Creato da ippotommy73 il 31/05/2008

ritorno ad amare

una sola tua carezza mi toglie il fiato mi ferma il cuore e mi lascia senza parole

I PREMI



cari amici ho ritenuto opportuno che l'affetto che mi dimostrate meriti uno spazio suo quindi ho creato un blog solo per i premi e le manifestazioni di affetto che mi date, cliccate qui sotto e li troverete tutti li e grazie ancora di cuore

i premi


 

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Citazioni nei Blog Amici: 22
 
"Ama"

Ama finchč non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarā meglio.
Perchč lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti darā gioia.
La sofferenza
  čun grande dono di Dio:
chi l'accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.
 




 

 

 

 

 

 

 

ASPETTANDO LA NOTTE PER SOGNARE INSIEME

 




 
 

 






 

PERLE DI SAGGEZZA

 

Non discutere mai con un idiota

Ti trascina al suo livello e ti batte con

    l'esperienza....


a volte è meglio stare zitti e dare l'impressione di essere stupidi che parlare e togliere ogni dubbio



LA PAZIENZA
rafforza lo spirito,
addolcisce il temperamento
governa la carne,
spegne il rancore
estingue l'invidia,
sottomette l'orgoglio
imbriglia la lingua,
trattiene la mano
doma la tentazione,
sopporta il dolore...ma
NON TOLLERA I ROMPICOGLIONI


Nessuno merita le tue lacrime e i tuoi pianti, e colui che li merita veramente non ti farà mai piangere…”

 

 ci vuole  un minuto per notare una persona speciale, un'oraper apprezzarla, un giorno per amarla, ma si ha in seguito bisogno ditutta una vita per dimenticarla…”



i veri amici vedono i tuoi errori e te li fanno notare
i falsi amici vedono allo steso modo i tuoi errori
ma li fanno notare agli altri

 




 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NON MORTIFICARE MAI UN BAMBINO



                                             



 

Messaggi di Dicembre 2016

la sorpresa II parte

Post n°1974 pubblicato il 27 Dicembre 2016 da ippotommy73

I due si salutano con Tommaso ancora rosso in volto per la battuta di Susanna rimase ad osservarla mentre si allontanava stordito per quel incontro, che non si accorso che il maresciallo era tornato…

Maresciallo: capitano eccomi qui ho finito se vogliamo partire

Voltandosi di soprassalto Tommaso si sveglio e con un segno del capo acconsenti.

Come all’andata il capitano si mise alla guida e come l’andata non aveva tanta voglia di parlare, la confusione regnava nella sua mente non avrebbe mai pensato di rivedere Susanna e tanto meno avrebbe immaginato che dopo tanti anni quella donna fosse ancora in grado di creare scompiglio nella sua anima, il viaggio sembrava interminabile nonostante la distanza non era enorme, arrivati al comando il capitano e il maresciallo si recarono in ufficio ma prima di varcare la porta il giovane carabiniere di servizio avverti il capitano che c’era una persona che lo attendeva, e non una persona qualsiasi ma il magistrato titolare dell’inchiesta su cui stavano lavorando, il giudice Di Maio. Il capitano cercando di organizzare le idee e i fatti apre la porta e il suo buona sera si smorzò quando vide la figura del magistrato che osserva il panorama dalla finestra alle spalle della scrivania, una donna in tailleur grigio tacchi alti con i capelli raccolti in una lunga coda, immagine ben lungi da quella dei magistrati con cui il capitano era abituato a trattare.

Il magistrato sentendo il capitano si diresse verso di lui con aria seria, con voce decisa lo salutò…

Giudice: buona sera capitano lo sa che non si fanno aspettare le signore?

Capitano: certo che lo so ma non ero al corrente della sua visita altrimenti avrei fatto il possibile per non  farla aspettare

Giudice: capitano si deve abituare alle mie improvvisate specie quando dopo trascorso qualche giorno non ho ancora notizie su quello a cui stiamo lavorando, quindi se vogliamo tralasciare i convenevoli vorrei sapere  a che punto siamo.

Capitano: va bene dottoressa, proprio adesso siamo tornati da roma dove abbiamo interrogato il marito della vittima che si trovava all’estero e al suo ritorno è stato fermato dai colleghi della finanza per possesso di droga…..

