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trasmissione "Quattro chiacchere con..." dell'emittente Agoradio (AN) nel quale viene intervistato Danilo Scastiglia.

Post n°28 pubblicato il 30 Novembre 2010 da mercerara2008

Il calendario della trasmissione "Quattro chiacchere con..." dell'emittente Agoradio (AN) nel quale viene intervistato Danilo Scastiglia.
Intervista che sarà messa in onda sia in web che in fm:

06 dic /12 dic
Orari:MARTEDI: WEB 18,30 MERCOLEDI:
WEB 10,30 GIOVEDI: WEB 18,30 - FM 93,100 ORE 20,30
VENERDI: WEB 10,30
SABATO: WEB 17,30 DOMENICA: WEB 10,30
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"Alchimie" La chimica nascosta dei sentimenti e delle passioni di Nicola Graziano

Post n°26 pubblicato il 25 Novembre 2010 da mercerara2008

"Alchimie" La chimica nascosta dei sentimenti e delle passioni di Nicola Graziano
Caro Danilo,

ti scrivo scusandomi prima di tutto del ritardo con cui ti mando le mie note su Alchimie. E non adduco scuse o giustificazioni. Volevo dirti che ho letto il tuo libro con un piacere “giusto” e – credimi – questo è già un complimento perché di un libro è imbarazzante tanto la bellezza che bisogna ridimensionare, quanto la bruttezza che occorre sbiadire o tappezzare. Non sono mai stato un lettore accanito e non mi sono mai cimentato nella recensione di un libro. Ti prego dunque di perdonare le mie ingenuità e di accettarle come indizi che – spero – tu possa incastrare e ricomporre nel quadro delle impressioni che altri più qualificati di me ti hanno fornito. È teatino perché parla di noi anche se non dice che siamo noi. Non serve.

 

Cosa è Alchimie? Me lo sono domandato quando mi hai detto che avevi scritto un libro invitandomi a comprarlo e leggerlo. La cosa all’inizio mi è sembrata pretenziosa, ma alla fine l’ho trovata onesta e l’ho fatto e senza dirtelo perché è giusto che lo scrittore lasci che ogni copia del proprio libro faccia la sua strada e viva la propria vita. È la regola del buon padre, è quello che deve accettare ogni buona madre. Alla fine, a cosa fatta, ho deciso di fartelo sapere, perché è altrettanto giusto che i genitori sappiano chi frequentano i loro figli. E ho deciso di scriverti queste note perché è giusto – ma non scontato – che uno scrittore si specchi nel proprio desiderio e veda giudicato il proprio risultato, anche dal più ignorante dei lettori.

 

Ora lo posso dire. Alchimie è come l’acqua, è quello di cui siamo fatti e non si vede. È quello che beviamo, che vediamo scendere come neve o come pioggia, che ci capita di vedere in cielo nelle nuvole, che ci lava, ci rinfresca e passa placido sotto i nostri ponti, ma alla fine può anche spazzarci. Chiamala vita, sicuramente è ciò per cui vale la pena vivere. I personaggi dei suoi racconti di sicuro amano la vita ma in modo assennato, tengono dritta la barra ma sono gelosi dei propri sogni. Ogni loro manifestazione e azione è filtrata dall’esperienza, dalla loro voglia di affetto che li rende mortali e morali proprio perché sanno dove la morale finisce – almeno quella sessuale – e superarne il confine non può rappresentare un problema. Evasioni che non sono invasioni di un terreno minato, piuttosto esplorazioni la cui adrenalina non fa rischiare l’infarto, ma serve ad accelerare il cuore che rimane il centro della vita, pur tuttavia non l’unico luogo perché la vita vera e gli stimoli nuovi vengono molto spesso dalla periferia. Il peccato e il perdono sono dimensioni troppo distanti dalla realtà mentre avviene e per scoprirne la bellezza è bene lasciarle avvenire, anche quando fanno male.

Alchimie mi piace anche perché, pur scegliendo la provincia come lo scenario per i propri racconti, non è mai provinciale e la città non appare mai il luogo del rimpianto o di ogni possibile arrivo, ma semplicemente un altro luogo la cui dignità non viene neppure misurata o confrontata. Lo si vede dalla sostanziale serenità dei personaggi. La loro sessualità è semplice, essenziale, senza ostentazioni ma neppure “casaliguismo” o trasposizione letteraria della pornografia amatoriale. Resiste alla tentazione della verità a tutti i costi che confina con la volgarità ma, allo stesso tempo, non è foderata di cachemire filato dall’intelletto. È tutto il contrario del sesso rappresentato, del cerebrale che celebra a tutti i costi l’erotismo come processo mentale, che si concentra sulle formule chimiche prima che sulle reazioni così come esse avvengono. Non è l’erotismo dello scienziato, ma dell’adulto capace di affrontare la propria ingenuità di fronte a una delle forze più grandi della vita ben sapendo che questa trasforma, ma non distrugge. Alchimie per questo è un romanzo tragicamente normale, nel senso che affronta come naturale e scontata l’ineluttabilità e non la crea. Le immagini? Poche, molti dialoghi, molti i pensieri dei personaggi che parlano con loro stessi e questo rende Alchimie estremamente diverso da un copione. Non l’ossessione di concentrare le morali di ogni storia in frasi emblematiche, di creare contesti troppo favorevoli, neppure quella di parlare per immagini o fotogrammi.

 

Alchimie è indubbiamente anche il suo autore, con l’amore per la propria realtà, per le sue passioni come il cibo, il calcio e il tifo, vissuto come l’altra dimensione del cuore, non certo quella che viene dipinta (e che conviene dipingere) come violenta e facinorosa, ma profondamente passionale e aggregante. campi per i quali offre descrizioni, situazioni, punti di vista senza far pesare troppo i propri gusti e le proprie opinioni. Da vero “alchimista”, conosce le proprietà recondite di taluni ingredienti e si limita a fare da catalizzatore mettendoli insieme per controllarne le reazioni, ma senza intervenire in modo eccessivo, senza ‘deus ex machina’ capaci di rovesciare gli eventi. Certe cose si spiegano e si dispiegano da sole. E anche quando tornano, non vengono per bloccare l’esistenza, ma per deviarla e darle un senso. Anche quando mancano, non conta. Poco importa se questo senso non può essere contenuto nel tessuto narrativo del racconto: si capisce che esiste comunque.

 

Ti saluto teatinamente e ti faccio un grosso in bocca al lupo per il tuo nuovo libro

 

Nicola

 

 

 
 
 
 
 

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