che otteneva la maggioranza dei consensi, se superiori al 25%,
di ottenere il 66,7% dei seggi alla Camera dei Deputati.
Venne discussa ed approvata con 223 voti a favore il 21 luglio 1923 dalla Camera dei Deputati
dove siedevano, sotto vari partiti, meno di 120 fascisti.
La Legge venne definitivamente approvata dal Senato del Regno il 18 novembre 1923.
Alcuni commentatori parlano oggi (e allora) di "Suicidio di un'assemblea rappresentativa".

Alle elezioni per la Camera dei Deputati del 1924 si presentarono due liste fasciste:
-La Lista Nazionale (Listone Mussolini)
-La Lista PNF bis (listone bis)
La prima prese il 61,3% dei consensi e, per il gioco del premio di maggioranza,
ottenne il 66,7% dei parlamentari, mentre la seconda ottenne il 4,9% dei voti.
Complessivamente, quindi, i fascisti occuparono il 71,6% dei seggi alla Camera.
Il Senato del Regno non era elettivo, ma la nomina dei suoi membri era prerogativa del Re.

Le elezioni del 1929 e del 1934 si svolsero in forma di plebiscito:
agli elettori veniva chiesto se accettavano la lista dei candidati stilata dal Gran Consiglio del Fascismo.
Nel 1929 il Sì vinse con il 98,33% dei voti, nel 1934 con il 99,84%.

Nel 1939 le elezioni non si svolsero, dato che la Camera dei Deputati fu abrogata nel gennaio dello stesso anno
e sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, la cui composizione non era elettiva.
Erano suoi membri di diritto i gerarchi fascisti che ricoprivano ben precise posizioni nello stato o nel Partito.
La perdita di questi incarichi significava l'automatica destituzione da membro della Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
La Camera dei Fasci e delle Corporazioni è stata sciolta nel 1943, ma ancora non abrogata.
La sua abrogazione è prevista da una legge del dicembre 2008 per il 16 dicembre 2009.

 
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Sei

Post n°225 pubblicato il 21 Giugno 2009 da crisse
 

Quello che mi piace

è spegnere la luce

e sentire la tua voce

anche se è silenzio!

 
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Quante cose che non sai di me

Post n°224 pubblicato il 11 Maggio 2009 da crisse

1.Sei stato chiamato così perchè qualcun altro si chiamava con questo nome?
No, sono stato così perché i miei non conoscevano nessuno con questo nome...

2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Non ricordo.

3. Ti piace la tua calligrafia?
Direi di sì.

4. Quale è il tuo pasto preferito a base di carne?
Cotoletta.

5. Hai figli?

Due.

6. Se tu fossi un'altra persona saresti amica di te stessa?
Sì, forse di più...


7. Sei una persona ironica?
Indubbiamente.

8. Hai ancora le tue tonsille?
No.

9. Faresti bungee jumping?
No.

10. Quale è il tuo cereale preferito?
Frumento.

11. Ti sleghi le scarpe prima di togliertele?
Sempre.

12. Il tuo gelato preferito?
Cioccolato, nocciola, stracciatella e tutte le creme in generale.

13. Cosa noti come prima cosa nelle altre persone?
Il portamento e gli occhi.

14. Rosso o rosa?
Tra i due... rosso.

15. Cos'è che ti piace meno di te?
Sono troppo buono... o troppo cattivo?

16. Cosa ti manca di più?
Qualche speranza delusa.

17. Vorresti che tutti completassero questa lista?
No.

18. Di che colore hai i pantaloni e le scarpe in questo momento?
Neri, scalzo

19. Che musica stai ascoltando?
Matteo Branciamore. Vale?

20. Se fossi un pastello che colore saresti?
Giallo.

21. Profumi preferiti?
Quelli che escono dalla cucina.

22. Quale è l'ultima persona con cui hai parlato al telefono?
Simonetta.

23. Ti piace la persona che ti ha spedito questa cosa?
Simpaticissima.

24. Sport preferito da vedere?
Calcio.

25. Colore dei capelli?
Castano, se ricordo bene...

26. Colore degli occhi?
Castano.

27. Cibi preferiti?
Pisarei.


28. Film horror o a lieto fine?
Lieto fine.

29. Ultimo film visto?
We Rock.

30. Colore della maglia che indossi?

Bianca.