 

Il capitano in una lunga relazione descrisse tutti i progressi e io sospetti che il capitano e il maresciallo avevano messo assieme, dalla pista della ritorsione nei confronti del marito per la sua attività criminale, a quella sul marito stesso per il suo atteggiamento violento nei confronti della moglie, alla possibile rapina..

La dottoressa Di Maio dopo aver ascoltato la relazione, fece silenzio per qualche secondo facendo finta di sfogliare il faldone delle indagini, ad un certo punto alzo lo sguardo si abbasso i grandi occhiali neri e disse…

Giudice : e se il marito non c’entrasse niente? Capitano ha pensato che quando una donna viene trascurata potrebbe cercare altrove quello che gli manca?

Il capitano scambiò un occhiata di stupore con maresciallo prima di rispondere al giudice…

Capitano: dottoressa effettivamente è una cosa a cui non abbiamo pensato, anche perché conoscendo personalmente la vittima non credevo fosse possibile, ma è una pista su cui ora penso sia il caso focalizzarci.

Giudice: capitano lei immagino conosca poco le donne altrimenti sarebbe stato la prima cosa su cui indagare.

Il capitano non sapeva cosa rispondere ma in suo aiuto arrivo il bussare alla porta, era un carabiniere che aveva in mano i risultati dell’autopsia sul corpo della vittima.

Bene esclamò il giudice così possiamo avere un quadro migliore.

Il capitano inizio a leggere e dopo qualche pagina con un aria sorpresa porse il fascicolo alla dottoressa…

Capitano: dottoressa credo che effettivamente la mia conoscenza delle donne è molto limitata, la vittima era incinta e dall’ analisi del dna del feto il padre non era suo marito.

Con un sorriso sornione e soddisfatto, la dottoressa inforcò i suoi occhiali e disse…

Giudice: caro capitato lei ha bisogno di qualche ripasso certe cose si devono intuire, comunque ora ci sono nuovi spunti di indagine, credo sia il caso di sequestrare e analizzare il cellulare della vittima insieme ad altri dispositivi in possesso della signora, per capire un po’ le sue frequentazioni.

Capitano: certo dottoressa, in verità il cellulare è già i nostro possesso ma a questo punto credo sia il caso di capire se avesse altre utenze intestate

Giudice: bene vedo che apprende in fretta quindi proceda, e appena avrà novità ci aggiorneremo. Ora vado che si sta facendo tardi a presto capitano

Capitano: certamente ma permetta che l accompagni non sono un conoscitore dell animo femminile ma le buone maniere le conosco ancora.

Sorridendo il giudice acconsentì il capitano le diede una mano a mettere il cappotto e fu inebriato dal profumo della dottoressa, i due si diressero all uscita dove proprio li avanti l attendeva la macchina di servizio con l autista il capitano aprì la porta dell’ auto e fece entrare il giudice che piacevolmente impressionata dalla galanteria del capitano, una volta chiusa la portiera abbassò il finestrino…

Giudice:  allora capitano le auguro una buona serata, e quando vuole quel ripasso mi faccia sapere …

Capitano: con molto piacere dottoressa buona serata.

L’ auto si allontanò molto velocemente, e il capitano tornò nel suo ufficio dove c’era ad attenderlo il maresciallo…

Maresciallo: capitano mamma mia che sventola di giudice

Capitano: maresciallo ma che dice più tosto com’è che non abbiamo pensato alla seconda vita della vittima no ci abbiamo fatto una bella figura

Maresciallo: già capitano ma mi  sa che il giudice di maio oltre ad essere una bella donna è pure molto sveglia.

Capitano: vero ma che ci serva di lezione ora andiamo a casa che si è fatto tardi, domani mattina passiamo a casa della vittima e vediamo se era in possesso di pc o altre diavolerie per connettersi ad internet.

Maresciallo: certo capitano allora a domani buona sera.

Capitano: buona sera maresciallo .

Il capitano prima di andar via rimase ancora un po’ seduto alla sua scrivania, troppe sorprese per un solo giorno , aveva bisogno di fermarsi per qualche minuto...                                          


 

 
 
 

non me lo so spiegare

Post n°1973 pubblicato il 16 Dicembre 2016 da ippotommy73

 
 
 

la sorpresa

Post n°1972 pubblicato il 16 Dicembre 2016 da ippotommy73

 

Dopo una breve attesa si apre la porta e scortato da due agenti entra Luca punzo , per niente preoccupato anzi con aria di sfida rivolgendosi ai due militari esclama “mancavano solo i man in black”

Il capitano poco incline alle battute, con voce ferma e autoritaria gli dice di sedersi, evidenziando già un lieve disprezzo nei confronti del punzo.

già al corrente del omicidio di sua moglie? Punzo: e come facevo a non saperlo mi avete tartassato di telefonate  voi e Capitano: immagino che lei sia

quella rompiscatole di mia cognata anzi ex cognata?

