Creato da sisyphus13 il 27/02/2015
curve a gomito, stazioni e orizzonti
 

IL TRAGITTO

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Il Tragitto Vol. 1

Post n°1 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da sisyphus13

 






Aveva preso il convoglio Gem 11, intenzionato a spingersi fino ai limiti del sistema sotterraneo, avrebbe girato così, a caso, per dimenticarsi dei dolori che lo affliggevano a Casa e delle angosce che gli procurava Stephanie. S'era sdraiato su una delle sedie fino a occuparne quattro e aveva socchiuso le palpebre lasciando che il metro si ponesse in movimento con il suo caratteristico dondolìo. Insieme a Lui c'erano solo due passeggeri: una vecchietta che probabilmente sarebbe arrivata fino a Polster e un giovinastro con l'unica intenzione di lasciare traccia di sè sulle pareti del convoglio (infatto aveva già preso a intagliare parte degli scorrimani e alcuni gradini). Frankie non sapeva cosa si nascondesse al di là della Stazione 16, la "Grande Vacca", ed era solo intenzionato a scoprirlo. Il Tragitto era abbastanza tortuoso e contorto: passava Polster, Outremain, Dehem e Saint Flock e arrivava a Romeo. Poi avrebbe dovuto cambiare...Ma per dove? Non si era mai spinto così oltre. Anche sulle mappe della metropolitana il terreno oltre la Stazione 16 era segnalato da un'unica macchia verde come linee in costruzione. Intorno gli scorrevano la notte e il rollare ipnotico del convoglio mentre le palpebre gli si chiudevano per la notte insonne del giorno precedente. Era stato svegliato dall'apertura meccanica delle porte e aveva visto la vecchia scendere esattamente a Polster, l'intagliatore, il ragazzaccio, era ancora a bordo e si accaniva contro i vetri luridi del piccolo vagone.
"Ehi!" Aveva fatto Frankie "Tu dove vai?".
"Saint Flock." Aveva risposto questo senza girarsi.
L'oscurità assumeva un ceffo bizzarro mentre Lui e quel disgraziato piombavano diritti fra le braccia della notte. Pannelli meccanici alti e grigi transitavano sotto i suoi occhi mentre delle timide linee si intersecavano sempre più raramente, grossi torrioni di acciaio e cupole viola si alternavano a ritratti del Caro Leader lasciati anche sull'ultima soglia. Outremain e Dehem erano passate senza che nessuno salisse o scendesse e ora ci si avvicinava a Saint Flock...Il ragazzo fischiettava mentre era impegnato a contemplare la sua ultima opera: un castello a volute, graffiato sul finestrino dello scompartimento e riempito con colori gialli e ocra. Frankie era meravigliato dalla bravura del tizio e gli sembrava che le sue fantasie lo accompagnassero in quel viaggio verso destinazioni sconosciute. Era come se la sua immaginazione avesse trovato un fondale e ora procedesse a pieno regime insieme alla motrice, già si sentiva un pò meno preoccupato. A Saint Flock, con la sua andatura dinoccolata e strascicando i calzoni, era sceso l'artista metropolitano senza salutare. Frankie si era alzato nell'istante stesso in cui il convoglio si era rimesso in moto: così aveva iniziato a percorrere tutti i vagoni alla ricerca di una qualche presenza umana; nel suo peregrinare aveva passato di tutto ma non aveva incrociato un bipede. Sconsolato era arrivato fino alla cabina di guida. Pensava di fare almeno quattro chiacchiere con il conduttore ma al posto di guida non c'era nessuno, solo le luci dei pannelli si sgomitavano e respingevano portando avanti in automatico tutto il trabiccolo. Lui aveva sospirato e s'era seduto, in ipnosi, alla cabina di regia. Guardava tutto quel quadro comandi che si accendeva come un videogioco impazzito, e rifletteva. Innanzi a sè scorreva la monorotaia e trascinavano via le pareti in perspex e gli ultimi slogans. Ormai dovevano essere vicini a Romeo...Chissà se si sarebbe potuto accendere una sigaretta. Un segnale acustico aveva improvvisamente avvisato che il convoglio giungeva a fine corsa e che per procedere oltre si sarebbe dovuto cambiare.
Romeo...l'ultima stazione che Lui conosceva. Era sceso nel vento che strappava le cartacce e sotto la cruda luce artificiale. Non c'era più nessuno e Frankie aveva osservato una mappa stravolta del percorso dell'underground. Aveva seguito con il dito le diramazioni da Romeo... gli approdi erano generici e risplendevano in rosso a segnalare l'incompletezza delle stazioni. I nomi parevano presi da un vocabolario slang a casaccio: Ridgley's Rope, Bornaatal, Two Circles Beware...Lui aveva cercato intorno un qualche addetto per una dritta o una indicazione, Tutto inutile, la Ridotta era desolata e passata esattamente attraverso dal vento crudele. Doveva stringersi nel cappotto e alzare il bavero. Improvvisamente da lontano aveva visto due fari illuminargli le pupille. Aveva riguardato la mappa e s'era accorto che sì...era il diretto per Two Circles Beware. Passava attraverso Kampf, L'Ourde, Tiravasniemi e AJ Port...tutte sigle che non significavano nulla, se non la provvisoria installazione di un cantiere o una fermata tattica per ricaricare Energia e muovere il transito sulla Monorotaia.

 
 
 
 
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