31. Estate o inverno?
Inverno.

32. Abbracci o baci?
Dipende a chi.

33. Chi risponderà più probabilmente?
Casuale.

34. Chi risponderà meno probabilmente?
Casuale

35. Che libro stai leggendo?
Ora nessuno.

36. Cosa c'è sul tappetino del tuo mouse?
Niente tappetino.

37. Cosa hai visto in TV ieri sera?
Milan-Juventus e Domenica Sportiva.

38. I tuoi suoni preferiti?
Musica.

39. Rolling Stones o Beatles?
Beatles.

40. Quale è il posto più lontano che hai visitato?
USA.

41. Hai un talento speciale?
Non credo.

42. Dove sei nato?
Piacenza.

43. Chi speri assolutamente che risponda?
Non importa.

44. Come hai incontrato la tua dolce metà?
Me l'hanno presentata.

Queste sono le regole:
scrivi questa lista in una delle tue note cambiando le mie risposte con le tue e pubblicala.
Tagga 25 persone (me compreso così leggo) per fare la stessa cosa.
 
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La Notte sul Tetto

Post n°223 pubblicato il 09 Maggio 2009 da crisse
 

...

Sole sulle tegole di terra cotta
finchè scotta il tetto
miagola la gatta
Ma ad un tratto scende il fresco della notte
E sotto le stelle ci facciamo il letto
Dentro il cuore batte
Qui tutto è perfetto
Sei talmente bella
Che io mi sento brutto
Solo per un bacio
rido come un matto
Perché mi ritrovo
Innamorato cotto!

...

 
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Elezioni 2009 - Il Decreto Legge del 27 gennaio

Post n°222 pubblicato il 17 Aprile 2009 da crisse
 

Prepariamoci alle prossime elezioni riassumendo un attimino il contenuto del DL n.3 del 27 gennaio 2009, convertito dalla Legge n.26 del 25 marzo 2009.

 

"Limitatamente all'anno 2009":

(…)

"a) le operazioni di votazione si svolgono dalle ore 15 alle ore 22 del sabato e dalle ore 7 alle ore 22 della domenica;

b) ai fini del computo dei termini dei procedimenti elettorali si considera giorno della votazione quello della domenica" (occhio, quindi, al compimento del 18° anno di età…)

(…)

i) la consegna del materiale ai presidenti di sezione deve essere effettuata "entro le ore 7 e 30 del sabato di inizio delle operazioni di votazione; successivamente, alle ore 9, il presidente costituisce l'ufficio elettorale di sezione, provvedendo ad espletare le operazioni preliminari alla votazione, ivi comprese quelle di autenticazione delle schede;

l) l'ufficio elettorale di sezione, dopo che siano state ultimate le operazioni di votazione (…) dà inizio alle operazioni di scrutinio per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia;

m) lo scrutinio per le elezioni provinciali (…) ha inizio alle ore 14 del lunedì successivo al giorno di votazione…";

(…)

"o) in caso di successivo secondo turno di votazione per le elezioni dei presidenti della provincia (…), si applicano le disposizioni di cui alle lettere a), b) (…) i) (…) e le operazioni di scrutinio hanno inizio dopo la chiusura delle votazioni nella giornata di domenica, appena completate le operazioni" di riscontro dei votanti.

 

Certo che se ogni volta non si prova qualcosa di nuovo pare che non sia contento nessuno…

L'idea è comunque quella di avere i risultati per l'elezione del Parlamento Europeo in contemporanea con quelli di molti altri paesi membri, dove si vota nella sola giornata di domenica (Francia, Belgio, Grecia, Spagna, Estonia, Germania, Lituania, Portogallo, Romania, …). In Gran Bretagna si voterà il 4 giugno, in Irlanda il 5, a Malta e Cipro il 6.

Si dice anche che così ci sarà un risparmio per la Pubblica Amministrazione e lo dice… Roberto Maroni!

 

Per lo meno parte dello scrutinio è rimandato al lunedì pomeriggio.

 

 
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C'è grisi, c'è grossa grisi

Post n°221 pubblicato il 13 Marzo 2009 da crisse
 

"C'è grisi, c'è grossa grisi!" diceva il guru.


Parafrasando direi:

"C'è confusione, c'è grossa confusione!",

anche se del guru ho poco, troppo poco.


C'è una confusione di fondo, che ci fa perdere di vista una distinzione basilare: quella tra scopi e mezzi.


Spesso mi capita di chiedere a chi è vicino a me: "Ma qual è lo scopo di questa azione?".

Sembra banale, ma la stessa azione può essere un successo avendo un obiettivo, un fallimento ponendosene un altro.

L'auto nuova fiammante è difficile da conquistare, e porta ad un successo se poi lei si innamora di te, un fallimento se la vedi baciarsi con un altro sul pandino del nonno.