Capitano:  la vedo molto affranto dalla cosa anche se quanto pare lei non si trovasse in italia al momento dell’omicidio questo non la escluda dalla lista dei sospettati, ma può anche essere la causa, quindi non sarei tanto spavaldo, in entrambi i casi non si metterebbe bene per lei.

Punzo accenna un sorriso beffardo ma forse le parole del capitano hanno colpito nel segno, facendo emergenze qualche segnale di inquietudine nel punzo.

Il capitano incalza con le domande ma il capitano badava poco alle risposte che di certo non potevano essere attendibili ma dal fatto che per ogni domanda le sicurezze di quell’ uomo andavano sempre più sgretolandosi, fin quando con un ultima domanda il capitano assesta un colpo basso:

capitano: mi sto convincendo che lei sia la causa della morte di sua moglie spero che sia lei a dirmelo,  chi le ha mandato un avvertimento? Anche perché è qualcuno che la conosce bene andando a colpire dove forse avrebbe fatto meno danni .

punzo: lei ha una mente contorta nessuno potrebbe volermi far del male

capitano: sarà ma a lei secondo me farebbe bene a stare attendo e a collaborare. Poi i signori qui con le divise stile sfumature di grigio sapranno  trovare la strada giusta per farla parlare.

Il punzo cercava di ribattere ma il capitano con un gesto improvviso si alza e gli volta le spalle, e rivolgendosi al maresciallo gli fa capire che la conversazione è finita li

 

Usciti dalla stanza i il tenente di stefano si rivolse al capitano con tono stupito :

tenente: capitano lei crede che veramente qualcuno possa vere voluto dare un avvertimento al giovanottone uccidendo la moglie?

Capitano: è un ipotesi ma io volevo capire quando fosse plausibile, certo le modalità non sono proprio da avvertimento ma non è un ipotesi da scartare, le conferme le dove cercare voi io sto indagando per un omicidio e non per spaccio.

Tenente: allora la saluto man in black

Capitano: ci risentiamo presto grigio sfumato.

Con questo simpatico scambio di battute si congedavano ma entrambi con molte domande e poche risposte.

Ormai era tardo pomeriggio e i due militari si apprestavano a fare ritorno a casa, ma non prima che il maresciallo chiedesse al capitano di fermarsi per comprare un regalo alle figlie, il capitano acconsentì.

Lungo la strada si fermarono in un centro commerciale, e mentre il maresciallo era intento a comprare i regali, Tommaso  passeggiava per i corridoi del centro, a volte il fato gioca brutti scherzi divertendosi con le persone e proprio mentre il capitano sbirciava tra le vetrine alle sue spalle una voce calda e familiare attirò la sua attenzione, una voce che lui conosceva bene anche se aveva cambiato un po’ il suo accento, ma era sicuro di conoscerla, così lentamente tommaso si voltò e alla sua vista apparve lei, la voce era proprio la sua, così con la voce rotta dall’emozione :

Tommaso: Sussanna

Susanna  interrompendo di botto la conversazione telefonica in cui era impegnata, rimase di stucco del trovare il suo amico li davanti a lei e per giunta in divisa, l’osservò dalla testa ai piedi e con tonno stupito chiese:

sussanna: sei tu tommaso che ci fai qui?

Tommaso con la voce sempre più emozionata:

tommaso: sono qui per lavoro, dovevo parlare con una persona.

Sussanna: non ti chiedo che lavoro fai perché si vede lontano un miglio, per giunta ufficiale, caspita

Tommaso: bhe la vita è bella perché da un momento all’altro ci cambia le carte in tavola come ora mai avrei immaginato di trovarti qui, in una città così grande con tante persone.

Susanna: già è incredibile anche io sto qui per lavoro faccio la fotografa e devo prepara dei servizi fotografici per delle pubblicità.

Tommaso: hai sempre avuto la passione per la fotografia, pensavo proprio a te i questi giorni, ti ho nache mandato la richiesta d’amicizia

Con un sorriso sornione..

