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La medicalizzazione ovvero il trionfo della medicinaSecondo il bioeticista von Engelhart i rapporti tra letteratura e medicina si collocano a tre livelli: una funzione della medicina verso la letteratura, l’inverso cioe’ della letteratura per la medicina ed infine una funzione della letteratura per una comprensione piu’ approfondita della medicina, e soprattutto del rapporto tra medicina e società. La pièce teatrale "Knoch o il trionfo della medicina" di Jules Romain, pseudonimo dello scrittore francese Lois Arigoule (1885-1972), e’ un esempio tipico di quest’ultimo rapporto, per così dire didascalico ed interpretativo. Due parole sull’autore, Jules Romain, celebre in patria più per le opere teatrali di carattere satirico che non per il monumentale romanzo “Les hommes de bonne volontè” (saga sulla vita sociale europea di inizio secolo in 27 ben volumi, completata nel 1956). Romain propugnò un proprio ideale,l’umanismo, secondo il quale ogni gruppo umano possiede una sorta di anima collettiva che accomuna tutti i suoi membri, spesso inconsapevolmente, che prefigura una sorta di socialismo utopistico. Oltre a “Knoch” Romain scrisse altre commedie farsesche che prendevano di mira i miti, gli errori e le ipocrisie della societa’ dell’epoca. Il “Trionfo della medicina” venne rappresentato a Parigi nel dicembre 1923, con un immediato e clamoroso successo di pubblico, e verrà riproposto sugli schermi cinematografici qualche anno dopo. La pièce, anche se non è mai stata tradotta in italiano, è abbastanza nota nell'ambiente medico, venendo spesso citata come esempio di invadenza sociale o, come si dice più modernamente, di autoreferenzialita’ della medicina. Jules Romain descriveva cinquant’anni fa, nel solco della tradizione satirica à la Moliere e grazie alla preveggenza del grande artista, la cosiddetta medicalizzazione di fine secolo, criticata negli anni settanta dai sociologi bastian contrari, alla Ivan Illich per intenderci. La commedia racconta la metamorfosi socio-antropologica indotta dall'arrivo a Saint-Maurice del giovane e intraprendente dott. Knoch, che prende il posto del vecchio medico di campagna dott. Parparlaid dopo averne acquistato la clientela. Grazie a quella che oggi definiremmo una campagna di marketing vincente il brillante professionista, in sinergia con farmacista e maestro del paese, riesce nell'impresa di mettere letteralmente a letto gli abitanti di Saint-Maurice. Il suo slogan è: "I sani sono dei malati che si ignorano". Lo strumento concettuale del cambiamento è la ridefinizione del binomio salute/malattia, in virtù di un chiaro spostamento di accento sul secondo termine. Ecco un florilegio del Knoch-pensiero:"Da parte mia, non conosco che persone più o meno colpite da malattie più o meno numerose, a evoluzione più o meno rapida"; “Ritengo che , malgrado tutte le tentazioni contrarie, noi dobbiamo lavorare alla conservazione del malato”; "Per me un medico che non puo' appoggiarsi ad un farmacista di prim'ordine è un generale che va in battaglia senza artiglieria". La strategia di Knoch è, considerata l’epoca, una vero colpo di genio: in pratica riserva un ambulatorio per gli abitanti del paese, con visite interamente gratuite per "spirito filantropico", al fine di "arginare il progresso inquietante di malattie di ogni genere che invadono da qualche anno le nostre regioni una volta così salubri", poiché niente lo irrita "come quell'essere né carne né pesce che voi chiamate essere sano". Il successo è immediato e travolgente; dopo il grigiore professionale del dott. Parparlaid,finalmente “l’età medica può cominciare”. L’astuta messa in scena vince le resistenze degli increduli e avari abitanti del villaggio; grazie ad un pomposo linguaggio scientifico Knoch convince la gente a farsi curare malattie immaginarie finchè, alla fine della commedia, la locanda del paese si trasforma in un ospedale affollato di degenti. Così il dinamico filantropo contempla, soddisfatto di se, il paese "tutto impregnato di medicina, animato e percorso dal fuoco sotterraneo della nostra arte”. Sembra proprio la descrizione ante litteram del pervasivo impatto sociale della medicina di fine millennio. Per la verità una differenza con l'odierno scenario c'è: se all'inizio del secolo la carta vincente di Knoch era lo sguardo indagatore che gettava una luce impregnata di malattia sulla supposta salute degli ignari e potenziali pazienti, oggi il pendolo del binomio salute malattia pende dalla parte del primo termine, alimentando con la prospettiva della prevenzione una nuova cultura della salute a tratti ossessiva e altrettanto pervasiva. C’e’nella commedia un episodio che spiega meglio delle analisi sociologiche la scarsa visibilita' della medicina generale di oggi, a cui fa ombra la tecnomedicina"trionfante" del nuovo millennio. La domestica della locanda,folgorata dalla scienza di Knoch, addirittura non riconosce il dott. Parparlaid tornato a Saint-Maurice per far visita al collega a qualche mese dalla“rivoluzione” sanitaria. Non solo ma la donna estende la sua scotomizzazione ai servizi medici dell'era pre Knoch, affermando in modo disarmante: "Non sapevo che ci fosse stato qui un medico prima del dott. Knoch". Ecco alcune scene: i protagonisti sono il rampante Knoch che giunge nella condotta retta dall'anziano dott. Parpalaid, in procinto di "cedere" la clientela al giovane e brillante collega cittadino,fresco di studi. 1)La dimensione contrattuale tra medico e paziente -Knock: (...) Parlando tra di voi del dottor Parpalaid, che parole usavate? -Annunciatore: Quello che avevate. Nove volte su dieci, vi congedava dicendo: "Non è nulla, domani starete benissimo amico mio".(...) E poi vi indicava rimedi da quattro soldi; a volte una semplice tisana.Capirete bene che la gente, pagando 8 franchi per una consultazione, non gradisce poi ricevere rimedi da quattro soldi. -Knock: Ma come! Quelli che visitate più volte alla settimana, o più volte al mese? |
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MI PRESENTO....
Sono un medico di Medcina Generale che esercita la professione dal 1981 in un paese alle porte di Brescia in medicina di gruppo. Da anni svolgo anche l'attività di animatore di formazione nei ranghi della SIMG (Societa' Italiana di Medicina Generale), di ricercatore in Medicina Generale (audit, governo clinico, formazione sul campo, ricerche epidemiologiche ed osservazionali) tutor del tirocinio valutativo per l'esame di stato e docente alla scuola di formazione in Medicina Generale di Brescia.
Ho collaborato con le principali riviste Italiane della MG, come Occhio Clinico, Medicinae Doctor e rivista SIMG. Dall'inizio del secolo modero e partecipo alle discussioni pubbliche su Mailing Lista locali (rete UNIRE di Brescia), nazionali e sui gruppi professionali di FaceBook. I miei interessi spaziano dalla metodologia clinica alla psicologia cognitiva, alle medical humanities in generale, con paticolare riferimento alla diagnosi e all'errore in MG.
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