L'auto nuova non è uno scopo, è uno strumento per giungere ad un obiettivo che è altro.


Eppure spesso si fa confusione. Per poter ottenere l'auto nuova si mettono in atto delle azioni, per cui l'auto diviene uno scopo (diciamo di secondo livello) di un risparmio di denaro, ad esempio.

Ma per risparmiare denaro occorre guadagnarlo, e quindi operare nuovamente una serie di azioni per ottenere i soldi (obiettivo di terzo livello?).

E così via.

Si potrebbe andare avanti un bel po' tra cose che assumono, a seconda di come le si guarda, il ruolo di scopo e strumento.


La confusione nasce quando non si ha più bene presente l'obiettivo primario, e si inizia a prendere come scopo qualche strumento della catena.

Il denaro, la carriera, la casa… in fondo sono tutti strumenti. Per raggiungere quale scopo finale?

C'è confusione, c'è grossa confusione.

Chi non sarebbe contento di guadagnare 1000€ al giorno?
Certo, mi sa che ci accontentiamo quasi tutti di meno.

Ma mi chiedo: quanto vale un giorno della mia vita?

Perché sarei disposto a barattarlo per 1000€?

E un'ora? Ed un minuto?

E l'ultimo minuto? Perché sì, è certo, ci sarà un ultimo minuto.

Quanto varrà? Più o meno del prossimo minuto?

Se ora mi trovo qui, in un punto a caso tra Roma e Milano, ci sarà un motivo, uno scopo.

E ricordo che se semino un melo, lo innaffio, lo curo,
non posso poi lamentarmi che alla fine di tutto non mi abbia dato delle buone pere.

Nei mezzi è seminato il fine che poi raccoglieremo.


C'è confusione, c'è grossa confusione.

 

 
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Quale è il compito della scuola?

Post n°220 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da crisse
 

"A questo punto mi occorre spiegare il problema di fondo di ogni vera scuola.
E siamo giunti, io penso, alla chiave di questo processo perché io maestro sono accusato di apologia di reato cioè di scuola cattiva. Bisognerà dunque accordarci su ciò che è scuola buona.

La scuola è diversa dall'aula del tribunale. Per voi magistrati vale solo cio che è legge stabilita.
La scuola invece siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi.
È l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità (e in questo somiglia alla vostra funzione), dall'altro la volontà di leggi migliori cioè il senso politico (e in questo si differenzia dalla vostra funzione).
La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapete di dover giudicare con leggi che ancora non son tutte giuste.
Son vivi in Italia dei magistrati che in passato han dovuto perfino sentenziare condanne a morte. Se tutti oggi inorridiamo a questo pensiero dobbiamo ringraziare quei maestri che ci aiutarono a progredire, insegnandoci a criticare la legge che allora vigeva.
Ecco perchè, in un certo senso, la scuola è fuori del vostro ordinamento giuridico.
Il ragazzo non è ancora penalmente imputabile e non esercita ancora diritti sovrani, deve solo prepararsi a esercitarli domani ed è percio da un lato nostro inferiore perché deve obbedirci e noi rispondiamo di lui, dall'altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre.
E allora il maestro deve essere per quanto può profeta, scrutare i «segni dei tempi», indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso.
Anche il maestro è dunque in qualche modo fuori del vostro ordinamento e pure al suo servizio. Se lo condannate attenterete al progresso legislativo.

In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla.
Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole).
Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perche siano cambiate.

La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero.
Ma la leva vera di queste due leve del potere è influire con la parola e con l'esempio sugli altri votanti e scioperanti. E quando è l'ora non c'è scuola piu grande che pagare di persona un'obiezione di coscienza. Cioè violare la legge di cui si ha coscienza che è cattiva e accettare la pena che essa prevede. È scuola per esempio la nostra lettera sul banco dell'imputato e è scuola la testimonianza di quei 31 giovani che sono a Gaeta.
Chi paga di persona testimonia che vuole la legge migliore, cioè che ama la legge piu degli altri. Non capisco come qualcuno possa confonderlo con l'anarchico. Preghiamo Dio che ci mandi molti giovani capaci di tanto.