Susanna. Solo in questi giorni? Comunque appena arrivo a casa accetto è bello dopo tanti anni ritrovarsi, ora però ti devo lasciare mio marito mi aspetta fuori.

Tommaso: ok ci conto è stato stupendo rivederti

I due si salutano con Tommaso ancora rosso in volto per la battuta di Susanna….

 

 
 
 

resta cu me

Post n°1971 pubblicato il 11 Dicembre 2016 da ippotommy73

 
 
 

viaggio verso roma

Post n°1970 pubblicato il 11 Dicembre 2016 da ippotommy73

La notte è fatta per dormire o fare l’amore ma non per Tommaso, lui cerca di riordinare le idee e far combaciare i fatti che sono ancora lungi dall’essere chiari, quel posto gli crea ancora troppi turbamenti e non riesce  ad avere il giusto distacco, e la cosa non giova certo al suo morale.

 Ma inesorabilmente il sole sorge e alle prime luci dell’ alba Tommaso deve tornare alle sue indagini e mentre si appresta a riprendere le scartoffie dove vi erano le poche informazioni in suo possesso  il telefono squilla , era il maresciallo festante che era ansioso di metterlo informarlo di una cosa molto importante:

maresciallo: buongiorno capitano sono festante mi è appena arrivata un informativa che hanno fermato l marito di eva sorrentino, si trova a roma

tommaso: bene maresciallo quindi ci facciamo questa passeggiate a roma oggi? Faccia preparare la macchina di servizio ci vediamo tra un ora in caserma.

Finalmente qualcosa si muoveva e il fatto che per le indagini bisognava spostarsi a roma lui lo vedeva come un fatto positivo perché gli permetteva di allontanarsi dal suo paese che con le sue influenze non lo faceva lavorare tranquillo, ma quello che il capitano  non immaginava che questo  primo viaggio verso la capitale non sarebbe stato l’ultimo e che vi erano in serbo per lui molte sorprese.

Il capitano scese di casa incamminandosi verso l’ufficio si godeva la frizzante aria mattutina percorrendo le strade del centro storico che in un labirinto di stradine strette portava alla caserma che si trovava in una zona poco tra ficcata dove da ragazzo tommaso andava a tirare calci al pallone con gli amici e mai avrebbe immaginato che quel campo fuori mano e poco curato sarebbe stato il fulcro del suo lavoro.

Nella garitta della caserma già era pronto con il maresciallo ferrante con un faldone enorme in mano che non vedeva l ora di partire…

Maresciallo: capitano tutto pronto documenti macchina  e indirizzi.

Capitano: maresciallo la vedo ansioso di partire, e poi che ci sta in questa cartellina enorme  tutto quello che abbiamo sul caso ci sta in pochi fogli.

Maresciallo: queste sono tutte informazioni che riguardano il marito della vittima

Capitano: caspita un tipo abbastanza tranquillo che non vuole passare inosservato

Maresciallo: è già infatti la nostra meta è il comando della guardia di finanza con precisione il gico

Capitano : ok partiamo guido io però maresciallo non per sfiducia ma non mi fa bene non stare al sedile di guida.

Maresciallo: va bene capitano andiamo.

Durante il viaggio il maresciallo riassumeva quello che ci stava scritto nel faldone iniziando natura mete del nome Luca Punzo, ufficialmente di professione imprenditore, ma dalla quantità di informative  della guardia di finanza  in cui lo vedono coinvolto sto tizio passa più tempo in tribunale che a svolgere un qualsiasi lavoro. In ultimo il maresciallo lo informa del motivo del fermo: era stato trovato con 2 kg di droga nel doppio fondo della valigia al ritorno dalla spagna.

Capitano: ma questo tizio come fa a stare ancora in circolazione? Dovrebbe stare dietro le sbarre.

Il maresciallo mestamente chiude la cartellina e con voce rassegnata dice:

maresciallo: capitano purtroppo qui la giustizia non è uguale per tutti, il signor punzo ha una famiglia molto facoltosa alle spalle che interessi e amicizie importanti e tra questi politici e giudici, e con un patrimonio così posso permettersi qualsiasi avvocato.

Capitano: queste sono le cose che ci fanno pensare che il nostro lavoro è inutile.

