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Nucleare: 4 nuove centrali in Italia

Post n°159 pubblicato il 10 Giugno 2009 da cs206
 
Tag: lavoro

Inserito da scienzetv il Mar, 24/02/2009 - 11:29

<<ROMA -- Quattro centrali nucleari, la prima in funzione già dal 2020. Poi seguiranno le altre. E' uno degli accordi che verranno sottoscritti oggi nel vertice Italia-Francia, fra i colossi dell'energia Enel e Edf. Ogni centrale avrà una potenza di 1600 megawatt, per un totale di 6400 Mw. Ovvero il 25 per cento del fabbisogno energetico del nostro paese. Il nucleare dunque torna in Italia. A sancirlo sarà un ddl firmato dal ministro per lo sviluppo economico Scajola che si trova quasi alla fine del suo iter parlamentare. Poi verrà il bello: ovvero la scelta dei siti - o meglio dei luoghi - che ospiteranno le centrali atomiche. E visti i precedenti, sono da attendersi insurrezioni popolari da una parte e manganelli dall'altra. Intanto, il documento d'intesa Italia-Francia prevede la creazione di una joint-venture tra Enel e Edf per la progettazione e la realizzazione di quattro unità EPR (le centrali nucleari di terza generazione) sul territorio italiano. Enel avrà la maggioranza sia del controllo e dell'esercizio degli impianti. Agli italiani toccherà la maggior parte dell'energia prodotta. Mentre la progettazione sarà paritetica. Il capitale della joint-venture, però, è aperto anche ad altri soci. Ciò significa che Enel potrebbe non essere l'unico partner italiano. Edf ha già quote, per esempio, nelle italiane A2A (municipalizzata di Milano, Bergamo e Brescia) ed Edison. Enel, dal canto suo, si consoliderebbe anche in Francia. Dopo la partecipazione al 12,5% nel progetto del reattore EPR di Flamanville, il gruppo italiano ottiene la medesima quota nell'impianto di Penly, sempre in Normandia. Alla fine dell'operazione, Enel avrà in Francia 1.200 Mw di nucleare, 500 Mw di eolico, 800 Mw di carbone pulito, 930 Mw di cicli combinati e la partecipazione all'idroelettrico. Il protocollo firmato da Berlusconi e Sarkozy prevede anche "lo sviluppo della cooperazione industriale tra le imprese della filiera nucleare dei due Paesi, in particolare tramite la realizzazione di partenariati strategici industriali". Il che, tradotto in soldoni, significa che le aziende italiane e francesi si possono mettere insieme per costruire reattori, componenti e quant'altro serva alle centrali atomiche. Un'operazione che potrebbe interessare particolarmente ad Ansaldo e alla francese Areva. In questo modo la società del gruppo Finmeccanica, che oggi produce centrali su licenza Westinghouse-Toshiba, potrebbe accedere direttamente al mercato francese. Infine, nel documento è prevista un'intesa sul decommissioning e le centrali di quarta generazione. Ovvero cooperazione tecnica per smantellare le centrali atomiche al momento opportuno e costruirne altre di nuova genarazione.>>

Il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo. Per promuovere questa decisione ha inaugurato da qualche mese una campagna di disinformazione sulle presunte opportunità che questa scelta garantirebbe al nostro Paese. Col nucleare, secondo l’Esecutivo, l’Italia rispetterà l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), ridurrà il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate.

Manifestazione contro il nucleare

Se l’Italia decidesse di puntare sul nucleare, causa le ingentissime risorse necessarie per sostenere questa avventura, abbandonerebbe qualsiasi investimento per lo sviluppo delle rinnovabili e per il miglioramento dell’efficienza, che sono invece le soluzioni più immediate ed efficaci per recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici, e rinuncerebbe alla costruzione di quel sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale, che ad esempio in Germania occupa ormai 250.000 lavoratori.
Legambiente lancia una grande mobilitazione nazionale, fatta di tante iniziative, da organizzare insieme ad una ampia alleanza di sigle associative, ambientaliste e non, con l’obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri che devono comprendere (secondo il governo) o meno (secondo noi) la produzione di elettricità dall’atomo. Con la nostra mobilitazione non ci limiteremo a spiegare i motivi della nostra opposizione all’atomo, ma rilanceremo la nostra idea di modello energetico, fondato su politiche di efficienza e sviluppo delle rinnovabili e sul gas come fonte fossile di transizione. Senza il quale l’Italia resterebbe fuori da quel percorso di modernizzazione già intrapreso con successo da altri Paesi, come la Germania e la Spagna, che grazie ad una strategia energetica innovativa usciranno nei prossimi anni dall’era nucleare. Perché solo con una seria politica nazionale e locale, che promuova l’innovazione e renda più efficiente e sostenibile il modo con cui produciamo l’elettricità e il calore, si muovono le persone e le merci, consumiamo energia negli edifici e produciamo beni, l’Italia riuscirà a dare il suo vero contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, rispettando la scadenza del 2020 dell’accordo comunitario 20-20-20.
Per informazioni: scientifico@legambiente.eu
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Riflettendoci un po'...
Per citare un dato letto da "affari e finanza" di Repubblica del 9 Giugno 2008,
la Germania con 17 centrali Nucleari, copre il 26% del proprio fabbisogno energetico.Domanda: In Italia 17 centrali nucleari, dove le vorrebbero costruire?
Altra giustificazione al nucleare, "il petrolio costa oramai troppo, bisogna riproporre il nucleare" Il petrolio in italia provvede al nostro fabbisogno energetico al 9%.Il 60% Gas, 14% carbone, 17% rinnovabili.(sempre fonte Repubblica)
L' italia, non produce petrolio, percio' dipende da chi lo produce, non produce gas, percio' dipende da chi lo produce, non produce uranio, percio' dipendera' da chi lo produce. Infatti il costo dell' uranio e' aumentato notevolmente dalle prime centrali ad ora e continuera' ad aumentare, in ogni caso, il prezzo dell' uranio non lo stabiliremo noi.
Inoltre non va trascurato il discorso che le centrali nucleari, oltre ad essere pericolose sono sconvenienti per quanto riguarda i costi di installazione, manutenzione gestione scorie e dismissione.

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