Questa tecnica di amore costruttivo per la legge l'ho imparata insieme ai ragazzi mentre leggevamo il Critone, l'Apologia di Socrate, la vita del Signore nei quattro Vangeli, l'autobiografia di Gandhi, le lettere del pilota di Hiroshima. Vite di uomini che son venuti tragicamente in contrasto con l'ordinamento vigente al loro tempo non per scardinarlo, ma per renderlo migliore.
L'ho applicata, nel mio piccolo, anche a tutta la mia vita di cristiano nei confronti delle leggi e delle autorità della Chiesa. Severamente ortodosso e disciplinato e nello stesso tempo appassionatamente attento al presente e al futuro. Nessuno può accusarmi di eresia o di indisciplina. Nessuno d'aver fatto carriera. Ho 42 anni e sono parroco di 42 anime!
Del resto ho già tirato su degli ammirevoli figlioli. Ottimi cittadini e ottimi cristiani. Nessuno di loro è venuto su anarchico. Nessuno è venuto su conformista. Informatevi su di loro. Essi testimoniano a mio favore."

(tratto da: Lorenzo Milani, Lettera ai Giudici)

 
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Io, Robot!

Post n°219 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da crisse
 
Foto di crisse

Sarà il fatto di far colazione da solo, in questo grande albergo genovese, ma mi è tornato alla mente il periodo in cui, giovane universitario, zaino in spalla inforcavo la bicicletta la mattina presto, e incurante delle condizioni meteorologiche percorrevo quei 3 / 4 chilometri che mi dividevano dalla stazione e salivo sul locale per Parma delle 6:58 (allora c'erano ancora i locali… sigh!). Era forse un po' prestino, ma questa scelta aveva qualche vantaggio: il treno era quasi vuoto, era composto da parecchie carrozze di prima declassata (e quindi particolarmente comode), e impiegava poco più di un'ora per arrivare a destinazione. Questo mi permetteva di trovare uno scompartimento tutto vuoto, solo per me, e sprofondare nella lettura di libri di fantascienza.

Il mio autore preferito era, e se avessi tempo di leggere lo sarebbe ancora, Isaac Asimov.

I suoi libri avevano un pregio fondamentale: tutta la sua opera, piuttosto voluminosa, descriveva le vicende di un ipotetico mondo futuro. Ed in ogni suo libro i fatti narrati concordavano con quelli descritti negli altri, come se egli avesse la capacità di trasferirsi davvero in quell'unico mondo futuro ed in ogni racconto o romanzo ne descrivesse un pezzettino.

Perché racconto questo? Un po' di pazienza…

Nel mondo di Asimov esistevano dei robot, macchine pensanti in grado di svolgere lavori faticosi o pericolosi. E introducendo i robot, ci si poneva il problema del loro rapporto con la razza umana. Può un robot arrecare danno ad un essere umano? La diffidenza verso apparecchiature di questo tipo era prevista in questo ipotetico mondo, per cui Asimov enunciò nei suoi libri le famose tre leggi della robotica, che dovevano necessariamente essere scritte come programma fondamentale nel cervello positronico di ogni robot:

1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.

3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.

Questo avrebbe dovuto salvaguardare gli umani da comportamenti poco virtuosi delle macchine, ed in effetti in tutta l'opera di Asimov queste leggi hanno funzionato.

Purtroppo Asimov, come tutti gli autori di fantascienza, qualche errore lo ha fatto nel prevedere le cose future. Egli stesso si rammaricava di non aver previsto la miniaturizzazione degli apparati elettronici. Il primo computer realizzato nel corso della seconda guerra mondiale aveva meno capacità di calcolo di un orologio da polso e occupava un'intera palestra. Asimov immagina elaboratori potentissimi dalle dimensioni di uno stabilimento industriale, a due, tre o quattro piani. L'equazione era semplice: maggior potenza di calcolo = maggiori dimensioni. L'invenzione del transistor spiazzò completamente questa teoria.

Qualche decennio prima, quando il progresso scientifico sembrava legato alla meccanica più che all'elettronica, si immaginava un mondo basato sul funzionamento di enormi macchine a vapore. Nel film Metropolis, ad esempio, fu necessario immaginare addirittura una città sotterranea dove alloggiare gli enormi macchinari indispensabili al mantenimento della civiltà avanzata ipotizzata; ma si era all'inizio del '900.

Sicuramente Asimov non fece questo solo errore, e probabilmente nello stendere le sue leggi della robotica non avrebbe mai immaginato che la realtà lo avrebbe superato a destra, rendendole di fatto oggi già superate.

C'è, infatti, qualcosa che non capisco.

Le vicende di cronaca di questi giorni sembrano dirci che si sta affermando un principio disumano, fuori da ogni logica. Volendo essere relativisti, come la cultura di oggi ci impone, dovrei dire che A MIO AVVISO in molti affermano un concetto la cui portata è abominevole.