Maresciallo: inutile e mal pagato aggiungerei

Capitano: giusto. Però riflettendo una famiglia tanto importante non credo che accettasse di buon grado il matrimonio con una ragazza del ceto medio, è una cosa da tener conto e verificare magari parlando con qualche esponente della famiglia.

Maresciallo: al nostro ritorno organizzerò la cosa.

Ormai erano quasi alle porte di roma il raccordo trafficato come al solito e l uscita nomentana pareva non arrivare mai, ma era comunque opportunità per preparasi all’interrogatorio.

Arrivati al comando ad accoglierli vi era il tenete di tenete di stefano uomo dall’ aspetto minuto che pareva quasi un ragazzino  ma di certo conosceva bene il suo mestiere visto che dopo i convenevoli la sua prima richiesta fu quella di essere presente all’interrogatorio nel tentativo di carpire altre informazioni anche su questo fronte.

Tenente: punzo è un pesce piccolo gli stiamo dietro da parecchio e abbiamo dobbiamo capire chi ha dietro

Capitano: non ci sono problemi anche perché bisogna cercare di capire se il delitto della moglie possa essere legato anche questa sua nuova attività

Tenente: ipotesi interessante capitano ma a noi interesse catturare chi sta dietro di lui scoprire chi ha ucciso la moglie è compito vostro.

Capitano: certo e collaborare potrebbe facilitare il lavoro ad entrambi.

Conclusa questa breve premessa i tre si recano in uno stanzone in attesa di punzo..

 

 

 

 
 
 

sei il sogno

Post n°1969 pubblicato il 09 Dicembre 2016 da ippotommy73

sei il sogno di una vita

sei quel pensiero che mi sveglia dolcemente

e quello che soavemente mi accompagna nei pensieri prima della notte

sei la donna che avrei voluto come mia regina

nel mio piccolo regno

fatto di sentimento e sacrificio

sei il faro che nella notte guidi il mio cammino

e il fuoco che infiamma la mia anima

sei il mio sogno che custodisco gelosamente

e che nessuno mai potrà mai portarmi via


 

 
 
 

capitono II

Post n°1968 pubblicato il 09 Dicembre 2016 da ippotommy73

 

L’atmosfera nell’ immenso studio si faceva sempre più pesante tommaso cercava di trovare il modo per rompere quel silenzio che era quasi assordante, quindi prese coraggio e con un groppo in gola fece la prima domanda.

Tommaso: professore ultimamente eva le sembrava strada o preoccupata per qualcosa?

Professore: vedi caro tommaso i rapporti con mia figlia ultimamente erano particolari pur abitando sullo stesso pianerottolo mi veniva concesso di vederla solo in rari casi

Tommaso: chi l’impediva di vederla?

Professore: quell’individuo che lei chiamava marito e che era diventato un carceriere violento

Tommaso: quindi il marito la maltrattava? Come mai non ho trovato denunce

Professore: la maltrattava? Non passava giorno che su suo viso apparivano segni lasciati dal quel poco di buono. Poi denunciarlo? Lei non ha mai voluto diceva che non erano affari miei e che lui era solo un po’ stressato. Stressato capisci tommaso uno che non ha ne arte ne parte che deve ringraziare i genitori che gli danno i soldi per farsi passare tutti i capricci e solo dopo si ricorda che ha una moglie e un figlio da sfamare.

Tommaso: professore  mi scusi sa ora dove sta il marito di sua figlia?

Professore: e chi lo sa, sono giorni che non lo vediamo in giro alice lo ha anche chiamato per avvertirlo ma non ha mai risposto solo dopo tanti tentativi ha mandato un messaggio che era impegnato in faccende molto importanti e non poteva rispondere e che non voleva essere infastidito

Tommaso: dopo mi faccio dare il numero da alice  che a rintracciarlo ci penso io,  e la sera dell’omicidio pure non l ha vista?

Professore: quella sera verso le 20 ci ha lasciato il bambino dicendo che doveva fare una commissione urgente e che sarebbe tornata presto. Il resto lo sa meglio di me

Tommaso: il resto sto cercando di scoprirlo e le assicuro che ci riuscirò

Con aria disillusa il professore tirò un sospiro e disse tommaso forse il motivo della fine di mia figlia sono stato io e il mio non volerla mai considerarla una donna

Tommaso: non si butti la croce a dosso più tosto pensi a quel piccolo che ora non ha più la sua mamma.

