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Post n°234 pubblicato il 29 Giugno 2012 da cs206
 

Amore e Conoscenza

"Ogni cosa dipende dalla chiarezza del nostro conoscere e dalla purezza e compassione del nostro amare. Conoscenza e Amore sono essenziali entrambi. La Conoscenza, da sola, è oscurità; l’Amore, da solo, è possessivamente cieco. Ogni profonda e radicale trasformazione spirituale, capace di cambiare la realtà totale dell’Uomo, richiede una mente illuminata e un cuore che abbracci ogni cosa...

L’anima vivente, l’anima individuale, e l’anima divina.

L’esistenza di queste tre fasi dell’evoluzione dell’Anima, che esistono almeno potenzialmente nell’ambito umano, è chiaramente indicata nella Bibbia.
In Genesi 2, Dio che interviene sotto il nome simbolico di JHVH (Geova o Jahvè) fornisce all’uomo “un’anima vivente.”
Quest’anima vivente, come base, non differisce dall’anima degli animali e le vien dato lo stesso nome. Ma nell’uomo la potenzialità di una forma superiore d’attività dell’Anima era latente anche all’inizio dell’evoluzione umana, nello stato passivo dell’Eden. Era latente nella capacità che Adamo – un simbolo delle primordiali Razze Radici nelle tradizioni teosofiche – aveva di dare un nome a tutte le cose che vedeva o incontrava. Questa potenzialità di coscienza oggettiva si sviluppò attraverso varie crisi nella coscienza, e particolarmente con la venuta sulla Terra dei Ben-Elohim (i “Figli di Elohim-Dio”) che “si unirono” con le figlie degli uomini. Essi erano gli Spiriti Prometeici o Kumarici che donarono all’uomo la scintilla del fuoco dell’autocoscienza, dell’autodeterminazione e, quindi, della responsabilità morale. Le conseguenze furono in gran parte distruttive, portando al Diluvio e ad un’umanità completamente nuova (la Quinta Razza Radice, nata, secondo La Dottrina Segreta, nell’Asia Centrale un milione di anni fa).
Lo sviluppo dell’ “anima individuale” è simboleggiato dalla tradizione biblica dell’incontro di Mosè con Dio nel Suo aspetto di “Io Sono Colui Che Sono” – che significa Dio inteso come il Principio cosmico-spirituale dell’Individualizzazione. Con la venuta di Cristo, a tutta l’umanità fu rivelata la possibilità di sviluppare “l’anima divina.” Ma pochissimi individui umani hanno realizzato una tale potenzialità nelle loro vite.

kama, manas, e buddhi...

L'anima umana è una trinità: Nefesh, Ruach, e Neshamah. Essa è l'entità spirituale, il centro che crea il rapporto fra l'uomo e Dio. Ruach è la parte intermedia fra Nefesh (l'anima naturale ed istintiva) e Neshamah (l'anima divina). Essa è l'anima morale, razionale, sede del bene e del male, delle qualità etiche. Come Soffio Sacro, essa è anche Spirito, uno dei "principi umani" (Buddhi-Manas). Assieme a Nefesh è soggetta alla trasmigrazione e non ha riposo fino a quando Neshamah non sia risalita sino alla sua sorgente. Ruach è illuminata da Neshamah e, a sua volta, illumina Nefesh. Ruach è meno sensibile di Nefesh alle influenze del mondo esterno, in essa la passività e l'attività si trovano in proporzioni uguali. Essa, in un certo senso, è come un essere interno all'uomo, ideale, nel quale tutto ciò che la vita corporea e concreta manifesta esteriormente come quantitativo e materiale, si ritrova interiormente allo stato virtuale. Ruach fluttua fra l'introversione e l'estroversione e, nelle sue funzioni, appare come mutevole; la sua importanza è notevole dal momento che la modalità essenziale di ciascun essere dipende esclusivamente dal grado più o meno elevato della sua coesione con la Natura, ma soprattutto dalla maggiore o minore attività che ne deriva. Più l'uomo è attivo interiormente, più è elevato e più gli è possibile indagare nelle intime profondità dell'essere. Neshamah è quella parte dell'anima umana che si immerge nell'Abisso, ossia nei tre Sephiroth superiori dell'Albero della Conoscenza. Ruach, l'Intelletto, invece, si colloca al di sotto, collegandosi con i quattro Sephiroth che circondano Tiphareth e posizionandosi su quest'ultimo. Essa è la proiezione di coscienza individuale individualizzata che è consapevole delle cose, le desidera e cerca di ottenerle. È una "macchina" creata, voluta, inventata dall'Io per investigare la natura dell'Universo, Ruach è quella parte di sè che consiste di sensazioni, percezioni o pensieri, emozioni e desideri. H.P.B. chiama questo principio Manas inferiore, quello più vicino alla natura Karmica. Nel Vedanta si chiama Manomayakosha (Guaina Mentale), nel Raja Yoga lo si avvicina a Nefesh e si chiama Sukshmopadhi (Corpo sottile); il suo chakra è l'Anahata, che si trova vicino al cuore fisico. La sua posizione nell'albero sephirotale indica che essa comprende Memoria, Volontà, Immaginazione, Desiderio e Ragione. Ruach è l'Ego fallace ed empirico, quella parte di noi che si autonomina IO, mentre, come principio, ne è la negazione. L'abiura di questo falso Ego è il compimento sostanziale di ogni evoluzione spirituale. Ruach è lo Spirito Divino, equivalente di Pneuma dei Greci e di Spiritus dei Latini, il cui significato letterale è "vento" (come il greco "anemos"), da cui il latino "animus" e l'italiano "anima". Essa è la sede delle passioni e proviene da Gezirah, il terzo mondo cabalistico. Nella Cabala, Ruach corrisponde al Ab Hati egizio, ossia al cuore, alla sensazione, alla componente ricevente dell'anima animale.

Amore e Conoscenza...
Non vi può essere in realtà un Amore Spirituale, cioè veramente benefico, disinteressato, inclusivo, se non è soffuso di Saggezza. Senza questa l’Amore può errare ed eccedere. D’altra parte la sola Saggezza, la sola visione impersonale della Realtà resterebbe fredda, inattiva, se non fosse pervasa dalla calda fiamma dell’Amore. Queste due note Eros e Logos, si completano, si potenziano a vicenda, formando una sintesi mirabile.
La Saggezza implica il Sapere, cioè una esatta conoscenza dei fatti, ma è qualcosa di più profondo. Essa non solo conosce, ma comprende, per intuizione, anzi, per immedesimazione, per fusione di Anima, è l’Intelligenza del Cuore, è la comprensione amorevole."

Picture D. G. Rossetti, Proserpina
D. G. Rossetti, Proserpina

ΔI

 
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