Pare, e qui bisogna stare attenti, che sia legittimo rifiutarsi di dare da mangiare a chi non sia in grado di alimentarsi da solo. Immagino tutti i distinguo e le eccezioni che in molti possano sollevare, ma di fatto questo è quanto si evince.

E credo di non sbagliare di molto dicendo che in Italia forse più di un milione di persone sono in questa situazione.

Fino ad oggi qualcuno si è spinto ad a dire se una persona sia sana o malata, se il suo stato di salute o la sua consapevolezza dell'essere al mondo la renda degna o meno di vivere. Oggi si fa un passettino in avanti: se non sei in grado di mangiare da solo io, che oggi ti nutro, posso anche decidere di non aiutarti più.

La mia inazione, che potrebbe portare qualcuno alla morte, non è vista come un qualcosa di sbagliato, ma di legittimo.

La portata di questo modo di pensare, se accettato, è ad oggi inimmaginabile.

Va addirittura oltre alla prima fondamentale legge che Asimov aveva inscritto nelle sue macchine, immaginandolo come principio fondamentale di un ipotetico mondo futuro.

L'inazione è legittimata, come espressione dell'individualismo che sta, di fatto, disgregando la comunità degli uomini.

Tradotto in modo bruto: se sei capace di arrangiarti bene, altrimenti nessuno sarà tenuto ad aiutarti.

 

Postilla

Ho verificato come la stampa, ossia le persone che per lavoro si occupano di diffondere notizie, siano fondamentalmente esseri incapaci. Ancora mi rifiuto i pensare che certi comportamenti siano coscienti, meglio pensare che siano sostanzialmente un branco di ignoranti che non si rendono conto del mezzo che conducono.

Il meccanismo è diabolico: non c'è una notizia? Allora la si inventa!

Ho sentito parlare in perfetto condizionale, tra ieri ed oggi, di un fantomatico decreto legge che sarebbe in procinto di essere presentato dal governo. Di questo decreto si sono comunicati i dettagli, si sono trasmessi commenti, e si è anche citato un parere del Presidente della Repubblica.

Ore e ore di notiziari, pagine di giornali… ma dov'è la notizia? Quali sono i fatti? Semplice: non ci sono. Il decreto non c'è, il parere del Presidente nemmeno.

Il risultato, che invece è certo: i giornalisti hanno riempito i loro spazi e aumentato l'audience, i politici di ogni schieramento hanno fatto la loro bella figura.

L'unica a perderci è la verità.

Ma oggi, quello di verità, è un concetto scomodo. Dan Brown lo dimostra, ma qui si aprirebbe un altro, enorme, tema che per il momento lasciamo da parte.

 
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... lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?

Post n°218 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da crisse
 

"... il tempo emigra mi han messo in mezzo
non son capace più di dire un solo no
Ti vedo e a volte ti vorrei dire
ma questa gente intorno a noi che cosa fa?
Fa la mia vita, fa la tua vita
tanto doveva prima o poi finire lì
ridevi e forse avevi un fiore
ti ho capita, non mi hai capito mai

Scrivi vecchioni, scrivi canzoni
che più ne scrivi più sei bravo e fai danè
tanto che importa a chi le ascolta
se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è?..."


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A Modo Mio

Post n°217 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da crisse
 

Tante volte io ho sperato in te
Ho pregato Dio di averti qui con me
E ora che tu sei lontanissimo
Sola con i miei guai ricomincerò
E non rimpiango più niente di noi
Non ti cercherò da ora in poi 

A MODO MIO SAPRÒ VOLARE
NON È UN ADDIO NON È LA FINE NO
È PERCHÉ ORA SO CHE VOGLIO VIVERE LA VITA
DA DOMANI VOGLIO FARE A MODO MIO

Nel silenzio io ho sentito te
Questo è il tempo tuo e mio di vivere
E se chiamerai sai che ci sarò
E solo se vorrai io risponderò
Chiudi i tuoi occhi stanotte sarà la notte per noi
S
e lo vuoi

A MODO MIO SAPRÒ VOLARE

NON È UN ADDIO NON È LA FINE NO
È PERCHÉ ORA SO CHE VOGLIO VIVERE LA VITA
DA DOMANI VOGLIO FARE A MODO MIO

Non so dove mi porterà ma ci voglio credere
troverò la mia libertà ad ogni costo

A MODO MIO SAPRÒ VOLARE
NON È UN ADDIO NON È LA FINE NO
È PERCHÉ ORA SO CHE VOGLIO VIVERE LA VITA
DA DOMANI VOGLIO FARE A MODO MIO.



 

 
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