Il professore calò il capo e chiese se c era altro da sapere, tommaso a quel punto capì che era il momento di andare via e alzandosi dalla sedia si accorse che quell’austero signore stava piangendo, con un filo di voce lo saluto lentamente usci dalla stanza e dall’altra parte c’era alice che probabilmente aveva sentito tutto  visto che lo aspettava con un foglietto con su scritto un numero di telefono,

alice: questo è il numero di mio cognato, ma dubito che  tu riesca a trovarlo chi sa dove sta a divertirsi

tommaso: grazie alice ci penso io.

Alice si volto e lo accompagno alla porta,  lo salutò e gli disse che l’indomani sarebbe andata da lui in caserma per parlare di eva.

 

Tommaso con le mani dietro la schiena inizia a passeggiare per il quartiere sempre con il pensiero al caso che si sta rivelando dalle prime battute abbastanza complesso, e mentre riordinava le idee si sente chiamare e nel voltarsi riconosce nella figura che si reca verso di lui il suo vecchio amico giovanni con cui avevano condiviso tante avventure giovanili, i due si salutarono calorosamente …

Giovanni : da quanto tempo tommy che ci fai da queste parti

Tommaso: e già troppo tempo sono qui per lavoro , sai mi hanno trasferito qui e subito mi hanno dato da fare

Giovanni: ho saputo brutta storia,  di solito qui è tranquillo ma anche io è da un po’ che manco mi trovo di passaggio per mia madre, e quindi non Sono bene informato. Ma dai prendiamoci un caffè

Li vicino c’era il bar dello sport i due si sedettero iniziarono a parlare delle loro vite attuali ma fu immancabile il tuffo nel passato a quando le loro vite erano spensierate e felici. Ma per entrambi il tempo era tiranno e si dovettero salutare con la promessa di rivedersi per una serata insieme, e proprio quando si stavano congedando giovanni  pose un ultima domanda a tommaso

Giovanni: ma hai più sentito susanna?

Tommaso: mi sembrava strano che non me l avessi ancora chiesto, no non abbiamo più contatti da quando si allontano, senza mai dirmi il motivo e io non gli lo chiesi mai

Giovanni: peccato tutti erano certi che prima o poi vi sareste messi insieme e sareste spossati da quanto eravate legati

Tommaso: purtroppo la vita non va sempre come vorremmo, ma pazienza si vede che così doveva andare. Alla prossima giovanni.

Quel tirar corto su  quel argomento fece capire a giovanni che per tommaso la ferita era ancora aperta e non voleva parlarne quindi si congedò e andò via.

Tommaso per conto suo pur aspettandosi che si parlasse di lei non si sarebbe aspettato che il pensiero di susanna fosse ancora così forte nella sua mente dopo così tanti anni, e in lui inizio a prendere corpo il desiderio quanto meno avere sue notizie, ma di certo non poteva andare dalla madre per chiederlo.

In suo aiuto viene la tecnologia tornato a casa accende il pc e si collega facebook  ma con scarse speranze digita il suo nome, come per magia appare il suo profilo con la sua foto stupenda come sempre, un po’ indeciso gli invia comunque l amicizia  e spegne il pc, la dura giornata si stava per concludere e ma nonostante la stanchezza non riusciva a riposare per la quantità di pensieri che giravano per la testa del capitano.

 

 

 
 
 

un caso personale

Post n°1967 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da ippotommy73

 

All’indomani il capitano ancora pensieroso per quello che aveva provato nella notte e consapevole che questa indagine non sarebbe stata semplice, sperando di essere troppo preso emotivamente dal contesto di questa sua prima indagine del suo nuovo incarico, si recava verso il suo ufficio a piedi come suo solito anche se il la distanza non era proprio breve, ma lui diceva che quella passeggiata lo aiutava a riordinare le idee, ma sta volta le idee non ne volevano sapere di andare al loro posto aveva stampato in mente il volto di quella ragazza che pur non conoscendola aveva avuto la sensazione che avesse qualcosa di familiare, sarà stato il luogo, sarà stato il vedere tanti volti della sua gioventù oppure effettivamente quella ragazza aveva qualcosa che lui già conosceva ma che non riusciva a decifrare. Arrivato in ufficio chiama subito il maresciallo per sapere tutte le informazioni che sono state raccolte sulla vita, il maresciallo apre il suo blocchetto e inizia ad elencare come in una lista della spesa tutto quello che era stato capace di raccogliere, a partire dal nome eva sorrentino 25 anni sposata con un figlio di un anno commessa in un negozio di abbigliamento della zona in cui abitava pure porta a porta con i sui genitori anziani.

A sentire cognome qualcosa inizio a diventare più chiaro sorrentino era il cognome di una dell' amica di sussanna ai tempi in cui si frequentavano, lo ricorda bene perché era il più grande ostacolo che si interponeva tra lui e susanna stando sempre appiccicata all’ amica e probabilmente l’unica che aveva veramente capito i sentimenti di tommaso, ed è per questo che gli risultava così antipatica.

Con queste poche informazione il capitano capisce che deve ritornare in quei luoghi e iniziare a parlare con le persone più vicino alla ragazza a partire dai genitori e dal marito, raccoglie i fogli che aveva sulla scrivania e si appresta ad incamminarsi verso il luogo del delitto ma non prima di togliersi la divisa e chiede una macchina di servizio senza scritte evidenti, con la speranza di poter sfruttare la sua aria familiare e non inibire i suoi ex concittadini alla vista di una divisa.

La mattina era serena e un timido sole da un certo tepore all’aria e l’atmosfera era la stessa di quando tommaso marinava la scuola e andava in giro nelle tiepide mattine invernali, prima tappa è la casa dei genitori di eva bussa delicatamente alla porta un occhio sospettoso lo scruta dallo spioncino ma non chiede neppure chi fosse e lentamente apre la porta, e mentre si schiudeva man mano appariva la figura del professore sorrentino, austero e imponente come sempre nonostante gli anni

Prof. : Buon giorno tommaso da quanto tempo

Tommaso: e si professore sono passati tanti anni e mi dispiace doversi vedere in questo triste evento

Il professore calò il capo per qualche istante per nascondere la smorfia di dolore, di un padre che ha perso un pezzo di se

 Tommaso: le miei condoglianze professore , ma la mia visita non è di cortesia

Il professore rialzò la testa e con una voce severa e interrogativa esclama

E cosa ti porta davanti alla mia porta

Tommaso: professore sto seguendo le indagini sull’ omicidio si eva e avrei bisogno di farle alcune domande anche se capisco che non è il momento giusto.

Il professore stupito ma in fondo sollevato che a seguire questa faccenda fosse qualcuno di conosciuto lo fece entrare.

Tommaso appena varcò l'uscio della porta vide un bimbo che giocava con una donna anziana che lui molto distintamente riconobbe non ostante i segni del tempo e i capelli d’argento era la signora sorrentino  e quello probabilmente era il figlio di eva

con tono sommesso accenna un saluto e la signora voltandosi verso di lui con uno sguarda gli fece capire che non voleva turbare il piccolo, il professore fece accomodare tommaso nel suo studio, che rimase esterrefatto dalla quantità di libri che vi erano ordinatamente riposti sugli scaffali.

Professore: cos’è capitano ti sono ancora sconosciuti questi oggetti? Sarcasticamente sussurra

Tommaso: e non professore qualcuno l 'ho conosciuto ma questi sono tanti in questa stanza si respira cultura

Professore: già cultura che non riporterà indietro mia figlia

Tommaso: purtroppo no professore ma non le voglio sembrare insensibile, sua figlia non potrà tornare indietro ma dobbiamo capire perché e soprattutto chi ha portato via eva gli lo dobbiamo

Professore: per quello che posso sono a tua disposizione.

Tommaso: grazie professore non le ruberò troppo tempo promesso.

Proprio in quell istante entra alice l’odiata amica di susanna, con un vassoio su cui erano appoggiate due tazzine di caffè.

Alice: buongiorno tommaso o dovrei chimarti capitano? come stai? Ho portato il caffè anche se ricordo bene tu non lo prendi

Tommaso: ciao alice potrei stare meglio, ricordi bene non prendo caffè ma in questi casi ci vuole,

lei abbozza un sorriso e senza dire una parola lascia il vassoio sulla scrivania e mentre sta per andare via...

Tommaso: alice dopo avrei bisogno di parlare anche con te.

Alice senza voltarsi rispose di la verità sono anni che sognavi di derlo? Comunque non qui non in presenza del bambino.

Tommaso: va bene mi dirai tu quando e dove

Alice chiuse la porta dello studio e lascio i due uomini soli

 

 
 
 

ritorno alle origini

Post n°1966 pubblicato il 07 Dicembre 2016 da ippotommy73

 

Nella notte gelida nel quartiere storico si sente un auto arrivare, un portone aprirsi e dei passi veloci che raggiungo la auto che parte a tutta velocità con le sirene spiegate, i passi erano del capitano Tommaso Borghese, strappato dalle braccia di morfeo , a causa di una donna trovata morta in un vicolo, e per il quale era stato chiamato ad indagare, la destinazione gli era ben nota in quel quartiere ci era cresciuto e aveva vissuto gran parte della sua gioventù, e forse proprio per questo che in quel breve tragitto che la mente del capitano iniziava a tornare indietro negli anni.

All’improvviso si vide catapultato nel passato a quando era ragazzo a quando stava passando dall’essere bambino al diventare adolescente età difficile certo, età che non si ha ancora ben chiaro cosa si vuole fare della propria vita , con il difficile impegno per quella età della è la scuola mai troppo amata , e molto spesso disertata.

Nel suo vagare nei ricordi vede quel ragazzo pienotto, con l’ espressione  sempre triste  e taciturno , spesso perso nel suo mondo fatto di sogni e speranze,  cresciuto con il padre sempre lontano per lavoro, che lo ha portato a crescere in fretta. Quel ragazzo non aveva una gran stima del suo aspetto fisico e neppure delle sue capacità, il tutto rafforzato da una tremenda timidezza  .

Ma il ricordo più forte era per lei susanna la sua bellissima amica che gli faceva battere il cuore al solo sentire il suo nome, che gli è rimasta impressa come un marchio a fuoco nella sua mente e che neppure il tempo ha sbiadito.

Arrivati con un muro di folla a sbaragli la strada si senti gelare il sangue a rivedere quei luoghi a fatica riuscì a raggiungere la vittima che era li riversa sul marciapiede ancora rannicchiata in se come a proteggersi da qualcosa a da qualcuno, in quel istante i ricordi si bloccarono il suo lavoro lo richiamava alla realtà e alla sua crudeltà, e a quel giovane corpo di donna che era li senza vita. Senza toccarla la scrutava girava attorno fino a intravedere il volto, su cui si vedevano ancora i segni delle lacrime, quella scena gli dava angoscia e tristezza ma doveva continuare il suo studiare la scena e la vittima finito sentiva ancora più gelido il vento che gli solcava il viso, erano passate poco meno di 2 ore da quando era uscito da casa, ma l’inquietudine che gli provocava quel luogo gli diede la sensazione  che il tempo si fosse fermato, e fu liberatorio entrare in macchina e tornare a casa ma sta volta senza ricordare nulla, come la sua mente stesse in pausa.

il capitano borghese entrò nell arma per caso dopo il diploma preso per il rotto della cuffia fece il concorso per entrare alla scuola ufficiali, senza nessuna speranza partecipò più per far contento al padre che per suo desiderio, invece superò il concorso, e fu li che la vita del giovane toni cambia, la sua svogliataggine si trasforma in determinazione, la sua poca voglia allo studio muta in un desiderio di sapere che lo porterà a laurearsi in psicologia . con questo spirito riesce a fare un folgorante carriera svolgente in maniera brillante qualsiasi incarico gli venga affidato. Con questi presupposti a tommaso gli viene dato l’incarico di comandare un gruppo scelto di uomini e donne dell arma chiamati ad indagare su crimini su donne e bambini, e con esso la promozione a capitano, incarico da svolgere nella sua città natale. sfida stimolante ma difficile lui che non aveva mai comandato un gruppo era li a gestire indagini complesse e delicate, ma al capitano tutto questo piaceva.

 

 
 
 
Se un giorno ti venisse voglia dipiangere...Chiamami. Non prometto di farti ridere,ma potrei piangerecon te...Se un giorno tu decidessi di scappare,non esitare a chiamarmi.Non prometto di chiederti di restare,ma potrei scappare con te. Se ungiorno ti venisse voglia di non parlare con nessuno...Chiamami.In quelmomento prometto di starmene zitto. Ma...Se un giorno tu mi chiamassi enon rispondessi...Vienimi incontro di corsa...Forse ho bisogno di te.

 

 


 

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Anche se cio' che puoi fare è soltanto una piccola goccia nel mare, puo' darsi che sia proprio quella a dare significato alla tua esistenza."

 

 

 

 

 


 

 

 

 

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